8.
-33 giorni.
Andiamo a scuola per anni con l'intento di imparare, e lo facciamo si, ma impariamo le cose sbagliate; perché, siamo sinceri, cosa mi interessa di saper fare le equazioni di secondo grado che mi servirebbero per un ipotetico lavoro futuro se non mi so relazionare con le persone che quel lavoro vorrebbero darmi?
Erano le 4 di mattina e Paulo non faceva altro che pensare a quanto poco gli fosse stato utile andare a scuola più di dieci anni se poi una volta finita non sapeva vivere? Non sapeva come relazionarsi con le persone, come parlare senza sembrare ignorante, sfacciato o perfino stupido!
E, se quei pensieri lo torturavano senza lasciargli il tempo per dormire, era tutta colpa di Alvaro e del suo essere dannatamente stupendo al quale non era riuscito a resistere ore prima.
Ci pensava con insistenza a quel bacio, continuava a rivivere quegli attimi in cui non si era sentito solo, in cui lui e Alvaro erano diventati un tutt'uno: quell'attimo in cui era stato felice, davvero.
Pensò anche al fatto che, però, per Alvaro non era stata la stessa cosa, infondo lui aveva una fidanzata, un figlio in arrivo e tutte le cose belle che si possano desiderare dalla vita.
Anzi, molto probabilmente per lui era stato un motivo di vergogna ed era stato per quello che subito dopo si era girato scappando all'interno del negozio lasciandolo lì, in lacrime, ad amarlo.
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Da Alvarito:
Passo a prenderti alle 10, vieni con me agli allenamenti. 4:05
Porta le polaroid che abbiamo preso e vestiti sportivo, voglio vederti correre tutto sudato. E felice. 4:07
A Alvarito:
Sicuro che non disturbo? 4:07
Da Alvarito:
Si, ma ora dovresti dormire. 4:08
A Alvarito:
Potrei dirti la stessa cosa. 4:08
Da Alvarito:
Non riesco a dormire . Come te immagino. Posso sapere il motivo? 4:08
A Alvarito:
Tu dimmi il tuo. Alle 4:10 lo inviamo. 4:09
Da Alvarito:
Ti pensavo. 4:10
A Alvarito:
Ti pensavo. 4:10
Stesso messaggio, stessa ora, stessi pensieri. Stesso cuore, stesso amore.
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