N°58 IMPARARE A GIOCARE A BASEBALL
CAPITOLO 8
Esattamente tre giorni fa, mamma aveva capito che era arrivato il momento di scegliere ciò che desideravo, quindi posero fine alla terapia e mi tolsero il catetere. Sapevo che la mia minaccia l'aveva spaventata, ma avevo sempre e solo parlato, non sarei riuscita a farlo da sola, quindi sapere che la mamma mi appoggiava, dopo una dura lotta, mi aveva resa felice.
Ora l'infermiera dell'ospedale era a casa mia per somministrare la dose giornaliera di farmaci, avevo finito la chemio, ma non di prendere le medicine. Ma mi sembravano un niente in confronto alle ore in cui ero stata legata a quella flebo.
" posso farti una domanda?" chiesi all'infermiera. Eravamo da sole sul giardino sul retro, e siccome non c'era la mamma, sapevo che potevo fargli questa domanda senza che nessuno scoppiasse a piangere
" certo " mi regalò un sorriso
" come sarà?" non c'era bisogno di mettere un soggetto. Era abbastanza chiaro quello che intendevo. Mi guardò comprensiva, il sorriso era sempre lì
" comincerai ad avere ancora meno appetito, ma avrai molta sete, il più delle volte avrai la febbre. La cosa più frequente che farai sarà dormire. E non avrai energie per fare niente "
" farà male?" me lo ero sempre chiesta, ma non avevo avuto il coraggio di chiederlo a nessuno, nei film non te lo fanno vedere, come non lo vedi nemmeno nella realtà. Magari era una cosa soggettiva, come il parto. Anche se ne dubitavo, a parer mio doveva fare un male cane, faceva male solo la terapia, figuriamoci quando sarei stata in procinto di morire.
" no, gli analgesici non ti faranno sentire niente " la sua voce era calma, come il suono del vento. Era utile, perché mi portò ad immaginarmi tra un paio di mesi, non è ciò che voglio, ma non posso sottrarmi alla morte. Mi chiedo se però voglio sentire il dolore, se voglio essere cosciente fino all'ultimo o ridurmi a tutti gli effetti ad un corpo vuoto che respira.
" credo che avrò paura " le confessai, non era solo paura, io me la stavo decisamente facendo sotto. Ero terrorizzata, lo sapevo solo io perché affermare di avere paura, avrebbe reso gli altri ancora più diversi, mamma sarebbe morta dentro. Mi facevo vedere forte, come se non avessi paura, come se l'avessi accettato. Sapevo che sarei morta, ormai era abbastanza chiaro, ma non mi sembrava vero, era come se dovesse arrivare il giorno esatto per averlo davanti agli occhi.
" non lo so, ma so che hai avuto una delle sfortune peggiori al mondo, e se io fossi al tuo posto avrei paura. Paura di lasciare qualcosa incompiuto, ma userai questo ultimo tempo nel modo giusto" annuii alle sue parole. Guardò il cielo e trasse un grosso respiro, come se ci fosse qualcuno che le desse la forza per andare avanti a parlarmi
" si alterneranno gli attimi in cui sarai cosciente e non, sentirai le persone che hai accanto, ma non sarai in grado di rispondergli o di reagire – e questa era una delle cose che odiavo di più – e alla fine semplicemente, non ti sveglierai più... hai altre domande?" aveva ancora quel sorriso, anche se si era spento un pochino. Scossi la testa, non avevo più domande
Johanna mi sorrise per poi alzarsi e andarsene, non prima di avermi detto che ci saremmo viste anche domani, e dopodomani e per tutta la settimana.
" aspetta! " dissi giusto in tempo prima che varcasse la soglia di casa mia e andarsene
" si?" la guardai torturandomi le mani
" perché hai scelto oncologia?" questo si che fu un sorriso pieno
" quando ero piccola, non concepivo il motivo per cui dei bambini potessero morire. I miei genitori erano medici, e molte volte parlavano del loro lavoro a casa " sembrava che stesse rivangando il passato
" avevano parlato di questo bambino che aveva una rara malattia, era rimasto in ospedale per sette anni. Si era salvato, la felicità nel volto dei miei genitori era leggibile a chilometri di distanza " ero contenta per quel bambino, che ora era sicuramente cresciuto e avrà avuto una famiglia.
