N° 26 TOCCARE IL CIELO CON UN DITO
CAPITOLO 12
" Dimmi che è uno scherzo, e che davanti a me non c'è il Plaza " dissi a James allibita, non poteva aver scelto il plaza come hotel, era uno dei più costosi di New York se non il più costoso.
" perchè, non ti piace? " era leggermente deluso, ma non volevo insinuare quello
" scherzi, è il plaza, a chi non piace? Ma sarebbe andato bene anche qualcosa di più economico " gli dissi dopo essermi messa davanti a lui e aver fatto in modo che mi guardasse negli occhi.
" non ti preoccupare per quello " mi prese la mano e mi condusse verso l'entrata. No volevo discutere su quello, aveva decisamente già fatto troppo, non volevo che spendesse tutto quello che aveva per una vacanza stupida.
" no, invece mi preoccupo " lo feci fermare e lo costrinsi a guardarmi, lui sbuffò per poi alzare gli occhi al cielo.
" mio padre mi versa soldi ogni mese sul mio conto, ma non mi abbasserò mai a usare i suoi soldi. Ho pensato che una vacanza a sue spese sarebbe stata perfetta " disse per poi a passo svelto entrare nell'hotel, lasciandomi indietro. L'avevo fatto arrabbiare, cosa che non volevo assolutamente, volevo finire al meglio questa bellissima giornata.
Mi affrettai e lo seguii dentro quell'enorme Hotel, diciamo che la bocca aperta davanti a cotanta bellezza non era proprio di classe. Mi sentivo una bambina, ma fu inevitabile non farlo, fu come un istinto, fu più grande di me.
Mi ripresi dal mio stato di trans, solo quando intravidi James dirigersi agli ascensori, stiamo scherzando, mi avrebbe lasciata qui da sola. Ora quel damerino mi avrebbe sentita.
Quando fummo in ascensore, cercai di parlare due volte, ma lui mi zittì cosa che mi fece imbestialire, in più non potevo nemmeno urlargli addosso ciò che pensavo siccome c'era altra gente. Ma quando saremmo usciti da questa scatola di tonno, oh ne avrei avute da dire per tutti, anche se fosse passato un cameriere, avrei trovato qualcosa da dire anche a lui.
" sei libera di sceglierti un altro Hotel, se per sua signoria questo non è abbastanza " mi fece l'inchino e a passo spedito si avvio verso la stanza. Rimasi a bocca aperta, e no bello mio, nessuno mi tratta così. Cominciai a camminare, cercando di stargli dietro, cosa decisamente non facile, e sbraitandogli dietro
" senti, non volevo insultarti o dire chissà che cosa, mi scuso se è sembrato così. Ma volevo solo dire che non dovevi disturbarti nel fare una cosa del genere, prenotando un Hotel così costoso per me che sono nessuno. Dannazione avrei dovuto pensarci io dato che ho organizzato tutto io, invece no l'hai fatto tu e la cosa mi fa sentire ancora di più una merda. In sostanza, semplicemente non dovevi spendere così tanto " quando finì il discorso ero senza fiato, lui aveva aperto la porta, posato lo zaino e mi guardava annoiato appoggiato allo stipite della porta. Ero proprio lenta.
" te l'ha mai detto nessuno, che quando sei arrabbiata, parli tantissimo " lo guardai malissimo, per poi oltrepassarlo e entrare in camera.
Ok, ora mi sentivo una vera merda. Rimasi letteralmente a bocca aperta. Non aveva prenotato una semplice camera, no una camera decisamente molto costosa. Le nostre valigie erano adagiate vicino alla porta. Davanti a me c'era un piccolo corridoio, che era ricoperto di petali con ai lati delle candele, come ad indicare un sentiero. Lo seguii e notai che portava alla camera da letto, il quale era ricoperto da petali di rose rosse, l'atmosfera era bellissima. La luce era spenta, ma dalla finestra e grazie alle candele, si vedeva tutto. Sul balcone intravidi un tavolo preparato ad opera d'arte. Aveva organizzato tutto questo per noi e io l'avevo trattato male.
Mi girai verso di lui, ora era appoggiato alla porta con sguardo consapevole, mi sentivo mortificata. Mi sedetti a terra, esattamente nel punto in cui mi ero fermata, e lo guardai colpevole.
