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N°99 NON AVERE PAURA DELLA MORTE

CAPITOLO 22

Lo capivo, il mio corpo mi stava parlando e solo uno stupido, uno sciocco o semplicemente uno che non voleva accettare la realtà, non si sarebbe accorto che eravamo alla fine, si gli ultimi giorni erano arrivati, prepotenti e silenziosi. Tutto quello che avevo chiesto alla mia infermiera si stava avverando, non mangiavo più, letteralmente, facevo compagnia a Shane mentre mangiava, ma sapevo che gli si spezzava il cuore vedermi così, stava diventando difficile persino cucinare; bevevo parecchio siccome ero sempre a corto di saliva e dormivo tantissimo, alzarmi dal letto diventava sempre più difficile, tanto che passavo al divano o ad una sedia, mio marito era preoccupato, infatti cercava di lasciarmi il meno possibile a casa da sola. Non volevo andare in ospedale, anche se mia madre cercava di convincermi, volevo morire in casa mia con le persone che amavo, ero consapevole che sarebbe successo. La febbre non era ancora arrivata, ma sapevo che da lì a poi anche lei si sarebbe fatta sentire. Non facevo più nulla, e non sopportavo che Shane dopo una giornata faticosa tornasse a casa e dovesse fare tutto lui, compreso lavarmi, quella era una cosa che non sopportavo, non riuscire nemmeno a badare a me stessa.

L'umore era peggiorato, avevo capito troppo tardi che non volevo andarmene, quindi vedere la gente che amavo che mi aiutava e mi sosteneva in questi giorni, mi irritava fortemente, sapevo che era un comportamento egoista e sbagliato, ma non potevo farci niente facevo fatica a reggerli, specialmente mia madre e Shane. Li amavo con tutta me stessa, ma volevo che mi lasciassero in pace, che mamma non cercasse di convincerlo a portarmi in ospedale o a casa nostra, Shane era un automa peggio di me, non dava nessuna opinione, si limitava a fare ciò che gli veniva chiesto e le decisioni che prendevano gli altri gli andavano bene. Sapevo che lo faceva per evitare di creare scompiglio, l'unica cosa che gli interessava era che io stessi il meglio possibile, la notte mi stringeva a lui come se potessi sparire da un momento all'altro, aveva preso l'abitudine di scattarmi un sacco di foto, in ogni posizione e in ogni momento, diceva che aveva bisogno di fermare per brevi attimi il tempo e di permettere alla mia persona di essere incastonata in un frangente di attimo infinito.

E' strano come in questa situazione l'unica cosa che vuoi è restare da sola, perché per una volta nel periodo della malattia, l'unica cosa che vuoi fare è sentire i tuoi ultimi pensieri, per quanto essi siano brutti o tragici. Vuoi ragionare sulla vita, una vita che hai vissuto poco e male, sulle cose che avrei potuto fare se fossi stata bene o se fossi guarita.

Anche se era faticoso, mi alzai dal letto con calma ma oggi dovevo essere efficiente e operativa, doveva essere tutto perfetto, mamma e papà mi stavano per venire a prendere siccome dovevo ultimare tutti i preparativi per il mio regalo per Shane.

Feci un respiro profondo e mi avviai in bagno, dove sciacquai il mio viso non fissando la mia immagine allo specchio, presi i vestiti che la sera prima Shane aveva appoggiato sul mobile di fianco al lavandino.

Indossai i pantaloni della tuta e la felpa pesante di mio marito, non riuscivo più a indossare un paio di jeans, erano troppo stretti, e poi cominciavo a percepire troppo freddo, afferrai la giacca a vento, i guanti, la sciarpa, ma niente cappello, mi piaceva sentire il leggero venticello che mi spettinava i capelli, era una sensazione che mi era mancata e che mi sarebbe mancata.

Quando salii sulla macchina dei miei vidi mamma pronta a farmi un infinità di domande, ma uno sguardo severo e semplice di mio padre la fece ammutolire e sedere in modo composto così da guardare la strada.

Presi la lettera dalla borsa e la diedi a mia madre, mi guardò confusa, cercando di capire cosa volesse significare

" ho scritto una lettera per ogni membro della famiglia, questa è la vostra, leggetela quando volete " mamma era ancora un po' spaesata, infatti cominciò a girarsi la lettera tra le mani, papà mi sorrise dallo specchietto retrovisore, io feci partire la musica sul cellulare e indossai le cuffie.

" cari mamma e papà.

Mi scuso se vi ho fatti stare male, non era assolutamente mia intenzione, ma non si può scegliere in queste circostanze. Sono stata sfortunata

Vi ringrazio per essere stati i genitori migliori del mondo, che mi sono sempre stati accanto supportandomi in qualsiasi scelta.

Grazie mamma per i consigli, per esserci sempre e per aver sacrificato la tua vita per me, non pensare che non ti voglia bene o che ti abbia odiata negli ultimi mesi, so che eri mossa dalla paura e dal dolore.

