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Qui non si scherza più

-Sen Nagato!-urlò un ragazzo appartenente ai Los Carnales. L'accento ispanico, tipico dei componenti della banda, mandava su di giri la ragazza, sui 17 anni, bassa ma con le curve al posto giusto e dai capelli neri come la notte. Stava appoggiata al muretto di una vecchia fabbrica con un fucile da cecchino poggiato sulle spalle. Aveva appena finito di fare fuori due uomini appartenenti ai Beast voleva proprio uscire dalle scene.Irritata e scocciata dalla presenza dei ragazzo si mise sui propri piedi, lasciando cadere in un tonfo rumoroso il grosso fucile.

-Che vuoi...?-tagliò corto senza troppi complimenti.

Il ragazzo era molto più altro di lei, tanto da sembrare un gigante nei suoi confronti.-Smettila di fare la ribelle e unisciti a noi.-

Erano diversi mesi che la giovane Sen Nagato era stata nel mirino dei Los Carnales, erano state molto le offerte fatte dalla gang numero 2 di Tokyo, ma la ragazza aveva sempre rifiutato. Non era nei suoi pieni entrare in una gilda di Spagnoli.

Un sorriso maligno si creò sul volto della ragazza, e alzando lentamente la mano fece il dito medio al ragazzo.-Ecco la mia risposta...Josè.-

Il ragazzo si morse il labbro inferiore, stanco dei continui rifiuti della ragazza.

Sen bloccò Josè da un'eventuale risposta per rispondere al telefono. Era importante.-Si? Oh, ciao Derek...si...serio? Sicuro!...ci si becca.-

Quando finì la chiamata si accorse che il teppista continuava a parlare convinto che lo stesse ascoltando.

Con la pazienza ridotta in briciola e con la vena sul collo che stava per esplodere lanciò con tutta la forza che aveva nel corpo il telefono contro il ragazzo, dritto in fronte facendolo svenire.

-E comprami un nuovo cellulare...stronzo.-detto ciò riprese il fucile e se ne andò.

I piani era cambiati, se prima voleva andare al casinò ora era stata pregata di incontrare il suo vecchio amico, Derek, alla vecchia cattedrale.

Il fucile era ancora caldo. Non si era pentita di aver salvato il tizio che era nelle grinfie di Lailizia (il Generale), ma temeva per un'eventuale vendette da parte della ragazza; non le faceva paura, per carità, poteva stenderla con un semplice calcio, ma l'idea di andare contro la gang più potente di Tokyo la faceva riflettere.

Scese dal tetto e aprì il bagagliaio dell'auto regalata da Derek, dopotutto aveva i suoi vantaggi conoscere un amico meccanico...o forse era più di un amico?

Salì in macchina, era incazzata e allo stesso tempo scocciata; aveva programmato i piani per tutta la sera e gli rodeva cambiarli.

-Stronzo senza cuore...-borbottò riferendosi a Derek. Accese l'auto, mise la prima ma appena posò il piede sull'accelerazione la portiera si aprì e delle mani sottili ma potenti la tirò fuori, facendola rotolare sull'asfalto freddo.

-Porc...-imprecò a bassa voce, cercando di capire la situazione.

Davanti a lei trovò Lailizia. Teneva le mani sui fianchi, lo sguardo tagliente e i muscoli contratti.-E quindi sei tu che hai fatto fuori i miei uomini? Una ragazzina alta quanto un puffo?-sorrise in modo ironico, prendendosi gioco della ragazza.

Sen dal canto suo, con la poca pazienza che gli rimaneva si alzò molto lentamente, creando nella sua testa il piano perfetto per far fuori la rivale.-Vediamo se te la tiri quando ti metterò a pecorina...-si mise in posa per combattere, pronta a mostrare tutto quello che sapeva fare.

La rossa sospirò.-Non voglio picchiare i bambini, quindi, se mi rispondi alla domanda ti lascerò andare.-disse avvicinandosi alla ragazza con passi decisi. Era molto superiore a Sen, sia di importanza che di potenza. Non aveva nemmeno un briciolo di paura.

Sen sferrò un pugno così veloce che l'altra donna non riuscì nemmeno a notarlo, finendo per terra con il labbro spaccato.-Ho capito...-si alzò, pulendosi il poco sangue uscito.

Una decina di uomini dei Beast, armati fino ai denti, uscirono dai loro nascondigli, affiancando la rossa, sorpresa quanto Sen dall'improvvisa apparenza. Mio Cross, nonché capo, camminava con i suoi vertiginosi tacchi dondolando il corpo con grazia e con un accenno di sorriso sulle labbra. In testa teneva un cappellino con una scritta volgare sopra, e i lunghi capelli biondi lisci come la seta le scendevano fino alla schiena.

