La Leggenda del Giustiziere
Nel pomeriggio, nella Città-Academica, le strade erano colme di studenti, nella folla c'era un giovane dai capelli rossi piuttosto particolare, il suo nome era Jonathan Miura era un "normalissimo quattordicenne", un Esper come quasi tutti, che popolano questa città, la sua abilità consisteva di manipolare il vento, quest'abilità prese il nome di Wind Booster, un'abilità di livello quattro, aveva frequentato la: Tetsuya Middle School.
Di per sé, non era una scuola di grande nota, ma per lui era meglio così, una scuola deve saper istruire non essere popolare agli occhi dei genitori o dei ragazzini che vogliono farne parte.
Mentre camminava per raggiungere il dormitorio, col cellulare in mano, per cercare delle informazioni sulla scomparsa di sua sorella minore: Alethea Miura, scomparsa in circostanze misteriose.
All'epoca della sua scomparsa, aveva sei anni e faceva le elementari, mentre raccoglieva altre informazioni su sua sorella ricordandosi del loro bellissimo rapporto fratello-sorella orfani di entrambi i genitori, vivevano di rendita grazie alla ricca eredità di un loro parente morto.
Alcuni avevano solo visto un furgone nero caricare uno strano fagotto nero sul retro di esso prima di andarsene a tutta velocità, e ciò che rimaneva a Jonathan di sua sorella era un portachiavi a forma di stella che lui le aveva regalato per il suo sesto compleanno.
Da quel momento, Jonathan non si era mai dato pace e cercava continuamente indizi, testimonianze, anche un solo straccio di prova che potesse aiutarlo a ritrovare sua sorella.
Sperava fortemente che sua sorella fosse ancora viva e che lo stesse aspettando.
Dopo aver sentito quel suono di fischietto, il quale lo ridestò dai propri pensieri, Jonathan si affrettò a lasciar posto al traffico, camminando sul marciapiede e pensandola.
Infatti ci stava riflettendo, sulla possibilità di lavorare sotto copertura così avrebbe significato vivere una doppia vita, certo, ma sentiva che sua sorella doveva essere salvata...o vendicata, se lei fosse stata uccisa. Doveva farlo per lei...e perciò si prese del tempo per organizzare il tutto e riflettere su questa sua scelta.
Mentre ci rifletteva un po' su, continuava a camminare verso il dormitorio, una volta arrivato fece le scale dirigendosi verso il secondo piano e poi andare verso il suo alloggio, il numero 161
Aprì la porta, con lentezza, sdraiandosi sul letto, al suo ricordo, gli cadono lacrime iniziarono a scorrere lentamente sulle sue guance, alla porta si sentì un campanello era il suo migliore amico a venirlo a trovare, si chiamava: Suizuke Hondo, la sua abilità era più o meno simile a quella di Jonathan, ma al contrario poteva manipolare l'acqua quest'abilità prese il nome di Abyssal Rend.
Lui venne ad aprirgli, asciugandosi le lacrime appena in tempo, e gli disse:
«Suizuke...che sorpresa!!!Cosa ci fai qui???»
«Ti sei dimenticato che oggi dovevamo uscire Johnny?»
«Ah sì, certo. Scusami, è che mi sono lasciato prendere dalla tristezza...»
Era l'unica persona che poteva fargli strappare un sorriso e staccare la spina dai cattivi e tristi pensieri.
Ma lui non doveva sapere che lui stesse decidendo di fare una doppia vita, sotto copertura, esponendosi tra l'altro a tutti i rischi del caso per indagare sulla scomparsa di sua sorella.
Avrebbe voluto per lui una vita normale...lontano dai suoi problemi e dai suoi fantasmi.
«Lascia perdere la tristezza, forza Johnny andiamo!»
Lui sorrise, annuendo ed alzandosi in piedi, dicendo al suo amico:
«Si hai ragione. Andiamo!!!»
Suizuke Hondo, prese con sé l'amico, uscirono dall'alloggio del giovane, si dirissero verso l'uscita del dormitorio della Tetsuya.
Suizuke pensò ad un posto da fargli visitare qualcosa che avrebbe potuto distrarlo dai suoi pensieri, lui amava in maniera particolare luoghi come il museo delle scienze.
Fece all'amico una lieve pacca sulla spalla, fissandolo serio e dicendogli:
«Andiamo al Museo???»
Con la sua consueta aria apatica, gli indicò il museo delle scienze della Città-Accademia.
«Ma Johnny, con tutti i posti dove potremmo divertirci, proprio un noioso e lucubre museo? Non potremo andare in una sala giochi?»
«Le sale giochi sono per i bambini di dieci anni, hai dieci anni per caso?»
Perciò lui entrò a grandi passi, fermandosi per prendere il biglietto, Jonathan prese un block-notes, che usava per annotarsi ciò che apprendeva dalla giuda turistica.
«Johnny, quando hai finito di studiare troppo, possiamo andare almeno ad un bar qualsiasi?»
«Certo, perché no!»
All'interno delle sale del museo, c'erano tantissime tecnologie e foto di molti scienziati di ogni categoria: Astronomi, Astrofisci, Fisici, Chimici, Biologi ecc...
Jonathan era sempre stato affascinato dalla scienza e dalla cultura.
La penna sulla carta del suo block notes viaggiava sicura, riportando nero su bianco ciò che lo interessava maggiormente delle scoperte di quegli scienziati.
Ad esempio a lui piaceva tanto la teoria della relatività di Albert Einstein... perché spiegava che tutto in qualche modo era relativo... e la sua formula per lui apriva un mondo unico, intrigante a scoprire la natura.
Jonathan amava molto anche un altro scienziato, Stephen Hawking, con la sua teoria del tutto.
Era una teoria che secondo lui rasentava la perfezione divina per come riusciva a spiegare così bene l'universo e il mondo... il tutto nella sua complessità.
La scienza era ciò che avvicinava davvero l'uomo a Dio, secondo lui, e ciò lo faceva sentire grato di ricevere così tante informazioni da uno scienziato così famoso come lui...seppur osservando e studiando la sua teoria.
«Johnny, dai non vorrai rimanere qui tutto il giorno?»
«Ah sì...arrivo.»
Riprendendosi al richiamo dell'amico, Jonathan si mosse subito verso di lui, andando verso l'uscita alla ricerca di qualche bar dove passare il pomeriggio.
Dopo aver deciso in quale bar andare, Suizuke iniziò ha parlargli del più e del meno, ma al giovane Jonathan sembrava non interessare.
Infatti Jonathan pareva interessato da ben altro.
Stava riflettendo su parecchie cose che lo tormentavano da un po'... ma lui ovviamente ribadiva al suo amico di non rilevare nulla... anche perché in quel momento pensava ad altro.
Spesso lo distraevano troppo e mentre camminavano verso il bar, Jonathan ebbe tutto ad un tratto...l'illuminazione. Il momento decisivo nel quale avrebbe deciso che avrebbe cercato personalmente indizi per la scomparsa di sua sorella, decidendo di mettere la sua vita in prima linea per ritrovare sua sorella e fargliela pagare a chi l'aveva rapita.
Dopo aver ottenuto quest'idea del giustiziere mascherato, finalmente arrivarono all'ingresso del bar, per Jonathan e Suizuke, era il momento di prendersi un buon meritato caffè.
Suizuke ordinò un caffè macchiato, mentre il suo amico ordinò invece un caffè lungo.
E dissero gentilmente al barman, di portarglieli al tavolo tre.
Era Il loro tavolo preferito che dava la vista su un parco. Jonathan si sedette al solito posto, invitando l'amico a sedersi di fronte a lui, mentre fissava il panorama con occhi stanchi... assorti nei propri pensieri.
Suizuke osservò che sembrava essere immerso tra i pensieri, e sbuffò annoiato, per poi accennare all'amico:
«Johnny, sei sempre il solito!»
«Già...»
Gli rispose, sempre col suo tono apatico, continuando a fissare il panorama.
Il barman finalmente arrivò al tavolo numero tre, per poter servire i due caffè: Caffè macchiato per Suizuke e Caffè lungo per Jonathan.
Lui lo prese, volgendo lo sguardo apatico verso l'amico e iniziando a bere lentamente.
«Madò con te e come parlare con un mortorio, ma è per questo che ti voglio bene Johnny»
«Ti ringrazio.»
Continuò a bere lentamente il caffè, anche se nei suoi occhi si vedeva tanta gratitudine per aver sentito dire il suo amico che gli voleva bene.
«Comunque non era un complimento, devi scioglierti un po' sorridi qualche volta, dovrò farti conoscere una ragazza!»
«Mh. Vedrò cosa mi presenterai»
«Secondo me è una delle ragazze più carine della Takiwadai, dopo Misaka ovviamente!»
