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{Ringraziamenti}

[Nota Finale e Ringraziamenti]

"Riguarda quel pensiero, quella domanda che a un certo punto ci facciamo, inevitabilmente: cosa resta di tutto alla fine, cosa resta dopo? Cosa rimane di noi e cosa ci è rimasto?"

Non sono molto brava con i ringraziamenti, anche perché non so mai come cominciare o come non essere ripetitiva, dati tutti i "grazie a..." che ho fatto nel corso di questa mia avventura. Quindi, cercherò solo di farvi arrivare la mia riconoscenza in maniera semplice e diretta.

Ho preso in prestito la frase iniziale dalla presentazione dell'album di Ezio Bosso, "And the things that remain", principalmente per due motivi: perché non sapevo bene, appunto, come cominciare, e anche perché mi sembrava perfetta per concludere un discorso che mi porto avanti da un bel po' di tempo.

Tutto finisce, prima o poi. L'eternità è solo un concetto astratto per i romantici e che, a mio avviso, raramente risulta essere vero. Ma il punto è proprio questo: per quanto le cose possano finire, esse rimangono. Rimangono, per quello che decidiamo di lasciare noi.

Io ho lasciato qualcosa, in questa lunga avventura: una parte di me che, certe volte, è uscita fuori mentre scrivevo. Una parte nascosta, sconosciuta, ma reale e presente. Ed è qui dentro, tra quelle righe, in mezzo a quelle frasi e parole che formano concetti. Sono fiera di quello che ne è venuto fuori, di tutti gli sforzi e i sacrifici. Una parte di me rimarrà per sempre, in qualche modo. Potrà essere dimenticata, potrà non rompere la breccia del tempo... Ma rimarrà. E spero che qualcosa sia rimasto anche a voi.

Grazie a M., la mia primissima fan, che da più di dieci anni sostiene ogni mia parola. Ha portato il suo Yang nel mio Yin, la sua luce nella mia oscurità, la sua gioia nella mia tristezza, riuscendo ad equilibrare il tutto.

Grazie a C., la mia editor, consulente e Sherlock personale, che mi ha aiutata moltissimo nella revisione della maggior parte delle bozze, con i suoi consigli sempre sinceri su tutto e le sue idee mai banali. La ringrazio per il suo prezioso aiuto e per la sua infinita pazienza, per la sua incrollabile fiducia in quello che scrivevo e per la sua opinione fondamentale che hanno reso questa storia di gran lunga migliore di quello che era destinata ad essere. Anche se le nostre strade si sono divise, rimarrà per sempre una delle persone più importanti della mia vita, e per ciò non riuscirò mai ad esprimere abbastanza il senso di gratitudine che provo nei suoi confronti.

Grazie a Billy, che c'era e so che ci sarà sempre.

Grazie a V., che è riuscita nella meravigliosa impresa di insegnarmi a trovare una storia in ogni nota. Grazie ad A. e a M., perché hanno visto del vero talento in me (anche se io ho sempre nutrito i miei forti dubbi; ma almeno loro sanno quel che fanno).

Grazie ad Ezio Bosso, che ha scritto su di me senza nemmeno saperlo, perché mi ha dato la forza di fermarmi, ma solo per riprendere fiato e poi continuare a correre. Più veloce di prima. (12/07/2017 - 15/05/2020 ... But it's never over).

Grazie a Joël Dicker, che ha ispirato l'inizio di questa storia, costringendomi ad osare sempre, senza smettere mai.

Grazie a tutti voi, che mi avete aspettata, e supportata, e sopportata, che siete arrivati e siete rimasti, o mollato prima, o lasciato subito. A voi che avete criticato, lodato, odiato, amato questa storia. Se solo potessi, lo giuro, vi abbraccerei tutti, uno ad uno: senza la vostra presenza, sarei niente.

Un grazie speciale va a Sherlock Holmes, Hershel Layton, Patrick Jane, Gregory House e il Dottore, che con le loro ossessioni per gli enigmi, gli omicidi, i viaggi nel tempo, il Vicodin e il tè mi hanno fatto capire di non essere un mostro, per avermi protetta e ascoltata, quando l'universo intero mi stava lentamente crollando addosso.

E soprattutto... Soprattutto grazie a Jane. Perché non ha avuto paura di uscire dal suo guscio. Perché non ha avuto paura di portarmi con sé. Perché non ha avuto paura del mondo. Perché non ha avuto paura di consigliarmi. Perché non ha avuto paura di rimuovere i miei timori, di soffiare via le mie insicurezze. Perché è uscita fuori con una dolcezza sovrannaturale, una facilità disarmante. E soprattutto... La ringrazio, perché c'è. E, in un certo senso, so che ci sarà per sempre, da qualche parte, a continuare a vivere.

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