Think before i Talk
CAPITOLO 4
Erano passate due settimane da quella famosa telefonata, Katy mi aveva rassicurata dicendomi che Peter non si era fatto più vivo, anche perchè Philippe come gli avevo chiesto mi aveva inviato una foto di come l'avevano ridotto.
dopo i sedici anni le mie compagnie peggiorarono soltanto, erano decisamente pessime, se ripenso al mio passato, forse c'è solo una persona che valga la pena ricordare. Peter ci avrebbe pensato due volte prima di avvicinarsi nuovamente a mia sorella, anche perchè sarebbe stato molto difficile. Anche se mi preoccupavo su come lei potesse vivere questa cosa, non andava affatto bene, specialmente a causa del carattere di Katy, era difficile da capire. Da piccola era un vulcano in eruzione, ma con gli anni era diventata una ragazza educata e perbene, la copia di mia mamma, la ragazza perfetta da sposare, non sopportava di poter essere un peso per la famiglia o qualcosa di cui i Delacroix si potessero vergognare, proprio come me direi!
Laurent aveva imposto a Katy che finché le acque, altro che calmate, non si sarebbero prosciugate, le era proibito andare in giro da sola. La sua guardia del corpo la portava fino all'università e se doveva uscire con le amiche restava a debita distanza ma non le perdeva d'occhio neanche a pagarle.
STA BENE CAMY, NON TI PREOCCUPARE
Lessi il messaggio di mio fratello, ero seduta sullo sgabello dell'isola barra tavolo da cucina mentre mangiavo la mia ciotola di latte con cereali
NON MI PREOCCUPO DEL FATTO CHE SIA AL SICURO, MA DI QUANTO QUESTA COSA LA STIA SEGNANDO
Ormai conoscevo Katy, quando mamma l'ha accolta in casa come aveva fatto con me, all'inizio io ero l'unica femmina, quindi tutte le attenzioni erano su di me. L'ha messa nella mia stessa stanza, non parlavamo nemmeno la stessa lingua e l'unica cosa che mi ricordo era che era fastidiosa, era sempre in mezzo ai piedi, voleva sempre le mie cose e uscire con me e i miei amici, voleva tutto ciò che era mio... e poi mamma per i primi anni con lei, mi aveva messo un po' da parte, per far abituare ad una nuova vita un'altra bambina come aveva fatto con me. Non la sopportavo, si può anche dire che all'inizio la odiavo. Col tempo era cresciuta e cambiata, ma soprattutto io ero cresciuta e maturata, Katy mi disse che appena era arrivata vedeva in me un esempio e qualcuno su cui contare, quella confessione mi fece sentire una persona orribile e mi pentì di averle sempre mostrato la schiena per i primi anni. Mi disse che mi aveva capita e che non ce l'aveva con me e così ricominciammo da capo e creammo un legame indistruttibile.
Si faceva andare bene qualsiasi cosa pur quanto non le piacesse o le stesse scomoda, era proprio diventata una donna in gamba, non ha mai chiesto nulla a mamma o a papà da quando ha dodici anni, tutto quello che ha le è stato regalato, non si è mai opposta sulla sua educazione, persino sul modo di vestire. Al suo tredicesimo compleanno le dissi di scegliere quello che voleva che io glielo avrei comprato, scelse un chiodo di pelle con le borchie, siccome lo desiderava da sempre e siccome voleva apparire un po' più simile a me, anche se lo indossò solo una volta, siccome mamma storse il naso e disse che la stavo contagiando troppo, e che il mio look non andava bene. Per mamma l'apparenza era molto importante, cosa che per mio padre non contava per niente, infatti lui diede un caloroso cinque a sua figlia e insieme fecero finta di appartenere ad una rock band strimpellando due chitarre immaginarie.