Ma sono stanca mamma, e anche se ora che ho tutto non vorrei andarmene, il mio corpo ne ha bisogno. Ti voglio bene e te ne vorrò sempre. Grazie di tutto

Papà, l'eroe per ogni figlio e il primo amore per ogni figlia. So che hai sempre cercato di farmi fare tutto ciò che volevo, per via della malattia senza impedirmi nulla, anche se magari a volte non eri d'accordo. Ti ringrazio per questo, per essermi stato vicino, anche se in silenzio o con piccoli e semplici gesti, fidati... sono quelli che ho apprezzato di più, perché in fondo sono la tua fotocopia, tranquilla e che accetta qualsiasi situazione. Per te il grazie più grande del mondo, non ce l'avrei mai fatta senza le tue strette di mano nei momenti difficili in cui una risposta avrebbe decretato tutto, le carezze sulla schiena quando stavo male, i sorrisi e gli occhiolini quando una buona notizia era all'angolo, uno sguardo fiducioso quando la fiducia e la speranza erano vane o quando la voglia di combattere non c'era più. Il mio cavaliere dall'armatura scintillante. Grazie infinite papà.

vi porterò sempre nel cuore, perché io non ho un cuore mio, ho un mosaico ed ogni pezzo rappresenta voi, Tino, Nicolas, i gemelli, Travis e ora anche Shane. Quindi se i vostri cuori continueranno a battere, batterà anche il mio, che sarà lì vicino a voi, ma difficile da sentire "

Naturalmente mamma non era riuscita ad aspettare, la stava leggendo ad alta voce, riuscivo a leggere il labiale, una lacrima scese dall'occhio destro, solo una ma ne fui contenta, sapevo che stava cercando di essere forte. Non vedevo lo sguardo di papà, ma sapevo che stava sorridendo, perché i cavalieri dalla scintillante armatura sono sempre forti, sempre, e lui era un guerriero, che restava sempre forte ad ogni guerra vinta o persa, così da donare forza ai più deboli.

Sapevo che papà sarebbe stato indispensabile da lì a breve, sarebbe stato il collante della famiglia Red, lui avrebbe mantenuto la serenità, il calore, l'amore e la forza dentro la nostra famiglia, impedendogli di cadere nella tristezza.

Verso le due mamma e papà mi avevano riaccompagnata a casa, dopo essere stata un po' con loro e avergli fatto compagnia a pranzo. Mamma aveva insistito per rimanere a farmi compagnia, ma l'avevo liquidata dicendole che avrei dormito fino all'arrivo di Shane siccome stasera volevo esserci al cento per cento per lui.

La mia lettura di Remare senza Remi di una giornalista svedese venne interrotta dal campanello. Era da un paio di giorni che mi stavo facendo abbastanza male da sola, ma era allo stesso tempo una cosa piacevole, avevo cercato libri scritti da persone che come me erano consapevoli di star per morire da lì a poco e avevano deciso di mettere nero su bianco le loro storie. Questo libro restava per adesso sul podio, al primo posto, era decisamente semplice, ricco di dettagli e ti lasciava parecchio pensare.

"Possono lavare il mio corpo e posso goderne invece di provare vergogna. Abbandonarmi nuda nelle loro mani mi dà un senso di liberazione. Nessuno raggiunge la mia anima. Loro possono essere i miei remi ed usarli per me e io posso rimanere distesa a fissare il cielo."

Questa frase mi aveva distrutta, non provavo vergogna quando mia madre o Shane mi lavavano, ma non riuscivo nemmeno ad abbandonarmi e guardare il cielo come diceva lei. Qualcosa di più grande ci aveva impedito ad entrambe di poter svolgere anche solo le cose più semplici a lei la SLA, a me il cancro, eppure se alla fine il nostro destino era lo stesso, la pensavamo in modo diverso. Essere lavata mi faceva sentire impotente, io volevo essere i miei remi per la mia nave, eppure non era possibile per quanto lo volessi, perché il mondo è crudele, alla fine ti toglie sempre ciò che vuoi di più.

Una cosa desiderata all'infinito, rimane tempo perso a desiderare ciò che tanto non avrai mai, gli anni passati mi facevo tanti film mentali, tante fantasie, leggevo storie d'amore per vivere vite che non erano le mie, per immedesimarmi in qualcun'altro, ma alla fine non era nulla se non tempo perso a farmi del male, perché la mia vita non sarebbe mai stata un libro aperto, una bella favola con un lieto fine.

Questo libro mi fa rabbia, la serenità con cui racconta determinate cose, mi infastidisce, io non la sto prendendo in quel modo, non sono positiva e sono più gli sconforti che il resto, in questi ultimi giorni sono diventata la peggiore versione di me stessa, sono orribile e mi faccio schifo da sola per il modo in cui sto prendendo il tutto.

Mi alzo con estrema fatica e mi avvio alla porta, non aspettavo nessuno e per quanto Jade voglia vedermi sa anche quanto in questo momento voglio stare da sola, non sopporto nemmeno i loro sguardi tristi e dispiaciuti, odio fare pena alle persone.

