3. La mangiatrice di uomini
Profumo di sangue nelle narici, nessuna preoccupazione nella mente.
La donna, per quanto avesse tentato di difendersi, prima di essere stordita con un colpo alla tempia e di essere pugnalata, non era riuscita a scorgerne il volto.
Il signor Gennaro aveva mentito: aveva parlato con la nuora prima di rientrare, l'aveva visto la signora del piano di sopra che era uscita a innaffiare i gerani sul balcone.
Messo difronte ai fatti, aveva confessato: «Ispettore, la prego non dica nulla a mia moglie, io... io ero in preda alla gelosia quando ho intuito della tresca tra Mauro e Ada.»
L'ispettore fece una smorfia, schifato.
«No, no, ispettore, non fraintenda. Io ero geloso, ma di mia moglie. Sa cosa significa passare la vita a essere sempre il secondo se non terzo pensiero di chi dovrebbe amarci? Finalmente eravamo di nuovo solo io e Carmela, i figli fuori casa, noi in pensione, nessun pensiero. Avevo perfino organizzato una crociera per il nostro anniversario, e invece... invece quell'imbecille di Mauro doveva farsi beccare come un pivello! E io sono di nuovo finito nel dimenticatoio e la crociera sarebbe stata annullata. Volevo convincere Ada a lasciar perdere, ma quando l'ho vista in lacrime, perché Mauro le aveva appena detto di voler troncare la relazione, ho solo tirato un sospiro di sollievo. Ma le giuro, Ispettore, quando sono rientrato, Ada era viva!»
Andato via il signor Gennaro, la sua collaboratrice gli consegnó le prove della scientifica: le impronte rilevate sull'arma erano solo quelle di Ada e della Signora Carmela.
Fu allora che arrivò in centrale Bruno.
Il marito della vittima era scioccato per ciò che era accaduto alla moglie, lo sguardo basso, le mani che si tormentavano a vicenda.
«Ispettore, mai mi sarei aspettato una simile conclusione, certo mia moglie aveva una vita sessuale... come dire... aperta, libera.»
L'ispettore lo guardò negli occhi.
«Cosa vorrebbe dirmi, che sua moglie aveva più amanti? E che lei ne era al corrente?»
Bruno raddrizzò la schiena e lo guardò negli occhi.
«Esatto, ma io non volevo perderla, avrei accettato, anzi ho accettato di dividerla con altri.»
«Quindi, la rosa dei sospetti si allarga. Potrebbe fornirmi i nomi?»
Bruno lo guardava con sguardo sempre più acceso da una strana luce.
«L'elenco sarebbe lungo: fornitori, clienti, colleghi, amici e familiari.»
«Ma lei ha le prove di quanto afferma? Mettiamo in chiaro, della vita sessuale di sua moglie a me non importa, ma di possibili sospetti, sì.»
Bruno iniziò a muovere convulsamente la gamba.
Ma non era Mauro quello che la agitava se nervoso? Bah, sarà un tic genetico.
«Purtroppo, no, Ada aspetta sempre che io sia fuori città. A volte sono tornato in anticipo, senza avvertire, ma nulla, fino a un paio di mesi fa, quando ha iniziato la relazione con mio fratello. Bastardo, vigliacco traditore!»
«Quindi lei non ha prove di quanto afferma. Sono solo sue ipotesi.»
«Ma... ispettore!»
«Senta, Bruno, io ho già abbastanza sospetti in questa indagine, senza aggiungere mezza Napoli e dintorni. Quindi o lei ha prove certe, o può andar via portandosi dietro i suoi deliri. Cosa pensa, che non sappia che lei era in ospedale a spiare mentre parlavo con i suoi familiari? O che è tornato con ben due giorni di anticipo e alloggiava nel suo vecchio monolocale da scapolo?»
Bruno spalancò gli occhi e scattò in piedi.
«Io... io...»
«"Io... io...", un corno! Non mi faccia più perdere tempo, si tolga dai coglioni e si tenga a disposizione. Arrivederci!»