Katy è fatta così e so che se anche questa situazione diventerà scomoda, non dirà per nessuna ragione al mondo cosa pensa, nella sua testa mi immagino già diecimila ingranaggi che si auto colpevolizzano, l'ha causato lei questo problema, se fosse stata zitta ora sarebbe "libera". Katy era un esempio, credo che fossi io quella che avrebbe dovuto prendere più esempio da lei e non il contrario
CAM QUEI DUE E' DA ANNI CHE STANNO INSIEME E LUI PARLAVA ADDIRITTURA DI SPOSARLA -
NON PARLO DI QUELLO, KATY MI HA DETTO CHE ERA DA UN PO' CHE NON ANDAVANO D'ACCORDO, QUELLO CHE INTENDO IO E' CHE KATY HA SEMPRE AMATO STARSENE PER CONTO SUO... NON RESISTERÀ' A LUNGO, HA UN SACCO DI GENTE CHE LE STA DIETRO E NON LA LASCERÀ' UN ATTIMO DA SOLA. E SO CHE SI FARÀ' ANDARE BENE IL TUTTO SOLO PER NON FARCI UN TORTO. -
SE ACCADRÀ' ME NE ACCORGERÒ'.-
COME??? NON CI SIAMO MAI, DA QUANT'È' CHE NON CI SI VEDE TUTTI INSIEME? -
CAM OGNUNO HA LA SUA VITA, VIAGGIAMO TANTO E IL FATTO CHE NON CI SI VEDE SPESSO A CASA È ANCHE COLPA TUA, SE DICESSI LA VERITÀ' A MAMMA, MAGARI ALMENO PER LE FESTE COMINCERESTI A TORNARE -
Amava sputare sentenze, ma non potevo dargli torto, stava dicendo semplicemente la pura verità, anche se non sapeva tutto, nessuno di loro sapeva
LO SO, MA NON PENSARE CHE PER ME SIA FACILE...E PER LA CRONACA, QUANDO STAVO MALE IO NON TE NE SEI ACCORTO -
HAI VENTICINQUE ANNI E SONO SETTE ANNI CHE MENTI ALLA MAMMA... FAI DUE PIÙ' DUE. E POI NON ERI MAI A CASA, ERA DIFFICILE CAPIRE SE STAVI BENE OPPURE NO, E' COSì DIFFICILE CAPIRE COSA TI PASSA PER LA TESTA CAM, CHE A VOLTE MI SPAVENTA -
bloccai il telefono e smisi di rispondergli, se c'era una cosa che odiavo era quando la gente mi sbatteva in faccia una verità su di me che non mi piaceva per niente. E sentirmi dire che non ero semplice da gestire ma soprattutto da capire, e piuttosto che impegnarsi a cercare di fare qualcosa in merito, era meglio fare finta di niente.
" ciao " alzai lo sguardo dalla mia ciotola di cereali e alzai un sopracciglio alla tipa che prese posto di fronte. La cosa stava diventando insopportabile e mi stava anche dando fastidio, già dovevo condividere la casa con Niko, loro non erano contemplate nel contratto. Infatti la guardai male quando afferrò uno dei biscotti che avevo preparato la sera prima, quando ero nervosa cucinavo a quantità industriale dolci. Infatti io e quel troglodita, saremmo dovuti andare a fare la spesa, avevamo deciso che così si prendeva tutto per tutti e due e alla fine si faceva a metà, dato che ero diventata la cuoca di casa da quando aveva scoperto che cucinavo molto bene, mentre lui a fatica sapeva fare un'omelette.
Almeno questa bevve il bicchiere d'acqua, finì il biscotto, prese le sue cose e uscì senza nessuna domanda o la solita scenetta davanti alla porta, dove Niko trimpigna che se ne vadano, mentre loro ripetono la fatidica frase, chiedendogli se le richiameranno mai. Patetiche, io piuttosto che una perdita di dignità così alta, me ne stavo chiusa in casa.