«Chi? Vabbè non mi interessa...»
Il pomeriggio volò molto in fretta. Jonathan ovviamente dentro di sè era felice di essere andato al museo e di aver terminato la giornata col suo bel caffè, in un bar era semplice, ma accogliente.
Era un caffè letterario pieno di libri, disponibili per tutti, e aveva tanti bei tavolini di ferro battuto con un bel bancone pieno di liquori, con proprietari erano molto gentili e disponibili.
Mentre Suizuke cercò di intrattenerlo il più possibile, Jonathan lanciò l'occhio sull'orologio, decise di alzarsi e di andarsene salutando Suizuke, inventandosi una delle peggiori scuse ovvero che doveva studiare, per la verifica di domani.
E dopo aver salutato l'amico, il giovane iniziò ha dirigersi verso i dormitori della Tetsuya, mentre camminava, vide un sacco di persone con un sorriso mascherato che in pochi riuscirono a notarlo, evidentemente in questa città c'era qualcosa di losco, che in pochi sanno, forse avrà a che vedere con la scomparsa di sua sorella?
Dopo aver raggiunto il dormitorio, Jonathan raggiunse il terrazzo, vedendo che la giornata era molto ventosa.
Iniziò così ad usare il suo potere Esper, generando un enorme tornado che usò per generare attorno al suo corpo tutti altri abiti.
La veste gli ricopriva il corpo era fatta in una speciale fibra di titanio, così da dargli maggiore protezione contro le armi da fuoco come ad esempio: pistole, fucili e mitragliatrici.
Il giustiziere, si preparò ed iniziò ha fare un bel po' di parkour sui tetti della città.
Mentre cercava dei luoghi sospetti per effettuare le sue ricerche, successe qualcosa il giustiziere da un palazzo non troppo lontano notò una ragazza indifesa, c'erano alcuni teppisti, degli Skill Out, che la stavano tormentando.
Il giustiziere ci pensò un po' su, agli inizi non voleva affatto giocare a fare il supereroe, voleva soltanto scoprire delle informazioni su ciò che poteva aiutarlo a trovare sua sorella, ma le urla della giovane ragazza di passaggio infierirono su di lui, per tanto andò subito a salvarla e proteggerla.
Gli Skill Out invece nonché i suoi attuali avversari, erano delle persone senza alcun'abilità, addirittura chi ne è dotato li considera una razza inferiore, ma non di certo da lui, per tanto nonostante ci sia il vento, decise di combattere con loro ad armi pari con soli calci e pugni cercando di tenerli lontani dalla ragazza.
Gli Skill Out tentarono di colpirlo con i loro attacchi, ma lui riuscì a difendersi efficacemente da tutti i loro colpi, controbattendo con dei ganci destri che li beccarono in pieno, sono degli ossi duri, Jonathan lo aveva percepito.
Poi andò dalla ragazza si inginocchiò mettendogli la mano sulla spalla, per poi accennarle:
«Stai bene?»
La ragazza agli inizi era rimasta terrorizzata dagli Skill Out che l'avessero aggredita, però vedendo il giovane mascherato si sollevò un po' lo ringraziò per averla salvata.
Non fa niente...
La fissò impassibile, per poi svanire nell'aria, e ovviamente dentro di sè era felice di aver salvato una persona innocente.
Visto che aveva salvato una ragazza, il giovane mascherato perse di vista il suo vero obbiettivo, ripartì con le sue ricerche.
Queste ricerche lo condussero al dark side della città, formato da alcune persone oscurate dalla sete di potere, ma questo purtroppo non riusciva a collegarlo alla scomparsa della sorella, era stato uno del lato oscuro di questa società andata distrutta, oppure da qualcun'altro?
Visto che non ebbe trovato nulla di concreto, che potessero aiutarlo decise di fare rientro ai dormitori della sua scuola, sperando di trovare qualcosa di più affidabile nelle future ricerche...
Una volta rientrato, usando la solita tecnica si tolse gli abiti da giustiziere e gli riapparirono gli abiti da civile.
Ora per lui era il momento di dormire, doveva essere riposato per le ricerche di domani sera, anzi se non addirittura la giornata visto che la fortuna era dalla sua parte, domani era un sabato e le scuole quel giorno erano chiuse, perciò poteva sfruttare l'intera giornata.
Jonathan dopo esser rientrato a casa decise di farsi una bella doccia, che lo rilassò e gli svuotò la mente.
