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Milkshake

CAPITOLO 5

Non riuscivo a stare ferma, continuava a fare avanti e indietro per i metri quadrati di questo appartamento, ero finita a fare la spesa da sola, dato che con quel troglodita non ci si rivolgeva parola da un po', cercavamo persino di evitarci, per quanto fosse possibile dato le dimensioni di questo appartamento, anche se sta sera ci sarebbe stata la sfida e non vedevo l'ora di prendermi quella stramaledetta camera.

Avevo messo il mio cibo nel frigo e attaccato un post-it verde con il mio nome su tutto ciò che avevo comprato con i miei soldi, sul frigo un cartello ' toccali e non rispondo delle mie azioni ' mi aveva decisamente trattata come non mi piaceva in assoluto, non gli avrei permesso di avvicinarsi a me nemmeno per scherzo.

Avevo persino pulito la casa da brava proprietaria, naturalmente lasciando perdere la sua roba, la sua tazza giaceva ancora nel lavandino della cucina sporca da far schifo, non sapeva contro chi stava giocando a fare il duro, io non perdevo mai in questi giochi, perchè io ero stronza ed egoista da troppo tempo ormai.

Mi fermai di colpo, sapevo come ammazzare il tempo, facendo quello che mi veniva meglio, fare shopping online.

Presi il pc, per poi sedermi sulla penisola e cominciare a cercare le mie adorate marche preferite, diciamo che tutto se era bello mi piaceva, ma io amavo in modo ossessivo compulsivo, Versace, Louboutin, Balmain, Dolce e Gabbana ma soprattutto McQueen, lui era il mio dannatissimo chiodo fisso.

Con un ammontare di dodicimila euro, avevo diciamo alleviato la mia ansia e la mia confusione, e no, non mi sentivo mai male o in colpa ogni volta che inserivo il mio numero di carta di credito. Avevo fatto degli ottimi acquisti, due paia di scarpe di Louboutin le Suzy Flok bianche avevano un non so che di retrò ma a me piacevano un sacco come genere, e le 123 Run patent/Neo, la somma più generosa l'avevo lasciata a Versace, una cintura sottile con fibbia Tribute un costume intero con medusa stud, avevo bisogno di costumi adesso, e quelli mancavano nel mio guardaroba una felpa con logo Versace vintage non mi sarebbe servita a Miami ma non potevo non prenderla, anche il Blazer plissettato in pied-de-poule non mi serviva, ma praticamente chiamava il mio nome e poi non poteva mancare il nuovo corsetto in pelle con scollo a cuore. Da Balmain avevo comprato un abito corto in maglia con le pieghe, perfetto per il clima di Miami ma anche una giacca a kimono in raso che mi era costata più di tutti, però era bellissima. E infine occhiali Dolce e Gabbana con dettagli preziosi, oh erano un mio grandissimo punto debole gli occhiali di DG.

Le parole di Niko però con tutti questi soldi spesi mi tornarono alla mente, si era vero, avevo un sacco di soldi, che non si avvicinavano nemmeno un po' a quelli che possedevano i miei genitori. Per me dodici mila euro erano niente, non toccando i soldi dei miei, perchè quel conto in banca esisteva ancora, mio padre mi ha detto che quei soldi erano miei anche se io non li volevo usare, quindi erano lì nel caso un giorno fosse successo qualcosa di veramente drastico da portarmi ad usarli. I miei soldi me li ero guadagnati in sette anni, ma erano pur sempre soldi miei e ho fatto sacrifici, quindi sentirmi dire certe parole da un ragazzino insolente, be quello non lo accettavo.

Spensi il computer e poi salì le scale per andare a cambiarmi, legai i capelli in una coda alta, poi mi sedetti alla base del letto e allacciai le scarpe, presi il borsone dove misi un asciugamano, il telefono, le cuffie e l'acqua, presi le chiavi della lambo e un marsupio per quando avrei corso; uscì di casa alla velocità della luce, con il mare come direzione.

Ero abituata agli sguardi delle persone siccome avevo cose costose, quando andavo alle superiori la mia famiglia era la più ricca dell'istituto, non passava inosservato l'arrivare in limousine a scuola, se non un auto a tesa con autista siccome non arrivavamo mai sempre tutti allo stesso orario. Mio padre si spostava con il jet privato dell'azienda, mamma aveva un autista personale, io e i miei fratelli guidavamo auto dal costo esorbitante e dall'edizione limitata, ma avere una parte della tua azienda che si occupa di motori ha agevolato il tutto. Sapevo cosa volesse dire possedere roba costosa e cosa volesse dire sentirsi sparlare dietro, molto spesso ho supposto che molte delle mie amicizie fossero nate solo per il conto in banca dei miei genitori.

