Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

2

Gli occhi di Bakugou erano sgranati. Il rosso delle sue iridi primeggiava dominante, rubando la scena al bianco che le circondava mentre fini vene bluastre aggiungevano il tocco finale a quel complesso di colori. Ciocche un tempo bionde ed inevitabilmente scurite dal violento cadere della pioggia gli si erano appiccicate, sgorganti d'acqua, sull'intero viso ora statico, fermo in quella posizione che pareva ricordare una scultura di cemento ed al contempo una scena rubata dalla più dozzinale e scontata commedia romantica.

Era in uno stato patetico. Uno di quelli che senza dubbio gli avrebbero distrutto la reputazione se visto da qualcuno di sua conoscenza; la tempesta, la via desolata, gli abiti imbrattati di sangue. Sembrava il luogo di un delitto e lui il pazzo omicida.

Eppure ci avrebbe giurato, sarebbe stato persino pronto a mettere la mano sul fuoco.

Lei aveva parlato.

Sapeva di non esserselo immaginato e se anche ci fosse stato il barlume o persino sentore del minimo dubbio, tutto ciò venne immediatamente cancellato nell'istante in cui lei schiuse le labbra, e lui la sentì ancora.

La sua voce.

«Ascolta...» Era calma. Aveva un tono così dolce e sottile da risultare a tratti rilassante, e Bakugou sussultò leggermente quando poi la vide muovere le paplebre, rivelando un paio d'occhi tanto grigi da sembrare quasi trasparenti.

«Devo farti una domanda.» Confessò un istante dopo. Sembrò quasi stesse per svelargli un importante segreto e lui, curioso, accorciò se possibile ancora di più la distanza tra i loro visi.

«Fissi spesso le ragazze con quell'espressione da maniaco, o sei semplicemente rimasto incantato dalla mia bellezza?»

E-Eh...?

Il biondo ci mise qualche secondo per processare la frase appena udita ed analizzarne il significato. Fu come se il sistema operativo del suo cervello fosse piombato in un tilt improvviso; di certo tutto avrebbe immaginato di sentirsi dire da una persona che sembrava essere appena tornata in vita tranne quello. O magari c'era la speranza che avesse capito male?

«Tu pensi che io sia...un maniaco?» Domandò quindi per fugare qualsivoglia dubbio mentre, confuso, sbatteva a ripetizione le palpebre.

La ragazza parve rifletterci su. Arricciò le labbra pensierosa e prima di riferire il giudizio finale analizzò attentamente ogni centimetro del volto davanti a lei. «Sì, hai decisamente l'aspetto di un pervertito.» Dichiarò infine, non avendo ancora la benché minima idea del guaio in cui si era appena cacciata; ma per questo non ci sarebbe voluto molto. Anzi, fu svelta nell'intuire qualcosa. Le bastò attendere l'istante in cui le braccia del biondo l'abbandonarono di punto in bianco, e lei si ritrovò con la schiena sul fradicio ciottolato della strada ed un culo dolorante.

«AH?! RIMANGIATELO SUBITO, ZOMBIE SE NON VUOI CHE TI LANCI UNA CAZZO DI ESPLOSIONE IN MEZZO ALLA FRONTE!» Urlò Bakugou minaccioso, tornando in piedi con uno scatto e guardando ora la mora dall'alto verso il basso. 

Ma evidentemente a lei questa cosa non andò a genio, e di certo non lasciò passare inosservata l'occhiata truce che le aveva lanciato con aria superba, perché nonostante continuasse a massaggiare la parte dolorante decise di farsi forza con le gambe, e ben presto i due tornarono a ritrovarsi faccia a faccia.

«Si può sapere che problemi hai?! Guarda che mi hai fatto male!» Sbottò, abbandonando definitivamente il tono pacato e mite di poca fa, mentre gocce di sangue cremisi presereo a colarle dalle punte dei capelli ora appiccicosi, infrangendosi al suolo.

«SAI QUANTO ME NE IMPORTA! TE NE FARÒ MOLTO DI PIÙ SE NON TI SCUSERAI SUBITO!»

La ragazza si portò la mano provvista di quei bizzarri anelli davanti alla bocca e soffocò una risata «Pff. Certo, credici pure.» Lo schernì.

E lì Bakugou capì di averne avuto abbastanza. Davanti ai suoi occhi un velo nero di rabbia crollò; era evidente che a quella stronza piacesse prendersi gioco di lui. Gli stava letteralmente ridendo in faccia e sembrava anche fiera di ciò. No, non poteva assolutamente tollerarlo. Per quella mattina aveva già lasciato che Merdeku si facesse beffe di lui, ed al pensiero di non avergli dato la lezione che meritava sentiva ogni volta le vene del collo pulsargli, come in procinto di esplodere da un momento all'altro.

Se lei pensava di essere altrettanto fortunata, allora si sbagliava di grosso.