" mi sento una merda " gli dissi abbassando lo sguardo sulle mie scarpe unite. Percepì i suoi passi, quando entrarono nel mio campo visivo, alzai la testa. Mi stava sorridendo, si abbassò alla mia altezza
" forse un pochino " lo guardai allibita, per poi schiaffeggiare un braccio. Solo io potevo insultarmi. Lui sorrise divertito. Ci guardammo negli occhi per una buona manciata di minuti e io mi persi in ogni minimo dettaglio delle sue iridi. Erano di una bellissima tonalità di azzurro, quasi da farli sembrare trasparenti. Non avevo mai visto i Caraibi, ma potevo scommetterci, che i suoi occhi avevano lo stesso colore di quel mare.
" almeno ti piace?" annuii, piacere era molto, troppo riduttivo.
" E non hai ancora visto il bagno " a quelle parole mi tirai su come un razzo e mi fiondai in bagno. La vasca era ricoperta di petali di rosa, ai piedi di questa dello champagne, sparse per il bagno c'erano candele alla vaniglia accese.
James fece il suo ingresso in bagno, non potei che sorridere divertita, ora indossava solo la canottiera...
" per caso, ma solo per caso, tutto questo avrebbe anche un secondo fine?" gli chiesi, Lui mi guardò colpevole
" probabile " mi piaceva la sua sicurezza, come anche nelle situazioni più assurde, lui era sempre sicuro di se. Non l'avevo ancora visto imbarazzarsi per qualcosa, o tirarsi indietro.
Mi avvicinai a lui, misi un dito nei passanti della cintura dei suoi jeans neri e lo tirai vicino a me.
" diciamo che questo probabile, può benissimo diventare un si " gli sussurrai, cercando di essere il più sensuale possibile. Era impressionante come, stare con lui, mi portasse a dire cose, che se prima ci pensavo, mi imbarazzavo da sola. Mi faceva sentire a mio agio, e amavo questa cosa.
Vidi la lussuria attraversare il suo corpo, in pochi secondi mi ritrovai con le gambe avvinghiate ai suoi fianchi e la sua lingua in bocca. Non potevo chiedere di meglio.
" Nikky?" mi staccai dalla sua bocca e lo guardai, aveva gli occhi chiusi e si stava mordendo il labbro, gli accarezzai lo zigomo
" dimmi " aprì gli occhi, finalmente, potei perdermi nella distesa dei Caraibi
" di solito sono uno che va dritto al punto, ma dato che l'ultima volta tu... " non lo feci finire di parlare perché gli misi il mio indice sulle labbra, così fu costretto a tacere
" James, non te l'ho detto. La colpa è mia, non pensavo veramente quello che ho detto " lui tolse il mio dito dalla sua bocca in un modo così gentile, rimasi sorpresa, riusciva a tenermi salda con una mano sola.
" No Red, voglio fare le cose per bene. Dato che la tua prima volta non è stata perfetta, quindi " mi fece scendere dalle sua vita, così mi ritrovai in piedi dinanzi a lui.
" per me è stata perfetta anche quella volta " mi zittì con un dolce bacio sulle labbra, poi scese sul mio collo, che riempì di piccoli e dolci baci umidi. Ma la cosa che mi fece rabbrividire e sentire le gambe molli, fu quindi dopo avermi morso il lobo, fece correre la sua lingua su tutto il mio collo. Mi sentii decisamente mancare
" voglio assaporare ogni parte del tuo corpo " mi sussurrò sul collo e bè, presi decisamente fuoco. Portai istintivamente una mano alla base del suo collo e l'altra sul suo bicipite, erano l'unico appoggio che avevo, perchè le mie gambe stavano cedendo.
Mi tolse la maglietta di dosso, fece scorrere le mani su ogni parte del mio corpo e quando arrivo ai jeans mi guardò negli occhi, slacciò il primo bottone, poi il secondo e infine il terzo, non staccò mai gli occhi dai miei. Nemmeno quando si mise in ginocchio e mi tolse definitivamente i pantaloni. Tutto con una calma che cominciava a darmi sui nervi.