Davanti a me appaiono i cinque volti più belli che abbia mai visto, delle persone che amo di più sulla faccia della terra, Tino ha un sorriso a trentasei denti furbo e un po' stupido, Tyler mi sorride sereno e felice con un pizzico di gioia negli occhi, so che è felice di vedermi. Travis e Nicolas stanno discutendo sul cabaret di tramezzini che hanno in mano, sicuramente stanno scegliendo chi avrebbe mangiato cosa. Niko era appoggiato alla porta dell'ascensore e fissava il tutto come se fosse uno spettatore esterno. Mi stavo cominciando a preoccupare di tutti loro, molto spesso mi trovavo ad immaginare le loro vite future, cosa sarebbe successo e come avrebbero affrontato il tutto, Niko e Travis si sarebbero chiusi ancora di più in loro stessi, Tyler sarebbe diventato ancora più espansivo e solare per evitare di pensare alle cose negative, mentre Tino e Nicolas si sarebbero immersi nel lavoro fino allo sfinimento per distrarsi il più possibile, Nicolas avrebbe ripreso a scrivere canzoni? aveva smesso da un paio di anni dicendo che non sapeva di cosa parlare in quanto nella sua mente era tutto confuso.

" Buongiorno " dissi flebilmente facendoli entrare

" kiki da quando si salutano i tuoi fratelli con un buongiorno " disse Tyler prendendomi in braccio facendomi fare una leggera piroetta. Tino mi baciò sulla fronte e insieme al fratello si sedette a peso morto sul divano, Niko scosse la testa verso i due ancora intenti a parlottare dei tramezzini, tanto li avrebbe finiti tutti lui, quest'ultimo mi strinse in un abbraccio per poi dirigersi verso i nostri fratelli.

" Voi due che fate, volete entrare?" solo al suono della mia voce si riscossero dai loro discorsi, Travis mi sorrise e mi salutò con un bacio sulla guancia mentre Nicolas mi fece un sorriso a tredicimila denti al pari di quello di Tino per poi stringermi in un abbraccio

" ci siamo tutti " Disse Tino quando furono tutti seduti, i miei fratelli occupavano drasticamente tutto il divano stavano decisamente stretti

" a meno che non abbiamo altri fratelli di cui non sappiamo l'esistenza, direi di sì Tino, ci siamo tutti " gli disse Travis mentre passava la mano nel suo ciuffo ribelle

"non è ora che gli dai un taglio " gli dissi indicandogli i capelli per poi andarmi a sedere in mezzo a loro. Ero seduta tra Tino e Niko, o meglio, ci ero seduta sopra.

" pensavo di dargli una rasatina " lo guardammo tutti sbalorditi, se c'era una cosa a cui Travis tenesse più di tutto erano decisamente i suoi capelli

" basta che poi non ti penti e la meni per una settimana " gli disse Niko, oggi aveva la sua folta chioma legata in una coda, metteva in risalto ancora di più il suo bellissimo viso e gli occhi chiari

" no che non mi pento " disse mentre afferrava il primo tramezzino, li aveva appoggiati sul tavolino di fronte al divano

" hei, avevamo detto che quello l'avrei mangiato io " lui scosse la testa alle parole di Nicolas

" io ti ho solo ascoltato, non ho mica accettato" scoppiammo tutti a ridere

" ragazzi avete sete?" chiesi ai miei fratelli, sapevo che quando mangiavano bevevano anche tanto

" sis non ti scomodare, mi alzo io. dove trovo il tutto?" chiese Tyler che si era già diretto verso la cucina, lo sentii aprire e chiudere le dispense ancora prima di aspettare una mia risposta

" frigo Tyler, frigo " come se non fosse una cosa ovvia, dove vuoi tenere da bere se non in frigo

" giusto domanda stupida, scusa sis " e meno male che si stava per laureare in medicina, io l'ho sempre detto più studi più il tuo cervello fa fatica a comprendere le cose semplici e banali.

" Comunque, come mai da queste parti?" chiesi ai miei fratelli, Tyler aveva portato sei bicchieri che appoggiò con cura sul tavolo per poi sparire di nuovo in cucina

" non sei felice di vederci sorellina?" mi chiese Tino con una faccia da finto offeso, gliela scostai via

" certo che sono sempre felice di vedervi, ma siamo in settimana e siete sempre impegnati in settimana " tutti annuirono alle mia parole

" avevamo la giornata libera e ci siamo detti, perché non andiamo a trovare quell'automa noiosa di nostra sorella, mamma è preoccupata, mi sono limitato a dirle che con il nostro fascino ti avremmo sicuramente fatto tornare il sorriso e l'allegria. Come si fa ad essere triste in presenza di un Red come me " ridemmo tutti alle parole di Tyler mentre era appoggiato allo stipite della porta della mia cucina

" l'unico che mi fa tornare il sorriso è Tino, e l'unico che mi assomiglia, quindi " cominciarono a brontolare tutti offesi su quanto in realtà fossero più belli loro che Tino in quanto lui ormai era vecchio e nessuna lo avrebbe più voluto.

" ehi, va che me la cavo ancora bene con il sesso femminile " disse il maggiore per difendersi dagli insulti di quelle canaglie

" si solo perché dici che sei un ex militare " gli disse Niko dandogli una leggera pacca sulla spalla.