-Cara, è scortese da parte tua ferire una mia ragazza...soprattutto lei.-disse indicando Leilizia con un cenno del capo.-Ma non è questo il motivo per cui sono qui.-si fermò a guardare la giovane ragazza con fare dolce ma allo stesso tempo minaccioso.-Voglio solo che mandi un messaggio al tuo capo...-

Sen era confusa. Il suo capo?  Non apparteneva a nessuna banda e tanto meno aveva un capo.

Mio iniziò a camminare avanti e indietro, giocando con una ciocca di capelli.-Sì, voglio che riferisci al tuo capo testuali parole...-

*

Intanto la situazione dall'altra parte di Tokyo non era certo migliore. La ragazzina che apparentemente era docile e tranquilla si era mostrata con la sua vera faccia.

Teneva la pistola ferrea contro la nuca del Generale, mentre di fianco a lei Derek la teneva sotto tiro intanto che Petrus scriveva la sua tesina per astrofisica, ignorando la situazione circostante.

-Io non abbandono il mio Capo.-la voce di Derek si era fatta roca e potente, più di quanto lo fosse già prima.

Marinette sorrise, nonostante la situazione il suo sorriso era così solare.-Ne sei proprio sicuro? Insomma, stai rinunciando ad una bella fetta di denaro...-

-Quindi è solo questione di soldi, eh?-

La ragazza annuì, fiera.-Sono i soldi che fanno girare il mondo...a meno che...-

Derek sentiva male ai muscoli del braccio, non era  abituato a tenere una pistola così a lungo.-A meno che...-gli fece eco, stufo della situazione.

-A meno che non mi fate entrare nella banda!-senza un'apparente motivo lo gridò.

Derek rimase impietrito, mentre il Generale teneva a stento la risata. 

Petrus alzò gli occhi dal computer, e stando ben attento ai dettagli esaminò la zona circostante...qualcosa non lo convinceva.

Un'auto famigliare si fermò davanti ai ragazzi, rischiando di prendere sotto Petrus. Scese molto velocemente Sen, incazzata come un toro. Dal sedile posteriore prese un piedi di porco, e senza badare a niente e nessuno iniziò a colpire in modo violento il palo della luce.

Derek la guardò esasperato. La conosceva da diversi anni ed era a conoscenza del suo atteggiamento...aggressivo ed era sempre più convinto che si dovesse dare una calmata.

Finito di picchiare il povero palo, che da dritto era diventato storto, rimise il piedi di porco in auto e andò da Derek, seria.

Prima di aprire bocca guardò il Generale, che in quella posture era a dir poco ridicolo.-Mi sono scontrata con Mio, mi ha parlato di un certo Capo, il Generale mi pare...-

L'amico diede una veloce occhiata al diretto interessato. Si capirono semplicemente guardandosi.

La ragazza continuò.-Non so a chi si stesse riferendo ma mi ha detto di dare un messaggio.-

Petrus, capendo la situazione, posò una mano sulla spalla di Marinette.-Sei nella crew.-gli disse con voce apparente senza nessun sentimento.-Ragazzi meglio se andiamo in un luogo più sicuro, qui ci potrebbero spiare.-aggiunse chiudendo il portatile.

Erano tutti d'accordo, sarebbero andati alla vecchia cattedrale dove si sarebbero consultati e avrebbero pianificato il loro ritorno come una band ufficiale di Tokyo.

La cattedrale si trovava nel quartiere Adachi. Era abbandonata, usata solo dai senzatetto per passarci la notte; un posto perfetto insomma.

Entrati presero posto sulle vecchie banche, tutti concentrati su Sen.

-Mio mi ha gentilmente pregata di riferire il messaggio al mio presunto Capo...quindi chi di voi dovrebbe essere.-chiese.

Il Generale alzò la mano, serio e con una voglio matta di sapere ogni dettaglio. Non capiva cosa mai volesse Mio Cross da lui, sicuramente vendicarsi per il gesto compiuto casualmente.

Sen lo fulminò con lo sguardo.-Stai attento..."Capo".-si fermò e guardò tutti i presenti.-Non so cosa tu abbia fatto a quella donna...-fu bloccata da Petrus, che con il suo poco tatto disse.-Gli ha toccato la parte intima.-

Marinette saltò sù, sconcertata e indignata.-Pervertito.-squittì lei con voce acuta.

L'uomo stava per dire la sua, cercando di spiegare che era stato un gesto non voluto, ma Derek fece proseguire Sen.

-Mi ha detto testuali parole...-


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