Non mi sorpresi dunque di ricevere tutti quegli sguardi quando parcheggiai la lamborghini, era piena di ragazzi che bevevano e ballavano, da quanto potessi dedurre credo fosse appena iniziato il nuovo anno universitario.

Preparai il marsupio che bellamente legai in vita, per poi scendere dalla macchina, ci furono fischi di approvazione che mi fecero alzare gli occhi al cielo

" no, una Lamborghini ad una donna no! " odiavo i pregiudizi sulla guida delle donne, non sapevi nemmeno se ero brava oppure no, mi girai verso il ragazzo che aveva parlato e indosso gli occhiali mentre mi avvicinai

" intanto la guido io e non tu " gli dissi appoggiando una mano sulla sua spalla per poi superarlo e avviarmi in spiaggia.

Avevo scoperto con gli anni che correre mi rilassa molto e mi distrae dai miei pensieri, così avevo cominciato ad aumentare le ore sul tapis roulant anche se correre all'aria aperta era tutt'altra cosa.

Mentre mi avviai verso la riva, un gruppo di ragazzi mi saltò all'occhio, averlo come coinquilino mi aveva portato a riconoscerlo anche a distanza, era con altri due ragazzi che come lui erano alti e ben piazzati, potei notare benissimo che anche loro avevano quello strano tatuaggio che Niko aveva sull'addome. Avrei giurato che fosse uno di quei tatuaggi da confraternita dal significato profondo, tip che anche a distanza di anni erano una famiglia unita e tutte quelle stronzate lì da tipico film da teenager americano. Da una parte sono contenta di avere avuto un'educazione Europea

Vidi uno dei tre tirare una gomitata al fianco di Niko indicandomi con la testa, il biondo si girò nella direzione indicatagli dal moro e quando mi vide, diede un coppino al suo amico e gli disse qualcosa; maschi chi li capisce. Non avevo idea di cosa fare se andare a salutarlo oppure no, ma dato che io e Niko eravamo ancora arrabbiati l'uno con l'altra non sarei andata a salutarlo, anche perchè lui avrebbe dovuto scusarsi con la sottoscritta e non il contrario.

" quindi tu devi essere la coinquilina di mio fratello " disse il moro venendomi incontro, rimasi un attimo sbalordita, fratelli? Non sapevo nulla di Niko ma d'altronde penso sia normale avere fratelli, io ne ho quattro quindi.

" si " risposi leggermente confusa al moro che mi sorrise raggiante

" piacere Travis, come vorrei essere al posto di mio fratello in questo momento " sorrisi alle parole del moro, mentre il ragazzo di fianco a Niko scosse la testa

" T smettila di provarci con chiunque respiri " gli disse il ragazzo biondo, aveva un non so che di famigliare con Niko, magari era anche lui suo fratello

" Bro, ma l'hai vista bene " ok era tutti e tre fratelli, buono a sapersi, se dovessi ritrovarmi uno di loro in casa, so che non devo chiamare la polizia credendo che siano entrati i ladri

" ti ringrazio - dissi al moro - ma non mi piacciono i ragazzini " gli dissi facendo ridere a crepapelle il fratello

" perchè quanti anni avrai mai, e poi io sono più maturo di quello che sembra " gli sorrisi divertita per poi appoggiarmi alla sua spalla destra

" il fatto in se che tu debba dirlo, fa di te una persona non così matura " Niko era rimasto in silenzio per tutta la durata della conversazione, era decisamente arrabbiato ancora con me

" fratello la tua coinquilina è uno spasso " disse il biondo dando una pacca sul braccio al fratello che perse la presa sulla tavola da surf, lo fulminò per poi raccoglierla.