" anche il tuo gemello rimorchia dicendo che è stato un anno nell'esercito " il biondo spuntò dalla cucina questa volta con tutte le birre in mano e tornò verso di noi

" non è assolutamente vero, anche perché ho fatto solo l'addestramento " disse sedendosi di nuovo sul divano, lo guardammo tutti con un sopracciglio alzato

" ok, va bene ogni tanto lo uso, ma solo per spiegare la mia forza e che potrei prendermi un proiettile per una ragazza e bla bla bla, quel genere di cose lì " scosse la mano portandosi alla bocca la sua birra

" a me basta avere una chitarra tra le mani, e sono tutte ai miei piedi " scoppiammo a ridere alle parole di Nicolas

" non avete bisogno di queste stronzate, le ragazze vi guardano già anche senza che diciate nulla, ho passato gli anni delle medie ad avere tutte le mie compagne di classe che erano innamorate almeno di uno di voi " Travis rizzò le orecchie e mi si fece più vicino

" sai se per caso qualcuna è ancora interessata?" venne rimproverato da tutti, lui pensava sempre e solo a quello.

" Comunque non mi avete ancora detto del perché siete qui, e per la cronaca mi fa piacere " Mi piaceva averli intorno a differenza dei miei genitori o di Shane, loro mettevano troppo il cancro al primo posto e non mi davano la possibilità di fare nulla, so anche che James faceva tutto questo perché non sapeva come affrontare la cosa, quindi assecondava il tutto, ma non volevo fosse così. E per quanto Tyler si fosse alzato lui per prendere da bere sapevo che non era per il cancro perché lo faceva con chiunque specialmente con me e la mamma, lo faceva prima e lo farà anche dopo. Tyler è proprio il genere di ragazzo da sposare.

"Siamo qui perché volevamo farti compagnia ma anche perché abbiamo una sorpresa per te"

li guardai un po' confusa così cominciarono ad alzarmi, Niko mi sollevò per poi farmi sedere sul divano, si misero in fila di fronte a me e mi guardarono speranzosi ed emozionati. Mi stavo leggermente preoccupando

" pronta?" annuii alle parole di Nicolas, ero decisamente pronta anche se mi stavano un po' agitando. Sollevarono le magliette e si girarono ognuno in un modo diverso per farmi vedere il loro tatuaggio, scoppiai a ridere. Si erano tatuati tutti e cinque il mio unicorno con elfo che beve birra, era stato un bel gesto ma allo stesso tempo troppo esilarante, ma capivo il profondo significato che aveva e li amavo se è possibile ancora di più, avevano un pezzo di me con loro per sempre. Niko e Travis ce l'avevano sull'addome come la sottoscritta, Nicolas l'aveva fatto sulla schiena nella zona lombare in quanto non aveva altro spazio, mentre Tyler e Tino che non avevano altri disegni era all'altezza del cuore.

" lo sapevo che non le sarebbe piaciuto " sussurrò Nicolas agli altri che ancora mi guardavano un po' straniti e preoccupati

" certo che mi è piaciuto stupidi, ma potevate tatuarvi altro " li vidi lasciare un lungo sospiro di sollievo

" ma sappiamo quanto quel tatuaggio sia importante per te, che ti lega ad un sentimento forte con Jade e sappiamo che l'hai fatto per amore, quindi abbiamo deciso di farlo anche noi " scossi la testa, quel tatuaggio aveva un significato ancora maggiore, ero contenta che ce l'avessero anche loro sulla pelle. Mi alzai per ricevere un abbraccio di gruppo, di quelli calorosi e familiari che mi sarebbero mancati in eterno.

Passammo un pomeriggio indimenticabile, a riportare a galla vecchi ricordi della nostra infanzia, a ridere e scherzare, a prenderci in giro senza cattiveria, a sorridere e ad amarci continuamente. Tino essendo il più grande si ricordava aneddoti di noi piccoli che a stento faceva fatica a ricordare la persona che li aveva compiuti. Il tempo era passato veloce e la cosa mi aveva dato fastidio, le cinque si erano fatte veloci e il campanello aveva suonato segnando l'arrivo di Marta.

Tyler corse ad aprire alla porta e la bella infermiera messicana fece il suo ingresso con tutto l'occorrente per la mia visita di oggi. Era cambiato un po' tutto, le visite che facevo in precedenza a casa erano diventate più toste, specialmente perché non mangiavo quindi mi alimentavano per via endovenosa, avevano cominciato a darmi analgesici più pesanti siccome il dolore aumentava che mi stordivano parecchio, prendevo le altre pillole ed ero fortunata a detta di Marta, la febbre non mi aveva ancora colpita ed era un bene, perché mi avrebbe portato ad allucinazioni, a non voler parlare e non voler muovere nemmeno un muscolo. Mi aveva spiegato che era il principale motivo per cui si viene ricoverati al termine, in quanto non si è più in grado di fare nulla.

" vi devo salutare fratelli, la mia seduta deve cominciare " dissi ai ragazzi quando si alzarono, li salutai uno ad uno e poi mi concentrai su Maria dopo che ebbe a sua volta salutato i miei fratelli con un sorriso raggiante.

" Ti trovo bene oggi Nikky " annuii alle sue parole per poi sedermi sul divano e cominciare a sollevare la felpa così da darle libero accesso al catetere, si mi avevano rimesso quel dannato coso in quanto non mi alimentavo più per bocca, lo odiavo come l'ho sempre odiato.