Dalla porta della sua camera uscì Niko mentre si tirava su la zip dei pantaloni, girava spesso a torso nudo indossando solo i jeans, la cosa, non che mi dispiacesse, solo che in questo periodo ero parecchio irritabile e suscettibile quindi mi sarei accesa come una miccia per qualsiasi cosa. E quando ero stressata, solo il sesso riusciva a tranquillizzarmi, e avere un Dio Greco con un fisico da Adone sotto il naso tutto il giorno non aiutava per niente la mia mente perversa.
" more, bionde, ricce, alte, magre, basse, formose e non... quand'è che ne scegliamo una?" si appoggiò alla penisola con i gomiti guardandomi negli occhi, per quanto fossero belli e luminosi oggi non funzionavano, però sapevo perfettamente riconoscere ciò che il mio corpo mi diceva e in questi giorni la parola che mi diceva iniziava con la s, maiuscola.
" di certo non mi piacciono quelle con i capelli tinti - chiusi gli occhi e misi una mano sul cuore sussurrando un touche, fingendomi offesa per poi scendere dallo sgabello e posare la ciotola nel lavandino - e secondo non ti interessa " mi appoggiai con la base della schiena e ristabilì il contatto con i suoi occhi d'un azzurro limpido, e perfetto. Si poteva solo sognare una come me...
" ed è qui' che ti sbagli, ho firmato un contratto in cui diceva che avrei avuto un solo coinquilino, non due " mi sorrise divertito, aggirò l'isola e mi venne vicino, posò le mani di fianco ai miei fianchi, era troppo vicino per i miei gusti e mi maledì di non aver indossato il reggiseno, perchè i miei capezzoli erano più che visibili, i piercing cominciavano a tirare e lui li stava fissando per bene. Merda perchè avevo un corpo che sapeva reagire perfettamente ad un adone muscoloso con tanto di capelli mossi e lunghi.
" sei forse gelosa??" risi di gusto alle sue parole, poi presi in mano io la situazione , misi una mano leggermente più sopra a dove la v, perfettamente scolpita,scompariva al di sotto dei jeans e lo spinsi leggermente così che fu lui ora ad avere la base della schiena appoggiata all'isola
" fidati se fossi gelosa te ne accorgeresti... è solo che odio condividere i miei spazi con altri, specialmente se donne " gli sussurrai l'ultima parte nell'orecchio. Il mio non amare molto la convivenza con altre donne o altra gente in generale era sempre legato al mio passato, ma questa cosa si era fatta viva solo a sedici anni, per colpa dei miei genitori adottivi, li odiai per quasi un anno, fu anche il motivo, se non il motivo, per cui da lì in poi misi sempre meno piede in casa, fino ad andarmene.
Feci per andare verso il bagno ma mi afferrò per il braccio e mi portò dinanzi a lui
" allora facciamo così lingua lunga " non gli diedi il tempo di finire la frase
" non sai ancora quanto è lunga la mia lingua " mi fece il sorriso da cala mutande che tutti gli uomini provavano ore ed ore in bagno per rimorchiare, solo che a Niko veniva dannatamente bene
" perchè, dai per scontato che la proverò mai?" misi un dito nel passante dei suoi pantaloni e mi feci molto vicina, e capì dal suo sguardo che i capezzoli che fino a poco prima fissava ora li sentiva pure
" do per scontato che ti innamorerai, un consiglio... cerca di evitarlo " feci leggermente sfiorare il mio labbro inferiore tra il lobo dell'orecchio e il collo. Percepì il suo respiro rallentare e fu allora che mi allontanai. Io sapevo fottutamente giocare bene al suo gioco.
Prima di salire le scale per cambiarmi ed essere pronta per andare a lavorare, mi fermai e mi girai a guardarlo, era ancora imbambolato a fissare un punto preciso di fronte a lui.
