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La Magia Dei Medium

Jonathan non aveva chiuso occhio, era rimasto sveglio per ciò che gli era successo ieri sera, non lo smettevano di tormentare, lo spirito dell'oro e lo spirito dell'emozioni lo avevano traumatizzato, cos'erano? Erano delle abilità Esper? Scosse la testa per fare il segno del "no", erano delle abilità che potevano essere superiori alla scienza stessa.
Era immerso nei pensieri sugli eventi dell'altro giorno, Allison entra in camera sua dicendogli:
"hey cugino è pronta la colazione"
Il ragazzo sente la cugina e le dice di non preoccuparsi, che sarebbe sceso subito dopo di lei, la cugina fece il broncio picchiandolo poi in testa, il giovane ne rimane piuttosto ambiguo ma ciò lo fece sorridere, evidentemente la presenza di Allison era molto positiva per lui.

«Avanti bro, muoviti!»
«Va bene Ally, arrivo...»

Jonathan e sua cugina finalmente scesero per andare a fare colazione dando il buongiorno alla sua cara zia abbracciandola, quest'ultima ricambiò accarezzandogli la schiena, il ragazzo le disse di stare tranquilla e se avesse bisogno lui sarà qui.
La zia gli disse di non preoccuparsi e di fare colazione, altrimenti si sarebbe raffreddata, il ragazzo fece ciò che gli ordinò la zia ed inizia a fare colazione.
Mentre i tre facevano colazione, la signoria Murphy disse a sua figlia che oggi non doveva preoccuparsi di sbrigarsi a fare colazione, poiché oggi poteva anche non andare a scuola dato che c'era suo cugino e doveva stare con lui mentre lei andava a lavoro.
Allison annuì ringraziando la madre, Jonathan era un po' in imbarazzo e le dice che non c'era da preoccuparsi visto poteva stare anche da solo, Allison si voltò verso di lui e lo guarda abbastanza sconvolta, per poi pensare tra sé e sé, grazie cugino, grazie davvero, sei molto d'aiuto" la zia ribatté che era meglio che Allison stesse con lui a fargli compagnia... Jonathan si arrese e accettò le condizioni scelte della zia.
La signora Murphy finì di fare colazione, era già preparata pertanto si alzò dalla sedia e diede un bacio sia ad Allison che a Jonathan, per poi andare verso l'uscita della casa e dirigersi verso l'auto per andare al lavoro.
Jonathan ed Allison ormai erano soli, il ragazzo chiese alla cugina quale fosse la biblioteca più vicina, voleva acculturarsi un po', ma Allison gli rispose che questa sua decisione era completamente noiosa, perciò decise di portare il cugino in un posto molto più divertente, ovvero visitare un vecchio museo abbandonato per presunte presenze spiritiche.
Jonathan le domandò da chi o che cosa avesse saputo di ciò, la cugina gli disse di stare tranquillo poiché aveva le sue fonti.
Il ragazzo era davvero impaurito all'idea di rientrare in questa situazione, anche se non volle dirlo, Jonathan era spaventato dai fantasmi poiché era uno che seguiva la logica, cose di questo genere non le riusciva a comprendere.
Allison cedette alle tentazioni e gli spiega tutto quanto, le disse che Ace Viewspirits era il suo ragazzo e aveva l'età tra i sedici e i diciassette anni, quest'ultimo apparteneva ad una famiglia che padroneggiava la magia: "Spirit Serception" ovvero poteva sentire e parlare con gli spiriti se non addirittura renderli visibili a chi non riesce a vederli ed intrappolarli, proprio come aveva fatto lei, ma Ace però essendo molto più esperto gli disse che poteva anche invocarli, ma ciò ad un prezzo: doveva dare una certa quantità di energia vitale... proprio come aveva fatto per invocare il suo Goldenace, lo spirito dell'oro.
Jonathan capì, evidentemente se anche Allison aveva le sue doti, era abbastanza chiaro che Ace gliele aveva insegnate, ma la domanda è perché?
La cugina gli disse che era molto ammirata dall'abilità Esper di suo cugino, ma capì di non avere chance fin dall'inizio, perciò trovò un altro metodo per ottenere dei poteri, cioè apprendere la magia! Ci sono tante magie diverse tra loro che addirittura quest'ultima non conosceva.
Jonathan, dopo aver ottenuto le informazioni che desiderava, si tranquillizza, anche se questa storia della magia non riuscì completamente a dirigerla, però la cugina non aveva ancora finito di raccontare, gli dice implorandolo di non dire niente a sua madre, così Jonathan glielo promise, sapeva perfettamente che tenere un segreto poteva essere faticoso, se non addirittura molto doloroso.
Il ragazzo però, tornando al discorso di prima che per invocare uno spirito bisognava offrire una certa quantità di energia vitale, si preoccupa: era davvero pericoloso e soprattutto incosciente se ciò venisse usato spropositatamente, Allison a quel punto fece una lieve risata abbracciandolo, non si doveva preoccupare poiché Ace l'aveva già informata di ciò, infatti le proibì di invocare gli spiriti fino a quando la ragazza non fosse pronta emotivamente e fisicamente. Emotivamente perché serviva una mente di ferro per controllare uno spirito, non doveva permettere che lo spirito prendesse il controllo, mentre fisicamente perché bisognava sopportare tutto il dolore che un'invocazione poteva portare: perdere un certo quantitativo di energia vitale ogni volta che si effettuava un'invocazione poteva portare gravi conseguenze all'organismo come ad esempio un grave deperimento fisico: stanchezza, perdita di equilibrio ecc... se non addirittura alla morte se veniva usata in maniera sconsiderata, ciò significa che questa tipologia di maghi, i Medium, vivevano molto di meno rispetto alle altre persone che siano Esper o altri Maghi.
Finite le spiegazioni, Allison chiese a Jonathan se volesse ancora andare al museo infestato, quest'ultimo si grattò la nuca per l'indecisione, ormai non era più sicuro su nulla e pensa anche che questa situazione potesse essere molto pericolosa...
La cugina cercò di spronarlo a venire, sarebbe stato noioso se non ci fosse anche lui, Jonathan a quel punto accenna un sorriso e accettò per farla contenta.

«Bene, Ace ci raggiungerà più tardi, forza andiamo bro!»
«Ehm ok...»

Allison iniziò a dirigersi verso l'uscita dell'abitazione, Jonathan alzò le braccia sorridendo, e anche se era abbastanza titubante seguì la sua cuginetta, rimase piuttosto colpito dalla sua determinazione, nonostante evidentemente non fosse una tredicenne come le altre... anche se quest'ultimo non doveva neanche proferir parola, a soli quattordici anni già andava a fermare i criminali della città...
Dopo aver raggiunto la sua cugina, essa compra due biglietti per il pullman per raggiungere la loro meta, una volta arrivati notarono che Ace era già sul posto che fumava una semplice sigaretta davanti al museo, il ragazzo alza la testa e li vide arrivare...

«Allison, sbaglio o quello è il ragazzo di ieri? Non mi starai tradendo per caso?...»
«Ma no che dici, lui è mio cugino! Si chiama Jonathan e proviene dalla Città-Academica...»
«La Città-Academica?»

Ace incredibilmente non conosceva la città che la sua ragazza le aveva nominato, l'unica cosa che sapeva per sentito dire da altri maghi era che questa città era basata sulla scienza, inizia a preoccuparsi di ciò.
Domandandosi se un giorno scienza e magia potranno coesistere...
Il ragazzo buttò la sigaretta sul terreno e la calpesta per spegnerla, mettendosi le mani in tasca e dirigersi verso l'entrata del museo, nel mentre inizia a pensare dove i tre potevano entrare, era abbandonato perciò entrare dall'ingresso principale poteva essere pericoloso...
Jonathan a vederlo iniziò a preoccuparsi, aveva già intuito che si sarebbe cacciato nei guai, Ace si voltò verso di lui dicendogli che poteva rimanere fuori se aveva paura di infrangere le regole, comunque Jonathan era fortunato perché Ace notò che non c'erano telecamere, perciò poteva stare tranquillo dal punto di vista di legge.
E poi se era veramente infestato, poteva essere un bene se fossero arrivati loro, magari in futuro potrebbe essere riaperto e forse anche avere molti visitatori.
Ace mentre continuava a perlustrare gli esterni del museo riesce a trovare una possibile entrata, fece segno ai due di venire, e una volta arrivati Jonathan deglutì, ma ormai era in ballo perciò fa un respiro, i due aspettano che Jonathan si sente pronto prima di entrare, dopo aver aspettato qualche secondo Jonathan dice loro di procedere.
Il ragazzo si guardò attorno, rispetto ai musei che aveva visitato alla Città-Academia, era abbastanza diverso: era un museo d'arte, c'erano un sacco di quadri rovinati di alcuni dipinti addirittura alcuni di loro erano anche per terra, mentre le statue erano di molto crepate, mentre il clima era davvero gelido, si notava proprio che era abbandonato...
Ace continua a camminare per i corridoi stando davanti a loro, notò che c'era persino una perdita dei tubi e inoltre una parte di corridoio era completamente allagata... non era un buon segno, ciò significava che le tubature stavano cedendo, sarà difficile continuare la perlustrazione.
Mentre i tre continuando ad esplorare ogni angolo del museo per vedere se c'erano presenze spiritiche, alla Città-Academica erano ormai le diciotto di sera dello stesso giorno, Suizuke visto che non c'era Jonathan ne approfittava per uscire con Misaka Mikoto, la famosa railgun della città.
Mentre camminavano per la città, Suizuke gli confessò che aveva molta paura della sua migliore amica, la ragazza fece una lieve risata per poi demoralizzarsi un po', in un certo senso gli mancavano quei momenti dove Mikoto stessa lanciava delle scossse elettriche per dell'atteggiamento di Shirai che aveva nei suoi confronti, ma quando conobbe Ryuko Okada quest'atteggiamento da ragazza oppressiva si spegne pian piano. Suizuke notò il cambiamento della sua "amica" e le chiede se avesse detto qualcosa di sbagliato, la ragazza gli disse di no e di non preoccuparsi e che le passa... Suizuke dopo aver saputo ciò, annuì e continuarono il giro.

«Senti un po' Suizuke, come mai hai paura di Kuroko?»

Suizuke fece un balzo all'indietro e a causa della domanda posta da Misaka inizia ad arrossire molto...

«Beh non saprei spiegartelo...»
«Sei strano...»

Dice la ragazza alzando il sopracciglio, per poi continuare a camminare per la città.

«Comunque Misaka, ti ringrazio di aver accettato di uscire, da quando Jonathan se n'è andato mi sento piuttosto solo...»
«Come sarebbe a dire se n'è andato? È morto per caso?»

Domandò Misaka abbastanza sconvolta, Suizuke si mise a ridere, per poi tornare serio...

«No, tranquilla non è morto!»
«Va bene, che da come me ne stavi parlando sembrava proprio di si... dai allora vedrai che ritornerà!»

Mentre loro continuavano a camminare come una normale coppia di amici, al distretto del Judgment Shirai, Okada e Makigami avevano appena finito di lavorare, bisognava compilarle alcuni fascicoli, Okada si volta verso la finestra facendo un sospiro abbastanza malinconico, come se avvertisse la mancanza di qualcuno, sarà quella di Jonathan o forse di altro?  Makigami e Shirai si voltarono verso di lui, erano abbastanza preoccupate, Shirai si alzò e gli mise la mano sulla sua spalla...

«Ti manca Jonathan-Senpai?»
«Si, ma a parte lui sembra che pure il Giustiziere sia sparito...»
«Per due giorni già ti stai preoccupando?»