" si i miei fratelli mi hanno fatto tornare il buon umore " lei mi sorrise calorosamente mentre mi venne incontro con in mano lo sfigmomanometro, mi doveva provare la pressione per vedere se andava tutto bene.

" Hai la pressione leggermente bassa " sai che novità, già ero anemica di mio figuriamoci ora che non mangio nemmeno

" non riesci proprio a mangiare nulla?" mi chiese mentre si avvicinava alla valigetta per poi recuperare il sondino nuovo e ripulire bene la fessura di entrata dal catetere, era una procedura che odiavo, specialmente perché mi si infetta molto spesso; negli anni ho cambiato molto spesso il posto e questo a portato ad orribili cicatrici.

" no, faccio persino fatica a vedere Shane mangiare, stanno cominciando a darmi fastidio gli odori " annuì alle mie parole

" però noto con piacere che non hai ancora la febbre " mi disse mentre mi cercava la vena per il prelievo, si ostinava a cercarla sul braccio, ma non la trovava quasi mai quindi finiva sempre a farlo sulla mano. Mi prelevò due campioni di sangue e poi collegò la mia fonte di nutrizione cominciando ad alimentarmi.

" a che ora arriva Shane?" sapeva che non amavo che mi vedessero così, mentre ricevevo cure o nei momenti in cui stavo veramente male, anche se era in salute e in malattia, non sopportavo l'idea che potessero vedermi così, era il motivo per cui Maria veniva sempre quando lui non c'era

" dovrebbe arrivare tra poco più di un'oretta " stavo cercando di rilassarmi il più possibile, molti dicevano che il catetere non era fastidioso, ma a me dava tremendamente fastidio, quindi odiavo tutti i trattamenti che ricevevo tramite esso.

" Ok, finiremo molto prima non ti preoccupare " disse mentre trafficava con le medicine, ne avrei dovute prendere dieci, non avevo idea di cosa fossero; era mamma quella esperta. La maggior parte dei ragazzi che si trovavano nelle mie stesse condizioni sapevano la loro terapia a memoria e molti la seguivano da soli, io non ero una di questi, specialmente perché prima ero troppo piccola per essere lasciata sola nel gestire la mia cura e ora sapere che sarei morta mi portava all'idea del perché dovrei? tanto sappiamo tutti come andrà a finire; quindi non venivo mai lasciata sola nel gestire le mie medicine se no facevo casini - anche perché la maggior parte erano identiche - persino quando io e Shane siamo andati a New York per quanto avessi detto a mia madre che ero consapevole di ciò che avrei dovuto assumere per la mia cura, avevo seguito alla lettera tutte le sue istruzioni, forse è molto più bravo lui di me a farmi rispettare l'assunzione delle mie medicine.

" Maria " la chiamai, avevo una domanda che mi bolliva in pentola

" dimmi tutto tesoro " aprii lentamente gli occhi e mi focalizzai su di lei

" secondo te quanto mi resta?" per me era una domanda come un'altra ed ero anche consapevole che non ero la prima che gliela poneva, diciamo che noi malati terminali abbiamo una concezione del tempo un po' diversa rispetto agli altri e ci poniamo spesso questa domanda. Ma la cosa sorprendente è come all'inizio il tempo datoci ci sembra pochissimo mentre quello degli ultimi giorni ci sembra un'infinità, molto spesso vorremmo solo che arrivi veloce e indolore, subito, senza che ce ne accorgiamo; non è mai così.

" non saprei tesoro, dobbiamo vedere anche in base alle analisi quanto si sta diffondendo e come sta reagendo il tuo corpo " come vuoi che stava reagendo, lo stava accettando e non stava combattendo, ma questo lo sapevamo già da un po'.

" Maria sai che non sono la tipa che va in paranoia se mi dici anche un giorno, so che lo sai " la vidi prendere un respiro profondo, segno che a occhio e croce sapeva quanto mi sarebbe rimasto. Si sedette al mio fianco, sulla poltroncina colorata.

" credo presso più una settimana, però il fatto che non ti sia venuta ancora la febbre è molto positivo. Saresti dovuta morire due mesi fa e guarda, sei ancora qui " ma questa volta non per molto

" questa risposta mi piace già di più, a proposito Jeremy e Sophia? come procede " Scosse la testa, dannazione quel ragazzino mi avrebbe sentita

" Jeremy sta cercando in tutti i modi di sottrarsi alle cure e fa arrabbiare un po' tutti, Sophia è da parecchio che non si fa vedere in ospedale, credo sia finita. Ma capisco quella poverina " no che non capiva, Sophia non aveva lasciato solo Jeremy perché vederlo stare male era un'atrocità, l'aveva lasciato perché glielo aveva chiesto lui. Jeremy mi stava preoccupando, si stava isolando troppo, ormai era maggiorenne e prendeva lui le decisioni, anche i suoi genitori cercavano sempre di fare il possibile, fino a quando lui chiese che venissero a trovarlo solo nei week end; faceva tanto il duro ma alla fine stare da solo gli piaceva solo perché così si sarebbe abituato a quella solitudine e così sarebbe stato più facile dire addio.