" te la propongo io una cosa " si girò a guardarmi e ora il suo sguardo vagava cercando di essere il meno indiscreto possibile sulle mie gambe, messe in mostra a causa dei soli slip di pizzo che indossavo, ma il pomo d'adamo che faceva su e giù mi fece capire che l'attrazione non era solo da parte mia, e poi mi vieni a dire che non ti piaccio? Mi incitò a continuare, appoggiò i gomiti sul marmo dell'isola, avevo capito che quella posizione gli piaceva tanto, credo che l'amasse perchè gli dava un aria da predatore, cacciatore, ma soprattutto perché metteva in mostra i suoi muscoli.
" domani sera, si parte dal bar del marito di Lucy e poi si fa il giro della zona, obiettivo... ottiene più numeri di telefono, se vinco io, le tue conquiste le porti da un'altra parte, se vicini tu... possono pure stare a dormire quanto vogliano, gli offro anche un ottima colazione alla mattina" non aspettai una risposta e cominciai a salire le scale, ma mi fermai a metà al suono della sua voce
" alzo la posta, chi vince si prende camera mia " sorrisi tra me e me e continuai a salire le scale, oh Niko contro chi ti sei messo.
Oggi mi ero superata, il mio look era più che ricercato e avevo escluso i tacchi, ero troppo nervosa per poter mettere i tacchi, in più avevo cominciato a prendere l'abitudine di legare i capelli, faceva parecchio caldo qui a Miami e avere i capelli molto lunghi non aiutava, non ringrazierò mai abbastanza come in questo periodo Katia per avermi insegnato le treccine, mi raccontava che quando stava ancora in Kazakistan, sua nonna passava i pomeriggi ad insegnarglielo. Oggi avevo acconciato i miei capelli in due boxer braids super comode, specialmente al lavoro. Mi balzò anche l'idea di passare ad un caschetto con tanto di frangia provocante color tiffani, solo che io amo i miei capelli, e l'idea che l'attimo dopo in cui li avrei visti sul pavimento del parrucchiere, mi sarei potuta pentire immediatamente, mi blocca nel prendere un appuntamento e porre fine alle mie sofferenze.
Indosso gli shorts in pelle a vita alta di Versace, che mi facevano un culo fenomenale anche se già lo era, infatti Pavel mi rimproverava dicendo di doverli indossare più spesso, il clima di Praga non me lo permetteva molto, mentre ora potevo persino indossarli senza calze. Un top bianco con maniche aperte di Louis Vitton, super morbido e comodo accompagnato con il mio amato top a corsetto in pelle di Alexander Mc Queen, che mettevo praticamente con tutto,infine le sneakers Cameron in mesh con catene di Balmain. Ero decisamente pronta quando afferrai al volo telefono e occhiali da sole di Trussardi con spoiler semitrasparente. Scesi di corsa le scale e mi ritrovai il mio coinquilino intento ad uscire, così mi affrettai in modo che chiudesse lui, dato che le mie chiavi, giacevano nella lamborghini insieme al mio portafoglio... si vede quanto uso le borse.
" siamo passati ad un look estivo " mi disse chiudendo il portone alle nostre spalle
" decisamente si, stava diventato insopportabile indossare i pantaloni " gli dissi mentre giocavo con le punte di capelli che uscivano dalla fine delle trecce
" apprezziamo anche così " mi fece un occhiolino, alzai gli occhi al cielo, feci dietro front e mi affrettai a scendere le scale. E si a lui io non piaccio proprio, ma che ridere! Che poi a chi altro si riferiva, a quanto sapevo al negozio erano tutti belli che impegnati.
" Skittle! " mi girai a guardarlo, salì sulla sua moto ma senza mettersi il casco. Lo invitai ad andare avanti, è strano come quelli che ormai fanno parte della mia nuova vita, non sappiano il mio nome, ma va bene anche così.