" mi dissi che avrei voluto essere come loro, dare il mio contributo. Ma al momento del dottorato mi tirai indietro, pensai a quei bambini che magari non ce l'avrebbero fatta - mi guardò, sembrava che il suo cuore si stesse spezzando in mille pezzi - sarei stata responsabile. La gioia è immensa quando ne esci vivo, ma la seconda opzione è dolorosa anche per noi. E' come aver fallito, non averci provato abbastanza. Così divenni un'infermiera, avrei dato tutto quello che potevo offrire, vi sarei rimasta a fianco, avrei cercato con tutte le mie forze di rendervi tutto questo il meno pesante e doloroso possibile " annuii alle sue parole. Non riuscivo a capire Tyler, lo so che lo faceva per me, voleva porre fine alla parola cancro, voleva fare una grossa scoperta per salvare quelli nella mia stessa situazione. Sapevo che ce l'avrebbe fatta, ma la vita era dura. Magari anche lui ad un certo punto avrebbe capito che rivivere tutto ciò non sarebbe stato facile e si sarebbe tirato indietro. Ma non vivrò abbastanza per scoprirlo.
Rimasi un paio di minuti seduta sulla poltrona in vimini, con il mento appoggiato sulle gambe e gli occhi sul giardino. Mi ricordo di quando da piccoli lo consideravamo il nostro parco giochi. Papà insegnava ai ragazzi il Baseball e io giocavo a calcio con la mamma. Eravamo felici e spensierati, fino a quando tutto è cambiato per colpa mia. Tornerei volentieri indietro nel tempo, per impiantare bene nella mia mente ogni singolo momento della mia infanzia. Dal gesto più banale a quello che mi scalda il cuore.
https://youtu.be/EUaYMI76r5w
Le parole di Johanna mi hanno fatto capire una cosa. Non voglio andarmene con la paura che la gente si ricordi gli ultimi giorni e minuti della mia vita.
Capì che non dovevo più perdere tempo, così scattai in piedi dalla poltroncina in vimini e mi fiondai in camera mia. Afferrai il computer dal letto, poi andai a sedermi ai piedi della grossa finestra.
La prima cartella che avevo sul desktop era quella delle foto per il video, anche se non riuscivo a capire se effettivamente un video andasse bene. Se era abbastanza? dopo tutto le foto non parlavano per tutti, per me era così, ma certa gente non comprendeva, quindi, magari, dovevo trovare un modo più efficace e limitarmi alla mostra per le foto.
Eliminai la cartella per poi ricominciare tutto da capo, poi aprii google e scrissi, il miglior modo per dire addio.
1) parlare prima di andarsene
Se solo avessi saputo la data precisa in cui me ne sarei andata
2) parlare dei bei momenti trascorsi insieme
Già mi immagino in un fiume in piena di lacrime
3) continuare a parlare
Non riuscirò a parlare, dormirò soltanto
Non ero per niente brava con le parole, sin da quando ero bambina, preferivo ascoltare piuttosto che aprire bocca. Anzi non aprivo quasi mai bocca quando ero in pubblico, la gente credeva che fossi timida, ma in realtà non parlavo perchè non avevo nulla da dire. Non riuscivo quasi mai a dire ciò che pensavo, nel modo in cui lo pensavo, nella mia testa c'erano un sacco di bei discorsi, ma non sapevo come tirarli fuori.
Avevo provato a scriverli, ma poi buttavo tutto perché era confuso e stupido. Anche quando andavo ancora a scuola, quando era il momento di scrivere andavo in panico, la mia mente elaborava tante idee... ma poi non ero in grado di metterle per iscritto.
Però qui si trattava di dire addio alla mia famiglia e alle persone che amavo, quindi dovevo armarmi di coraggio e affrontare la cosa.
Presi carta e penna dal secondo cassetto della mia scrivania. Incomincia a scrivere le prime cose che mi venivano in mente, per ogni membro della mia famiglia. Non prima però di aver messo sottofondo una canzone abbastanza triste, come se non lo fossi già abbastanza.