" quanto lo vorrei strozzare " Maria mi sorrise dolcemente

" ti ricordo che anche tu eri identica a lui, cercate sempre di allontanare le persone che vi amano, ma alla fine abbiamo appurato che sono loro a tenervi in vita. So che è ingiusto tutto questo Nikky, che per dei ragazzini è difficile da affrontare, per diavolo è difficile da affrontare ad ogni età, che la maggior parte delle volte non si sa come agire o cosa dire. So che non credi, ma per me la fede è l'unica cosa che mi fa andare avanti con il mio lavoro, pensare che dopo starete bene, sarete felici e che vivrete una vita nuova, spensierata e felice è la ragione che mi fa andare avanti. Non so perché lui sceglie un modo così brutto per strappare qualcuno da questo mondo, non lo so e molto spesso mi arrabbio, come so che tra poco sarò arrabbiata perché non vedrò più il tuo faccino, il tuo spirito da combattente. Piangeremo tutti, nessuno escluso; ma con il tempo torneremo ad essere forti perché sappiamo che voi non vorreste vederci così " annuii alle sue parole per poi spostare lo sguardo sulle mie mani

" eppure abbiamo paura della morte Maria, sappiamo per certo sin dall'inizio che ci sono possibilità di morte, se non nel mio caso l'unica percentuale; ne siamo consapevoli eppure ne siamo terrorizzati e non mi capacitò del perché, alla fine non conosco la morte eppure ne ho così paura, non si ha paura di ciò che non si conosce giusto?" mi afferrò una mano

" non è la morte in se che vi fa paura, è il dopo. E' la paura di essere dimenticati, di non poter più vedere le persone che amate, di non poterle stringere, aiutare e supportare che vi fa credere di aver paura della morte " annuii con vigore alle sue parole

" ma alla fine verremo dimenticati " scosse la testa alle mie parole

" ed è qui che ti sbagli, tua madre non potrebbe mai dimenticarsi di te, sei stata dentro di lei per nove mesi, i tuoi fratelli non potrebbero mai dimenticarti; nemmeno noi, ogni volta che entrerò nel reparto i disegni che affrescano le pareti mi ricorderebbero te come gli altri, le foto mantengono il vostro ricordo vivo. Si magari con il tempo il suono della tua voce potrebbe diventare una parvenza lontana, ma mai dimenticata, voi sarete sempre qui - si toccò il cuore - ogni persona che ami avrà una parte di te nel suo cuore. Non avere timore di questo, perché non accadrà mai " abbracciai con uno slancio Maria e mi lasciai andare, non piangevo quasi mai, a dire la verità era da parecchio che non piangevo, è tutto così strano e inspiegabile, che anche se lo sto vivendo in prima persona mi sembra quasi difficile da credere, come se c'è ancora in me una speranza, per quanto vana e inutile.




Una volta arrivati alla spiaggia, non so con quale forza riuscii a guidare, ma lo feci per lui, per l'amore della mia vita, che non aveva nemmeno fatto in tempo ad entrare in casa che era stato trascinato di nuovo fuori da sua moglie. Sorrisi all'uomo più importante della mia vita, era diventato in pochissimo tempo la mia più grande dipendenza. Era stanco, riuscivo a capirlo perfettamente, faceva fatica a tenere gli occhi aperti, ma si sforzava in tutti i modi per me, questa era una grandissima dimostrazione, lui era sempre presente e mi sosteneva in tutto, era la mia ancora che mi impediva di andare a fondo, per quanto in questi giorni fossi stata un po' distaccata.

" Dove siamo?" mi chiese afferrandomi la mano intrecciando le nostre dita, portai la sua mano alle labbra

" la prima cosa che hai fatto per me è stata portarmi al mare, quindi ho pensato perché non tornare agli inizi? Ho chiesto a Tino se potevamo usare casa sua " si sporse per darmi un leggero bacio sulle labbra. Quando scesi dalla macchina mi avviai verso il baule, avevo preparato una borsa per entrambi, Shane si affrettò a prenderla e poi mano nella mano ci avviammo nella semplice ma bellissima casa di mio fratello, erano i momenti semplici come questo che mi facevano scordare che ero malata, seppure questa sorpresa era un'altro modo per dire addio al mio uomo.

" Quindi che hai in mente di fare " mi chiese dopo aver posato il borsone ai piedi del bancone della cucina, era un magnifico open space.

" seguimi " gli presi la mano per poi condurlo all'entrata sul retro, mio fratello aveva fatto uno splendido lavoro, il suo giardino era arredato ad opera d'arte, un lago artificiale circondato da mattoni lavorati, un tavolino con quattro sedie in stile rustico, un prato curato e una siepe non troppo alta per non ostacolare la vista, circondava la casa. Non ci fermammo, prendemmo la sfilza di scalini in marmo grezzo che conducevano alla spiaggia.

" mi ricordo che tu non sai nuotare " mi disse da dietro le spalle, mi avvolse con tutto il suo corpo, mi sentivo a casa, continuammo a camminare con me persa tra le sue braccia.