" io stacco alle cinque oggi, dobbiamo fare la spesa " annuì alle sue parole, l'avevo pensato giusto un'ora fa
" io non so a che ora finisco, tu incomincia ad andare, nel caso ti invio cosa comprare e poi ti do i soldi sta sera se non faccio in tempo ad arrivare " aggirai la macchina pronta a salire quando lo sentì urlare
" io non compro la roba anche per te " appoggiai i gomiti sul tettuccio della Lamborghini
" allora comincia ad imparare a cucinare da solo " lo vidi alzare le mani, un'altro punto a Camile Delacroix
Quando arrivai al negozio, trovai sia Seth che Lucy, loro di solito lavoravano al negozio sulla spiaggia insieme a Tyrone e Rowdy. Qui al Twins per ora, a quanto mi disse Jessica c'eravamo noi due e Niko
" ho proprio bisogno di te Skittle " Lucy mi affiancò alla velocità della luce, anche se non indossavo i tacchi restava sempre un sacco più bassa di me, Jessica si accarezzò il pancione che ormai era di quasi otto mesi, se non di più, diciamo che era quasi alla fine e ogni tanto cercavo di immaginarmi come sarebbe uscito, di sicuro bellissimo dato i genitori, ma mi chiedevo se biondo come il padre o corvino come la madre, diciamo che gli abbinamenti più belli erano scuro occhi azzurri o biondo occhi neri.
" dimmi tutto?" chiesi al folletto che si era piazzato al mio fianco
" si tratta di Robby " la figlia di Lucy mi piaceva da morire, ogni tanto bazzicava in negozio e mi fissava disegnare per ore, poi mi pregava di farle dei disegni sulle sirene o sulle principesse, anche se a volte se ne usciva con disegni sulle auto, aveva questa passione per le auto, che a detta di Lucy era tutta colpa dello zio Tyrone, Lucy era sposata con il fratello del moro, un barista che era il doppio di suo fratello, e questo solo indizio mi bastò per farmelo temere ancora di più, anche se non avevo la minima idea di chi fosse.
" che succede alla sirenetta?" mi piaceva un sacco chiamarla in quel modo
" si è più o meno presa una cotta per te - non potei che sorridere a quelle parole - quindi mi ha pregata di invitarti alla sua festa di compleanno, sarà domenica sulla spiaggia " sorrisi calorosamente a Lucy
" dille che sarò molto felice di esserci "
" non pensare che sia finita qui, mia figlia è più strana di me " la guardai leggermente confusa, non stavo ben capendo cosa mi stesse chiedendo
" mi ha praticamente supplicato che il tatuaggio su di lei e suo padre, dovrai essere tu a farlo, quindi sono quì, perchè oggi sono io il tuo cliente " risi a quelle parole
" sai che potevo fartelo anche fuori dall'orario di lavoro vero! " a quelle parole Seth mi diede una pacca sulla spalla rimproverandomi
" smettila di voler lavorare anche quando non devi, so già che fai i tuoi disegno a casa, invece che farli qui, se apriamo alle otto ma i clienti arrivano alle 9 è perchè in quell'ora e in quella dalle sette alle otto della sera è quando vanno fatto. Smettila di lavorare anche quando non devi " mi disse puntandomi il dito contro
" sissignore " gli dissi facendo il saluto militare, era strabiliante come ogni volta che vedevo Seth mi diventasse sempre più familiare
" mettiamoci al lavoro " mi disse Lucy trascinandomi alla mia posizione scrollando la testa in direzione di Seth, qui dentro erano uno più strano dell'altro
" che avevi in mente " le chiesi mentre prendevo un foglio di carta e un matita, che puntualmente portati alla bocca.
" mia figlia e mio marito hanno una strana passione per la giungla, Mowgli è diventato il nuovo cartone preferito di Robby e mio marito ama i giaguari, quindi volevo qualcosa inerente a ciò, l'idea era di usare il braccio destro siccome è l'unico ancora bianco e si voglio i colori perchè so che sei fenomenale con quelli, ma anche un po' di nero " annuì alle sue parole, era stata più che chiara e la mia mente già cominciava ad elaborare un idea.
