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Il leggero ondeggiare del carretto trasformava le verdi distese erbose in un placido oceano salato ed azzurro, la stanchezza rendeva quella beata illusione così realistica che, all'interno delle narici, al moro parve addirittura di riuscire a sentire la salsedine del vasto mare pizzicarlo giocosa. Era stata una delle mattine più impossibili di sempre, di svegliarsi non se ne era proprio parlato, se fosse stato per Jules l'intero pomeriggio sarebbe stato un lento susseguirsi di pisolini e merendine a base di fette di pane fresco, ben tostate e coperte da un sottile strato di burro ed uno abbondante marmellata.
Ehi Jules, svegliati, coraggio * sorrido scuotendolo leggermente * So che sei stanco dopo la serata di ieri, ma ti avevamo avvertito che oggi era giorno di mercato, non avresti dovuto tentarci
* mugolo e mi stringo di più alla spalla su cui sono appoggiato * Bugiardo Claes ... * stringo gli occhi * ... voi mi siete saltati addosso ...
* passo una mano sulla sua schiena * Certo, dopo che tu, in preda al frizzantino sapore del Prosecco, ci hai portati al fienile per uno ... * scendo con la mano sul suo sedere sfiorando con le dita lo spazio fra le sue natiche * ... spettacolino privato
Al contatto con le dita di Ernst, Jules spalancò le palpebre diventando all'istante completamente rosso, ricordi più chiari, e la totale consapevolezza delle proprie azioni, salirono a galla. Il giovane Lindgren si portò di scatto le mani sul viso e prese a scuotere la testa e le gambe, preda tale del proprio pudore, da finire per cadere di schiena sul retro del carretto, centrando in pieno un cesto di insalata e causando l'ilarità dei suoi abili autisti. Nonostante avesse vissuto in città, il ragazzo non era mai stato un grande bevitore, neppure la sera prima si sarebbe attaccato alla bottiglia, ma era stata una cena davvero speciale, il signor Bergman aveva confermato alla moglie che, quello in compagnia dei suoi figli, era stato l'ultimo viaggio sulle cime senza la sua amata, solo immaginarlo non darebbe mai l'idea della gioia provata da quest'ultima e della sua reazione. Tra brindisi di congratulazioni, assaggini di formaggi spezziati ed affettati aromatizzati, Jules aveva perso la misura di quanto stava bevendo giungendo ad una prevedibile conclusione, l'addio definitivo alle sue inibizioni.
* lo aiuto a tirarsi su * Non fare così, piccolo * gli tolgo una foglia di lattuga dai capelli * Noi ci siamo davvero divertiti, non è successo nulla di troppo grave davanti ai nostri genitori * scoppio a ridere * Beh, a parte quando ... * guardo Claes sull'orlo delle lacrime *
C-cosa ? * sbianco passando lo sguardo da uno all'altro *
Prima di trascinarci via, ti sei messo in piedi davanti a nostro padre, salendo addirittura su una sedia per essere alla sua stessa altezza, e, con una faccia davvero molto minacciosa, gli hai praticamente urlato * mi copro le labbra con la mano per trattenere le risate * " Anche se lei è un grosso orso spaventoso è ormai il mio nuovo papà, quindi se vuole potremmo andare a pesca un giorno di questi ! "
I gemelli fermarono il carretto accanto al proprio angolino nella piazza del mercato e scesero tentando di calmarsi, distraendosi e cominciando a sistemare la propria merce mentre il loro fidanzato, ancora paralizzato per la notizia appena ricevuta, si sentiva tre metri sotto terra, nemmeno un terremoto avrebbe potuto riportarlo in superficie, ma bastò molto, molto meno. Arrivò dalla parte frontale del banchetto, fu rapido, un pomodoro con un'enorme chiazza marrone superò quei pochi metri e si infranse direttamente sul viso di Claes lasciandolo immobile e senza parole mentre diverse risate si infrangevano sul terzetto.
* scendo subito e raggiungo il mio fidanzato pulendogli il viso accuratamente * Claes, Claes, tutto bene ? Ti hanno preso l'occhio ? * apro la mia borraccia e lo lavo *
Tranquillo Jules, è tutto ok * stringo i denti e gli accarezzo il viso * Non è niente di grave * alzo lo sguardo sul gruppetto * Nessuno di loro ha mai avuto una buona mira * la mia voce perde ogni dolcezza e diventa fredda come il ghiaccio *
* rido * Credevo fossi un ragazzo più inteligente, visto che vieni dalla città pensavo avessi capito quali sono le persone giuste da frequentare * gioco con il pomodoro marcio che ho fra le mani * Invece abbiamo sentito che non solo sei amico di questi zotici, ma che siete pure froci !
Lo sguardo scuro di Jules andò a posarsi in quelli del capogruppo, lo riconosceva, era il figlio del sindaco, impossibile dimenticare il suo look da puntaspilli, il nome invece, quello forse nemmeno glielo aveva mai detto. Intorno al punkettaro, tutta la banda dei ragazzi del posto, erano stati loro a complicare tutta la sua storia con i gemelli quando ancora era fragile, senza contare tutte le stupide battutine che facevano ai suoi fidanzati, ed ora quello, inutile dire da chi avessero saputo della loro relazione.
- Adam, quel disgustoso, adesso mi ha fatto proprio iuncazzare ! - * mi alzo in piedi pronto a rispondere alle offese ricevute quando Ernst mi si mette davanti giusto un attimo prima che il secondo pomodoro mi arrivi in faccia * E-Ernst, adesso io ... * Claes mi prende la mano fermandomi * P-perché ?
Lascia perdere amore * sussurro accarezzando la sua mano nella mia * Non vale la pena sprecare parole con loro
* stringo Jules * Ignorali, è tutta la vita che lo fanno * sussurro al suo orecchio *
Fu come se uno stiletto si impiantasse dritto nel cuore di Jules lasciandolo senza fiato, si rese conto di quanto i suoi biondi fossero sempre stati soli fin da piccoli, ma, soprattutto, di quanto quei ragazzi somigliassero a com'era lui prima di conoscere i Bergman ed imparare ad amarli, la cosa lo terrorizzò.
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