Alla fine, dopo essersi asciugato, si mise il pigiama, infilandosi sotto le coperte e si addormentò senza alcuna fatica, evidentemente avere una vita nascosta agli occhi di tutti poteva sembrare piuttosto stancate.
Dopo essersi svegliato con l'aiuto della sveglia, il giovane andò al solito bar per il solito caffè mattutino, per la precisione un caffè lungo.
Mentre camminava notò su quasi tutti i grandi schermi della città, che mostravano la comparsa di un strano ragazzo mascherato, i giornalisti lo chiamarono "il giustiziere della Città-Academica".
Jonathan si guardò intorno, tutti ha parlare del Giustiziere, iniziò a sentirsi strano, non voleva arrivare a questo risultato.
Si mise la mano sul petto, ma ripensandoci si era sentito piuttosto bene quando aveva salvato la sconosciuta di ieri...
Continuava a pensare a quella strana ma bella sensazione di salvare la vita a qualcuno, sentì da lontano due ragazze che sembrarono avere la sua età, le due ragazze in questione erano: Uiharu Kazari e Saten Ruiko, che si stavano dirigendo in una pasticceria ad incontrare le loro amiche, ma prima si erano fermate a parlare...
«Ci credi Uiharu, la città è impazzita c'è un ragazzo mascherato in città, non vedo l'ora di sapere tutto di questo tizio!»
«Saten San, solo a me sembra una bufala solo per attirare i curiosi?»
«Ma va, cosa dici Uiharu, scommetto che questo "Giustiziere della Città-Academica" esiste.»
«Continua a crederci Saten, continua a crederci»
«Sai una cosa Uiharu, credo che andrò a cercare il giustiziere!»
«Ma, non dovevamo andare da Shirai e Misaka?»
«Infatti gli dirai che farò un po' tardi!»
«Sei sempre la solita...»
Saten scattò all'improvviso per iniziare le ricerche, sul giustiziere mascherato, ma appena partì senza farlo manco apposta, stava per andare addosso ad un ragazzo, quest'ultimo non fece in tempo ad allontanarsi era successo tutto così in fretta e d'un tratto finì a terra con sopra di lui, una volta che aprì gli occhi, la notò ed iniziò ad avere una leggera sensazione di imbarazzo e di fastidio...
Saten dopo essersi accorta di essere precipitata addosso ad una persona, in maniera agitata si alzò implorando il ragazzo che ebbe davanti di perdonarla, il giovane non era un tipo da portare rancore.
Soprattutto per queste sciocchezze, era stato un incidente perciò decise di perdonarla, ma la prossima volta la giovane doveva prestare più attenzione.
«Tch, toglimi una curiosità perché stavi correndo come una pazza? Non che mi importi ovviamente...»
«Stavo andando a cercare il giustiziere, sono affascinata dai misteri di questa città!»
«Il giustiziere? Bah se vuoi consiglio non ti converrebbe potresti rimanere delusa, perché forse manco esiste e se esistesse, potresti rimanerne terrorizzata, fa cose che manco tu ti immagini e soprattutto potresti cacciarti nei guai, dammi retta stagli lontano!»
Il giovane dopo questa breve chiacchierata, si ripulì i vestiti dalla polvere e continuò ad andare verso i suoi passi, ma Saten voleva accennargli dell'altro...
«Hey aspetta, ma almeno posso sapere come ti chiami?»
«Jonathan...»
Uiharu fece un sospiro guardando Saten, conoscendola era difficile fermarla, perciò alzò le braccia e andò in pasticceria a incontrare Misaka e Shirai, come stabilito.
Una volta arrivata all'ingresso della pasticceria, Shirai Kuroko e Misaka Mikoto, la videro arrivare e le indicarono di sedersi dove stavano loro due.
La giovane sorrise e andò al tavolo, Misaka e Shirai, non avevano ancora ordinato, perché sembrava giusto aspettarle...
«Ciao Shirai, Ciao Misaka»
«Hey Uiharu!»
«Ma come mai Saten non è con te?»
«È andata a caccia di misteri, purtroppo Misaka, quando Saten si impunta si impunta»
«Di sicuro sarà un'altra sciocchezza...»
«La penso come te Shirai»
Le tre amiche volevano semplicemente farsi saltare i nervi. Detestavano quando la loro amica era attratta dai misteri della Città-Academica e sperarono che almeno non si cacciasse in qualche guaio.