In un gesto fulmineo corse in avanti. Bakugou prese ad avvicinarsi a grandi falcate, emettendo piccole esplosioni in un chiaro segno di sfida e con in mente il solo scopo di agguantarla. Era dell'idea di essersi agitato abbastanza durante quell'ultima mezz'ora da aver prodotto una discreta quantità di sudore, ma ne ebbe la certezza solamente quando una cortina scura di fumo cominciò ad issarsi dai palmi delle sue mani, ed un ghigno malevolo gli si delineò in volto nell'attimo in cui vide l'espressione stupita su quello della mora. Si trovava ormai a pochi centimetri da lei, non aveva scampo.

Ora che hai paura di me non fai più tanto la dura, eh?

«Ehi, bel faccino. Dove guardi?» Un sussurro. Ecco come quella frase, inaspetta, giunse alle orecchie del ragazzo; le gambe gli si bloccarono all'istante, lasciando il corpo fermo sul posto ed un'espressione confusa gl'incorniciò il viso quando una volta ruotato il capo, trovò due luminosi specchi d'acqua già lì ad attenderlo.

«Boo.» Disse semplicemente lei, mentre Bakugou si liberava svelto da quello stato di tranche per tornare di nuovo all'attacco con ancora più ferocia.

Una ferocia che, tuttavia, sembrò non bastargli neanche stavolta a colpire la sua avversaria che con uno scatto felino evitò il suo secondo colpo.

Incredibile, non l'ho notata neppure muoversi.

«Sai, non per offendere, ma da ciò che vedo scommetto che quell'auto ti avrebbe investito anche se fosse stato un triciclo.»

Ormai accecato dall'ira, la risposta del biondo dallo sguardo fiammeggante e gli occhi intrisi di sangue non tardò ad arrivare. «NE HO ABBASTANZA! TI CREDI SUPERIORE A ME?! ALLORA AFFRONTAMI INVECE DI SCAPPARE COME UNA CODARDA!»

Per la terza volta il suo corpo scattò, pervaso di elettricità ed adrenalina. Era una molla impazzita, le cui urla serpeggiavano tra le gocce di pioggia fondendosi col rimbombo da loro provocato. Un'esplosione ancora più grande e distruttiva delle precedenti stava prendendo forma tra le sue dita; percepiva il calore emanato dalla sua pelle crescere ed espandersi a macchia d'olio lungo il braccio, ma quando arrivò il momento di rilasciare tutta quella potenza si rese conto che il suo bersaglio era svanito, e che l'unica vittima lì era un lampione innocente.

«Hai finito, T.N.T?» Gli chiese lei alle spalle, sorpendendolo con un calcio al polpaccio che lo fece piegare in due dal dolore, un attimo prima di ritrovarsi scaraventato a terra con la guancia destra incollata al freddo cemento, un braccio piegato dietro la schiena ed il corpo scosso da brividi di rabbia.

«C-Come diavolo...»

«È merito del mio quirk.» Rivelò, aumentando la presa ad ogni nuovo insulto che il biondo le riservava. «Lo stesso che ha fatto in modo di evitarti un viaggio in prima classe per l'obitorio. Quindi potresti almeno mostrarmi un briciolo di gratitudine, sai?»

Bakugou si lasciò andare ad una risata sarcastica. «Gratitudine? Scordatelo, stronza. Perché dovrei?»

La mora strinse con ancora più potenza a quell'ennesima offesa ed un gemito di dolore sgusciò fuori dalle labbra di lui. «Brutto-»

«Da quanto mi è parso di capire con questo potere sei immune alla morte, o comunque nel caso tu muoia, torni semplicemente in vita. Probabilmente si tratta di una variazione amplificata dei quirk rigenerativi oppure hai a disposizione vite extra, non ne ho idea. Nè so perché tu sia così veloce, ma scommetto che se non avessi avuto un'unicità del genere non avresti mai cercato di salvarmi, figuriamoci addirittura sacrificarti al mio posto. O sbaglio?»

Nessuna risposta.

Come immaginavo.

«E poi lo hai detto tu stessa, no? È merito del tuo quirk, non tuo. Quindi non c'è ragione per cui io debba esserti grato. Anzi, hai persino osato insultarmi quindi...» Con una mossa repentina Bakugou intrecciò la propria gamba a quella della ragazza, utilizzò l'unico braccio libero per darsi una spinta e con un colpo di reni finalmente il suo busto fu in grado di sollervarsi. Per una frazione di secondo i loro corpi rotolarono assieme, compiendo un mezzo giro prima di arrestarsi del tutto.

Il biondo era ora a cavalcioni su di lei, la mano aperta a sfiorarle il viso ed una nebbia di fumo a invaderle le narici.

«Vaffanculo e addio.» Fu tutto ciò che disse prima di alzarsi a recuperare ombrello e borsone, mentre silenzioso iniziava ad allontarsi a passo spedito nella direzione opposta. Eppure, con sua grande sorpresa, la voce della ragazza si fece risentire a pieni polmoni.

«Ti credi tanto furbo ora, non è così?» Lo provocò in tono saccente. Era evidente che il suo unico scopo fosse infastidirlo.

«Credi davvero di aver vinto?»