Cominciai a scarabocchiare come una bambina che scopre per la prima volta l'esistenza dei colori. Sulla parte esterna del braccio sopra il gomito nella parte più visibile con il braccio a riposo immaginavo il profilo di un giaguaro con sguardo da predatore all'interno di un quadrilatero, sul bicipite all'interno di un triangolo rettangolo, avente quella che sarebbe l'ipotenusa la guancia fino all'orecchio di una bella pantera e infine nella parte sottostante il gomito ma più verso l'interno dell'avambraccio, dove per me c'era l'urlo di Munch il muso di una tigre all'interno di un quadrilatero, aveva l'occhio sinistro leggermente coperto da una figlia. Avevo deciso di legare dalla spalla fino al polso queste tre figure grandissime con le foglie delle piante tipiche della savana e anche con due fiori tipici sopra il profilo del giaguaro. Ma specialmente dato che volevo che le figure geometriche si notasse il meno possibile e che solo un esperto potesse accorgersene, stavo diventando matta con i dettagli, anche perchè sotto conferma di Lucy, avevamo deciso che i tre animali sarebbero stati in nero, mentre mi sarei sbizzarrita con tutte le sfumature di verde per la vegetazione e un rosso intenso unito a un rosa, così da farlo sembrare più un magenta, sarebbero serviti per il fiore.
" hai disegnato tutto questo in meno di venti minuti, decisamente notevole. Avevamo proprio bisogno di una donna così " Sorrisi a Lucy per poi mettermi i guanti e cominciare. Mi avevano informata che ero l'unica femmina che lavorava, diciamo a stretto contatto con i clienti in quanto lei e Jessica si occupavano esclusivamente della gestione dei due negozi siccome in mano di Seth sarebbe andato tutto in malora. Quel ragazzo era bravissimo a tatuare, ma in quanto a contabilità, ordino materiali e organizazione non era proprio il massimo.
" Skittle, io ho finito comincio ad andare " mi limitai ad annuire alle parole di Niko, e rimasi sorpresa da come le ore passassero così velocemente, erano già le cinque. Avevo staccato con il lavoro di Lucy a mezzogiorno, ed ero riuscita a finire tutto il braccio superiore, Eravamo andate a pranzo insieme, dopo che suo marito portò Robby al negozio prima di andare a lavorare, mi aveva fatto conoscere un posto carinissimo dove facevano dei Taco buonissimi, non li avevo mai mangiati e rimasi stupefatta. Robby mi aveva guardata con la bocca aperta e piena quando le dissi che era il mio primo taco dopo venticinque anni di esistenza. Lucy l'aveva sgridata per aver mostrato il cibo e mi aveva raccontato che la piccola peste amava i taco, mi disse anche che in queste cose veniva fuori il quarto messicano che era in lei. Non avrei mai immaginato che Lucy avesse un genitore messicano. Anche perchè la piccola Robby era tutta suo padre, non l'avevo mai visto ma assomigliava più a Tyrone che a lei. Mi raccontò che suo marito si chiamava Keynan anche se tutti lo chiamavamo Key e che Robby era il diminutivo di Roberta
" allora d'ora in poi ti chiamerò Berta " la piccolina mi aveva guardati male e mi aveva risposto che la sua abuela veniva chiamata Berta e che lei un nome da vecchia non lo voleva, che dire siamo scoppiate tutte e due a ridere. Io ero finita per dire il mio vero nome e Berta lo adorava
Avevo cominciato alle tre a tatuare sua madre di nuovo ed avevo praticamente finito, ci sarebbe voluta ancora un'oretta ma poi avrei potuto raggiungere Niko al supermercato
" Camy, ti piace la tua macchina " mi mostrò il disegno della lamborghini, pensare che fino a due ore fa era seduta sulle gambe di sua madre sul lato del passeggiero chiedendomi se quando sarebbe stata più grande gliel'avrei lasciata guidare.