" sei decisamente troppo vestito " non so con quale coraggio riuscì a dire quelle parole, o peggio a fare ciò che feci. Misi due dita sotto il suo mento e lo invitai ad alzarsi. Gli tolsi la maglietta e rimasi a bocca aperta da tutta quella bellezza. Feci scorrere il dito sui suoi addominali scolpiti. Dannazione, non potevo crederci. Stava veramente succedendo a me e per la seconda volta.
Le mie dita, erano molto curiose, infatti scesi ancora più in fondo fino a fermarmi ai Jeans, sollevai la testa per guardare James e far scatare la fibia della cintura
" impaziente Red " mi stava prendendo in giro, gli diedi un stretta e lo avvicinai
" non ne hai idea " gli dissi molto seria, mi sorrise divertito
" ok, ma prima... " non finì la frase, allungò le braccia e velocemente fece scattare il gancetto del mio reggiseno. Portavo reggiseni a balconcino senza spalline, siccome mi facevano male a causa delle ossa un po' troppo sporgenti, quindi cadde a terra.
" ora puoi benissimo continuare " si portò le mani dietro alla testa, e si godette lo spettacolo. Ora si che ero in imbarazzo, la prima volta nessuno dei due aveva speso molto tempo ad osservare l'altro, ma in questo momento. Ero nuda di fronte a lui, a parte per le mutandine. Ero più sicura di me, siccome il suo sguardo continuava a fissarmi il seno. Non ero di certo ai livelli delle ragazze che aveva sicuramente frequentato. Chiusi gli occhi, feci un respiro profondo e continuai ciò che stavo facendo.
Quando anche l'ultimo bottone saltò, misi i pollici all'interno dei pantaloni, li posizionai e feci scivolare i pantaloni.
" porca puttana! " mi uscì, non riuscì a controllarmi. Il signorino non portava le mutande e davanti a me c'era il suo amico pronto sull'attenti. Non so per quanto lo fissai, per poi colorarmi di imbarazzo e alzare lo sguardo. James rise divertito
" quel coso non entrerà mai! " gli dissi per poi riportare lo sguardo in mezzo alle sue gambe, decisamente troppo grande.
" ti ricordo che è già entrato una volta " mi disse, ora fu decisivo, divenni rossa dall'imbarazzo. James mi abbracciò per poi ridere sul mio collo.
" rilassati Red, niente che tu non abbia già provato " il suo sorriso divertito riuscivo ancora a percepirlo. Si stava beffando di me, gli tirai uno schiaffo sul fianco, sapevo che tanto non gli avevo fatto niente, infatti rise ancora con più gusto
" mi piace violento " mi misi la mano davanti agli occhi, mi pizzica la base del naso.
" cosa devo farmene di te?" gli chiesi quando si staccò, anche se le sue mani rimasero sui miei fianchi
"semplicemente accontentarmi" mi fece sfilare le mutandine, che mi prestai a scavalcare.
Poi mi prese la mano e mi portò nella vasca da bagno
Era decisamente andato tutto, molto meglio della prima volta, perché non avevamo finito per litigare, anzi avevamo fatto sarcasmo. E avevamo cominciato a parlare delle mie capacità sessuali, pur essendo una inesperta al suo secondo rapporto sessuale. Li avevo preso coraggio e gli avevo detto che avevo un bravo maestro e che imparavo in fretta. Si era sentito molto lusingato e mi aveva offerto di insegnarmi tutto quello che sapeva sul sesso, come potevo rifiutare un invito del genere.
" devi smetterla di farmi vedere questo genere di film " gli dissi portandomi la sua mano davanti agli occhi. Ci eravamo messi comodi sul letto, lui indossava solo l'asciugamano mentre io ero rimasta in accappatoio, e mi trovavo in uno dei posti più belli al mondo. Tra le sue gam... braccia.
Avevamo finito per mangiare sul letto, o meglio lui mangiava, dato che aveva deciso di farmi vedere un altro horror, cosa che non amavo. Avevo obiettato e combattuto per un po', ma poi mi ero arresa. Era difficile persuaderlo, e poi avea già fatto tanto per me, glielo dovevo.