" con te posso fare tutto " mi posò un leggero bacio su un punto scoperto del collo. Ci sedemmo su quella distesa morbida e stranamente ancora calda, mi strinse ancora di più a se, io mi lasciai andare inebriandomi del suo profumo.

" è magnifico" il mare questa sera era qualcosa di bellissimo, si potevano notare gli ultimi spiragli di tramonto in lontananza e non c'era niente di più bello.

" Tu lo sei di più " sorrisi a trentadue denti e mi girai verso di lui per permettere alle mie labbra di incontrare le sue, non mi sarei mai stancata di un suo complimento o di un suo gesto d'amore nei miei confronti, anche se sapevo che erano gli ultimi.

" Ti va di fare il bagno?" mi chiese a un soffio dalle mie labbra, annuii alle sue parole così in una mossa veloce e perfetta mi ritrovai ancorata al suo corpo seduta a cavalcioni su di lui.

" se non vuoi non " non lo feci finire di parlare perché gli misi una mano sulla bocca

" quando sono con te, non esiste paura, ripensamento, sconfitta, debolezza... esisti solo tu e quanto io voglia essere completa con te "

Si mosse molto lentamente, prese i lembi della mia felpa e cominciò a sfilarmela, non mi persi nessun movimento, quando la felpa si trovò al mio fianco, feci fare la stessa cosa alla sua t-shirt

" posso spogliarmi anche da solo " mi disse a fior di labbra

" lo so, ma mi piace troppo farlo " mi baciò la fronte per poi cercare di levare la mia di t-shirt, ma gli bloccai le mani

" sai che non mi importa Nikky, per quanto tu lo odi è una parte di te e a me piace tutto di te " odiavo il catetere con tutta me stessa e odiavo che lui lo vedesse, da quando mi era stato di nuovo impiantato avevo cominciato ad odiare il mio corpo e non sopportavo nemmeno la vista di quelle cicatrici così vecchie. Quando cercò nuovamente di sfilarmi la maglia lo lasciai fare e non mi ritrassi, non si dovette preoccupare del reggiseno, era da un po' che avevo smesso di indossarlo, mi era parecchio scomodo. Si prese attimi a fissare il mio corpo, facendo scorrere le sue mani in una carezza dolce e delicata, studiò ogni centimetro della mia pelle come se potesse memorizzarla, come un marinaio impara a memoria le carte nautiche; si soffermò sulle cicatrici che catturò con le sue labbra, chiusi gli occhi a quel contatto dolce e delicato e ripresi un po' di quella scarsa sicurezza che avevo in me stessa.

Sfilò delicatamente la mia tuta senza mai togliere lo sguardo dai miei occhi, stavamo parlando una lingua tutta nostra ed era una lingua che parlava di un grande amore, se pur doloroso.

Si alzò delicatamente mentre io rimasi seduta ad ammirarlo, cercavo di farmi scudo con il mio stesso corpo, cominciavo a sentire il freddo, siccome se ne accorse sfilò velocemente i suoi jeans. Mi persi ad osservare ogni suo minimo gesto, di come i suoi movimenti che pur essendo ampi e veloci erano delicati, le sue spalle che mi facevano sentire a casa e al sicuro, la sua schiena ampia e muscolosa segno di tante ore passate ad allenarsi, muscoli delineati alla perfezione, potevano far invidia al David di Michelangelo; i tatuaggi che raccontano la sua storia e tutto il dolore che aveva dovuto sopportare da solo, le bugie a cui aveva creduto, la perdita di una famiglia, ciò che amava di più al mondo. Descrivevano ciò che era, descrivevano il suo modo di vivere, descrivevano il suo essere Shane James un ragazzo magnifico che aveva un sacco da donare e raccontare. Mi allungò le braccia, così mi alzai e mi aggrappai al mio uomo, che mi strinse forte impedendomi di cadere, poi lentamente si avviò lungo la distesa di acqua infinita che per la prima volta nella mia vita non mi stava mettendo paura, forse perché tra le sue braccia, con lui al mio fianco nemmeno la morte mi faceva paura.

Quando si immerse, il mio corpo si ricoprì di brividi così mi strinse ancora di più a se cercando in tutti i modi di scaldarmi.

" se è troppo fredda.. " lo zittii con un bacio dolce e semplice, di quelli che dicevano tantissimo pur essendo così piccoli e delicati

" oggi ti preoccupi un po' troppo " gli sussurrai a fior di labbra, mi abbracciò fortissimo così da costringermi a posare la testa sulla sua spalla

" ogni cosa che ti riguarda mi preoccupa " sorrisi a quelle parole, più e più volte mi ero chiesta cosa avessi fatto per poter meritare un amore del genere.

