I nostri posti sull'aereo erano al quinto piano. Su ogni piano si svolgevano quindici interminabili file di posti. Noi avemmo la fortuna di capitare vicino ad un oblò.

L'aereo, quasi immediatamente, decollò, ad una velocità estrema.

In men che non dica, eravamo sull'oceano Pacifico. Vedevamo le nuvole sfrecciare sotto di noi e le anatre migratrici che tentavano di tenere il nostro passo, purtroppo senza successo.

L'aereo aveva degli interni puliti e profumati. Il personale di bordo era estremamente cordiale e gentile.

Dopo tre quarti d'ora, scorsi la terra davanti a noi.

Il mastodontico aereo, cominciò a scendere di quota e allora, potei cominciare ad ammirare i dettagli di quella che doveva essere la New York del futuro.

La statua della Libertà era rimasta, come l'Empire State Building.

Ma il resto era completamente diverso.

Grattacieli, di cui, anche dall'aereo, non se ne vedeva la fine, si snodavano a perdita d'occhio.

Atterrammo in un aeroporto affollatissimo.

Su ogni insegna era scritto New York Land.

Chiesi al Dottor Schwarz se l'inglese fosse la lingua ufficiale della teralopoli Americana e lui rispose di sì, a differenza della teralopoli Euroasiatica, la cui lingua ufficiale era l'italiano.

<<Ma qui si usa la stessa moneta della teralopoli Euroasiatica?>> chiesi curioso.

<<No, qui la moneta di scambio è il Mondial2. Ogni Mondial1 equivale a due Mondial2...>> rispose.

Uscimmo dall'aeroporto e ci gettammo tra le strade di quella nuova terra, che per me era ancora completamente sconosciuta.