Il Bluetooth che avevo all'orecchio cominciò a suonare segnando l'arrivo di una chiamata

" vi devo lasciare ragazzi, è stato un piacere " gli dissi salutando tutti con una mano

" mai come lo è stato per noi " mi disse Travis mentre risposi alla chiamata allontanandomi verso la riva

PRONTO

CIAO TESORO alla voce di mia madre mi pietrificai sul posto e persi letteralmente un battito

CIAO MAMMA, COME STAI? le chiesi cominciando a correre sulla spiaggia

BENE TESORO GRAZIE E TU? mamma non chiamava quasi mai per sapere solo come stavo, era sempre per qualcosa di importante e sapevo già che piega avrebbe preso la nostra conversazione

BENE MAMMA, SONO IMPEGNATA CON IL LAVORO COME SEMPRE mi interruppe

A PROPOSITO DI LAVORO, PAPA' MI HA INFORMATO CHE TI HANNO TRASFERITA A MIAMI dannazione lo sapevo, papà stava cominciando a ritenere insostenibile questa cosa e aveva spifferato tutto alla mamma, non capivano che non era loro diritto intromettersi, che avrei dovuto decidere io quando sarebbe stata l'ora di dire la verità alla mamma

SI SONO QUI DA UN PAIO DI GIORNI, TI AVREI CHIAMATA MA SONO STATA SUPER IMPEGNATA CON LA RICERCA DI UNA CASA E DI ORGANIZZARMI IN QUALCHE MODO odio questa situazione tanto quanto la mia famiglia, mi dava molto fastidio che si intromettesse in questo modo. L'unica cosa era che sapevo che mamma non si era offesa per quello, da quando anni fa una verità brutta era uscita allo scoperto portandomi ad odiare lei e mio padre per un breve periodo, lei era diventata accondiscendente in tutto, eppure sapevo che per questa cosa non sarebbe stato lo stesso

TRA L'ALTRO IO E PAPA' PENSAVAMO DI VENIRE A TROVARTI A MIAMI, ANCHE PERCHÉ' STAVAMO PENSANDO DI COMPRARE UNA VILLA SULLA SPIAGGIA avrei potuto scommettere l'intero patrimonio dei mie, che l'idea di comprare una villa quì era stata un'idea di papà, anche perché mamma non si interessava molto di questo ramo dell'azienda, quindi. La cosa cominciava a darmi un po' fastidio, ci stava che papà si preoccupasse ma doveva essere una cosa che partiva da me.

MI SEMBRA UNA STUPENDA IDEA MAMMA per quanto fossi una pessima figlia odiavo dare dispiaceri alla mia famiglia, non avrei mai voluto mentirle, lei mi aveva dato tutto ed era stata la prima a riporre fiducia in me, ma tutto il mio mondo si discosta troppo dal suo e per quanto sapevo che amava me e i miei fratelli alla follia, sapevo anche che era pronta a criticare e ripristinare ogni parte negativa della mia vita. In Francia il nome Delacroix era più che conosciuto e mia madre dava troppa importanza alla reputazione.

LO PENSO ANCHE IO TESORO, CERCHEREMO DI ORGANIZZARE IL TUTTO IL PRIMA POSSIBILE, ANCHE PERCHÉ' TUO PADRE PARTE TRA DUE SETTIMANE PER UN IMPORTANTE VIAGGIO tanto lui non sarebbe venuto dicendomi che avrei dovuto affrontare la mamma da sola, ma non sapeva che se fossi andata affondo, lui sarebbe venuto affondo con me.

MAMMA NON TI PREOCCUPARE DEL TEMPO, VIENI QUANDO PUOI NON C'E' FRETTA più tardi arrivava meglio era per me, potevo prepararmi un piano con i fiocchi anche se sapevo che il tempo sarebbe stato pochissimo, non mi vede da troppo tempo e so quanto non stia nella pelle, quindi avrebbe organizzato al meglio la sua agenda e sarebbe partita subito.

TESORO MA SONO MOLTO IMPAZIENTE DI VEDERTI, SONO ANNI CHE NON CI VEDIAMO ne ero decisamente consapevole, anche perchè cercavo in tutti i modi di evitarla

MI DISPIACE MAMMA, LO SO CHE E' UN DISPIACERE PER TE, MA CON IL LAVORO E' SEMPRE TUTTO UN'INCOGNITA. diciamo che essermi laureata in biologia forense mi portava ad avere un unico ramo a cui voler approcciare ed era l'investigazione scientifica e che dire quando c'è un morto non è che puoi prendere e andartene, in più avevo detto a mia madre che in quanto non essendo fidanzata o altro avevo dato sempre la disponibilità, lei poteva capirmi dato che da chirurgo anche lei doveva essere sempre reperibile.

MA FIGURATI NON DIRLO NEMMENO PER SCHERZO, SO QUANTO E' IMPORTANTE PER TE IL LAVORO era nei messaggi come questo che perdevo un battito o che mi sentivo una figlia ingrata, non degna di quel nome, eppure la paura di deluderla e di perderla mi frenavano alla grande.

