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Ciak, si gira!

Avvertenze: In questo capitolo saranno presenti solamene i ragazzi, poichè non mi sembrava giusto mettere le ragazze in un consteso così, dove la presenza della Donna è vista come un addobbo di bellezza e non alla pari degli Uomini. Chiedo perdono, ma quando scrivevo il capitolo ero troppo preso e non mi sono reso conto. Si tratta di rispetto nei vostri confronti quindi non prendetela come un'offesa.

Chiedo umilmente scusa!!!!!!!

Il cimitero era posto sopra una collina e la vista della città rendeva magnifico il paesaggio, soprattutto di notte. Non era tanto cambiata di aspetto, se non qualche grattacielo in più. Si aspettava qualcosa di più drastico, erano passati 2 anni dopotutto.

Dopo l'esplosione della propia barca lo avevano inizialmente dato per disperso, poi per morto. Ma le cose sono andate in modo diverso, con fortuna era sopravvissuto ma al caro prezzo di restare in coma per 2 anni, perdendo l'avrambraccio sinistro e alcuni frammenti di memoria. Al posto dell'arto mancante gli avevano impiantato una protesi, ricoperta di vera pelle umana, tanto da non dare nell'occhio.

Era cambiato quel che bastava per non essere riconosciuti per strada, era a tutti gli effetti un fantasma, senza nome e dentità. Ora aveva l'aspetto di un barbone, capelli lunghi e barba incolta.

Non si era per niente informato dei cambiamenti avvenuti nel cuore di Tokyo, delle varie gang che erano salite al vertice conquistando i territori quali più ampi, così da mostrare il propio potere. In 2 anni, le bande di teppisti si erano raddopiate, se non triplicate e questo non era certo una buona notizia.

-Porca...!-sbraitò leggendo l'aticolo in prima pagina, propio sopra all'aricolo che parlava della figlia di un ex stilista che aveva compiuto un grande atto di carità, di un giornale strappato di mano ad un passante. Per la furia accartocciò il quotidiano in una pallina, che lanciò in faccia allo stesso pedone malcapitato, che si mise a correre per la paura.

"Third Street Saints, ormai solo una leggenda."

Per il nervoso entrò in un stript club, ordinando una birra al bar. Non riusciva nemmeno a stare fermo, muoveva in continuazione la gamba e questo suo tic infastidiva il collega di fianco, che solo sbattendo il bicchiere sul tavolo, ricevette le attenzioni del Generale, evidentemente infestidito.

-Vedi di smetterla chico.-disse l'uomo con un accento ispanico.

Il Generale lo guardò, prese in mano la propia birra, mandò giù un sorso veloce e con un colpo preciso spaccò la bottiglia di vetro in testa al collega, facendolo cadere all'indietro, andado addosso alla cameriera che passava da lì.

Con la mano chiamò la cameriera, troppo giovane per trovarsi in un posto come quello. Doveva avere sui 17 anni, c'erano buone probabilità che frequentasse ancora il liceo.

-Mi porteresti una birra?-

La ragazza sorrise e annuendo andò a prelevare la birra dal frigo. Dalla camminata e dai gesti di poteva intuire che non era certo la prima volta che lavorava lì. Ritornò e si apoggiò al bancone, lasciando intravedere la scollatura profonda del top e di quello che si trovava sotto.

-Sei nuovo?-domandò cercando di conversare.

Il Generale sorseggiò la birra. Non capendo le intenzioni della giovane decise di ignorarla, era minorenne e non voleva rischiare; lavorava in un stript club, ammagliare gli uomini era la regola di base. Gli venne in mente una ragazza che era nella sua banda prima dell'incidente...ma non si ricordava nulla di lei, se non il bellissimo sorriso.

-Ci sarai alla corsa nel quartiere Arakawe? Ho sentito che ci saranno un sacco di nuovi corridori, roba da pazzi.-era gasata solo a parlarne.

Improvvisamente il discorso si fece interessante.-E quando ci sarebbe questa, ehm, gara?-

La cameriera fece l'occhiolino.-Alle 01:00...non mancare.-e detto ciò si allontonò, facendo cambio con una collega.

Una gara clandestina nel quartiere più pericoloso di Tokyo? Le cose andavano di bene in meglio.

Mancavano ancora abbastaza prima della cosidetta gara, sarebbe restato lì senza destare troppi sospetti. Si prese la birra e si sedette su una poltrona vicino al palcoscenico. Le donne lì erano il sogno erotico di ogni uomo sulla faccia della terra, non si poteva resistere alla loro sensualità.

Poco dopo lasciò lo Stript Club dirigendosi verso il quartiere Arakawe, poco distante dalla sua posizione.

Tokyo era completamente diversa da come si mostrava alla luce del sole. Le prostitute si erano fatte vive, stando ai margini delle strade aspettando un eventuale cliente. I trafficanti erano nascosti negli angoli bui delle stradine. Alcuni uomini armati di pistole stavano nei cortili della propie case, ascoltando la musica a volume alto dalle casse improvvisate e guardando le loro donne muoversi a ritmo di musica.

Mancava poco alla destinazione; avrebbe esaminato la zona, stando all'oscura e non combinando nessun casino.

Sapeva di trovarsi nel posto giusto dall'entusiasmante rombo dei motori. Gente sulle moto che impennavano, tenendo in mano le granate fumogene, lasciando dietro di loro una lunga striscia di fumo viola, giallo e blu accompagnati dalle grida della folla in delirio.

Le ragazze seminude rendevano il paesaggio strepitoso, degno di una gara; alcune erano stese sui cofani delle macchine, in posture quali più provacanti e altre ballavano in modo scatenato, muovendo il loro corpo come possedute.

-Mi spiace amico, qui non c'è più posto per te.-

Vide la folla andare verso un punto fisso, in mezzo alla careggiata. Curioso si fece largo tra la gente occupata a filmare la scena con i telefonini.

Rimase sbalordito dalla scena; un uomo muscoloso era seduto sul cofano di una diablo inferno completamente nera, da finestrini a bulloni, guardava con disprezzo il telecronista di fronte a lui, che, al contrario, aveva un sorriso compiaciuto dipinto in faccia.

Un altro uomo, amico del telecronista cercava di far ragionare l'amico, ma invano.-Dai Krisp, lascialo guidare, è il miglior corridore, la gente lo ama.-

-Questa mezza sega? Non farmi ridere. Mio caro sei fuori!-urlò felice, iniziando a ridere come un matto.

La folle era contraria, una valanga di insulti furono lanciati verso il telecronista che però non ci dava tanto peso, rideva per le sue.

Il Generale stava in silenzio e guardava la scena, avrebbe scommesso le mutande che l'uomo possessore della Diablo avrebbe reagito, vendicandosi dello stupido. Salì nell'auto e l'accese, il ruggito del motore era unico, imparagonabile con le altre, era come se il diavolo fosse imprigionato nel cofano e chiedeva si uscire.

Dal finestrino il Generale scorse un sorrisetto dell'uomo al volante...stava per farsi giustizia. A poco a poco si avvicinò a chi aveva osato fermarlo. La risata del telecronista si era fermata, teneva le mani in avanti e urlava al guidatore di fermasi.

In una frazione di secondi l'uomo era sotto l'auto, completamente morto. La folla era impazzita, urlava e gridava il nome di un certo "Derek".

La Diablo fece marcia indietro, mettendosi sulla linea di partenza pronta per dominare le strade di Tokyo.

Le ragazze erano completamente perse per lui, gridavano il suo nome e svenivano quando quest'ultimo le guardava.

-Caspita...-era rimasto senza parole, Derek era un vero pilota, sapeva farsi rispettare...doveva averlo in squadra!

Un altro ragazzo più piccolo, sui 18 anni, basso e dai capelli castani stava affiancato alla Diablo con un computer in mano e parlava con Derek, che da dentro teneva premuta l'accelerazione. I rombi delle auto si sentivano, ma solo la Inferno era la Regina di quella gara.

-Senti Petrus, sono io qui quello che si intende di auto...se non ti dispiace...-disse Derek, alzando gli occhi al cielo.

Il ragazzo chiuse il portatile, affaciandosi al finestrino dell'auto.-Se la polizia ti prende o peggio ancora, Mio Cross ti...-non riuscì a finire la frase che l'amico chiuse il finestrino.

-Simpatico Derek.-disse sarcastico sistemandosi gli occhiali spessi sul viso.-Fai pure il figo tanto sono sempre io a toglierti dai casini.-detto ciò sbuffo, capendo che l'amico aveva già smesso di ascoltarlo da un pezzo.

Il Generale, che fino allora aveva ascoltato si accorse di trovarsi in mezzo alla strada e che se non si muoveva rischiava di essere investito, e non voleva fare la stessa fine del telecronista idiota. Venne preso per mano da una donna, a parer suo incantevole. Aveva il volto coperto da un fazoletto nero che la rendeva misteriosa.

Petrus guardò con sguardo glaciale la donna, capendo subito di chi si trattasse.-Ed ecco che entra in scena il capo della gang numero uno di Tokyo...Mio Cross!-

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