" perché stai piangendo?" tirai su di scatto la testa al suono di quella voce. Shane mi stava guardando preoccupato, mi toccai gli occhi ed effettivamente aveva ragione. Non me n'ero nemmeno accorta.
" il solito " gli dissi asciugandomi con la manica della felpa. Posai il tutto sul pavimento per poi alzarmi.
" ti va di parlarne?" mi chiese gentilmente. Forse parlare era l'ultima delle cose che volevo fare adesso, specialmente se inerente a questo argomento. Scossi la testa, lui annuì
" ok, però se piangi vuol dire che sei triste. E il mio compito e farti passare momenti felici, quindi vatti a mettere qualcosa di comodo. ti aspetto di sotto " mi fece un occhiolino per poi uscire dalla mia camera. Era buffo come le persone giudicassero tutto dall'aspetto esteriore e subito. Lui si era rivelato esattamente tutto il contrario del ragazzo che avevo incontrato a quella festa. Anche se sapevo che quella parte di lui era nascosta chissà dove. Ma ora mi rendeva felice, e stare con lui non mi faceva pensare alla morte, anche se sapevo che da amica, non dovevo essere l'unica a sentirmi felice e serena. Anche lui aveva bisogno di sfogarsi e prima o poi sarei riuscita a tirargli fuori le parole.
" baseball, seriamente?" gli chiesi quando parcheggio la moto davanti al campo dell'università.
" sei stata tu oppure no a dirmi che volevi imparare a giocare " mi ero fregata con le mie stesse mani. Non avevo mai preso in mano una mazza, ci sarebbe voluto decisamente del tempo per imparare.
" si ma, non credevo lo avresti preso sul serio " gli dissi mentre mi porse un caschetto rosso
" e perchè mai non avrei dovuto prenderti sul serio? " non lo sapevo nemmeno io, ma mi dimenticai di rispondergli quindi mi prese per mano e mi condusse al campo. Non ero abituata a questo tipo di contatto, ma non potevo dire che mi dispiacesse.
" allora?" mi stava veramente chiedendo di rispondergli
" la gente non prende mai in considerazione ciò che dico. Jade per quanto l'adoro ha stipulato una lista di cose che vorrebbe fare lei. Mentre per mia madre è tutto troppo pericoloso quindi è sempre, no " non riuscivo a guardarlo negli occhi
" forse è ora che questa cosa cambi, hai l'età per scegliere ciò che è meglio per te " perchè era l'unico a vederla in questo modo
" sin da quando ero bambina mi è difficile, ero l'ombra dei miei fratelli e mi piaceva starmene per conto mio, accettavo sempre quello che mi proponeva la mia famiglia, che mi piacesse oppure no. Ritenevo che essendo la mia famiglia, scegliessero il meglio per me. Solo due volte ho scelto io per me stessa, la prima avevo sei anni e avevo deciso di continuare con il calcio anche se mamma voleva che facessi balletto, mentre la seconda è accaduta meno di una settimana fa " riuscì a guardarlo negli occhi, ed era bello vedere che mi stava ascoltando e sembrava anche capirmi.
" giocavi a calcio?" sembrava veramente colpito. Annuii
" ed ero anche molto brava, avrei potuto giocare per una grossa squadra "
" pure modesta devo dire " risi alle sue parole
" hey, se non sono modesta adesso non lo sarò mai più " ora fu lui a ridere
" te lo concedo Red "
" pronta?" mi disse aprendo la porta del campo, non volevo proprio farmi vedere così debole e poi ero sempre stata brava negli sport quindi.
" mai stata così pronta " mi misi il caschetto, mentre lui appoggiava la sua felpa alla ringhiera. Mi fece vedere come e dove dovevo mettermi.
" occhi fissi sulla palla, guarda sempre avanti. mi raccomando " era molto più elettrizzato di me. Mi guardava speranzoso
" credo di potercela fare" gli voltai le spalle e mi misi esattamente come mi aveva detto lui, fissai l'aggeggio che sparava le palle con intensità, e aspettai che la prima uscisse.