OKAY MAMMA, NON PREOCCUPARTI. FAMMI SAPERE QUANDO HAI INTENZIONE DI VENIRE E SARÒ' FELICE DI INCONTRARTI PER STARE UN PO' INSIEME COME UNA VOLTA, TI VOGLIO BENE, UN BACIO. il fatto è che non mento con queste parole, mia mamma mi manca e ho voglia di passare del tempo con lei, voglio che sia partecipe della mia vita che mi sostenga come nessuno mai aveva fatto; eppure allo stesso tempo ho paura.

Aver concluso la telefonata con mia madre mi fece aumentare il ritmo della corsa portandomi a dare il massimo, parlare di certe cose e ricordarsene altre non era mai facile per la sottoscritta e per quanto ora come ora mi ritengo una persona forte, il terrore di ricadere nuovamente in quel periodo terribilmente buio della mia vita che mi ha portata a vedere solo nero e a non trovare nulla per cui combattere mi fa pensare.

Quando ritengo che due ore di corsa siano più che sufficienti decido di tornare indietro, le spiagge sono vuote rispetto a prima ma d'altronde le sette sono dietro l'angolo; non sono pronta per tornare a casa, questo peso che ho sullo stomaco mi sta facendo pensare e agitare più del dovuto. Nella mia vita al di là di quello che mi è successo ho sempre combattuto per rialzarmi, con la forza di volontà di dire che ce l'avrei fatta, non mi sarei lasciata schiacciare dal peso del mondo, eppure tutto questo mi stava facendo pensare che ormai fosse diventato troppo al di fuori della mia portata, che avevo tirato troppo la corda, e da lì a poco sapevo che si sarebbe spezzata.

Arrivata in prossimità della mia macchina mi lasciai andare sulla riva, tolsi le scarpe con il terrore che i miei piedi puzzassero troppo, così li immersi immediatamente nell'acqua e mi lasciai andare sulla spiaggia, l'acqua che si avvicinava leggermente verso di me per poi essere nuovamente risucchiata dal mare non mi dava per niente fastidio, non mi importava se mi stavo bagnando, volevo solo godermi un momento sereno e spensierato, cosa che non avevo ancora avuto da quando ero arrivata qui a Miami.

Quando ero piccola io e i miei fratelli ci divertivamo a distinguere le forme che assumevano le nuvole, che dire nessuno vedeva mai la stessa figura dell'altro, quindi si andava a chiedere a mamma e papà chi avesse ragione. Ripensare alla mia infanzia mi porta a chiudere gli occhi e a focalizzarmi su una bambina, da piccola mi piaceva stare da sola, ero taciturna e facevo parecchio fatica a fidarmi delle persone, mi piaceva stare solo con mamma e papà, i miei fratelli per quanto mi stavano intorno li ignoravo un po', a parte Tahi, ma da quando conobbe gli altri due aveva legato molto, ero contenta che trovasse la nuova famiglia un posto sicuro e felice, anche se mi aveva lasciata un po' indietro. Eppure, è stato Hamet quello che mi ha fatto aprire di più, a far si che potessi fidarmi delle altre persone, senza la costante paura che mi abbandonassero.

Faccio ancora fatica a lasciarmi il passato alle spalle eppure sono nei momenti come questi o nelle piccole cose che riaffiorano, a volte vorrei tornare indietro a quei sedici anni e impedire ai miei genitori di dirmi la verità, una verità che mi ha cambiata troppo riportando a galla qualcosa che il mio cervello aveva dimenticato per il mio bene; da una parte so che lo vorrebbero anche loro, perché quella verità mi ha allontanata da loro, per quanto ora so che non è colpa loro, eppure è una verità della mia vita che ho dovuto accettare come il bagaglio di conseguenze che si è portato dietro.

" hai intenzione di dormire sulla spiaggia?" a quella voce e alla sensazione delle goccioline fredde a contatto con il mio corpo aprì gli occhi e rimasi a bocca aperta, il mio cuore perse un battito. Niko era una visione celestiale, i capelli bagnati gli ricadevano sulle spalle, indomabili come sempre, per quanto bagnati i ricci naturali erano evidenti. Il suo corpo era imperlato dalla luce del sole che stava tramontando, mettendo in risalto le goccioline che scendendo dai capelli andavano a scontrarsi con i muscoli scolpiti qua e là, seguendo una pista immaginaria sul suo corpo. Distolsi lo sguardo, mi sollevai rimanendo seduta e guardando la distesa cristallina di fronte a me

" perchè no, alla fine la vita è solo una " ce l'avevo ancora con lui, per quanto quelle parole ero abituata a sentire spesso, la cosa da lui non mi piaceva, perchè dopo tutto un po' stava cominciando a conoscermi, non mi sembra di essermi mostrata come una snob, alla fine okay che ci punzecchiamo, ma non vorrei mai fare la superiore, non mi sono mai posta al di sopra di nessuno e mai lo farò.