~~~
L'ispettore era nella sala d'attesa, il piede batteva nervosamente a terra, stesso ospedale di due sere prima, ma reparto decisamente diverso. L'infermiera aprì la porta e lo invitò a entrare nello studio; il dottore, un omino smilzo e non molto alto, accolse con calore l'ispettore che, in suo confronto, sembrava un gigante.
«Cannavaro, amico mio,
è dai tempi del caso del Pannolone sporco,
che alla vista mia ti celasti.
Qual buon vento tra le mie mani ti riportò?»
«Maiskolbensuppe, ancora con questa fissa di parlare in versi?»
«Amico mio caro,
già il mio un lavoro del cazzo è,
vuoi che il rimar in filastrocche mi sia negato?»
«Su questo non posso darti torto. Mi serve un consulto per un caso che sto seguendo.»
Cannavaro mostrò un foglio all'urologo e aspettò che leggesse.
«Palese mi sembra,
che di uomo si tratta
da impotenza afflitto,
da immatura ejaculation perseguitato.»
«Allora ė come pensavo, si tratta di uno psicopatico.»
«Parlami orsù
di ciò che la mente tua opprime.
Indizi dammi
se al mio aiuto aneli.»
«Come sai, è stata accoltellata una donna. Pensavo fosse un tentato omicidio dettato da meccaniche sviluppatesi nell'ambito familiare. Anche se la maggiore indiziata resta la suocera le cui impronte sono le uniche sull'arma, oltre quelle della vittima, quando abbiamo fatto i rilevamenti del caso sugli abiti della vittima, proprio sul suo sangue, sono state trovate tracce di sperma. Ci sono due uomini certi sulla scena del delitto e uno probabile. Il cognato della vittima e suo amante da due mesi. Il suocero, un uomo succube della moglie in continua ricerca di attenzioni da parte di questa. Il probabile è il marito che vuol fare risultare la moglie una ninfomane che da indagini fatte risulta essere falso e lui è affisso da insicurezza cronaca come il padre. Non possiamo però escludere altre presenze sul luogo del delitto, un passaggio usato da poco è stato rilevato tra le siepi che separano il giardinetto dal cortile pubblico a uso del condominio. Inoltre è stato ritrovato questo biglietto anonimo.»
Cannavaro mostrò la fotocopia di un biglietto a Maiskolbensuppe su cui era stampato: "Amo l'odore del sesso misto a quello del sangue".
Mentre il dottore stava per ribattere, un bussare concitato alla porta lo bloccò e un agente entrò trafelato:
«Ispettore, la cercavo, ha il cellulare spento. Una donna in evidente stato confusionale afferma di essere la gemella creduta morta della signora Ada e che lei le ha rubato marito e amante, si era introdotta nella stanza della vittima con l'intento di staccare il respiratore, ma quando ha visto che la signora non era lì è stata colta da una crisi isterica. Comunque abbiamo appurato che la signora è orfana e che il suo unico fratello vive in Australia.»
L'ispettore si passò nervosamente una mano tra i capelli.
«Questa storia è piena di pazzi. Maiskolbensuppe, mi sa che dovrò chiedere aiuto anche a uno psichiatra per venirne a capo.»
«Ispettore, ci sarebbe un'altra cosa...»
«Spara pure, Esposito, per caso sono atterrati gli alieni, Hulk ha fatto irruzione nell'ospedale, è apparso Padre Pio, un asteroide si è schiantato sulla Terra? A questo punto mi aspetto di tutto.»
«No, no, ispettore, nulla di così tragico, solo che la signora Ada sembra sparita, non c'è traccia di lei in tutto l'ospedale.»
«Espo', fammi capire, vuoi dire che una donna: pugnalata; operata d'urgenza; attaccata a un respiratore e in coma, si è dileguata nel nulla?»
«Veramente pare che un dottore sia passato a prelevarla per degli accertamenti e che poi entrambi siano scomparsi.»
Se Cannavaro si fosse stretto il naso ancora più forte tra le dita, se lo sarebbe staccato.
«E chi sarebbe questo dottore?»
Esposito allargò e poi fece ricadere le braccia lungo i fianchi.
«Boh. E chi lo sa?»
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