«Io ho vinto.» Si affrettò a precisare lui imperioso. «Ora chiudi il becco o stavolta quel visino te lo carbonizzo!» Ringhiò infine, lanciandole un'occhiata omicida.

«Non si può proprio scherzare con te, eh? Peccato. E dire che mi hai sorpesa, le ipotesi che hai fatto sulla mia unicità erano quasi tutte esatte. Forse non sei poi così stupido. Tuttavia, hai ignorato l'ipotesi maggiore.» La ragazza, che aveva ormai recuperato anch'essa ombrello e borsa, parlò senza guardare negli occhi il biondo; sembrava fin troppo impegnata a smanettare col cellulare che stringeva tra le dita per prestargli attenzione; o quantomeno per prestarne al fatto che sembrava uscita dal set di un film dell'orrore grazie al sangue che dai capelli scorreva a rivoli rossi, dipingendole il viso e macchiandole gli abiti.

«Davvero non ti sei chiesto come faccia a tornare in vita?» Suggerì poi di punto in bianco, ottenendo in risposta nient'altro che silenzio.

Bakugou cercò in ogni modo di non darlo a vedere, ma una scintilla di curiosità prese inevitabilmente a brillare nei suoi occhi.

«No? E va bene, ti svelerò il mio segreto allora.»

La mora marciò fino a raggiungere il punto in cui lui si trovava. Una volta lì piegò il busto in avanti, accostando le proprie labbra all'orecchio del ragazzo e bisbigliando con aria seducente. «Per ogni vita che perdo, ne ricevo una in cambio.»

Il fiato caldo di lei sul collo, la luce maliziosa in quegli occhi di cristallo e le sue labbra rosee fin troppo vicine. Tutto ciò obbligò la nascita di un vivo rossore sul viso di Bakugou, ora succube dell'imbarazzo più totale.

«B-Bugiarda.» Biascicò anche se, dovette ammetterlo, non comprese a pieno cosa intendesse con quella frase.

«Non mi credi? Posso dimostrartelo, se vuoi.» La guardò puntare con la testa in direzione di qualcosa al di là della strada. Seguì la sua traiettoria, incontrando all'istante una figura bassa e minuta che, tranquilla, passeggiava lungo il marciapiede opposto.

Un bambino.

Fu come se tutti i pezzi del puzzle avessero cominciato ad unirsi da soli; ogni tassello andò al proprio posto, ogni ingranaggio del suo cervello si mosse macchinoso, ogni indizio venne raggruppato con l'obiettivo di giungere alla rivelazione finale.

Lei aveva usato la parola "ricevere", ma la realtà dei fatti era un'altra. Una più cruenta, più diabolica, più mostruosa. Lei non riceveva vite.

Le rubava.

«NO! ASPETTA!» Gridò una volta inteso cosa stava per succedere, ma purtroppo era troppo tardi.

Il bambino si arrestò di colpo, le sue dita mollarono la presa attorno al manico dell'ombrello e, come spinto da una mano invisibile, il corpo finì con l'atterrarsi al suolo. Floscio, immobile, senza vita.

Morto.

«Uomo di poca fede. Ecco cosa ottieni a non fidarti di me.»

«Sei una villain.» Sputò Bakugou di punto in bianco, cogliendo di sorpresa la diretta interessata. Il biondo aveva abbandonato l'espressione spaventata di cui si era munito durante quella visione terrificante, assumendone al suo posto una tagliente.

«Lo sei, non è così?» Insistette. I secondi, nel mentre, passarono; attimi interminabili che potevano senza alcun problema essere scambiati per ore. Non un movimento, non più una singola parola.

Eppure lei pareva sinceramente turbata da quella domanda; i suoi occhi sbarrati ne erano la prova.

«Sì.» Ammise, rivestendosi della sua maschera di compostezza. «Ed ora portami a cena.»

«AH?!» Il biondo balzò subito all'indietro, sconvolto.

«Che ti piaccia o no è grazie a me se sei ancora vivo, direi quindi che il minimo tu possa fare è pagarmi da mangiare.» Detto ciò corse in direzione degli alberi oltre la trave in acciaio che delineava la strada, rubando da un ramo un fiore di Ume che intrecciò poi tra i capelli. Dopodiché si rimise svelta al suo fianco, prendolo a braccetto e poggiandogli la testa insanguinata sulla spalla.

Cosa diavolo sta succedendo?! Pensò Bakugou.

Merda. Ora sì che era estremamente confuso. Non capiva se lei lo stesse unicamente prendendo in giro o se fosse davvero una villain.

Ciononostante, vi erano due cose di cui era assolutamente certo.

1. Il suo quirk era pericoloso e lei era spietata. Non aveva esitato ad uccidere quel ragazzino da lontano, per questa ragione anche se fosse riuscito a sfuggirle sarebbe stato inutile. Lo avrebbe immediatamente ucciso a qualsiasi distanza; non doveva assolutamente farla arrabbiare. Meglio stare al suo gioco.

2. Era abbastanza maturo da ammettere che, villain o meno, quella fosse la ragazza più bella che avesse mai visto.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro