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1.1

"Scusa" inizio. "Sono partita male e sono stata acida, mi dispiace" convengo. "È solo che tutto questo, alla fine, mi sembra una scemenza immane" spiego semplicemente.
"Non per questo devi sabotarlo" osserva lui. "Puoi anche goderti la cosa con la consapevolezza che per te non funzionerà"
"Tu ci credi?"chiedo di getto, fissando i miei occhi nei suoi.
"Non è nelle trentasei domande" risponde con un tono molto calmo.
Lo studio per un secondo, non capisco se lui ci creda o meno, nel dubbio decido di andare avanti. Alla fine ha ragione: sono qui, tanto vale fare le cose per bene senza rovinare l'esperienza a qualcun altro. Così leggo la seconda domanda: "Ti piacerebbe essere famoso? Per cosa?"
Lui strabuzza gli occhi, non si aspettava una reazione del genere, ma si ricompone subito. "Vorrei essere famoso: sì, alla fine è un po' il desiderio di ogni essere umano. Gloria terrena e tutto il resto. Per cosa non lo so, probabilmente per i miei quadri"
"Dipingi?"
Lui annuisce. "Sì, dipingo" inizia a giocare con le proprie mani.
"Cosa dipingi?" chiedo istintivamente.
Lui fa spallucce. "Quello che sento, più o meno" si passa una mano fra i capelli. Ha delle mani sottili e lunghe, sembrano mani di un pianista; sono tentata di chiedergli se suoni, ma evito di farlo, il nostro tempo rischia di finire senza che abbiamo completato l'esperimento, se continuiamo a divagare. Eppure lui mi piace, devo ammetterlo, per quanto io odi farlo: è un bel ragazzo, con dei tratti molto marcati e un modo di parlare calmo, ha un tono di voce profondo e caldo. Siccome non dico niente, fissa il suo sguardo nei miei occhi castani. "E te?"
"Io cosa?" chiedo, riprendendomi dai miei pensieri.
"Vorresti essere famosa?" mi domanda, ovvio.
"Oh, giusto" mi poggio allo schienale e sposto un ciuffo dal viso. "Sì: vorrei essere un'attrice"
Lui strabuzza gli occhi. "Reciti?"
Annuisco e mi mordo una guancia. "Studio recitazione"
"Che accademia?"
"Royal Academy" rispondo, leggermente in imbarazzo.
Lui ride. "Cosa? Stai scherzando?" io scuoto la testa. "Cazzo!" esclama. "Complimenti!"
Io sorrido."Grazie" dico, sinceramente grata a Dylan per il suo essere così genuino. Penso di non aver mai conosciuto qualcuno di sincero come lui, di impulsivo come lui. È molto diretto ed è spontaneo, sono due tratti che mi piacciono molto.
"Mi piacerebbe vedere qualche tuo spettacolo" mi dice con un sorriso e sfregandosi la nuca con una mano.
"E a me qualche tuo quadro"
Dylan, se possibile, solleva ancora di più le labbra verso l'alto.

***



Appena finita lezione metto le scarpe ed esco dall'aula con velocità; mi chiudo la porta alle spalle e sto per uscire quando una mano non mi prende il braccio e mi fa voltare.
Andrew, con i suoi fantastici occhi azzurri ed i suoi capelli ricci e neri, mi guarda implorante. "Amy..." inizia.
Io mi divincolo dalla presa. "Lasciami stare" lo incenerisco con lo sguardo e faccio per andarmene, ma non è abbastanza, perché lui riprende a parlare.
"Ti prego, perdonami" ricomincia.
Io mi blocco e mi volto nuovamente verso di lui. "No" dico semplicemente.
Lui sospira. "Amelia, non puoi continuare a comportarti da bambina: devi ascoltarmi"
Io rido. "Da bambina?" alzo la voce e la gente inizia a prestare attenzione alla conversazione. "Non pensavo di essere io quella irresponsabile tra i due" sibilo, tentando di trattenermi.
"Ho fatto uno sbaglio..." tenta di giustificarsi.
"Da quel che mi risulta lo sbaglio dura da almeno tre mesi" ribatto, andandogli più vicina, come se tentassi di affrontarlo.
Andrew prende un respiro. "Mi ero preso una sbandata" ammette.
Io mi passo una mano fra i capelli e non ho la forza di ribattere ad un'affermazione così stupida.
"Tutti si prendono le sbandate" continua. "Okay? Dopo quattro anni di relazione è normale, anche tu le avrai avute"
Sento il sangue ribollirmi nelle vene e cerco di trattenermi.
"Non provare a dirmi di no, Amy, perché non sarebbe credibile. È solo che io ho fatto lo sbaglio di cedervi, ho pur sempre vent'anni e a quest'età è normale sbagliare. So di aver fatto un casino, ma... Se solo riuscissimo a parlare in un posto dove possiamo stare da soli ti spiegherei e io sono sicuro che tu capiresti, come mi hai sempre capito" il suo tono di voce è gentile, cerca di portarmi nelle sue grazie mostrandosi tranquillo ed accomodante, come se io fossi il problema, come se lui fosse lì per cercare di farmi capire qualcosa che a me risulta impossibile a causa del mio modo erroneo di pensare e di vedere le cose. Ha sempre fatto così, ma me ne rendo conto solo ora. Ha sempre cercato di passarla liscia mettendo me nella posizione del torto, facendomi chiedere scusa perché io mi ero arrabbiata, perché non capivo, quando in realtà avevo ragione su tutta la linea.
Provo un senso di rabbia montarmi dentro e l'unica cosa che mi ferma dal tirargli uno schiaffo è il fatto che siamo in un luogo pubblico e io do spettacolo solo sul palco e non nella mia vita privata.
Mi avvicino a lui, fino ad essere praticamente a un soffio dal suo corpo, alzo la testa per guardarlo negli occhi e parlo in maniera scandita. "Andrew" comincio. "Mi fai schifo. Mi fai schifo, come mi fanno schifo le tue scuse, come mi fa schifo io tuo modo di fare, come mi fa schifo il fatto che tu abbia scopato con un'altra per ben tre mesi e chissà quante cazzo di altre ti sei portato a letto senza che io ne sappia nulla. E ti dirò di più, io di tentazioni in questi quattro anni non ne ho mai avute e sai perché? Perché ti amavo. Non avevo bisogno di cercare altra gente per stare bene, a me bastavi tu: pensa che cogliona" mi sento più leggera, come se mi fossi tolta un peso dallo stomaco. Guardo Andrew e capisco che non ha più niente da dirmi.
Come io non ho più niente da dire a lui.
Tranne, forse, una cosa: "Vaffanculo" sussurro con le lacrime agli occhi, lui rimane stordito. "Spostati"gli dico, con un labiale ampio.
Lui esegue, interdetto dalle mie parole ed io lo supero, scontrandomi volontariamente con lui.
È come se sentissi il tonfo di una porta chiudersi e, per quanto il rumore sia assordante, mi sembra di averla chiusa per sempre.

flowers' corner🌸
buongiorno fiorellini,

vedo che questa storia non ha molte visite, per ora. ma non mi arrendo.

è la mia prima originale e non la stroncherò sul nascere, grazie a quelli che hanno letto e che continuano a farlo

tanti bacini sul naso.

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