" in effetti non hai tutti i torti " mi disse sedendosi al mio fianco, che dire riuscivo a percepire il suo bicipite un po' troppo a contatto con la mia spalla. Ci furono un paio di minuti in silenzio, nessuno dei due proferì parola, rimanendo entrambi a guardare la distesa di fronte a noi. Da una parte volevo chiedere spiegazioni, del perchè fosse seduto al mio fianco, si era palesemente capito che non era proprio un amante della mia presenza.

" perché sei qui?" mi guardò con un sopracciglio alzato

" sono arrivato prima di te, e non mi pare ci sia scritto che la spiaggia sia tua... o mi sbaglio?" perchè a volte doveva essere così stronzo, cosa avevo fatto di male, avevo solo avuto la fortuna che una famiglia forse troppo ricca, mi aveva strappato da una realtà orribile

" vai al diavolo " gli dissi per poi alzarmi e avviarmi verso la mia macchina, lo sentì chiamare il mio nome ma lo ignorai continuando la mia camminata, ma chi si credeva di essere, aveva rotto con sta storia dei soldi, si volendo mio padre avrebbe potuto comprare tutta questa parte di spiaggia e allora, tutti quei soldi non erano miei e specialmente non mi descrivevano.

" ti vuoi fermare " mi afferrò il polso che prontamente levai dalla sua presa, se c'era una cosa che odiavo ancora di più erano i contatti bruschi

" che cosa vuoi ancora, spiattellare in faccia il fatto che sono una ricca mocciosa, si lo sono e quindi? tu non mi conosci, non sai nulla di me, ma comunque ti prendi il diritto di poter dire ciò che vuoi di una persona senza sapere nulla di lei. I miei genitori scusa, ma mi hanno educata diversamente " gli dissi nuovamente per poi girarmi e aprire la mia macchina, questa volta non mi fermò e ne fui grata; una volta in macchina presi un profondo respiro per poi tirare un pugno al volante. Mi pentì immediatamente delle parole che gli avevo detto, mia madre mi aveva insegnato che il silenzio era un'arma migliore e che non si facevano scenate di questo tipo in mezzo alle altre persone, ma quel ragazzo mi dava parecchio sui nervi quando sputava sentenze su di me che tra l'altro nessuno gli aveva chiesto, mandava a farsi benedire tutti i miei buoni principi e i miei valori che mi portavano ad andare contro anche a tutto ciò che la mia famiglia mi aveva insegnato. Essere giudicata per ciò che non ero limitandosi solo alle apparenze era una cosa che non sopportavo, come quando a scuola io e i miei fratelli venivamo etichettati come sangue sporco, in quanto non eravamo gli eredi biologici dell'impero di mio padre. Pochi decidono di mettere in gioco forze e sentimenti per conoscere una persona nel profondo, era più facile fermarsi alle apparenze, anche io ora come ora lo stavo facendo con Niko, ma non mi stava rendendo la situazione facile.


Quando arrivai a casa mi fiondai in bagno, l'avrei occupato il più possibile, sta sera c'era la sfida e non l'avrei lasciato vincere per nulla al mondo. Anche perché ne era uscito anche con i nostri colleghi, anche se dovevo dire amici, se non seconda famiglia, diciamo che contemplavano tutti nelle decisione, non mi sorprese essermi ritrovata in un gruppo per sole noi ragazze del Twins e anche un gruppo con tutti, nessuno escluso.

Si erano formati due veri e propri schieramenti, le ragazze sostenevano me mentre i ragazzi Niko, ci avrebbero seguiti un ragazzo e una ragazza alla volta per ogni bar per vedere se fossimo stati scorretti per poi ritrovarci per il conteggio dei numeri al bar del marito di Lucy. Se fosse andato tutto come a Praga avevo la vittoria in pugno, mi ritrovavo sempre con una marea di numeri nella borsa a fine serata, in più ora come ora giocava l'orgoglio di vincere, in più dopo le parole che mi aveva detto oggi, continuando ad ostentare il mio essere ricca, tanto da provocarmi un fascio di nervi, mi aveva resa ancora più determinata.