Domanda Makigami, guardandolo piuttosto incuriosita di sapere cosa stesse passando per la testa al suo collega, Okada si volta verso Makigami dicendole che purtroppo non lo sapeva neanche lui, evidentemente combattere affianco al Giustiziere lo rendeva abbastanza felice, sperando ad un suo ritorno un giorno...
Mentre il Judgment si stava riposando per il lavoro svolto, Misaki Shokuhou stava camminando per la città, anche lei era molto preoccupata per la scomparsa di Jonathan dato che non si era fatto sentire per due giorni, evidentemente stava ancora male per ciò che Gensei Kihara gli avesse fatto fin'ora, ma oltre ad essere preoccupata era anche molto arrabbiata, quando tornerà gli farà una bella ramanzina, mentre osservava il cielo le venne l'idea di mandargli un messaggio privato, nella speranza che quest'ultimo gli rispose: "Hey Jonathan-Kun, so che non stai molto bene ultimamente, però non è bello sparire per due giorni senza far sapere niente a nessuno, perciò volevo sapere dove sei e spero che tu stia bene."
Dopo averglielo mandato mette il cellulare dentro alla borsa per poi continuare a camminare verso l'agenzia del padre della sua compagna Kongō Mitsuko, per sapere qualcosa sui preparativi della macchina che aveva estratto l'abilità al suo partner.
Una volta arrivata alla Kongō Airlines, la Metal Out riceve delle brutte notizie, perché per riparare del tutto l'estrattore di abilità ci vuole ancora qualche giorno, la considerava addirittura la migliore e avevano anche bisogno di cambiare qualche pezzo, fulminati a causa del cortocircuito, la bionda fece un sorriso per non mostrare che dentro stava piuttosto male e se ne va salutando con le mani dietro la schiena, riprese un'altra volta il telefono e nota che Jonathan non aveva ancora visualizzato il suo messaggio, questo la fa demoralizzare ancora di più, ma doveva dirglielo, perciò si fece coraggio e gli mandò un secondo messaggio: "Comunque ho sentito il padre della mia compagna di scuola, purtroppo per quanto riguarda l'estrattore di abilità, per ripararlo del tutto ci vorranno ancora altri giorni, mi dispiace..." nella fronte di Misaki si nota un alone oscuro, quasi quasi era davvero demoralizzata a mandargli quel messaggio, il dito mentre si avvicinava all'invio inizia a tremare... pertanto chiuse gli occhi e glielo invia senza vedere, poi mise il telefono in standby e lo rimise nella borsa.
Mentre la bionda continuava a camminare ed incontrò Saten, che sembrava abbastanza impegnata, Misaki la saluta ma quest'ultima aveva un mistero da risolvere riguardante "La scomparsa del Giustiziere della città", era abbastanza agitata sul perchè l'eroe della Città-Academica fosse scomparso, voleva sapere come mai, era successo qualcosa? Ma la bionda capisce subito le sue intenzioni e la ferma con il suo telecomando.

«Saten-San, sei preoccupata per il Giustiziere?»
«Come hai fatto a capirlo...?»
«Penso sia evidente, comunque noto che senti anche la mancanza di qualcun'altro... te lo leggo nella mente! Vedrai che tornerà, e la prima cosa che farà sarà venire da te!»

Annulla l'abilità ridando la possibilità di muoversi alla ragazza e da lì le due decidono di andare a prendersi un caffè, Saten si chiese cosa intendesse che se Jonathan fosse tornato sarebbe andato direttamente da lei? Aveva molte domande di cui cercava risposta ma questo la fece demoralizzare ancor di più, gli aveva mandato molti messaggi, ma il ragazzo non gli mandò alcuna risposta...
Una volta arrivate, Misaki ordinò il suo solito Tè nero caldo, mentre Saten pensa stavolta di ordinare la stessa cosa che prendeva di solito lui, un caffè lungo, Misaki la guardò con circospezione, come se fosse rimasta stranita dalla sua scelta, il barman fa un cenno che glielo preparò e dice anche di stare tranquille, che li avrebbe portati direttamente al tavolo.
Mentre si sedettero al tavolo Saten, mettendo la mano sotto il mento, si volta verso la finestra del bar ad osservare il panorama pensando che Misaki aveva davvero ragione, le mancava molto Jonathan da quando Suizuke le disse che il suo amico se n'era andato, pensa molto a lui in questi due giorni... "chissà cosa starà facendo..." disse la ragazza a bassa voce.
In Galles al museo d'arte, Jonathan continuava a perlustrare i corridoi insieme ai due, continuava sempre di più a sentirsi osservato, evidentemente non erano soli, ciò fece allarmare Ace, che aveva percepito qualcosa grazie alla sua magia, infatti oltre a percepire i Medium potevano pure vedere gli spiriti, pertanto se uno dei due si sentiva allarmato significava che  c'era davvero uno spirito, ma era maligno? O benigno? E soprattutto di quale livello: di basso? Di medio? O addirittura di alto?
Allison ed Ace rimasero piuttosto stupiti mentre continuavano a perlustrare l'interno del museo, notarono che c'era un quadro che rispetto agli altri stranamente era in tatto, "sarà opera dello spirito?" Si domandava Allison, mentre si avvicinavano a quel quadro si forma una presenza: Ace rimane impietosito, quasi quasi gli viene piangere... vedere gli spiriti a quell'età era l'ultima cosa che voleva vedere... lo spirito apparso davanti a loro era proprio quello di una bambina all'incirca di dieci anni. Dall'espressione sembrava che lo spirito fosse triste, aveva a che vedere con quel quadro? Purtroppo Jonathan non percepiva gli spiriti non essendo un  Medium, però aveva la strana sensazione dell'altra volta, ovvero quella di sentirsi osservato... Allison per rassicurare il cugino decise di usare la sua magia per renderla visibile a chiunque non possa vederla, una volta fatto Jonathan nota che quella bambina che piangeva gli ricordava molto Alethea, e ciò lo fece indietreggiare...
Ace disse ai due con un cenno di non muoversi, provò a comunicare con la bambina avvicinandosi a lei, ma mentre si avvicinò la bambina cambiò atteggiamento: diventò piena di collera, i suoi occhi diventano rossi e attacca i ragazzi con un'onda d'urto invisibile che sovrasta tutti e tre lanciandoli verso la parete.

«Ace, come mai quella bambina è così triste e allo stesso tempo piena di rabbia?»
«Non lo so... ma tranquilli riuscirò a farla ragionare! Uno spirito morto in giovane età, preferisco fargli vedere la luce che renderlo mio seguace...»
«Lasciate provare me...»
«Cosa?»
«Io ho avuto a che fare con i bambini, forse potrei riuscirci!»
«È uno scherzo vero?»
«Ace fidati di lui!»
«E va bene...»