" no, mai. prima o poi riuscirai a vederne uno intero " disse per poi mettersi in bocca un altro pezzo di carne senza mai staccare gli occhi dal televisore.
" io non credo, mi fanno troppa paura " gli dissi nascondendo di nuovo gli occhi con l'aiuto di una delle sue parti del corpo.
" che femminuccia " disse divertito, gli tirai una gomitata. Finse di essersi fatto male.
" io sono una femmina " gli dissi alzando gli occhi al cielo così da poter vedere i suoi attenti. Mi baciò la punta del naso
" no, tu sei più come una bambolina " scossi la testa, ci rinunciavo, sapevo che avrebbe continuato a farmi vedere gli Horror, quindi mi non mi restò che accoccolarmi tra le sue braccia e cercare di prendere sonno.
Non fu possibile siccome i versi e le urla di quei dannati mostri mi tenevano sveglia. E mi stavo annoiando, quindi cominciai a fare conversazione. L'argomento non era decisamente semplice
" Shane posso farti una domanda?" volevo cominciare a conoscerlo meglio, volevo sapere tutto di lui.
" sicuro Red " sapevo che avrei cambiato il suo umore, ma volevo sapere
" non hai mai pensato di riallacciare i rapporti con tuo fratello? " si irrigidi sotto di me, credo non si aspettasse questo genere di domanda.
" non è mio fratello " mi morsi il labbro, non mi aspettavo questo genere di risposta
" bè, per metà lo è " mi stavo addentrando in zone pericolose, e avevo un po' paura che potesse urlarmi dietro. Ma io volevo venire a conoscenza del suo passato e di cosa esso comportasse.
" Nikky, possiamo parlare di altro " mi girai verso di lui e mi misi in ginocchio
" no, tu sai praticamente tutto di me. Io voglio sapere qualcosa di te. E voglio capire perchè ritieni che tuo fratello non sia tuo fratello. Io senza i miei non saprei come fare " gli dissi con il cuore in mano, non mi guardava negli occhi, sapevo quanto fosse un discorso che non voleva intraprendere.
" il mio rapporto con lui non è come il vostro " gli misi le mani sul collo e lo costrinsi a guardarmi
" allora dimmi com'è, io sono qui apposta " vidi che stava pensando a cosa fare, se parlarne o starsene semplicemente zitto.
" da quando mio padre si risposò, ho cercato di essere come un fantasma, mai a casa e che nessuno sapesse dove fossi. Odiavo mio padre e odiavo quel bambino, perché ogni volta che lo vedevo mi veniva in mente il suo tradimento. Aveva tradito mia madre. Mi montava una rabbia tale che avevo paura persino di me stesso. Invece lui mi cercava sempre, e io non tolleravo questa cosa. Così a diciassette anni me ne andai di casa, sentivo mio padre forse, forse una volta all'anno. Non riuscivo a vivere li dentro " annuii alle sue parole e cominciai a far scorrere avanti e indietro il pollice sulla sua guancia.
Mi dispiaceva per lui, non ne aveva nemmeno idea. Non avrei continuato, anche se mi sarebbe piaciuto dirgli, che, se l'era presa con un bambino che non c'entrava assolutamente niente. Era nato da un tradimento, ma cosa ci poteva fare, se non vivere la vita che aveva avuto.
Mi svegliai nel cuore della notte a causa di un incubo, l'avevo detto che quei film non facevano per me. Alla fine mi ero addormentata tra le braccia di Shane, anche se adesso mi ritrovavo distesa nella mia parte di letto, con lui al mio fianco disteso a pancia in giù con il suo braccio avvinghiato alla mia vita.
Scesi dal letto, feci cadere l'accappatoio e afferrai la maglia di Shane che era sul pavimento. Avevamo spento le candele, ma i petali di rosa erano ancora percepibili a causa della mia mancanza di ciabatte ai piedi.
Uscì sulla veranda, c'era una bellissima vista su New York, ed era bellissimo come, anche se erano le tre della mattina, era ancora viva.
Appoggiai i gomiti alla ringhiera, misi le mani alla base del collo e chiusi gli occhi. Tirava un venticello che mi fece rabbrividire. Non mi importava, era una sensazione bellissima.