" bene " si allontanò. la prima palla uscì alla velocità della luce
" oh mio Dio " urlai e mi buttai a terra per paura che quel coso mi colpisse in pieno... ok, forse non ce la potevo fare. Era decisamente troppo veloce.
" quella palla avrebbe potuto uccidermi prima del tempo "gli dissi con le mani sui fianchi e sguardo da rimprovero, dopo essermi alzata. Shane stava cercando di non ridere. Ma quando si rese conto che non scherzavo, si schiarì la voce e si fece più serio
" ok " si avvicinò, mi fece rimettere nella posizione di prima e cominciò a insegnarmi veramente come fare.
" le mani più vicine. E poi rilassata come se dovessi andare a fare una passeggiata. Coraggio " mi stava avvolgendo in un abbraccio e le sue mani erano sopra le mie per farmi vedere esattamente dove dovevano stare. Non ero molto sicura, infatti mi girai a guardarlo un po' agitata
" fidati di me, ce la puoi benissimo fare " presi un respiro profonde e annuì alle sue parole. Non dovevo dubitare di me, avevo tutte le carte in regola per riuscirci.
" si " continuai ad annuire, mi stavo spronando da sola
" bene cominciamo "
Il primo lancio andò a buon fine, ma dato che Shane era rimasto dietro di me e mi aveva aiutato con i movimenti da compiere, non esultai come al secondo lancio, che andò a buon fine grazie solo a me stessa.
" brava " disse mentre applaudiva
" credo tu sia un talento naturale " lo guardai con rimprovero
" non prendermi in giro, altrimenti... " gli puntai addosso la mazza, che tra l'altro era di metallo.
" non mi permetterei mai, e poi cos'è, una minaccia? " si stava prendendo gioco di me e la cosa non andava bene
" James, se fossi in te starei attento " alzò le mani in segno di resa e ricominciammo a giocare, o meglio io. Lui si limitava ad osservarmi e ogni tanto mi correggeva. Era decisamente un pomeriggio alternativo, ma soprattutto la sua compagnia mi faceva molto piacere. Speravo che non succedesse niente di brutto.
" credo che tu ora possa entrare nella squadra dell'università... sei più brava di molti di loro " mi disse mentre ci incamminammo al deposito, per rimettere al proprio posto l'attrezzatura
" ma come sei gentile " lui sorrise divertito.
" posso chiederti una cosa? " mi disse mentre diede ad un signore ciò che avevamo utilizzato
" chiedi quello che vuoi, ma bada a ciò che chiedi. Conosco voi uomini " lo guardai con un sopracciglio alzato, cercavo di essere minacciosa, ma mi sa che non ci stavo riuscendo.
" hey, io sono un gentiluomo non mi permetterei mai. E dubito tu conosca veramente noi uomini " si mise una mano sul cuore come se fosse offeso.
" vivo con cinque ragazzi in preda agli ormoni adolescenziali. Molte volte si dimenticano che sto ascoltando le loro conversazioni anch'io " è impossibile non farmi apparire schifata
" credo che sia imbarazzante " lo fissai
" non hai idea quanto " scoppiammo a ridere dopo questo breve attimo, no ma a parte gli scherzi, potevano decisamente pensare a cose del tutto oscene insieme. E' sorprendente che non abbia mai vomitato, erano dei discorsi davvero indecenti. Erano perversi, le fantasie erano a dir poco malate, che diavolo c'è nel cervello degli uomini?
" comunque, volevo sapere... perchè un viaggio on the road?" in realtà non c'era mai stata una vera ragione, mi era solo passata per la testa, mi ero detta 'perchè no!' anche perchè comunque ero più che sicura che non ci sarebbe mai stato, quindi!
" forse per fare qualcosa che so già che mia madre non approverebbe " non so perchè risposi così, anche perchè non l'avevo mai vista in questo modo.
" se la metti così, sarei più che contento di darti una mano " lo guardai confusa, avevo veramente capito ciò che aveva detto
" vorresti venire con me?" lui alzò le spalle
" se per te non è un problema, mi farebbe bene una vacanza " disse mettendo le mani dietro la testa. Si anche a me sarebbe piaciuta una vacanza, lontano da tutti e da tutto.