Feci partire la mia playlist che mi dava un sacco di carica prima di infilarmi nella vasca, feci rilassare il mio corpo in un mix di aromi e fragranze, lasciando a mollo il mio corpo per non so quanto. Oh caro Niko, non hai idea di chi tu, ti sia messo contro, quella camera sarà mia e potrai dire addio alle tue pollastrelle.

Una volta che ritenni che il mio corpo si fosse lavato a sufficienza uscì dalla vasca e mi asciugai con il morbidissimo asciugamano, poi cosparsi il mio corpo di un olio alla mandorla che era la fine del mondo; non dovevo più preoccuparmi dei peli, avevo fatto talmente tante sedute di laser che non sapevo più cosa fossero.

Lasciai aderire e asciugare l'olio mentre con calma cominciai ad asciugare i miei capelli e ad arricchirli di tutti gli infiniti prodotti che mi davano un bellissimo effetto color lavanda sempre perfetto, eliminavano i miei nodi e li rendevano perfetti. Avevo la fortuna di avere capelli mossi di natura che mi regalavano piccoli morbidi e non troppo accentuati boccoli, una volta sistemati i capelli passai al trucco; essere una tatuatrice mi aveva dato la fortuna di cavarmela anche alla stragrande con il make-up.

Applicai un ombretto oro, che sarebbe stato alla perfezione con i miei stivaletti The so full Kate di Louboutin, sfumai con un marrone chiaro nell'incavo dell'occhio e un po' sull'arcata sopraccigliare, dove poi avrei messo del leggero illuminante sotto le sopracciglia. Applicai una prepotente linea di eye-liner sotto le note di pump-it dei Black eyed peas che cominciò a farmi muovere a ritmo di musica, naturalmente allontanando dal mio occhio quella terribile fonte di sbavature. I miei occhi da gatta furba e birichina mi stavano piacendo un sacco. Naturalmente non potevano mancare delle voluminose ciglia finte che mi davano uno sguardo ancora più provocatorio. Per concludere applicai un rossetto rosso fuoco e siccome ormai il mio olio si era asciugato indossai il nuovo Chantilly Lace Plunge Teddy di Victoria's Secret color bianco perla, diciamo che non lasciava nulla all'immaginazione era parecchio trasparente, ma era l'unico modo per non far vedere l'intimo sotto l'abito che avevo in mente. Una volta pronta, ravvivai i capelli per poi uscire dal bagno e dirigermi verso la mia camera così da potermi vestire

" alla buon ora, pensavo non... " Niko non riuscì a finire la frase perchè quando uscì dal bagno si soffermò un po' troppo sul mio corpo, eh si il body lasciava poco all'immaginazione, ma potevo dire lo stesso, dato che era in boxer, dei boxer che lasciavano anche loro poco all'immaginazione; e che colpo al cuore, diciamo che potevo giurarci, era tutto fuorché nella media, dannazione.

" è tutto tuo " gli dissi superandolo, ma mentre salivo le scale mi accorsi che era ancora fermo e immobile dove l'avevo lasciato

" cerca di non sbavare troppo, o il pavimento lo pulisci tu " vidi che si riprese e si girò non prima di avermi dato la possibilità di dare una bella vista anche al suo favoloso fondoschiena, mi stavo facendo immagini mentali poco caste di quel sedere, ma dannazione io ero arrabbiata con lui quindi dovevo tenere a bada questi dannati ormoni

" fidati, farò tutto meno che sbavare " Non stava alludendo a lui nella doccia mentre faceva cose strane con la mia immagine vero? perchè il mio povero cuore non avrebbe retto, anzi avrebbe acceso la sua parte curiosa, dannazione ora avrei voluto non solo sapere cosa avrebbe fatto ma anche guardare. Ok Cami mettiamo a tacere gli ormoni, con le palpitazioni a mille finì di salire le scale che mi conducevano alla mia, ancora per poche ore, camera da letto.

Scesi le scale pronta per prendermi quella maledetta rivincita con indosso il un abito rosso fuoco di Elie Saab, Niko mi aveva fatto innervosire, e cosa c'è di meglio di un rosso fuoco, avevo anche cambiato le scarpe ero passata alle mie adorate e magnifiche décolleté di Versace, sembravano un po' alla schiava ma erano riprese di oro qua e là, erano perfette.