Assaporai tutto, ogni rumore, ogni movimento e ogni suono del vento. Ed arrivai ad una conclusione. Non volevo lasciare questo posto. Non volevo lasciare questo mondo. Non avevo ancora visto nulla, né fatto niente di importante. Non potevo andarmene senza aver fatto qualcosa di buono, che potesse cambiare delle situazioni. Ero inutile. Ma d'altronde avevo solo diciotto anni, cosa poteva mai dare al mondo una ragazzina di diciotto anni.
Fu inevitabile, scesero, le lacrime scesero come la pioggia. Quando inizia a piovere nessuno se ne accorge, le gocce sono poco percepibili a parte per l'ombra che lasciano sull'asfalto. Nell'aria si respira l'odore, ma nessuno riesce a vederle cadere. Era un pianto silenzioso, ma per me diceva più di mille parole. Io ero come quelle gocce, me ne sarei andata via in silenzio, senza aver fatto nulla, con la sola condizione che le persone avrebbero sentito il mio addio.
" hey, tutto ok?" mi chiese James, non mi ero nemmeno resa conto che si fosse svegliato. Mi prestai ad asciugare le lacrime, per poi stringere le braccia che mi stavano circondando
"si, tutto bene " la mia voce era incrinata, non era pulita, segno che non stavo affatto bene
" Nikky, dimmi cosa non va?" mi sussurrò per poi baciarmi la spalla, scoppiai a piangere
" c'è che ho paura, non voglio essere come il vento " era una frase che avevo sentito in un film, Mandy Moore disse quelle parole in un modo così vero, che solo ora capì a pieno ciò che volesse dire.
" E cosa ci sarebbe di male nel vento?" mi girai verso di lui, anche se sapevo che magari dirlo sarebbe stato difficile, avevo bisogno di parlare con qualcuno.
" perchè il vento viene solamente percepito " lui mi strinse fra le sue braccia, era uno di quegli abbracci che ti toglievano il fiato.
" non sarai mai solo percepita Nikky, hai un sacco di persone che ti amano. Nessuno ti dimenticherà mai. Sarai nei pensieri, nei giorni, nelle ore, nei minuti delle persone che ti amano. Sei troppo importante per essere solo percepita " A quelle parole capì due cose, che Shane era molto più di quello che faceva credere alla gente. E secondo che la n° 48 che Jade aveva voluto inserire con tanta insistenza si era avverata, peccato che io non lo volevo. Abbandonare questo posto con la consapevolezza di essere innamorati di una persona è doloroso e insopportabile. Non mi dovevo innamorare, e tanto meno lo avrebbe dovuto fare lui. Ma ero egoista, non avrei potuto rinunciare a lui così facilmente.
Ora non potevo più mentire a me stessa, amavo il ragazzo che mi stava stringendo tra le sue braccia.
" Mi spieghi dove stiamo andando e perché mi hai svegliato così presto? " non erano nemmeno le 6 di mattina e noi eravamo in giro per le strade di New York.
" E' una sorpresa " eravamo in Taxi pronti per la nostra prossima destinazione. Non avevo idea di dove saremmo andati. L'unica cosa che mi aveva detto era vestiti comoda. Avevo optato per short di jeans morbidi a vita alta, che tra l'altro mi stavano un po' larghi, una t-shirt dei Guns - avevo tagliato le maniche, mi facevano sembrare stupida - che inserì nei pantaloni e infine una lunga camicia fino a metà coscia. Faceva ancora freddo a quest'ora, infatti misi anche toque, un cappello di lana morbido e presi il mio zaino, lo adoravo me l'aveva regalato mio padre, era modello 1960 e io lo adoravo.
" siamo arrivati " Shane pagò il taxi e poi mi prese la mano
" devi smetterla di pagare sempre tu " gli dissi guardandolo con una nota di rimprovero
" vogliamo seriamente tornare su questo discorso " no, non volevo assolutamente ma sapevo che non era giusto. Sbuffai guardandolo male, lui sorrise vittorioso. Incominciò a incamminarsi verso l'edificio di fronte a noi, che tra l'altro era altissimo. Quando entrammo rimasi a bocca aperta, esattamente come mi era successo con il Plaza
" benvenuta all'Empire " mi disse James all'orecchio. Aspetta cosa, era quell'Empire? Oh, mio Dio, ora potevo morire felice. Io e Jade eravamo delle vere fanatiche di Gossip girl, e sapevamo quanto questo edificio fosse legato a quella serie. Mi venne in mente l'episodio in cui Chuck avrebbe voluto chiedere a Blair di sposarlo, esattamente quì.
