-3o giorni

Il punto è che tutto ha una fine sulla terra, non importa quanto si sia ricchi, buoni o intelligenti perché prima o poi la fine arriva per tutti; capita che però questa fine arrivi troppo presto e all'improvviso, che non ti dia nemmeno il tempo dì prepararti e di dire addio a tutto ciò che ami.

C'è qualcosa che però non muore mai, purtroppo, i demoni che scorrono nelle nostre vene, loro vivono la nostra vita finita al nostro posto con l'obbiettivo di rovinare quella degli altri.

Uno dei demoni più grandi è la morte, quella che da i compiti da svolgere ai demoni minori, che gli dice chi uccidere e chi rovinare come se fosse una cosa importante e bella da imparare.

I demoni di Paulo avrebbero scorso ancora per poco nelle sue vene perché quando quella mattina aveva ricevuto una chiamata dall'ospedale aveva capito subito che qualcosa non andasse, che il saltare tutti i controlli prima o poi avrebbe compromesso anche quei 36 giorni, avrebbe dato la possibilità ai suoi demoni di invadere il mondo un po' prima del previsto.

Aveva avvertito Alvaro due sere prima, prima che facessero l'amore, che si sarebbe pentito di quella scelta, che si sarebbe bruciato come tutti gli altri con il fuoco che scorreva nelle sue vene, ma lui aveva scosso la testa e l'aveva baciato avidamente come se non desiderasse altro al mondo se non lui.

Scosse la testa scacciando i ricordi che lo avevano avvolto, i ricordi della sera più bella della sua breve vita che stava per finire, di quella sera in cui si era sentito di nuovo a casa, come tra le braccia di quel padre che presto avrebbe rivisto; ripensò per un attimo al corpo caldo di Alvaro mentre lo abbracciava quella stessa notte promettendogli che ci sarebbe stato fino alla fine.

Lui avrebbe voluto esserci, avrebbe voluto starmi accanto anche quando nei miei ultimi attimi avrei vomitato fino allo sfinimento, madido di sudore e incosciente, ma non glielo avrei permesso, i miei demoni non l'avrebbero permesso.

-Signor Dybala, vorrei delle spiegazioni- gli scappò un sorriso quando il dottore pronunciò quelle parole alquanto ridicole.
-Sono consapevole di dover morire, Dottore, e non è nelle mie intenzioni farlo qui con dei medici accanto che pensano di aver fatto tutto il possibile per salvarmi. Io voglio morire accanto alle persone che realmente tengono a me e che non hanno cercato di salvarmi ma di farmi vivere al meglio questi ultimi giorni. Sa, dottore, ieri sono andato a far vendemmia fuori Torino, l'altro ieri invece sono sceso a Genova per mangiare una focaccia e delle lasagne al pesto mentre tre giorni fa mi sono allenato con la Juventus. Sono stati i tre giorni più belli della mia vita e lei voleva che io invece stessi stesso su un lettino d'ospedale. Mi dispiace ma non lo farò.-
-Saltando tutte le cure le rimangono 20 giorni massimo-
-Saró felice di viverli facendo ciò che mi piace e con l'uomo che amo-.

Ma la vita non sempre è d'accordo con te. Mai lo è.