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La colazione più imbarazzante di sempre. Non che ci fosse molto da aggiungere, dopo quel più che traumatico risveglio, i tre giovani, non si erano più nemmeno rivolti uno sbuffo di fiato, Jules girovagava mentalmente fra plausibili scusanti, ognuna delle quali si trovava, quanto più possibile, ad anni luce dall'idea di essere totalmente ed inesorabilmente cotto dei fratelli Bergman. Ernst e Claes invece si lanciavano spesso occhiate e, senza nemmeno che servissero parole fra di loro, presero un'importante decisione, era evidente che l'altro provasse i loro stessi sentimenti, ora non restava che farglielo ammettere chiaramente e poi tutto si sarebbe risolto per il meglio, forse.
* mi alzo da tavola * Bene ragazzi, appena avete finito la colazione iniziate pure con i lavori e ... * sorrido solare a mio figlio * mi raccomando Ernst e Claes, mettetelo sotto * porto le mie cose a pulire *
* avvampo e comincio a sudare * - M-mettermi sotto ?!? - * mi volto lentamente a destra e sinistra e mi rendo conto solo ora di essermi di nuovo messo fra di loro * - A-accidenti, non me ne ero minimamente accorto - * deglutisco *
* lo fissiamo insieme e sorridiamo complici *
Il moro si alzò immediatamente raccogliendo le sue cose per portarle in cucina dove si avvicinò a sua madre mentre buttava in un sacchetto gli avanzi, osservandola leggermente e notando quanto sembrasse raggiante, quasi ringiovanita rispetto a quando erano arrivati, quel cambiamento aveva fatto davvero bene ad entrambi ed ancora non l'aveva nemmeno ringraziata, se non nei momenti di gaiezza che gli avevano donato i biondi. Il giovane afferrò dolcemente la manica della maglietta della donna tirandola piano per attirare la sua attenzione e, quando questa si voltò, Jules assunse un piccolo broncio per sembrare serio e si avvicinò alla sua guancia lasciandovi un bacio come faceva da bambino.
Grazie * sussurro a bassa voce appoggiando le cose nel lavandino * P-per avermi sopportato con la storia di Adam ed avermi convinto a venire qui ... m-mi piace tanto la nostra nuova casa e c-credo d-di ... * mi trema la voce mentre mi volto verso Ernst e Claes * ... i-insomma ...
* lo guardo inizialmente stupita e poi sorrido accarezzandogli i capelli * Figurati * vado verso la porta * Bene giovanotti, io vado al negozio * guardo i fratelli Bergman * Trattatemelo bene voi due * faccio loro l'occhiolino ed esco * - Ora sì che sento il cuore più leggero - * cammino verso il paese *
Non appena la madre di Jules aveva lasciato la baita era caduto il silenzio, il figlio si muoveva agitato sui piedi senza saper bene dove guardare, il cuore che andava come una locomotiva, era certo che quella sensazione di disagio non se ne sarebbe andata per tutto il giorno, quando, improvvisamente, si sentì afferrare da dietro e si voltò di scatto per incontrare lo sguardo di Claes, subito il giovane cercò l'altro fratello con gli occhi si accorse che era totalmente sparito.
D-dov'è Ernst? * mi schiaccio contro il lavello * è a-andato a prendere il materiale p-per iniziare i lavori a-al ... - Perché è così dannatamente vicino ? Non lo sanno cos'è lo spazio personale qui in montagna ? Certo, la baita non è molto grande, e così vicino mi sento davvero ... davvero bene, ma ... ma che diamine ! - Cleas, Ernst è ...
Proprio in quel momento anche il secondo gemello rientrò nella stanza e, senza nemmeno saperne il motivo, il moro sperò con tutto il cuore che non se ne andasse più senza avvisarlo, gli era mancato, così come gli era mancato Claes quando gli aveva chiuso la porta in faccia al loro primo incontro. Il suo sguardo scuro si posò rapido su quello celeste per leggervi dentro, era arrabbiato, ingelosito ? Magari poteva addirittura essersi sentito escluso vista la vicinanza dell'altro a lui, solo poi, quando anch'egli gli si fece più vicino andandogli a lato, Jules si tranquillizzò rendendosi conto di quello che aveva pensato. Parlava quasi come se avesse una relazione con entrambi nello stesso momento e questo non lo sconvolse nemmeno, anzi, cominciò a sentirla come una necessità, sentiva di aver bisogno di tutti e due, ma gli sembrava una cosa così strana e più intensa di quello che aveva provato con Adam che si sentì raggelare.
- Che sia questa la verità ? M-ma è davvero possibile sentire le stesse cose per due persone diverse ? - * incontro lo sguardo glaciale prima di uno e poi dell'altro * - Oh, sì che si può - * mi sciolgo quando entrambi cominciano ad accarezzarmi il viso *
* lo guardo negli occhi * Jules * sorrido * Vorremmo chiederti una cosa
* gli scosto uno ciocca di capelli dal viso * Possiamo baciarti ?
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