Non avrei mai pensato che da quel giorno la mia vita potesse cambiare radicalmente e così in fretta...

Mio padre mi fece mille raccomandazioni, ma poi, finalmente, mi diede il solito millilitro di OBAT e l'altro millilitro per il ritorno, che mise in una fiala nella tasca dei miei jeans.

All'inizio non mi successe niente ma, come fu per la cavia, dopo 10 secondi, sentii come se qualcuno mi stesse tirando per l'ombelico e mi sentii restringere.

Mi trovai che viaggiavo in una specie di tunnel, con le pareti che si muovevano come le onde spumeggianti di un mare in tempesta. Il tunnel era "affrescato" di mille colori; tra i più vividi e cangianti che avessi mai potuto vedere.

Notai però che, ad un certo punto, il tunnel aveva cominciato a disfarsi e capii che ormai la "magia" era quasi finita.

Vidi la fine del tunnel, alla quale, pur sembrando molto lontana, arrivai dopo neanche un secondo dall'avvistamento, facendomi capire che viaggiavo ad una velocità disumana.

Mi sentii tornare alle mie dimensioni abituali e caddi a terra. Al freddo. Da solo. Forse con qualcosa di fratturato.

Persi i sensi.

Dopo quelli che mi sembrarono anni, riuscii a ridestarmi e cominciai a cercare di capire dove mi trovassi.

Dopo un po' di stordimento capii che mi trovavo nel mio amato Colosseo: nel futuro era rimasto davvero immutato.

Avevo un atroce mal di testa, ma mi alzai comunque, e, traballando, mi diressi verso le uscite del Colosseo.

Durante il tragitto, mi accorsi che avevo qualcosa che mi gocciolava sulla gamba destra; pensai che fosse sangue ma, vedendo meglio, mi accorsi che era l'OBAT che mio padre mi aveva dato per il ritorno.

Ero davvero disperato...

Come avrei fatto a ritornare a casa?

Sconsolato, raggiunsi le arcate esterne del Colosseo e non riuscii a credere a quello che vidi...