Jonathan si alzò tenendosi la spalla fratturandosi la spalla a causa dell'onda d'urto, e si avvicina abbastanza lentamente verso lo spirito, quest'ultimo iniziò a fare dei ghigni di rabbia e collera, come se non volesse vedere gli umani, Jonathan accennò ad un sorriso cercando di calmarla, tuttavia lo spirito indietreggiò e continua a colpirlo con energia spiritica, il ragazzo incassò i colpi, ma non si ferma nonostante si rialzasse ogni volta che cadeva a terra, non voleva affatto deludere sua cugina e il suo "presunto amico", la bambina ormai non aveva più vie di fuga, perciò Jonathan tentò di abbracciarla, anche se purtroppo le oltrepassa il corpo, ma non per lui questa cosa non aveva importanza... per poi rassicurarla dicendole "va tutto quanto bene, non ti preoccupare, siamo tuoi amici e siamo qui per aiutarti..."
Però le belle parole non funzionarono, lo spirito si agita e colpì il ragazzo oltrepassandogli il petto, per fortuna non era sua intenzione ucciderlo, perciò non lacera organi vitali... Jonathan inizia a sputare sangue ed Allison si spaventa, mentre Ace rimase a guardare rimanendo impassibile, questo era solo l'inizio... Allison implora Ace di andare ad aiutare Jonathan, prima che quest'ultimo si facesse uccidere, ma Ace le rispose che l'unico modo per aiutarlo era starlo a guardare, perché solo osservando il comportamento dello spirito si può arrivare a capire le sue vere intenzioni, lo spirito sembrava provare due emozioni: tristezza e collera, la tristezza era dovuta al fatto che non era riuscita a vedere il quadro di sua madre al momento dell'inaugurazione, poiché la bimba era morta qualche giorno prima a causa della leucemia.
Nello spirito si potevano vedere ancora i suoi capelli ormai incorporei, non li aveva ancora persi a causa delle visite, poiché la bambina prima di morire le aveva appena iniziate, tuttavia muore al terzo giorno...
Ace in qualche modo doveva farle abbandonare questo mondo e soprattutto farle vedere la luce, evidentemente aveva una questione in sospeso, era poter ammirare il quadro dipinto da sua madre? Si chiese come mai allora l'avesse attraversata da un pezzo, visto che ce lo aveva davanti a sé sembrava avesse impedito che si rovinasse con il passare del tempo rispetto agli altri che erano ormai andati, evidentemente c'era dell'altro, se quest'ultima non aveva ancora abbandonato questo mondo c'era dell'altro, ma cosa?
Ace, mentre osservava la scena, inizia a pensare di cosa si trattasse, la bambina, secondo lui, era intrappolata nel mondo terreno perchè aveva perso fiducia negli umani, la stessa fiducia che aveva perso al momento della sua morte.
Jonathan nonostante ce la stesse mettendo tutta per calmarla, lo spirito continuava a opporre resistenza, continuava ad indietreggiare... Jonathan invece a sua volta avanzò e riprovò, anche se gli sarebbe oltrepassata la mano ad accarezzarle il viso la bambina iniziò ad aver timore, aveva paura di lui, mentre Jonathan accenna ad un sorriso: "non devi aver paura di noi, tranquilla non ti faremo del male... siamo qui per salvarti"
Ace dunque va verso di lui, per poi riferire alla bambina che doveva fidarsi di lui, anzi di loro, erano qui per mostrarle la luce e il paradiso, solo ottenendo fiducia la bambina lascerà questo mondo...
Allison accennò ad un sorriso "vedi questi due non sono affatto cattivi, e non voglio senz'altro esserlo io con te!"
La bambina continuava a vederli con aria titubante, si guarda attorno come se fosse confusa... Allison si siede davanti a lei, dicendole che non doveva affatto aver paura, dunque la bambina si calma e abbassa lo sguardo, Ace gli domanda come si chiamava, la bambina le dice che purtroppo non se lo ricordava perché gli spiriti non si ricordavano che nome avvessero quand'erano ancora in vita.
Però voleva sapere come si chiamavano loro, così si presentarono a lei, la bambina annuì facendo un sorriso.

«Siete molto simpatici!»
«Oh? Lo sei pure tu! Come mai sei ancora qui e non sei in paradiso? Devi aver qualcosa in sospeso, giusto?»
«Perché la mia missione è proteggere il quadro di mia madre, non voglio che venga rubato o che si rovini!»

I tre rimasero abbastanza sorpresi da ciò che la bambina aveva detto, una bambina così piccola così piena di responsabilità... addirittura a Jonathan fuoruscirono delle lacrime dagli occhi, gli ricordava troppo sua sorella, la bambina lo vide piangere e gli domanda cosa avesse, lui gli rispose di stare tranquilla e che era solo della polvere entrata negli occhi.
Ace lo guarda per poi accennargli:  "polvere negli occhi eh? Ottima scusa per negare l'evidenza" Jonathan iniziò ad infastidirsi, ma era tempo sprecato discutere di queste cose superflue in un momento così...
Lo spirito li guardò con curiosità, per poi dire ai tre che erano piuttosto strani, lei non provava più emozioni come ad esempio la felicità, da un bel po' l'unica cosa che provava era solo tristezza e collera, ma Allison sentendola le disse che aveva pienamente ragione: i viventi erano davvero strani, soprattutto se si trattava di maschi.
I due ragazzi la guardarono con sguardo piuttosto infastidito da ciò aveva detto, per poi dire simultaneamente "che cosa vorresti dire che i maschi sono strani, voi ragazze siete strane?"
La bambina fece si con la testa, per affermare ciò che pensava "sì gli esseri viventi sono strani!"
Dopo aver tranquillizzato la bambina, nella Città-Academica invece c'era aria normale Misaka e Suizuke erano andati al cinema a vedersi un film romantico piuttosto emozionate, da far uscire addirittura le lacrime agli spettatori.

«Misaka, ti sta piacendo il film?»
«Si molto, ora dammi dei fazzoletti...»

Suizuke soffocò una risata, poiché sembrava piuttosto irrispettoso mettersi a ridere in sala con un film di questo genere, dopodiché le diede i fazzoletti per farle asciugare le lacrime.
Non credeva che la famosa railgun provasse cose di questo genere, l'aveva sempre vista determinata e coraggiosa.
Misaka iniziò ad asciugarsi le lacrime, questo film l'aveva commossa perché parlava di un amore a distanza, dove i protagonisti si erano innamorati tramite social network, la protagonista femminile si chiamava Aelita e la sua residenza era in Russia, mentre il protagonista maschile era un giapponese di nome Ennosuke.
Aelita e Ennosuke, si erano conosciuti per caso in un gruppo dove avevano entrambi la passione per i videogame, ma poi oltre a ciò si erano accorti di avere di più in comune e speravano di incontrarsi, ma purtroppo i genitori di lui non volevano mentre i genitori di lei non riuscivano a permetterle un viaggio in Giappone...

«Oh Misaka-Chan, non pensavo fossi così sensibile!»
«Cosa vorresti dire?»

Domanda voltandosi verso di lui, quest'ultima era leggermente irritata, tenendo il broncio le si intravidero anche delle leggere scariche elettriche che le uscivano dalla testa.
Ed era anche molto arrossita e aveva le lacrime agli occhi...
Suizuke non le diede risposta, era leggermente terrorizzato, ma era anche molto affascinato dal rossore della ragazza, dopo non aver ricevuto nessuna risposta, Misaka Mikoto si volta verso il grande schermo per continuare a vedere il film intitolato "Mileage love" anche tradotto in "Amore Chilometrico".
Mentre i due continuavano a godersi il film, Saten e Misaki erano uscite dal bar già dalle diciotto e mezza.
Per passare un bel po' di tempo insieme avevano camminato per la città.
Ormai si erano fatte le otto di sera e le due iniziavano ad avere fame, perciò decisero di andare a mangiare qualcosa in un ristorante.
Le due ragazze una volta entrate si guardono attorno per vedere se ci fosse un tavolo libero per due, mentre osservavano videro che ce n'era uno verso sinistra in fondo al corridoio.
Una volta raggiunto il tavolo le due si sedettero, ed essendo un ristorante che offriva specialità culinarie italiane, le due  decisero di provare ad ordinare le lasagne al ragù.
Una volta arrivate le due portate le due iniziarono a mangiare, era davvero buona e la pasta sembrava di ottima qualità.

«Tu credi che Jonathan ritornerà?»
«Certamente, se se n'è andato è perché magari aveva bisogno di distrarsi un po'... vedrai che tornerà!»
«Perché...»

Misaki sapeva benissimo il motivo della sua dipartita, ma di certo non poteva parlarne né con Saten né con nessun altro.
Saten nota che la bionda non gli rispose e perciò abbassa lo sguardo abbastanza demoralizzata, sperando che magari una volta tornata a casa dopo la cena, Jonathan le avrebbe risposto ai messaggi.
Ace si volta con aria neutra, per lei era il momento di raggiungere la luce, di abbandonare il loro mondo, anche se sarebbe stata un'impresa piuttosto ardua, poiché Ace capisce già dal discorso che la bambina aveva detto ai tre, ed inizia a credere che lei stessa si rifiutasse di raggiungere il mondo ultraterreno...
La bambina si chiese come mai Ace la stesse osservando, facendole confermare ciò che pensava...
Allison e Jonathan, videro Ace in sovrapponsiero, la ragazza gli mette la mano destra sulla sua spalla, era piuttosto preoccupata.

«Tutto ok Ace?»
«Si tutto ok, stavo pensando che forse ho capito il caso di oggi!»
«Davvero?»

Domanda Jonathan abbastanza sorpreso mettendosi la mano sulla testa...

«Si, ho capito: in pratica la bambina stessa rifiuta di entrare dentro la luce!»
«Cosa??»

Dicono Jonathan ed Allison simultaneamente, per poi vedere che la bambina aveva nuovamente cambiato espressione, sta volta era abbastanza demoralizzata, Jonathan a vederla in quello stato,  nota che evidentemente Ace aveva colto nel segno, la bambina aveva già visto la luce circa due giorni fa, ma si rifiutò di attraversala...
Jonathan si inginocchiò, cercando di aiutarla, farle dire come mai aveva rifiutato di oltrepassare la luce dirigersi verso il paradiso nel mondo ultraterreno.
La bambina agli inizi non volle dire il motivo, ma Jonathan insisteva e la bambina fantasma cedette e spiega: dice ai tre ragazzi che non voleva abbandonare il mondo terreno per una sola ragione: non voleva affatto abbandonare il quadro di sua madre, se l'avesse abbandonato avrebbe potuto succedergli qualsiasi cosa: poteva essere rubato, poteva rovinarsi, il legno della cornice poteva marcire se non addirittura schiarire il dipinto, poteva davvero succedere qualsiasi cosa, se non ci fosse stata lei a proteggerlo.
I ragazzi si voltarono tutti verso il quadro intitolato: "Il giorno splendente" poiché rappresentava un evento accaduto a distanza di cinque anni circa, dove sua figlia
Amaya Takano era arrivata al terzo posto ad una gara di ginnastica artistica junior nonostante soffrisse di leucemia, questa bambina voleva comunque combattere per realizzare il suo sogno, perciò la madre si sarebbe accontentata anche se non fosse arrivata al primo posto e così fu stato, dedicandole un quadro di quel meraviglioso giorno.
Jonathan le dice di stare tranquilla e di non doversi affatto prendere quest'enorme responsabilità, perché a proteggere il quadro ci avrebbero pensato loro, si volta verso Ace, attendendo una conferma da lui.
Lo spirito non doveva affatto rimanere qui nel mondo dei vivi, poteva essere pericoloso per lei, magari c'erano altri medium che potevano essere pericolosi sia per loro che per lei, perciò la bambina non doveva preoccuparsi di tutto ciò, l'unica cosa che le restava da fare era attraversare la luce, Allison appoggia i due ragazzi cercando di convincere Takano ad abbandonare il loro mondo.
La bambina si guarda le mani incorporee, era del tutto pensierosa e non voleva affatto lasciare ciò che la collegava a questo mondo, ma Jonathan le fece un sorriso, la bambina alza lo sguardo verso di lui, quest'ultimo le disse di stare tranquilla, perché in mano loro il quadro di sua madre non si sarebbe rovinato.
Entrambi i Medium, rimangono stupiti dalle capacità di Jonathan con in bambini, Allison in un certo senso se lo aspettava, mentre Ace no...
Lo spirito dunque fa un sguardo pieno di determinazione, evidentemente aveva capito che era il momento di accettare la realtà, doveva abbandonare questo mondo e lasciare che al quadro di sua madre se sarebbero occupate altra gente.
Dalle finestre inizia a riflettere una luce piuttosto intensa, finalmente era ora... Tanako stava iniziando a sparire mentre entrava nella luce, ma prima che svanisse del tutto disse ai tre "vi ringrazio, per avermi liberata dalle mie indecisioni e dalle mie insicurezze, mi avete salvata!"
Jonathan una volta che lo spirito sparisce gli uscì un'altra lacrima, si era abbastanza affezionato a quella bambina fantasma, la cugina gli mise la mano sulla spalla, dicendogli che non l'aveva mai notato così sensibile...
il ragazzo controbatte dicendole che era la sua solita polvere negli occhi... Allison e Ace fanno finta di credergli per poi dirigersi tutti e tre verso l'uscita del museo, dopodiché decisero di convocare chi di dovere per le ristrutturazioni e manutenzioni alle tubature.
Anche questo caso fu risolto, i Medium non soltanto combattevano gli spiriti per cacciarli dalle strutture che infestano e che rendono la zona inabitabile o per catturarli per renderli loro alleati, ma li salvano anche da ciò che li rende prigionieri facendoli oltrepassare la luce e raggiungere la pace.

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