" allora facciamolo " mi guardò e poi annuì. Ok saremmo partiti, ora dovevo solo trovare il coraggio di dirlo a mia madre. Sarebbe stata molto più dura del previsto.
" Posso farti un'altra domanda, prometto che dopo smetto?" annuii, anche se non mi stava dando fastidio il fatto che mi facesse domande, solitamente non lo faceva nessuno.
" non hai mai pensato di fare qualcosa di estremamente folle, pazzo e malato. Qualcosa che va contro tutto " non ero quel tipo di persona, non avevo mai infranto nessuna legge o regola, ero una brava ragazza
" no, non sono quel tipo. Anche pensare a una cosa del genere sembra difficile. oh.. però a Jade piacerebbe che infrangessi la legge. L'ha scritto persino sulla lista "
" ma è ciò che tu vuoi?" cosa volevo io? bella domanda, non sapevo nemmeno quello che volevo.
" sai quando per tutta la vita, obbedisci alle scelte degli altri. Diventa difficile decidere qualcosa per se stessi. Non ho mai pensato molto fuori dagli schemi " mi stava veramente ascoltando, la cosa mi piaceva, non ero molto abituata ad essere ascoltata
" quindi non hai mai pensato di fare festa fino a tardi, scappare di casa e non farsi sentire per due giorni, suonare campanelli e correre a gambe levate " stava tirando fuori un sacco di idee
" tu hai fatto queste cose?"
" io ne ho fatte molte di più, e non tutte molto belle. Comunque prova a pensare fuori dagli schemi... non ci credo che tu non abbia mai voluto fare qualcosa che i tuoi non ti permettevano " probabilmente è così, o forse no.
" l'unica cosa che mi ricordo. E' che avevo sei anni, e avevo un amore per le caramelle che andava oltre ogni schema, Ma mia madre non ce le comprava. Un giorno al supermercato, presi di nascosto un sacco di caramelle e le misi nel carrello. Quando arrivammo alla cassa, mamma se ne accorse, non diede di matto. Ma una volta in macchina sgridò Trevis. Credeva fosse stata colpa sua e mi sentii' in colpa. Credo che da quel momento, smisi di andare contro le regole di mamma. Forse credevo che essendo la più piccola avrebbero dato la colpa ai miei fratelli, E non lo ritenevo giusto "
" wow, la maggior parte dei bambini l'avrebbe sfruttata come vantaggio " io non ero la maggior parte dei bambini. Quando ero alle medie, venivo sempre presa in giro perchè ero riservata e non amavo mettermi nei guai, i bambini non mi chiedevano di giocare con loro. E Jade era in un'altra classe. Avevo imparato a ignorarli, ma nel profondo volevo dannatamente che uno di loro mi invitasse a giocare. Invece no, ero la ragazza che stava sempre da sola. Alla fine il cancro mi aveva dato a tutti gli effetti la solitudine.
" non sono come la maggior parte delle persone " sapeva che mi riferivo anche al cancro
" no, sei migliore" scossi la testa alle sue parole
" non sono migliore, sono solo una ragazza che ha dovuto crescere più in fretta del tempo, che fa parte di una gerarchia molto chiusa e privata di persone "
" avere il cancro non vuol dire che tu sia peggiore "
" ma non sono come le altre persone " mi alzai e mi girai verso di lui
" sei speciale " sorrisi alle sue parole, gli porsi la mano così che si potesse alzare, l'afferrò e si alzò.
" comunque forse una cosa che non ho mai fatto e che mi piacerebbe fare, è vedere un Horror " spalancò gli occhi e la bocca, che c'è avevo detto qualcosa di male?
" non puoi non averne mai visto uno " scossi la testa, non ne avevo mai visto uno, prima ero troppo piccola, poi avevo troppa paura per vederlo da sola
" allora rimedieremo, stasera vedrai il tuo primo film Horror e dormirai per la prima volta fuori casa, dato che non mi sembra tu l'abbia mai fatto " era una proposta più che allettante
" per la prima non ci sono problemi, ma credo che per la sec... " mi bloccò e non mi fece finire di parlare
" non voglio obiezioni, non accetto un no come risposta. E poi puoi dire ai tuoi che dormi da Jade, scommetto che non hai nemmeno mai detto bugie " scossi la testa, non ero una che mentiva ai miei. A parte la volta della festa, o quando ho cantato al red o... ero una che mentiva ai genitori. Chi stavo diventando?