Una volta arrivata al Bar di Keynan, mi avviai verso l'entrata, si poteva dire che era la prima volte che uscivo di sera dal mio arrivo, non so quanto ero pronta a rilevare la vera Cam, la parte più nascosta di me, che pochi conoscevano. Più che altro non so cosa si sarebbero aspettati da me, sinceramente non sapevo come comportarmi, non volevo dare una brutta impressione di me, ma diamine gli uomini mi piacevano eccome, e quando c'era in mente rimorchiare qualcuno, era qualcosa a cui mai mi sarei tirata indietro.

La prima impressione sul locale di Keynan fu molto positiva. Ricordava un bar molto sofisticato con tanto di lista all'entrata, di sicuro il dress code doveva essere molto elegante.

Si ergeva su tre piani, tutti i piani avevano delle finestre a nastro che si affacciano su una magnifica vista di Miami, la musica era di quelle che piaceva a me, ti incitava ad andare a ballare e a scatenarti in pista; inoltre le luci soffuse davano il loro notevole contributo a rendere l'atmosfera così, sexy se vogliamo dire.

All'entrata un elegante bancone ricoperto di sasso e con un ripiano di marmo nero, una bellissima ragazza bionda, sedeva su un elegante sgabello altro, vestita in modo impeccabile.

" come posso aiutarti?" mi chiese gentilmente, Lucy mi aveva detto di fare il suo nome, così mi avrebbero accompagnata al tavolo riservato per noi quella sera. Chiamò il ragazzo di fianco alla porta d'ingresso, e comunicò che ero ospite di Keynan e se poteva gentilmente accompagnarmi al mio tavolo.

Lo seguì verso la mia destinazione, perdendomi ad osservare ogni dettaglio, non del locale, che dire Keynan ci sapeva decisamente fare nel scegliere i suoi dipendenti. chissà quante donne vengono solo per rifarsi gli occhi, e non le biasimerei per niente.

Una volta arrivata al tavolo notai che erano già tutti arrivati, il cameriere mi fermò toccando delicatamente la spalla, per poi allungarsi un bigliettino di carta, quando l'aprì sorrisi, ecco il primo numero di telefono. Il giovane cameriere fece un occhiolino al suo capo!

" hey, così non vale!" protestò Niko mentre presi posto

" amico, a prescindere, penso che la sfida la vincerà sicuramente lei" gli disse Tyrone molto convinto, ponendo un braccio intorno all'amico. Tyrone penso fosse escluso dal dress-code per via della familiarità con il proprietario, però era sorprendente come anche con qualcosa di semplice, quel ragazzo risultasse bellissimo.

" certo sei uno schianto " disse Lucy mentre mi porse un calice di vino bianco, notai che lo stavano bevendo tutti a parte la futura neo mamma, salutai tutti mandando un bacio alle ragazze. Dovetti ammettere, naturalmente non ad alta voce, che anche Niko si era impegnato molto, aveva legato i capelli, mossa furba, i suoi occhi azzurro ghiaccio furono ancora più esposti, come se non si notasse già con i capelli sciolti, e quel maledetto piercing al sopracciglio, diciamo che molto spesso risveglia la mia parte più nascosta, si abbiamo capito cosa intendo. Per non parlare della camicia aderente che metteva in risalto tutti i suoi muscoli, e i jeans, erano sicuramente illegali, il suo didietro ci stava a meraviglia, ci avrei giurato

" spero che Kaira sia stata gentile con te?" mi chiese Keynan, non ci volle molto per capire che si riferiva alla ragazza che incontrai all'entrare, gli dissi che era stata molto gentile e ne approfitta per fargli i complimenti.

" quindi, possiamo iniziare?" chiese Jennifer mentre si accarezzava il pancione, indossava un vestito blu elettrico aderente ed era uno schianto, la gravidanza la rendeva ancora più bella secondo me.

" prima un paio di regole" e te pareva se Rowdy non doveva dire la sua, tutti protestano ma Lucy gli venne in contro

" ha ragione, se no che divertimento c'è per noi " non aveva poi tutti i torti. Alla fine le regolo furono semplici, non essere molesti, e guardarono Niko, di certo non avrei fatto quella che salta addosso agli uomini, di solito sono loro che vengono da me. E limitarsi a ragazzi che potessero avere intorno alla nostra età. Niko brontolò anche a questa scelta, dicendo che le donne mature erano più interessate a lui delle giovani ragazze, avevo un po' i miei dubbi, penso che chiunque di sesso femminile, indipendentemente dall'età sarebbe stata attratta da Niko

" amico sei anche avvantaggiato, di sotto ho un addio al nubilato " Grazie Tyrone per averglielo rilevato. Niko fu grato al suo amico.