" oh, ma come sei brava, molto bella la mia auto " le feci un occhiolino e continuai il mio lavoro su Lucy
" oh, finalmente! " l'espressione di gioia di Lucy mi fece sorridere, si alzò dal lettino mentre io mi stiracchio la schiena, si guardò allo specchio per ammirare il braccio che continuava a ruotare per notare ogni dettaglio
" ti piace amore?" chiese a Robby che tolse momentaneamente lo sguardo dai suoi disegni per focalizzarsi sul braccio di sua madre.
" certo, l'ha fatto Camy " Lucy mi guardò come, ma che domande faccio, ovvio. Sorrisi ad entrambe e poi ci avviamo verso l'ingresso. Naturalmente la piccola peste mi chiese se potevo prenderla in braccio, non potei dirle di no. Era assolutamente fuori discussione.
Impiegati la bellezza di venti minuti per impedire a Lucy di pagarmi, aveva finito per chiamare Seth e informarlo della situazione, il mio capo disse a Lucy di non preoccuparsi che avrebbe messo nel mio stipendio i soldi che la bionda avrebbe dovuto darmi per il tatuaggio.
Parcheggiai e scesi dall'auto molto velocemente, non risposi al messaggio in cui Niko mi informava che era ancora dentro, così appendendo gli occhiali al colletto della maglia mi intrufolai. Per quanto il Wal-mart sia enorme, non mi fu difficile trovare Niko, diciamo che era impossibile non notarlo, un armadio mobile era, infatti notai persino le occhiate che riceveva da molte ragazze, ma sembrava non farci caso, troppo concentrato a capire cosa prendere sullo scaffale
" allora che abbiamo quì " gli corsi incontro, mi appesi al carrello, ma questo scivolò e mi preparai all'impatto con il pavimento... quanto non sentii nessuna collisione, aprì gli occhi e mi ritrovai a un palmo di naso con Niko. I nostri nasi erano in collisione e nessuno perdeva di vista l'altro, i nostri respiri si mischiavano e mi persi nel suo sguardo, che era decisamente profondo, era decisamente bellissimo. Aveva qualche neo qua e là sul volto, come una manciata di gocce di cioccolato che fossero per sbaglio cadute su un impasto di biscotti... aspetta cosa! ma che diavolo sto pensando, mi sono forse rincoglionita tutto d'un botto, chi sei tu e che fine ha fatto la vera me. Mi allontanai subito per poi tornare a ciò che avevo intenzione di fare prima, ovvero vedere cosa diamine aveva comprato.
" stai scherzando vero, sei qui da un'ora e hai preso solo schifezze " lo guardai con le mani appoggiate sui fianchi. Era pieno di Dr Pepper, i frappuccini di starbucks, pacchetti di patatine di ogni genere, Reese's, oreo, marshmellow, preparati per dolci, brioches e chi più ne a più ne metta, ma una cosa mi saltò all'occhio.
" queste cosa sono?" gli chiesi scuotendo davanti ai suoi occhi quelle che avevo letto fossero delle pop tart's
" non sai cosa sono?" scossi la testa, se glielo avevo chiesto era perchè non lo sapevo
" ma dove hai vissuto fino ad oggi?" mi disse spingendo avanti il carrello
" non sono americana " lo seguì per poi buttare nel carrello quello che avevo in mano
" non l'avrei mai detto, hai un accento così pulito " mi prese in giro, gli feci la linguaccia
" sai com'è parlo otto lingue, scusa se non ho un accento perfetto " gli dissi mentre mettevo nel carrello qualcosa di commestibile e che mi permettesse di sopravvivere senza diventare una balena, come faceva ad essere così magro questo qui se mangiava solo schifezze.