" ok, va bene " lui mi fece un occhiolino per poi incamminarci verso la sua moto, mi ricordai di una cosa importante che dovevo fare.
" prima devo passare al Red, devo dare una cosa a mio fratello. Mi daresti un passaggio?"
" contaci " mi mise il casco, per poi partire.
" cosa ha detto?" non ne avevo idea, avevo appena mandato un messaggio a mia madre dicendole che dormivo da Jade, e uno alla mia migliore amica chiedendole se potesse coprirmi. Quest'ultima disse che andava più che bene, ma che domani mattina sarebbe passata da me per avere tutti i dettagli. Le dissi che non c'erano problemi.
" non mi ha ancora risposto, torno tra un secondo " gli dissi mentre sparivo all'interno del locale di mio fratello, mentre aspettavo la risposta di mia madre.
" ciao Seam " aveva ventisei anni ed era il braccio destro di mio fratello. Era l'unico di cui si fidasse, si erano conosciuti al college ed erano diventati subito buoni amici.
" ciao Nikky, cerchi tuo fratello?" annuii
" sapresti dirmi dov'è?" mi indicò le scale che portavano in cantina
" sta sistemando la merce, non credo gli dispiaccia se vai giù " lo ringraziai per poi raggiungere mio fratello, anche se un po' me ne pentì. Faceva decisamente troppo freddo qui sotto.
" Ciao Tino " salutai mio fratello quando entrai, lui si girò smettendo di fare qualsiasi cosa stesse facendo.
" Hey, che ci fai qui?" mi chiese venendo verso di me per poi abbracciarmi.
" avevo bisogno di darti una cosa " mi guardò un po' sospettoso
" scommetto non potessi darmela a casa " no decisamente no, ero troppo agitata e avevo già in mente di dargliela oggi. Non potevo aspettare e dato che non sarei tornata a casa, gliela avrei portata qui.
" ok, qualunque cosa si tratti va bene, puoi metterla nel mio ufficio " annuì, gli diedi un bacio sulla guancia e poi sparì.
una volta entrata nel suo ufficio, non mi sorpresi di trovarlo in super ordine, era l'unico ordinato dei sei ad avere qualsiasi cosa in ordine. la posi al centro della scrivania sopra la sua agenda, la leggeva ogni sera prima di chiudere, quindi sapevo che avrebbe trovato la lettera e l'avrebbe letta.
{ Caro Tino,
sei il fratello maggiore, la roccia e l'eroe dei tuoi fratelli, ma sei anche l'eroe che ogni bambino vorrebbe avere. Mi hai fatto da mentore, da esempio, da secondo padre e sin da piccola eri e sarai il mio punto fermo, c'eri sempre per me, preferivi giocare con me che con i miei fratelli, perché sapevi che mi sentivo sola, e sapevi anche che ero gelosa quando voi cinque giocavate senza coinvolgermi, dicevate che ero una femmina e che non potevo capire. Tu mi rendi sempre partecipe. Ti ho fatto prendere tanti tè con i miei orsacchiotti, ma ogni volta per te era come se fosse la prima. Non riesco nemmeno a spiegare quanto tu valga per me, sei tutto, il mio punto fermo e so di poter sempre contare su di te in qualsiasi momento. Mi uccide una seconda volta non potervi vedere felici, e mi odio per aver distrutto la tua storia d'amore. So che la colpa è la mia, anche se tu non lo ammetteresti mai, perché preferisci soffrire tu piuttosto che far soffrire noi. Hai sempre messo noi cinque prima di te, e non è giusto. Anche tu hai il diritto di essere felice, come lo siamo noi. Quindi promettimi che quando io non ci sarò più, troverai l'amore della tua vita, e a qualunque costo le farai capire che la ami da sempre e che non rinuncerai mai a lei. Combatti per voi due e non arrenderti mai, non lasciare che i primi ostacoli ti abbattono, falle capire che sei lì solo per lei.