" per la cronaca, vince chi ha più numeri giusto?" annuì alle parole del mio avversario

" pronto a svuotare la tua camera per far posto alle mie scarpe " chiesi a Niko

" stai pur certa che vincerò io " a quelle parole indossai un sorriso sexy e alzai un sopracciglio

" l'importante è crederci" gli dissi mentre mi alzai con molta sensualita e avvicinando a lui, gli mandai un leggero bacio, per poi girarmi e camminando sensualmente mi avvia alla pista da ballo, sentivo i fischi dei miei, possiamo chiamarli nuovi amici, alle mie spalle.

Al centro della pista mi girai, fissai Niko e cominciai a muovere i fianchi in maniera sensuale e a portarmi le mani nei capelli, sul suo viso apparve un sorriso di sfida.

Okay biondo, che vinca il migliore, anzi il più sexy!



Diciamo che il tipo davanti a me non era male, ma di certo era troppo mingherlino, e non sono un'amante dei ragazzi pelle ed ossa, per quanto i suoi occhi erano magnetici, e non mi dispiaceva il fatto che mi avesse offerto un altro giro del mio gin tonic! per vincere questa gara mi serviva un buon carburante, meno male che ho sempre retto abbastanza bene. Essere circondata da fratelli maschi aveva anche i suoi vantaggi, specialmente quando facevamo a gara su chi reggeva di più con la scorta di liquori di papà, quando i nostri genitori erano in viaggio.

Avevamo già girato una decina di Bar, ed era troppo divertente vedere come i ragazzi ci seguivano ogni tanto chiedendosi in quale Bar fossimo, le ragazze avevano deciso di rimanere da Keynan e che si sarebbero occupati gli uomini di controllarci, non avevo paura che barassero, anche perchè credo proprio che fossero dalla mia parte.

Vedevo perfettamente Niko, era seduto ad uno dei tavolini ed era di spalle, una bionda niente male era praticamente incollata al suo fianco, e la bocca di Niko era incollata al suo orecchio per superare il volume della musica.

Mi ero decisamente persa la conversazione del ragazzo davanti a me, ma la cosa importante era che avevo già ricevuto il suo numero, ed era questo l'importante

" scusa, devo andare alla toilette" lo interruppi in un discorso sul marketing di non so che cosa, mi alzai e gli sorrisi per poi fingere di dirigermi alla toilette, quando imboccai la rampa di scale scesi al piano inferiore verso l'uscita, scrivendo sul gruppo che mi sarei spostata al bar di fronte.

La notte era fin troppo andata per le lunghe, mi accorsi solo ora che erano già le 3 della mattina, quindi era ora di mettere fine a tutto ciò e di avviarsi verso la fine del gioco. Seth rispose che sarebbe venuto lui a vedere cosa avrei combinato al FLoid.

Non fu difficile capire la mia strategia non appena misi piede nel Pub, diciamo che avrei vinto alla stragrande, oh Niko la vittoria è mia al 100%!


" Okay ragazzi, datemi i numeri" disse Rowdy, io passai i miei numeri a Jessica, mentre Niko li diede a Tyrone. cominciarono a contarli mentre Niko mi guardava con un sorriso sornione, diciamo che credeva troppo di aver vinto.

" okay, Niko ne ha 45 " vidi Jessica alzare lentamente il viso dal mio mazzo

" non è possibile! anche Cam" come diavolo era possibile, va beh vincevo assolutamente io

" beh, vinco io perché me ne porto una a casa " disse mentre la bionda del locale precedente si appiccicò a lui, gli mise un braccio intorno alle spalle.

" se fossi venuto con me all'altro locale, avresti capito che una non bastava" mi guardarono tutti confusi, dai non era difficile capirlo

" comincia a svuotare la camera domani mattina, grazie" gli feci l'occhiolino per poi avviarmi verso l'uscita, mi seguirono tutti con gli occhi, di fianco alla porta c'erano i gemelli che avevo conosciuto al bar di sotto, e una cosa a tre li aveva abbastanza eccitati, mi misero le mani sui fianchi.

Mi girai per mandare un bacio a Niko, le ragazze esultano mentre i ragazzo erano divertentemente scioccati.

" two is better than one " dissi a Niko prima di lasciare il locale. 

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