La Città-Academica infatti sapeva essere parecchio insidiosa per chi non riusciva a muoversi bene dentro di essa e a conoscerla. Era come una belva selvatica...si lasciava domare solo conoscendo le sue abitudini.
Intanto, Ruiko Saten stava perlustrando la città, poiché voleva trovare a tutti i costi quel giustiziere.
Voleva porgli tante domande:
Perché si trovava qui???
Che abilità aveva???
Perché era sempre mascherato???
E per ultima, anche se lei era prettamente inconsapevole di cacciarsi nei guai, era:
Qual era l'identità di quel misterioso giustiziere???
Era determinata a tutto pur di scoprirlo.
Intanto Jonathan aveva preso un caffè lungo, al solito bar da solo... agli inizi una volta terminato aveva intenzione di continuare la sua ricerca, ma continuava a pensare a quella ragazza...
lo stava cercando o meglio stava cercando il giustiziere, forse era meglio non apparire in scena...
«Speriamo, che quella ragazzina si stanchi di cercarlo, non posso smettere di esserlo solo perché quella ha voglia di mettersi nei guai, una ragazzina così stupida non l'ho mai vista.»
Era arrivato il momento per Jonathan di uscire dal bar. Se ne andò a grandi passi, pensando a quella ragazza stramba che si divertiva a ficcare il naso negli affari suoi.
Davvero, personaggi del genere non ne aveva mai visti in vita sua.
«Quella ragazza secondo me ha qualche rotella fuori posto.»
Jonathan aveva deciso di rifugiarsi nei libri, gli piaceva molto anche la psicologia e la psichiatria e ciò poteva aiutarlo a capire meglio la mente delle persone.
Pensava anche che la sua passione per i libri lo avrebbe aiutato a condurre una doppia vita più facilmente.
Noam Chowsky, Margaret Mead, Howard Gardner... Jonathan amava questi grandi nomi.
Grandissimi psicologi, sociologi ed antropologi, che lo aiutavano non solo ad apprendere qualcosa di più, ma anche a calmare la sua mente, perché infatti una doppia vita sarebbe stata deleteria per lui se avrebbe rinunciato a trovare un modo per rilassare la sua mente.
Con l'aiuto dei libri di questo genere riuscì a capire come a gestire anche le menti delle altre persone, soprattutto potevano sempre aiutarlo con la sua doppia vita, da quando il giustiziere aveva salvato la vita ad una persona, la gente lo reputava come un eroe, capire la mente di chi si salva poteva essergli di grande aiuto.
Dopo aver letto un po' di libri, li prese e li rimise a posto negli appositi scaffali ed iniziò a dirigersi verso l'uscita, una volta uscito si vide davanti il suo migliore amico, assieme ad una ragazza, sembrava piuttosto carina, ma era abbastanza sorridente.
Per Jonathan, non era affatto un buon segno.
Dalla divisa sembrava della Tokiwadai, la prestigiosa scuola media femminile.
Jonathan si domandò se era o no la fidanzata dell'amico, ma si ricordò ciò che gli aveva detto al bar, ovvero che voleva fargli conoscere una persona proprio appartenente a quella scuola.
«Hey Suizuke cosa ci fai qui, non me l'aspettavo di vederti qui!»
«Veramente ti stavo cercando Johnny!»
«Che cosa c'è?»
«Ti ricordi cosa ti avevo detto al bar?»
«Si mi ricordo, è lei la fortunata che volevi farmi conoscere?»
«Esatto ti presento Wannai Kinuho, appartiene alla Tokiwadai come hai potuto notarlo ed e anche nel club di nuoto!»
«Capisco, a parte nome e cognome il resto non mi interessa.»
«Piacere di conoscerti, Suizuke mi ha raccontato che sei piuttosto particolare...»
«Comunque, Johnny non ti chiedi come ho fatto conoscere una ragazza così carina?»
«No! Non mi interessa.»
«Che ne dite di conoscerci meglio al parco?»
«Tch! Perché no...»
I due ragazzi, insieme a Wannai, si incamminarono verso il parco, un luogo perfetto per i due manipolatori dell'acqua.
Jonathan si guardò attorno stupito per quanto questo posto fosse immenso e sorprendentemente pulito.
«È proprio bello questo parco vero?»
«Concordo con te Wannai! È tu Johnny cosa ne pensi?»
«Molto sorprendente!»
«Jonathan, posso farti una domanda così tanto per conoscerti meglio?»
