-36 giorni

era lì Paulo, su quel piccolo gradino di uno dei tanti marciapiedi torinesi che contava i sassi presenti sulla strada, era lì a pensare a quanto sarebbe stato difficile chiamare a casa e raccontare tutto a mamma, Mariano e Gustavo, cosa poteva dirgli se non la verità?

se non che tutti i soldi che avevano speso per mandarlo a Torino per delle cure migliori di quelle di Laguna Larga erano stati sprecati?

che non li avrebbe più rivisti perché non gli era permesso prendere l'aereo?

che lo stesso tumore che gli aveva portato via papà ora si sarebbe preso anche la sua di vita?

aveva solo 23 anni e una vita da vivere che gli stavano strappando giorno per giorno, aveva poco a casa ma una famiglia era tutto ciò che desiderava ma nemmeno quella avrebbe più avuto.

aveva un sogno per papà ma non poteva realizzarlo, non poteva renderlo orgoglioso, non più almeno, cosa gli servivano a fare 36 giorni se la sua vita era finita quel giorno?

certe volte a Dio non basta la sofferenza che si vive in un giorno come quello, no, lui la vuole lunga per spremerti bene, per fare in modo che il tuo peggio esca fuori e che tutti ti odino. lui vuole che nessuno ti ami più e che anche i tuoi ultimi giorni siano caratterizzati dal male.

al diavolo Dio, lui non se lo meritava.

sentiva la lacrime rigargli le guance mentre qualcosa in lui si accendeva, rabbia, odio, male; con tutta la forza che aveva in corpo strappo i fogli che aveva in mano dove vi era chiaramente scritto:

"in base agli esami svolti, a malincuore, le comunichiamo che le rimangono 36 giorni di vita"

e li lasciò lì, incurante di un ragazzo moro che da ore lo osservava in disparte