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Avete presente quando siete in un sogno, ma siete consapevoli che non vi trovate nella realtà ? Non siete in grado di dire se sia giorno o notte, né perché non riuscite ad abbandonare quel regno di fantasia, ma non avete paura, anzi, siete sereni e non vedete l'ora di scoprire quello che accadrà in seguito, come quando guardate un film che vi prende fin da subito e che non volete smettere di vedere fino a quando non ne saprete il finale. Jules era proprio in questa situazione, aveva capito di trovarsi nella propria immaginazione quando, la discoteca in cui stava ballando, aveva cominciato a svuotarsi e tutti si erano messi a fargli i complimenti per i suoi passi di danza. Lui era sempre stato un grande amante della musica, sapeva scegliere il pezzo giusto in ogni momento, ma per quanto riguardava il ballare era peggio di un'oca destrorsa con due piedi sinistri su un pavimento di carboni ardenti, davvero un bello spettacolo, perfetto per farsi due risate. Ma per il momento il ragazzo si godeva quegli apprezzamenti e si sentì ancora meglio quando, dall'altro lato del locale, in tutta la sua magnifica spavalderia, arrivò ancheggiando l'uomo dei suoi sogni passando i suoi occhi di ghiaccio sul suo corpo con brama e ardore.
* sento il cuore battere a mille * - Lo sapevo che sarebbe tornato da me, siamo destinati a stare insieme ed anche lui l'ha finalmente capito - * mi avvicino al centro della pista * Ciao Adam
* mi avvicino a lui ed avvolgo le mani intorno alla sua vita stringendolo a me * Ehi ...
* allungo una mano accarezzando il suo viso * Mi sei mancato tanto amore mio * porto l'altra fra i suoi capelli lisci, così biondi da sembrare bianchi, sistemandoli in un ciuffo laterale * Non sai quanto * gli occhi mi diventano umidi *
Il cuore del giovane era così pieno di gioia che cominciò a convincersi che quella visione fosse un segno del destino. Probabilmente tutta quell'assurda storia della loro separazione era stato solo uno stupido incubo e, una volta risvegliatosi, sarebbe stato ancora fra quelle forti braccia, temprate dal duro lavoro, le uniche che gli permettevano di sentirsi a suo agio, capito, vivo.
Dio Adam, sei così ... * tocco il suo petto * - Wow, e meno male che non ha mai fatto esercizio fisico in vita sua - * arrossisco * ... mascolino
Jules gli si tenne ben stretto, lasciandosi trasportare nella danza, a tratti unito a tratti separato dal suo compagno fino al culmine della canzone quando abbandonò l'altro. Accadde tutto d'improvviso, quando le loro mani si separarono, la musica andò affievolendosi, a differenza delle luci, che andarono diventando più chiare e cristalline, completamente sbagliate per un ambiente di quel genere, ma il moro non ci fece troppo caso e, quando giunse alla fine della pista da ballo, si voltò di scatto e si sentì morire dentro.
* sgrano gli occhi incredulo * - Non può essere vero ! - * guardo dritto davanti a me e vedo Adam scomparire lentamente * No ... No ... No ...
Jules, che succede ? * chiedo confuso * Hai fatto un altro incubo, non è vero piccolo ? * apro le braccia e sorrido * Vieni, sono qui ora, non dovrai più avere paura fino a che sarai fra le mie braccia ... * dico dolcemente * Ti starò sempre accanto, pojke förgiftad efter stad
Il moro non ci pensò due volte, non stette nemmeno a riflettere sulle parole appena pronunciate dal suo fidanzato, o sul fatto che il tono ed il timbro della sua voce fossero improvvisamente cambiati, si limitò a trattenere un singhiozzo strozzato ed a correre incontro all'altro, stringendolo con tutte le sue forze e godendosi per qualche minuto il caldo contatto che si era creato fra loro. Se ne era accorto, non era uno stupido ed aveva abbracciato Adam per cinque anni della sua vita, non poteva sbagliarsi, non poteva confonderlo in alcun modo, quel ragazzo era davvero troppo, troppo alto per essere lui, ma Jules aveva troppa paura per alzare gli occhi e confermare i suoi sospetti. Il tempo trascorse più lentamente e la paura gli passò di carezza in carezza fino a quando, nelle profondità di sé stesso, il moro trovò il coraggio che gli mancava e sollevò lo sguardo verso il suo compagno.
* i miei occhi si riempiono di lacrime * P-papà ... * lo stringo forte come non ho mai fatto prima * Papà ! Sei tu ! Sei qui papà ! * piango disperatamente contro il suo petto *
Non piangere Julien ... * sorrido e passo una mano fra i suoi capelli asciugandogli le lacrime * Sono fiero di te figlio mio e ti voglio un bene dell'anima
A-anch'io ! Anch'io ! * dico nervosamente stringendo la sua camicia di flanella rossa a quadri * Ci manchi tanto, a me e alla mamma ! Torna, ti prego ! Non lasciarmi più !
L'uomo gli sorrise dolcemente e si fece sempre meno chiaro ed intangibile, segno inequivocabile che la notte stava passando e, con essa, il contatto con suo padre, ma per quanto il giovane stringesse forte le mani per non lasciarlo andare, ormai era troppo tardi.
* sorrido * Vivi Julien
Jules si sollevò di scatto a sedere sbattendo la testa sulle assi in legno del soffitto della baita, era sudato dalla testa ai piedi e poteva chiaramente sentire il proprio cuore battere attraverso la maglietta, la musica che aveva sentito nel sonno attraverso i suoi auricolari si era appena conclusa, ed ora il giovane si trovava davvero in una condizione scomoda incapace di trovare una ragione alle emozioni che gli stava trasmettendo il proprio corpo.
Cazzo ... * appoggio una mano sul petto e cerco di calmarmi * ... quello ... quello era ... * stringo le gambe per calmare l'erezione che si è formata fra di esse * ... Ernst !
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