«Dilla...»
Disse Jonathan con aria piuttosto scioccata, sperando che la domanda posta dalla ragazza, sia una sensata e non le solite domande stupide.
«Quale abilità hai, se posso chiedere?»
«Beh non è così particolare, ma se proprio insisti a saperlo Wind Booster!»
«Molto interessante, lo sai che l'acqua e il vento vanno molto d'accordo!»
«Non sai quanto d'accordo!»
Jonathan replicò così a lei, con la sua solita aria scocciata, e lei fortunatamente aveva saputo prima dal suo amico come era Jonathan, perciò lei pensò di lasciar correre questa sua uscita.
Jonathan, mentre osservava il panorama, iniziò a pensare a sè stesso e al suo progetto. I libri che aveva letto prima lo avevano aiutato molto.
Ad un certo punto, una leggera folata di vento fredda lo fece stare in pace con sè stesso, mentre per gli altri due mica tanto visto che faceva freddo e il clima era piuttosto rigido...
Il ragazzo si voltò verso di loro, che sembrarono piuttosto infreddoliti.
«Che cavolo avete voi due?»
«Niente Johnny, ma un po' freddo...»
E Jonathan non potè fare a meno che pensare nell'osservarli:
«Eh, per una folata di vento???»
Siccome erano quasi congelati dal freddo, i due decisero di tornarsene a casa, salutando Jonathan e correndo come due mine impazzite per evitare di raffreddarsi ancora.
Jonathan rimase immobile nel vederli sfrecciare a tutta velocità...e meno male che era una folata di vento!
Visto che ormai se ne erano andati decise di farlo anche lui, e decise di dare una perlustrazione in città, nei panni del giustiziere, sperando che la ragazza che lo stava cercando si fosse stancata...
Jonathan pertanto andò in un posto sicuro per far apparire il giustiziere, ed essendoci un po' di vento lo sfruttò e con la stessa tecnica dell'altra volta, gli apparvero gli abiti da giustiziere, ed iniziò a saltare di tetto in tetto.
E ribadendo ai libri di psicologia letti in biblioteca, il giovane prese un'importante decisione: ovvero quella di aiutare la gente ma allo stesso tempo non trascurando il suo vero obiettivo: cercare sua sorella minore.
Continuava la sua pattuglia senza distrazioni, e magari poteva cercare qualcosa che poteva ricollegarlo alla sua ricerca, ma mentre continuava il suo giro di pattuglia, non seppe se era sfortuna o no, vide qualcuno. Era un'altra ragazza in pericolo, e senza pensarci due volte si precipitò a salvarla. Stavolta il suo avversario, come aveva potuto notare mentre aggrediva la ragazza, sembrava un Livello 3, perciò non ebbe alcun timore di usare i suoi poteri del vento.
L'avversario in questione aveva il potere di manipolare le rocce, poteva darle forma e soprattutto aveva la capacità di fonderle per farle assumere un aspetto liquido abbastanza vischioso, come la lava per formare delle belle statue, la ragazza entrava nei suoi gusti.
L'avversario però nonostante avesse occhi per la preda, non si era affatto dimenticato, che c'era il giustiziere davanti a lui, forse due statue come collezione, sarebbero una bella conquista secondo lui, gli lanciò le rocce con il controllo telecinetico.
Ma il giustiziere, grazie ad una folata di vento, riuscì a bloccarle a metà strada e le sbalzò via.
L'avversario era piuttosto irritato, visto che le rocce che trarreva erano leggere, cerco di usare le maniere forti con le forza fisica, ma il giustiziere schivò ed incassò i colpi, non voleva per niente che si avvicinasse a lei.
«Oltre ad essere un coglione, che aggredisce le persone sei pure un maniaco»
Disse il giustiziere per poi voltarsi dietro di sè osservando la ragazza.
Il manipolatore delle rocce, si rialzò ed iniziò ad urlare andando verso di lui piuttosto velocemente, il giustiziere rimase fermo, addirittura fece preoccupare la ragazza che gli stava dietro, ma poi quando arrivò il momento corretto gli lanciò contro un vortice, per poi metterlo KO.
A fine scontro si sentirono dei passi di corsa, il giustiziere si voltò indietro e notò arrivare una ragazza...era proprio lei, Ruiko Saten...che con aria affannata lo guardò abbastanza impressionata, per poi accennargli:
«Allora tu esisti!!!»
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