Mi girai in modo da tornare a guardarlo negli occhi, avevo bisogno di toccarlo di memorizzare il suo corpo con ogni perfezione e imperfezione nella mia mente, come lui aveva fatto con me. Misi le mani alla base del suo collo e feci scorrere i pollici sugli zigomi delicati, tracciando lentamente ogni centimetro, volevo imprimere il mio tocco sulla sua pelle, e la sua pelle sulle mie dita. Il naso sottile, con ai lati i due anellini di metallo, mi sarei ricordata anche ogni tatuaggio perché sapevo quanto per lui erano importanti. Gli sfiorai le guance con il dorso della mano per poi soffermarmi sulle labbra, tracciai il contorno del labbro inferiore con l'indice, per poi allacciarmi al labbro superiore e tracciare con il pollice l'arco di cupido. Sfiorai le sopracciglia folte e poco curate, i suoi occhi cristallini non perdevano il minimo movimento del mio corpo, mi guardava serenamente, con amore e desiderio, amavo questo ragazzo con tutta me stessa. Feci scorrere le dita tra i capelli partendo dal ciuffo per poi riallacciare le mie mani al suo collo, mi attirò a se.

" Sai, la prima volta che ti ho visto, ho pensato che il colore dei tuoi occhi stonasse con ciò che eri " le mie parole erano morbide e lente come il mio tocco, era un ragazzo all'apparenza freddo, arrabbiato con il mondo, cattivo ed egoista, poi ho scoperto che era solo ciò che cercava di far credere agli altri.

" Ti credevo freddo, egoista, cattivo. Poi ho imparato a conoscerti, ad amare ogni tuo gesto, ogni tua carezza, ogni tua parola, ogni tuo bacio e mi sono resa conto velocemente che non ero niente senza te al mio fianco e che il ragazzo che all'apparenza sembrava qualcuno da dover evitare in realtà è una persona bellissima" gli sussurrai a fior di labbra, non mi baciò, si limitò a guardarmi con desiderio sfiorando leggermente le sue labbra con le mie, e non so perché ma quel leggero contatto mi riempii di brividi e di gioia.

" Sei tu che mi hai reso una persona migliore " scossi la testa alle sue parole, io non avevo fatto proprio nulla

" no amore, ho semplicemente vissuto giorno dopo giorno non chiedendo nulla e non pretendendo nulla, ti sei rivelato per ciò che sei veramente da solo " gli dissi a fior di labbra, questa volta non riuscii a resistere ebbi l'irrefrenabile desiderio di legare le mie labbra alle sue. Ero a casa, lui era il mio porto sicuro. Ho passato i miei giorni a fare un passo sempre più vicino a lui, alla fine è come se fossi già morta ogni giorno aspettando il suo arrivo e solo dopo che l'ho incontrato ho cominciato a vivere di nuovo.

Quando ci staccammo qualcosa nel suo sguardo era cambiato

" non guardarmi così, ti prego " lo vidi passarsi la lingua sul labbro inferiore e fare un respiro profondo

" come potrei, ho paura Kiki, ho tremendamente paura di perderti per sempre " lo strinsi forte a me così che non potesse vedere la lacrima solitaria che abbandonai in quella distesa di acqua salata.

" Warm me up one touch I'm on fire.

Love me back to life, back to life, but I died.

The voices inside were so quiet.

But you stood my side Night after night, light up the night

You loved me back to life,

life from the darkness the wait is over "

gli sussurrai le parole della canzone di Celine Dion

" se con il tempo anche una piccola parte del tuo cuore continuerà ad amarmi, io resterò con te in eterno, non mi vedrai ma la mia mano sarà sempre sulla tua spalla, a sostenerti, aiutarti nei momenti difficili, sarò la spinta di cui avrai bisogno quando non saprai cosa scegliere, io ci sarò, se me lo permetterai " sollevò lo sguardo e notai i suoi occhi lucidi, mi era capitato poche volte di vederlo piangere

" il mio cuore sarà sempre e solo tuo " scossi la testa a quelle parole e posai un bacio delicato sulla fronte, per dire queste parole non potevo guardarlo negli occhi, perché so che non ce l'avrei fatta, l'avrei voluto sempre e per sempre solo per me, ma non era giusto

" ed è qui che ti sbagli, dovrai ricominciare ad amare, dare la possibilità ad un'altra persona di farsi strada nel tuo bellissimo cuore. Non puoi rinunciare a provare qualcosa di così bello " gli sollevai il volto, ormai piangevo come una bambina

" non posso permetterlo, se dovessi dimenticarmi di te, mi odierei e non lo sopporterei. Dimmi che non mi dimenticherò mai di te, della tua pelle, della tua risata buffa, il tuo modo di guardare le cose come se fosse la prima volta, la tua concezione della vita, di come sei carina quando ti arrabbi " come potevo rispondere alla domanda che mi metteva più paura al mondo, quella che mi stava attanagliando da mesi

" questo amore mio dipende solo da te - gli presi la mano e baciai la fede che portava al dito - se la terrai con te il mio ricordo sarà sempre vivo, si assopirà con il tempo insieme al dolore che diventerà sempre più sopportabile. Se mi dimenticherai e andrai avanti con qualcun'altra sappi che non potrei mai odiarti, perchè io infondo amerò sempre e solo te, per sempre Shane James, questa è l'unica promessa che posso farti " mi prese il volto fra le sue mani

" ho bisogno di te " annuii alle sue parole e quando mi baciò con passione e necessità mi strinsi a lui come non mai, come se potessi fondere le nostre anime insieme per crearne una sola.

Passammo la notte a fare l'amore sotto le stelle, con l'anima in subbuglio ma con il cuore sincero. 

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