Ma soprattutto falle capire che non hai mai smesso di amarla. Perché se ho capito una cosa grazie alla malattia è che in realtà non si ha mai il tempo che si crede di avere. Quindi combatti per ciò che ami con tutte le tue forze. E non arrenderti mai, perché se no sarò molto arrabbiata.
ti voglio bene con tutta me stessa
la tua Ny }
" fatto! " gli dissi una volta uscita dal bar, era appoggiato alla moto, il suo casco in mano e il mio appoggiato sulla sella.
" cosa ci propone la casa?" Shane era intento a cercare il film adatto sul computer, io invece ero già seduta sul letto - era decisamente molto comodo - con una pizza formato famiglia ai miei piedi. Ci eravamo fermati a metà strada, avevo espressamente detto al energumeno che ora era di fronte a me con il suo portatile in mano, che io non avevo fame. Ma aveva insistito a tutti i costi e aveva preso metà della pizza margherita perché riteneva che fossi una persona da margherita. Ero scoppiata a ridere, anche se aveva perfettamente ragione.
lui aveva preso un quarto con la pasta e formaggio e l'altro quarto con bacon cheeseburger, cheddar e cetriolini. Gli avevo detto ' non puoi mangiarla seriamente ' lui mi aveva risposto che non avevo idea di quello che mi perdevo, perchè era la fine del mondo. Gli credo sulla parola perchè non avrei mai e poi mai assaggiato quell'obbrobrio.
" vado sul classico, l'esorcista è il migliore per cominciare " si sedette sul letto e mise in mezzo il computer.
" diciamo che il nome non mi elettrizza molto " anzi direi tutto il contrario. Mi porse una cuffia, fantastico così avrei sentito il tutto ancora più enfatizzato. Non sarei mai sopravvissuta a questa notte.
" prima di iniziare, mi spieghi come mai non ne hai mai visto uno? sai, faccio ancora un po' fatica a crederti " mise in pausa sulla sigla
" prima ero una bambina, poi avevo troppa paura di guardane uno da sola " annuì
" bè d'ora in poi, potrai contare su di me per vederne uno " diciamo che la cosa mi faceva sia piacere che no, già di mio ero una fifona, figuriamoci dopo aver visto un horror
" credo che dopo stasera mi fermerò " lui rise
" non puoi dirlo adesso, magari scopri che è il genere di film adatto a te " non ne ero molto sicura.
" convinto tu! "
" hey, se ti copri gli occhi ti perdi il bello della scena " ma che bello, qui di bello non c'era assolutamente nulla, e potete giurarci stanotte non avrei chiuso occhio.
" io non ci trovo nulla di bello " gli dissi, anche se sbirciavo un po' dalle dita, che erano pronte a chiudersi in un baleno a ogni scena orribile.
" vuoi un morso?" mi chiese porgendomi la sua pizza, avevo ancora le mani sugli occhi.
" come fai a mangiare in un momento così?" a me era passato del tutto l'appetito
" gli horror mi fanno venire sempre fame " scossi la testa
" tu non sei affatto normale " secondo me la conversazione poteva apparire più che buffa, io con gli occhi coperti e lui che rideva e mangiava.
" togli la mano, ora la scena è tranquilla " mi fidai di lui, così con calma tolsi le mani dagli occhi, ma la scena era tutto fuorché tranquilla
" oddio " dissi mettendo le mani dov'erano prima, Shane scoppio a ridere
" a si, ti diverte " tolsi le mani dagli occhi e cominciai a schiaffeggiarlo sul braccio, lui continuava a ridere. Lui si mise la crosta in bocca così da avere le mani libere e mi afferrò i polsi
" mhm muum mmmm " avevo decisamente capito tutto quello che aveva detto.
" non ho capito una sola parola di quello che hai detto " lui prese la crosta con una mano e la tolse
"ho detto che, sei molto buffa " lo guardai minacciosa
" bada a come parli James " lui mi guardò con sfida
" se no che mi fai?"
" potrei strangolarti mentre dormi, dato che dopo questo film non chiuderò occhio per una settimana " scoppiò di nuovo a ridere
" la finisci di ridere di me " lui scosse la testa, poi si alzò dal letto e tolse una cuffia.
