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1.5

"Hai un presentimento segreto su come morirai?" mi chiede Dylan con un'espressione abbastanza tetra e ancora leggermente turbato dalla mia reazione alla domanda precedente.
Sospiro. "Non sul come, ma sul quando" dico facendo spallucce. Lui alza le sopracciglia in maniera interrogativa e io sorrido di un sorriso amaro. "Penso che morirò giovane"
Lui spalanca appena gli occhi. "E perché?"
"Non ne ho idea" dico, semplicemente. "Mia nonna è morta da molto giovane, penso che potrebbe capitarmi la stessa cosa"
"Come è morta?"
"Incidente"
Dylan miguarda e non dice niente.
"Non l'ho nemmeno mai conosciuta" aggiungo a mezza voce. Dylan sembra sinceramente dispiaciuto e questo fatto, non so perché, mi scalda il cuore. Non voglio essere l'argomento centrale della conversazione, quindi sposto lo sguardo su di lui e domando: "E tu?"
Lui prende un respiro profondo. "Sinceramente no, non ho presentimenti su come morirò. Ho solo imparato, dopo mio padre, che la morte coglie inaspettatamente e che niente è davvero mai stabile. Niente" risponde triste ed il suo tono è fragile, sembra rotto.
"Mi dispiace molto, Dylan"
"È tutto okay" sorride appena. "Sono passati due anni, doveva andare così" scuote appena la testa e punta lo sguardo lontano da me, penso lo faccia apposta, per cercare di trattenere le lacrime.
Io annuisco, comprendendo quanto sia difficile parlare di questo argomento per Dylan. Non voglio insistere e leggo la prossima domanda.
Sorrido. "Elenca tre cose che tu ed il tuo partner sembrate avere in comune"
Lo guardo con occhi curiosi e lui ridacchia, alzando il lato destro della bocca. "Beh" comincia. "Intanto: abbiamo tutti e due una passione..." inizia, poi si mette a pensare. "Direi anche che entrambi abbiamo subito una perdita che ci ha segnati" mi chiede conferma con lo sguardo ed io annuisco.
"Però è una perdita diversa" replico. "Tu hai perso tuo padre"
"E tu tua nonna. Quindi?" chiede confuso.
"È solo che un padre è una cosa diversa da quel che ho perso io" rispondo mesta.
Dylan mi guarda e si sporge verso di me. "Soffri per questa perdita? Per non averla mai conosciuta?"
Io annuisco.
"Una morte non è mai di minore d'importanza di un'altra, Amy" mi dice, con un tono molto calmo. "Sminuire il dolore altrui è una delle cose peggiori che un essere umano possa fare" sentenzia e mi guarda dritta negli occhi. Faccio fatica a sostenere il suo sguardo: è sincero, fin troppo profondo. Lo conosco da forse un quarto d'ora e sembra sappia capirmi più degli altri, quasi più di Phoebe. Sembra la pensi come me, sembra riesca a comprendere le mie emozioni senza che io le dica, sembra capace di capire cosa sto pensando; e io sembro saper fare lo stesso.
Non rispondo, annuisco e basta, così lui va avanti. "Per finire, direi anche che entrambi abbiamo degli splendidi capelli" mi dice e io scoppio a ridere. "Vorresti dire che non ho degli splendidi capelli?" ride a sua volta e io scuoto la testa.
"No, sono davvero bellissimi" replico.
"Ah, ecco" mi dice, passandosi una mano fra essi con fare vanitoso. "Ci tengo" mi fa l'occhiolino e io rido di nuovo.
Appena mi calmo, mi ricorda che è il mio turno per rispondere. "Sono d'accordo sui primi due tratti in comune, ma per il terzo direi che sembriamo entrambi molto fragili"
Lui sta in silenzio e aspetta che io vada avanti.
"Sembriamo entrambi così facili da ferire e da rompere, ma lo nascondiamo, perché abbiamo paura che gli altri lo capiscano" sospiro ed incrocio il suo sguardo. "Quando ho scoperto che il mio ex fidanzato mi tradiva, mi sono sentita morire" confesso e lui mi guarda, attento alle mie parole. "Volevo sprofondare, ero inerme, non sapevo come comportarmi: gli avevo dato tutto e avevo ricevuto solo dolore, solo sofferenza. Non ero abbastanza? Non ero una valida fidanzata? Non ero bella come voleva lui? Non ero simpatica come voleva lui? Non ero divertente? Ero sbagliata anche quando facevamo l'amore? Quando apriva gli occhi al mattino e mi trovava accanto a sé, avrebbe voluto trovare qualcun altro?" faccio fluire i miei pensieri e Dylan me lo lascia fare, senza replicare. "Davo tutte le colpe a me, non capendo che era solo colpa sua. Ci siamo lasciati da poco, non so nemmeno con che coraggio son venuta qui, quando tutt'ora mi incolpo, quando ancora penso, infondo, che la sua scelta sia giustificata. Quando non ho ancora superato un bel niente" trattengo le lacrime e mi nascondo il viso con una mano e con i capelli.
Dylan non risponde.
Si alza dal suo posto e mi viene incontro.
Si abbassa alla mia altezza, accanto alla sedia.
Posa una mano sulla mia guancia e con delicatezza mi fa voltare verso di lui. "Sai cosa penso io?" scuoto la testa. "Penso che lui sia un coglione e tu sia una ragazza fantastica, che tu sia abbastanza per chiunque" ha uno sguardo molto serio. "Penso che, quello non abbastanza, sia lui" conclude.
Io sorrido appena, mentre una lacrima si fa strada sul viso, Dylan la lascia scorrere, si alza, mi dà un bacio sulla fronte e torna al suo posto.
"Grazie" dico, soltanto, asciugandomi il viso.
Lui sorride. "Sei pronta per proseguire?"
Io faccio sì con la testa e ringrazio mentalmente chiunque abbia creato questo esperimento per avermi fatto finire con Dylan.

flowers' hall 🌸

ebbene, sta forse nascendo del tenero tra dylan ed amy? mah, mah, mah. chi lo sa.
cerco, come avrete capito, di farvi comprendere qualcosa del loro backgroud personale capitolo dopo capitolo, tentando di raccogliere tutti i pezzi sulla via per dare un senso ai loro comportamenti, alle loro azioni, alle loro parole.

grazie per leggere 36 questions, tanti baci sul naso.

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