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3.1



Guardo Dylan chiudersi la porta alle spalle, per poi togliersi il giubbotto di pelle e poggiarlo sulla sedia; i nostri sguardi si incrociano per qualche secondo.
«Tutto okay? »gli chiedo leggermente preoccupata.
Annuisce. «Sì, scusa per prima » sorride rincuorante e io ricambio. «Ho sentito per un attimo il bisogno distare con me stesso, perdonami »
Faccio spallucce. «Nessun problema, mi ero solo... »poi mi interrompo bruscamente. Lui mi guarda interrogativo.
«Ti eri solo? » mi incoraggia.
«Preoccupata »borbotto.
Mi sento sempre di più una cretina in questa situazione e spero di non essere l'unica tra noi due.
Dylan mi guarda e annuisce, come se capisse cosa intendo. «Certo » dice, infatti.
Cosa stiamo facendo?, sto per chiedergli; ma non lo faccio e rimango in silenzio, con le parole che mi muoiono in gola e la bocca semiaperta. Perché siamo qui e non altrove? Perché ho conosciuto Andrew e non te? Perché abbiamo dovuto soffrire tutti e due così tanto per due cose diverse? Perché abbiamo entrambi il cuore spezzato e cerchiamo di rimediare in questo modo stupido? Perché questo modo stupido sembra funzionare per me?
«Amy, ci sei? »mi domanda lui, probabilmente vedendomi immersa nei miei pensieri.
Mi scuoto appena. «Sì, andiamo avanti »
Mi osserva inarcando un sopracciglio. «È il tuo turno » osserva.
«Ah, già » dico soltanto per poi prendere il foglio. «Ognuno dica tre frasi con il "noi". Per esempio: "siamo entrambi in questa stanza e ci sentiamo..." » finisco.
«Come ci sentiamo? » mi fa eco lui appoggiando la schiena alla sedia.
«Nervosi »sussurro.
Lui viene catturato dal suono della mia voce e punta i suoi occhi nei miei. «Nervosi, sì »ripete convinto. «Noi siamo entrambi spaventati »afferma.
Io strabuzzo gli occhi. «Spaventati? » chiedo, non capendo a cosa si riferisca.
«Io da te e tu da me » risponde ovvio indicando prima se stesso e poi me.
«In che senso, scusa? » continuo,anche se temo di aver capito dove voglia andare a parare e il cuore inizia ad andare più veloce del normale.
Dylan fa un grosso respiro e si passa una mano fra i capelli. «Per... Questo » prende un altro respiro. «Perché ci capiamo, perché parliamo... » si interrompe e mi guarda, cercando una conferma.
Io non rispondo. «Abbiamo tutti e due i capelli castani » esordisco per cambiare argomento e lui lo capisce, tanto che ridacchia.
«Abbiamo origini inglesi »mi dà man forte.
«Siamo entrambi in questa stanza e siamo entrambi seduti »
Dylan scoppia a ridere e scuote la testa. Fa una pausa e io aspetto che dica qualcosa per rompere il silenzio che si è andato a creare.«Cerchiamo di evitare un argomento che sta diventando pesante tra noi due » dice alla fine.
Perdo un battito e tossicchio appena. «Andiamo avanti? »
Non so perché io mi senta così a disagio quando ne parliamo e non riesco a capire come lui non provi la stessa cosa. Prendo un bel respiro e aspetto che Dylan mi faccia la domanda; ma non la fa.
«Amy, che succede? » mi domanda, quasi preoccupato.
Scuoto la testa. «Niente »
Lui mi guarda stranito. «Non è vero... » inizia, ma io lo interrompo.
«Beh, potrei farti la stessa domanda, signor Esco all'Improvviso!» esclamo con un pizzico di acidità che a lui non sfugge, infatti storce il naso.
«Scusa, mi ero... » prende un respiro. «Spaventato » completa a mezza voce.
Io alzo un sopracciglio interrogativa. «Per cosa? »
«Per questo » indica noi due. «Non so cosa stia succedendo... A me sembra che... » si blocca e io aspetto che finisca la frase. «Che funzioni? » esita.
Non rispondo e boccheggio appena, cercando le parole giuste da dire; però non le trovo. Abbiamo la stessa paura, ottimo. Mi sento una cretina con un altro cretino davanti a lei; nessuno dei due sa cosa fare a riguardo e ci stiamo tirando indietro entrambi: io ancora ferita da Andrew, lui troppo terrorizzato dalla sofferenza.
Siamo due casi patologici.
«Andiamo avanti » lo incoraggio mentre mi passo una mano fra i capelli. «Se ci sarà da parlarne, ne parleremo finito tutto: stiamo sprecando tempo »
Lui annuisce convinto e mi dà man forte. «Sì, andiamo avanti » tossicchia appena per schiarirsi la voce. «Completa questa frase: "Vorrei avere qualcuno con cui condividere..."»
«Pensieri» rispondo istantaneamente.
Dylan sorride. «Paure »ribatte.
I nostri sguardi si incrociano e io sorrido a mia volta.
Forse la persona con cui posso condividere pensieri è molto più vicina di quello che io abbia sempre pensato. 


flowers' hall 🌸

momento spam: ho iniziato una nuova serie di racconti brevi originali, si chiama "frammenti", se vi va di farci un salto ne sarei contenta. non è una storia, ma sono tutte vicende a se stanti: ogni tanto mi viene voglia di scrivere cose e ho deciso di pubblicarle. 

eccoci qui! nuovo capitolo: spero di recuperare un pochino dei lettori che ho perso via durante la mia assenza... non me lo perdonerò mai. purtroppo non sono per niente brava con gli impegni prolungati. 
spero possiate comunque perdonarmi e, ovviamente, spero che il capitolo vi sia piaciuto!
scusate il ritardo nell'aggiornamento, ma è comunque mercoledì e sono ancora in tempo, eheh

abbiate sempre cura di splendere 💫
mi trovate anche su twitter a nome: lydsnewt

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