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Il sole cocente, l'afa asfissiante dell'inizio dell'estate, lo smog delle macchine a pochi centimetri dalle narici, niente di tutto quello poteva essere paragonabile alla bellezza e purezza dell'alta montagna, sì, i raggi del sole erano altrettanto potenti e caldi, ma indossare un maglione ad inizio giugno e camminare per ripidi sentieri ed infiniti pascoli, questo Jules non se lo sarebbe mai aspettato. Ad ogni metro lo sguardo del giovane tornava alle proprie spalle dove ormai la baita era sparita ed il villaggio appariva solo come un piccolo puntino lontano, quasi invisibile nella vastità dei prati smeraldo e degli alti pini, ancora non era certo di aver capito completamente le intenzioni dei gemelli, nonostante ormai fossero passati mesi riuscivano sempre a confonderlo, sorprenderlo ed intrigarlo. Ovviamente non era così stupido, la sua mente era già in subbuglio ed il nervosismo si faceva sentire, quale evento stesse per succedere non solo era immaginabile, ma terribilmente terrificante, ricevere la grande proposta, il momento stava arrivando e non c'era stato nemmeno il tempo per avvisare sua madre.
*guardo le schiene dei gemelli, i loro enormi zaini, e mi vengono gli occhi lucidi* - Sono così felice, non è ancora successo, ma sono già sul punto di scoppiare in lacrime, il cuore vuole uscirmi dal petto ... - *mi porto le mani al petto* - Come ci si prepara psicologicamente ad una proposta di matrimonio ? Accidenti, se solo ci fosse la mamma ... lei saprebbe cosa consigliarmi -
In un attimo i biondi aumentarono il passo spingendo il giovane Lindgren a fare lo stesso, euforico all'idea che anche loro avessero dentro la stessa impazienza che gli seccava la gola, facendo sparire ogni fatica o debolezza per la camminata, il corpo teso in avanti verso l'obiettivo da raggiungere. Migliaia di scenari attraversavano la mente di Jules, le frasi che i fratelli avrebbero usato, se avessero o meno previsto dei doni come era spesso successo in passato. Perfino la forma delle fedi accendeva i dibattiti interiori dell'ex cittadino, di certo i biondi non si erano recati da un orafo, in paese non ve ne erano, che le avessero intagliate loro stessi da qualche tronco secolare appartenuto alla loro famiglia da generazioni ?
*rido piano cercando di non farmi sentire* - Sarebbe troppo strano perfino per loro ... - *noto che aumentano ancora il passo e mi muovo più velocemente* - Non vedono l'ora -
Dopo un intero pomeriggio di corsa, il corpo del ragazzo bruciava, la stanchezza si faceva sentire, i piedi gli si incastravano fra le rocce o le tane di marmotta distanziandolo leggermente dai Bergman, ma Jules non aveva alcuna intenzione di darsi per vinto, desiderava solo che Ernst e Claes rallentassero leggermente, ma non voleva apparire ancora il gracilino, mingherlino viziato dei primi tempi. Sicuramente era un'altra prova del signor Frans, motivazione che lo spinse a proseguire con ancora più intensità, fino a quando non fu nuovamente alle spalle dei suoi fidanzati, ancora voltati di schiena, i volti rivolti alla meta.
- Chissà quanto manca ... se li perdo non sono nemmeno sicuro di riuscire a tornare al villaggio e non penso proprio che qui intorno ci sia qualcuno a cui chiedere aiuto o ... -
I Bergman si bloccarono senza preavviso e, ovviamente, il moro si scontrò con le loro schiene finendo con il sedere a terra, trascinato dal peso dello zaino che, benché leggero, sembrava un macigno dopo tutte quelle ore di marcia senza nemmeno una pausa. Prima di riuscire a rimettersi in piedi, il giovane Lindgren venne assalito da un abbraccio prorompente, baci passionali e familiari, toccatinevogliose e strizzate di natiche, iridi di ghiaccio a scrutarlo con bramosia.
C-che vi è preso così di colpo ? *li guardo sorridendo* Vi siete già dimenticati della scorsa notte ? Sembra quasi che non mi tocchiate da mesi *accarezzo i loro volti intrecciando le ciocche dorate e disordinate coperte di lucido sudore*
Potrebbe essere così *gli bacio il collo* Devi sapere che, una volta attraversata quella collina erbosa, saremo arrivati *gli tolgo lo zaino* Sei tutto sudato e così eccitante, non sai quanto ci siamo trattenuti ...
Già *infilo una mano nei suoi pantaloni tastandolo per bene da sopra l'intimo* Avremmo voluto camminare al tuo fianco, ma le tradizioni ... non lo permettono proprio, anche se il peggio deve ancora venire visto che, da quando vedrai cosa c'è laggiù, al matrimonio *lo stringo forte* non potremo più fare l'amore
A quella notizia il moro spalancò le palpebre e li osservò incredulo, ma entrambi erano fin troppo seri ed allora capì che non scherzavano affatto così si lasciò trascinare nelle effusioni, per quanto la scoperta lo mandasse su tutte le furie, era pur sempre la loro famiglia e, se voleva farne parte, doveva accettare, già in passato aveva provato a sottrarsi, ma le leggi dei Bergman erano troppo forti, perfino per loro. Nonostante fossero solo all'inizio, da un secondo all'altro, i fratelli si allontanarono, aiutando il terzo a rialzarsi, e ripresero a camminare, questa volta, mano nella mano.
- Non ci credo, è davveno ingiusto ... - *li guardo* - Ma se avessero potuto sottrarsi so che lo avrebbero fatto ... non mi resta che accettare - *superiamo insieme la collina e, quando vedo la loro sorpresa resto incredibilmente sorpreso*
Non vi erano fiori, se non sul prato, e nemmeno anelli, ma una graziosa casina, con tanto di granaio, fonte d'acqua potabile, un orticello e degli spazi esterni per animali, assomigliava molto a quella dei Bergman, ma ancora meglio. Confuso, il giovane si voltò verso i suoi fidanzati che, nel frattempo, lasciarono le sue mani precedendolo fino alla porta dove lui li seguì.
*li fermo prima che aprano la porta* S-scusate, non voglio sembrare maleducato, ma ... *balbetto quando li vedo voltarsi verso di me seri* Cioè, è bellissima, ma credevo che ... insomma, il viaggio servisse per farmi ... l-la proposta ?
Davvero ? *domando sorpreso*
Ti sbagli, non abbiamo mai parlato di farti la proposta *incrocio le braccia al petto* o mi sbaglio ?
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