" cosa te ne fai di otto lingue " lo guardai con un sopracciglio alzato
" parlo con le persone - mi sembrava una cosa più che ovvia, mi guarda male, non sono mica stupido diceva la sua faccia - comunque non possiamo comprare tutte queste schifezze " mi guardò come un cagnolino e sapevo che se l'avrebbe fatto a sua madre questa gli avrebbe comprato anche la luna
" non fare quella faccia, la metà delle patatine le mettiamo via e i preparati per dolci non servono " feci per prenderli così da rimettere via ma mi bloccò le mani
" a me piacciono e dato che la pago compro ciò che mi piace e poi hai fatto dolci a livello industriale finendo tutto " fece cadere di nuovo nel carrello le cose che avevo tra le mani
" so fare dolci anche senza preparato non servono, e in più tutte queste schifezze non fanno bene " feci per riprendere il tutto quando fece di nuovo cadere nel carrello i prodotti
" ti ho detto che a me piacciono e si comprano punto, io pago come paghi tu quindi "
" ma a prezzo e offerta quella che ci rimette sono io, cucino io e dovrei anche pagare una meta di cibo che non mangio... scordatelo " gli dissi a denti stretti afferrando di nuovo la roba che avevo tra le mani
" e io voglio mangiare queste cose, non sei nessuno per dirmi cosa devo mangiare e cosa no, non sei mia madre " mi disse a denti stretti allontanando il carrello dalle mie grinfie
" si ma io pago per questo cibo " gli sussurrai a denti stretti, siccome stavamo attirando troppa attenzione, la gente cominciava a girarsi per vederci, odiavo le scenate e odiavo lo sguardo della gente.
" nessuno te l'ha chiesto, puoi benissimo prendere i tuoi stramaledetti soldi che sbatti continuamente in faccia a chiunque e farti la spesa per i tuoi fottutissimi interessi e smetterla di rompere " li non ci vidi più, nessuno mi parlava in quel modo, nemmeno i miei genitori. Mi misi dritta e lo guardai negli occhi, afferrai il portafoglio e mi diressi verso l'uscita, gli sguardi aumentarono soltanto, la passerella della vergogna non era il mio forte. Una volta fuori mi sedetti sul cofano dell'auto che scotta da paura ma me ne fregai altamente. Presi una sigaretta e l'accesi, non era mia abitudine fumare, lo facevo solo ed esclusivamente quando ero nervosa o c'era qualcosa che teneva la mia mente occupata in pensieri che non mi piacevano assolutamente.
Odiavo la gente che mi parlava così, perché alla mente ritornava solo una figura, che mi sovrastava e che aveva solo orribili parole verso di me e gesti violenti nei miei confronti. Non so cosa vuol dire essere protetta da qualcuno, ho sempre protetto io gli altri, mi sono sempre bastata io, ho sempre contato solo su me stessa. E non permetto ad un ragazzino di trattarmi così
" mi spieghi cosa è successo là dentro?" mi urlò ancora addosso venendomi incontro, lo ignorai e continuai a fumare la mia sigaretta
" adesso non sono abbastanza nemmeno per una sua risposta principessa " continuai a guardare avanti finché non si posizionò nel mio stesso raggio visivo
" cos'è sei superiore a tutti noi, tu e il tuo atteggiamento da brava ragazza, non sei nessuno quindi non trattare gli altri con superiorità " sapevo cosa voleva, era il suo gioco, inzigarmi per avere una risposta e per quanto le mie corde vocali volessero parlare non gliel'avrei data vinta. Scesi dal cofano, petto contro petto per quanto la diversità d'altezza lo rendesse possibili. Gli gettai in faccia il fumo dell'ultimo tiro, poi feci cadere la cicca che schiacciai con il piede, gli feci il mio miglior sorriso da schiaffi per poi salire in auto. Sul suo viso era leggibile il nervosismo ma non mi interessava, Niko non mi conosceva e non volevo che mi conoscesse, tanto a breve avrei trovato un posto dove stare tutto mio, non prima di aver vinto la sfida e avergli fatto capire, che la figlia di papà come lui credeva che io fossi, aveva più palle di quelle che lui si ritrova
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