" dove vai?" gli chiesi tirandomi su, appoggiando meglio la schiena alla testiera
" in bagno, hai paura " si dannatamente si, ma dovevo farmi vedere forte
" assolutamente no! " lui annuì per poi uscire dalla sua camera. io ritornai sul desktop del computer, dato che avevamo messo il film in pausa su una scena terrificante. Poi tirai fuori il mio cellulare e risposi a mia madre. Disse che non c'era problema e che avrebbe chiamato la madre di Jade l'indomani mattina per ringraziarla. Non mi allarmai anche perchè avevo accennato già alla mia migliore amica che avrebbe fatto una cosa del genere, quindi sapevo che avrebbe spiegato tutto lei a sua madre.
Scattai come un leone pronto all'attacco, quando sentii la porta aprirsi, ma non c'era nessuno.
" Shane?! " giuro su Dio, che se mi faceva spaventare l'avrei picchiato per giorni. la porta si richiuse subito dopo, io chiamai nuovamente il moro senza ottenere nessuna risposta, di nuovo. Ok, non farti prendere dal panico, è solo uno stupido scherzo.
La lampada del comodino di sinistra si accese, così mi girai ma non vidi nulla, chiusi gli occhi per controllare la paura, quando sentii un soffio sulle mie caviglie. Respira. Riaprì con calma gli occhi e poi mi girai a destra, anche la mia lampada era accesa, ma non c'era l'ombra di nessuno. Chiusi nuovamente gli occhi e feci di nuovo un lungo respiro. Ok, ce la puoi fare. Quando sentii il respiro sul mio collo, apri gli occhi di scatto
" Buh " mi disse molto lentamente quell'idiota di James.
" Dio! " urlai, e come un gesto meccanico lo scaraventai dall'altra parte del letto, dove lui scoppiò a ridere di gusto
" non è assolutamente divertente " cominciai a colpirlo di nuovo come prima, lui continuava a ridere imperterrito.
" io dico che lo è invece " riuscì a dire tra una risata e l'altra
" no non lo è " continuai a colpirlo e non ricordo come, ma finì a cavalcioni su di lui. Lui si riprese abbastanza in fretta, afferrò i miei polsi e ribaltò la situazione. Era troppo vicino
" non farlo mai più " gli dissi con molta calma, lui mi guardava negli occhi e annuì.
Rimanemmo per una buona manciata di minuti così, lui teneva ancora i miei polsi nelle sue mani enormi, e non avevamo smesso nemmeno un secondo di fissarci.
Capii al volo le sue intenzioni, incominciò ad avvicinarsi molto lentamente, non avevo idea di cosa fare. Sapevo che una parte di me voleva follemente baciarlo, ma sapevo anche che non era giusto. Non era assolutamente giusto, dovevamo rimanere amici, solo buoni amici. Quando il suo naso toccò il mio, posi fine alla magia, se così la si può chiamare.
" Forse è meglio dormire " non poteva venirmi in mente nient'altro di meglio, lui annuì. Percepì un pizzico di delusione nel suo sguardo, che si prese la briga di spostare lentamente. Mi liberò i polsi, poi si alzò. Spostò il Pc sulla sua scrivania, mentre lasciò il cartone della pizza sul pavimento. Ero più che imbarazzata e sapevo che si sarebbe voluto un po' prima di ritornare alla normalità. Sapevo anche che avrei dovuto dargli una spiegazione.
" Shane! " lo chiamai una volta sotto le coperte, lui fissava il soffitto, mentre io gli davo le spalle
" mh "
" scusa " fu l'unica parola che gli dissi
" non c'è bisogno di scusarti Nikky " forse aveva ragione, ma io ne sentivo il bisogno
" forse hai ragione, ma volevo dirtelo " non sentii più risposta. Fino a pochi minuti dopo
" Buonanotte " sentii il letto muoversi e capì che si era girato
" Buonanotte " gli risposi in un sussurro.
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Dopo la bellezza di un mese ce l'ho fatta a pubblicare questo capitolo.
Fatemi sapere cosa ne pensate
un bacio :)
grazie
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