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3.

CLARE:

Aveva qualcosa in mente, per forza, ma non gli avrei permesso di rovinarmi la giornata.   

Lucas mi aveva afferrata per mano e tutto era cosi perfetto, mi aveva dato anche un bacio sulla guancia e me lo sentivo... oggi sarebbe stata quella giornata tanto attesa, e nulla poteva mandarla all'aria, tantomeno quel demente di Caleb.
    Alla fine dell'ora mentre si avviava alla porta lo aspettai e una volta uscito lo afferrai alla borsa riportandolo in classe.
    << Non so che ti sta passando per il cervello, ma di qualsiasi cosa si tratti non farlo! Sono stanca dei vostri scherzi da beota! >> sembrava non mi stesse neanche ascoltando.
    << hai capito quello che ti ho detto? Non sopporteró ancora i vostri scherzi da ragazzini delle elementari! E non so quanto ti convenga visto la tua condotta. >> lo stavo minacciando? Si, lo stavo minacciando. Con una mano mi intrappolò alla porta avvicinandosi al mio orecchio. Rimase per un istante fermo senza dire nulla e adesso iniziava a spaventarmi davvero, perché mi fissava cosi? Mi persi un Attimo nei suoi occhi verdi e non fcvo altro che pensare a Lucas, come avrei voluto che mi guardasse cosi.

Ma quello che avevo davanti purtroppo non era chi volevo che fosse. Passai sotto il suo braccio e me ne andai più velocemente che potevo.

Mi voltai a guardarlo in corridoio, era cosi strano... me lo lasciai alle spalle e poggiato al cancello d'entrata c'era lui, l'unico che riusciva a farmi brillare gli occhi riempiendoli di luce.

Mi fiondai su di lui come se non lo vedessi da una vita, e dopo l'incontro alquanto strano con suo fratello avevo proprio bisogno di uno dei suoi abbracci. Mi accolse tra le sue braccia con un caldo sorriso, e questo era tutto ciò di cui avevo bisogno per stare bene.   

    << andiamo a mangiare una creps ti va? >> annuì ovviamente, l'unica cosa che forse amavo più di lui era la nutella. "Amare" avevo pensato davvero quella parola? Cercai di non pensarci piu ma il mio cuore fece una capriola. Arrivammo al bar e ci sedemmo al nostro solito tavolo al piano di sopra, al piano inferiore c'era una sala giochi con biliardo e un bellissimo bancone in legno chiaro, era un posto davvero carino e ci andavamo spesso e volentieri.
    << sembri di buon umore oggi! È successo qualcosa?>> avrei voluto dirgli che molto probabilmente entro fine giornata probabilmente lo avrei baciato o dichiarato il mio amore, ma non era quello il posto adatto.
    << niente, sono solo felice, ho tutto quello che desidero; la mia nutella, un corso di fotografia che mi aspetta a breve, ho te...>> mi sorrise. <<...te che mi supporti in tutto! >> Dissi nascondendo il viso nel frullato alla vaniglia che era piu grande di me.
    <<...e un paio di pantaloni sporchi di frullato! Scusami, vado un secondo al bagno! >> scesi le scale e trovai Stefan al bilirdino, mi guardò e io cercai di scappare in bagno ma fu più veloce di me. Lo guardai dal basso del mio metro e sessanta, era davvero altissimo.
    << ciao!>> disse timidamente alzandosi le maniche della felpa bianca.
   << ti serviva qualcosa? Perché ho un po' da fare! >> dissi indicando i pantaloni.
    << o si, scusami! >> si fece da parte ma non appena fece un passo si parò di nuovo davanti la porta.
    << in verità si... ecco io...>> Claeb arrivò all'improvviso dando una botta al fianco del suo amico.
   << eccoti, ti sta importunando questa pulce, perché se vuoi ho dell'insetticida con me! >> con un spallata mi feci largo tra i due.
   << Clare! >> senti chiamare da Stefan, mi voltai, aveva la mano tesa.
    << mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto in questi anni, volevo solo dirti questo! >> ma cosa diavolo stava succedendo oggi?era davvero una giornata strana quella che stavo vivendo.
Sorridendo a quel ragazzone alto e devo ammettere anche carino, afferrai la sua mano e la strinsi. Mi fissò allargando sempre di più il suo sorriso e se ne andò portandosi quell'affare di Caleb con se. "Ma che..." Aveva lasciato qualcosa nella mia mano, un bigliettino... c'era un numero di telefono con scritto "se hai bisogno chiamami! O anche se on hai bisogno." La guance divennero rosse, ero spiazzata e senza parole, perché non mi sarei mai aspettata una cosa del genere da lui.
    Una volta risolto il problema pantaloni tornai al tavolo del tutto disorientata.
    << hai una faccia! Hai visto un troll nel bagno! >> mi prendeva sempre un giro perché amavo Harry Potter. Poggiai solamente il bigliettino sul tavolo.
    << Stefan Richard mi ha appena dato il suo numero scusandosi di tutti gli scherzi che mi ha fatto.>> anche se lo dicevo ad alta voce, mi sembrava sempre una cosa surreale.

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