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Il cucchiaio metallico girava lento nella calda tisana dalla quale fuoriusciva, sinuoso e serpeggiante, un lieve filo di fumo dal fruttato profumo di arancia e menta fresca. Il cingolare irregolare contro la ceramica tintinnava come un orologio malfunzionante scandendo il passare dei secondi ed attenuando il silenzio creato da quella lunga, interminabile attesa. Davanti ad un massiccio tavolo di rovere, due sguardi, entrambi velati da una profonda preoccupazione e tristezza, si cercavano nel disperato bisogno di conforto. Delle dita sottili, segnate dal duro lavoro, si spostarono fra le ciocche scure permettendo così al volto delicato di mostrarsi nel proprio splendore, impreziosito dalle lacrime e vacillante per la paura.

Perdonami Margaret *avvicino le mani alle sue accarezzandole con dolcezza* Se non fosse stato per mio marito ... ora i tuoi ragazzi sarebbero qui, accanto a te e ... *guardo fuori l'inferno di ghiaccio e neve che si sta scatenando* se morisserio a causa di ciò io ... *altre gocce salate mi scendono dalle guance scavandole ulteriormente*

*libero una delle mani e le accarezzo il volto* Non dire queste cose, non accadrà nulla ai miei pargoli o a Frans *cerco di sorriderle, nonostante le mie labbra tremino* La montagna è dalla loro parte, avranno sicuramente trovato un riparo, inoltre ... *mi asciugo il viso* Ormai Jules è mio figlio, così come Ernst e Claes sono i tuoi. I nostri mariti, prima lo imparano meglio è

Anne sorrise all'amica e spostò la propria sedia per riuscire ad abbracciarla, guidandola poi fino al divano dove insieme si strinsero in una coperta, proteggendosi dal terribile vento che, imperterrito, sbatteva contro i vetri delle finestre. La signora Lindgren aveva un insopportabile peso allo stomaco, si sentiva fragile e colpevole, nonostante fosse stato Leonard a dare la vita a tutti quei problemi, la mora non riusciva a smettere di accusarsi dell'origine di tanta infelicità. Se solo fosse riuscita a prevedere le azioni del compagno, niente sarebbe accaduto, nemmeno ventiquattr'ore prima la donna non aveva idea che l'uomo avrebbe avuto una ragione per raggiungerli sulle alte montagne, ma ora, venutane a conoscenza, ne era totalmente disgustata e pietrificata. Quell'individuo dal cuore di pietra aveva rovinato la vita a troppe persone a causa del suo ego e bisogno di innalzarsi sul prossimo, abbandonando la propria casa, rigettando coloro che gli avevano dato la vita, tranciando le radici con il passato, per poi dimenticarlo e modificarlo a seconda delle necessità, allo scopo di trarne il maggiore vantaggio possibile e, la parte peggiore, era l'avervi trascinato l'innocente migliore amico in modo che, anch'egli, venisse ingoiato dalla sua oscurità. Flebili lacrime marcarono ulteriormente le gote della mora, il ricordo del giorno in cui gli occhi di quel bel corvino avevano incontrato i suoi, i baci, la passione e poi il piccolo Jules, tutti mezzi infidi per arrivare a lei ed al suo patrimonio ed all'impero finanziario familiare, per poi lasciarli, abbandonarli.

*mi sollevo lasciando la coperta a Margaret e guardo fuori dalla finestra pensierosa* Come ... Come avrei potuto sapere del passato di Leonard ? *domando retorica alla tormenta stessa* In che modo sarei stata in grado di intuire negli sguardi e nei baci che mi dava, le sue menzogne ? *mi volto verso la corvina stringendomi gli avambracci fra loro, la vista appannata* Niente di ciò che ho fatto è bastato per proteggere mio figlio, sono una madre inetta !

Asciugate le lunga ciglia, Anne si ritrovò preda di un dolcissimo abbraccio al quale rispose con altrettanta intensità. In breve le schiene di entrambe le donne furono inumidite, erano sole, impotenti, non aspettavano altro che un segno, qualcosa che cancellasse il terrore ed i dubbi che andavano affollando le loro anime. Erano quasi sul punto più vicino al limitare di quel baratro di tristezza quando, dall'ingresso, cominciarono a venire dei forti colpi, qualcuno stava bussando con insistenza al pesante ingresso in legno. Immediatamente, i cuori di entrambe fecero un capogiro ed enormi sorrisi ornarono i loro volti mentre le signore si portavano all'ingresso insieme, afferrando la grande maniglia, e tirandola con tutte le proprie forze. Al minimo spiraglio, la neve penetrò nella baita rendendo la visibilità pressoché assente mentre delle figure incappottate entravano di tutta fretta, al sicuro, per poi aiutare a serrare la porta, riportando così la calma. Senza pensarci due volte, la signora Lindgren corse incontro allo sconosciuto più mingherlino abbracciandolo mentre Margaret faceva lo stesso con l'altro euforica, ma entrambe vennero subito allontanate da delle voci inaspettate, una delle quali, per niente gradita.

*mi tolgo cappello e sciarpa* Ciao Anne *sorrido*

Leonard ? Come sei arrivato fino a qui ? *chiedo subito arrabbiata stringendo la mano di Margaret* Questa è la casa di nostro figlio e dei suoi mariti, non sei il benvenuto ! Sparisci !

Al contrario signora Lindgren *mi spoglio anch'io e tiro fuori dalla valigetta dei documenti* Sono l'avvocato del signor Lindgren ed ora, legalmente, suo marito è il legittimo possessore del paesello sottostante, e di ogni costruzione e pezzo di terra da questa baita, in giù ... Né lei, né nessun altro, avete più diritti qui, vi preghiamo dunque, appena conclusasi la tormenta, di lasciare questi luoghi *concludo seriamente*

*sorrido furbo* Ed io sfrutterò e disintegrerò ogni singolo filo d'erba fino a quando non resterà altro che una pianura desolata di immondizia schifosa *mi rivolgo a mia moglie, ignorando l'altra*  A meno che, il nostro adorato figlioletto ... * dritto negli occhi* ... non faccia qualcosa per me

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