" ti sei incantata " Shane mi riportò alla realtà, così continuammo a camminare.
" scusa, è che non è qualcosa da tutti i giorni " gli dissi gesticolando con le mani per indicargli l'Empire. Lui si mise a ridere. Mi afferrò la mano per poi condurmi all'ascensore.
" pronta ad arrivare all'ottantaseiesimo piano?" mi chiese mentre le porte si chiudevano, non poetvo ancora crederci, ero all'Empire. Mi limitai ad annuire e a stringergli più forte la mano, lui mi tirò più vicina e mi mise un braccio intorno alle spalle.
Quando le porte si aprirono, fui contenta che non c'era quasi nessuno sulla terrazza. Shane mi diresse vicino la balaustra e mi abbracciò da dietro.
" dovrebbe arrivare tra dieci minuti " disse baciandomi alla base del collo dopo aver controllato l'ora
" che cosa?" gli chiesi girandomi a guardarlo, lui stava sorridendo mentre guardava il meraviglioso paesaggio ai nostri piedi. Anche se ritenevo che niente fosse più bello di lui.
" ti ha mai detto nessuno, che sei tremendamente curiosa " me lo dicevano spesso, ma era più forte di me, ero curiosa per natura. Gli feci il verso per poi tornare a guardare nello stesso medesimo punto in cui guardava lui. E dopo dieci minuti capì cosa stavamo aspettando, l'alba. Giuro era una delle viste più belle che potessi mai vedere e non mi stupì di essermi di nuovo imbambolata con la bocca aperta.
" ti piace?" mi sussurrò all'orecchio Shane
" è bellissimo, grazie James " mi girai a guardarlo adornate, stava decisamente facendo troppo per me.
" dovere Red, dovere " questa volta lo abbraccia io e ci godemmo quel momento insieme. Mi sarebbe piaciuto avere un telecomando della vita e mettere in pausa questo momento per un'infinità
" ora che si fa? " gli chiesi una volta che l'alba fu sorta del tutto.
" ora si va a Coney Island " a quelle parole sorrisi e gli saltai in braccio, adoravo i luna park.
Questa vacanza con Shane era stata una delle migliori della mia vita, ma ormai il momento di tornare a casa era arrivato, e pur se a malavoglia dovevamo tornare alle nostre vite.
" mi sono divertita tantissimo e ti ringrazio " gli dissi una volta che fummo davanti a casa mia
" non ringraziarmi, l'ho fatto col cuore " mi disse per poi accarezzarmi una guancia, mi avvicinai piano e lo baciai. Era diventato sempre più semplice lasciarsi andare, non mi vergognavo più e non ero decisamente più in imbarazzo
" a domani Red " mi disse una volta aver messo fine al nostro bacio, annuii e fu inevitabile far scontare i nostri nasi
" Notte James " ricambio per poi rubarmi un altro bacio. Scesi dall'auto con la mia valigia e mi avviai in casa.
Mentre trafficavo nella borsa per cercare le chiavi, mi persi a guardare dalla finestra di casa, dava sul salone e mamma, papà e i miei fratelli erano riuniti a parlare, scherzare e ridere. Mi si riempì il cuore, fu inevitabile, estrassi la macchina fotografica e scattai una foto. Mi sarebbero mancati, dal primo all'ultimo come l'aria.
" sono a casa " dissi una volta aver aperto la porta e aver lasciato a terra la mia valigia.
Poi corsi in sala e mi lanciai a peso morto sui miei fratelli, scoppiammo tutti in una fragorosa risata. Parlammo del più e del meno, tornammo a scherzare e raccontai di New York. I miei fratelli ritenevano che fosse ingiusto che la piccola di casa avesse visto la città che non dorme mai, prima di qualcuno di loro.
Fu una serata piacevole, con le persone che amavo di più sulla faccia della terra
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