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Era la prima volta, da diverse settimane a quella parte, che Frans Bergman si era preso una pausa dalle sue ricerche ed aveva deciso di restare a casa. Si aspettava la solita quotidianità, sua moglie in cucina a preparare confetture ed i suoi figli nel bosco a far legna, ma non aveva sicuramente previsto un ragazzetto, magro quanto lo stelo di un fiore, cittadino fino all'ultimo capello, che lavorava al suo tagliaerba, il viso nero di olio, con una manualità ed una maestria che non aveva mai visto prima in nessun altro.

* guardo la scena incuriosito, posato sulla porta del magazzino con le braccia conserte al petto * - Non ci credo che questo è il nostro vicino, perché non sono stato avvisato dell'arrivo di due estranei ? - Quindi ti chiami Jules ?

* alzo la testa di scatto prendendo una botta contro la marmitta del tagliaerba * Ahi ! * mi tengo la fronte alzandomi a sedere e guardando il signor Bergman imbarazzato * S-sì signore, anzi, a dire il vero mi chiamo Julien, Jules è un diminutivo

* rifletto * Allora, visto che parliamo fra uomini, ti chiamerò Julien, tu puoi anche chiamarmi signor Bergman

L'uomo non si fidava molto di quel giovane, ma era sempre stato molto reticente nell'accogliere nuovo membri all'interno della comunità, le persone di città portavano sempre più guai che vantaggi, aspettandosi, erroneamente, di sapere tutto su come cambiare in meglio il loro stile di vita. Prima che Julien potesse anche solo pensare di avvicinarsi ai suoi figli per stringere un qualche tipo di legame, anche solo di collaborazione, avrebbe dovuto dimostrargli la sua umiltà e rispetto, sia nei confronti della loro famiglia, che delle sacre montagne che ora lo accoglievano benevole.

Come desidera signor Bergman * dico nervoso * - È tale e quale a Ernst, ma dal suo sguardo si può leggere tutta la serietà e le esperienze che deve aver vissuto ... Sembra quasi un grosso orso - * deglutisco * B-bene, io allora tornerei al lavoro, volevo finire prima del ritorno di Ernst * torno sotto il motore del tagliaerba *

* mi avvicino al ragazzino e lo afferro per una caviglia tirandolo fuori e portandomelo sulla spalla * Finisci dopo, ho un'altra cosa da farti fare prima * lo trasporto fino al fienile mollandolo a terra nella zona della nostra mucca più anziana *

Quello che Frans non riusciva a vedere con gli occhi, o a capire con l'animo e l'istinto, lo aiutava la natura stessa, in particolare quel vecchio animale, era sempre stato in grado di leggere nel cuore delle persone meglio di lui e ci sarebbe riuscito anche in quel caso. Jules intanto era a dir poco terrorizzato, un omaccione alto più di due metri lo aveva appena sollevato per una gamba e trascinato nel regno della cacca di bovino per chissà quale motivo psicotico. La parte più strana di tutta quella situazione ? Che lo stava facendo per un ragazzo, certo, non uno qualunque, di certo piuttosto bello, biondo, occhi azzurri e con il corpo scolpito dal duro lavoro e la vita in montagna, ma non si trattava di Adam, lo conosceva da davvero pochissimo, ma avrebbe fatto qualsiasi cosa per renderlo felice ed averlo accanto, poteva essere davvero possibile ?

* mi alzo a sedere e guardo il Signor Bergman innervosito * - Perché mai mi avrà portato qui ? Non vorrà mica farmi pulire lo sterco !!! - * sbianco all'idea *

* faccio uscire l'enorme bovino portandolo davanti a Julien e poi recupero dall'angolo del fienile uno sgabello e vi ci faccio sedere sopra il ragazzo * - Bene, ora vedremo chi sei davvero - * appoggio una mano sulla spalla del moro inginocchiandomi accanto a lui mentre metto sotto l'animale un secchio metallico * Mungila

Eh ?!? * dico sconvolto mentre la mani iniziano a tremarmi * M-ma io non ho mai munto prima d'ora ! N-non sono capace ...

* prendo la sua mano e la guido alla mammella più vicina insegnandogli il movimento da fare * Vedi ? Stringi la base tra il pollice e l'indice tenendoli estesi, in modo che la mammella riempia il palmo della mano, e poi schiacci verso il basso * presto molta attenzione ai movimenti che esegue *

Inizialmente la bestia era parsa all'uomo piuttosto nervosa, probabilmente per il fatto che non conoscesse le mani del più giovane, ma poi la mucca fece qualcosa che non capitava spesso, nemmeno con Ernst e Claes, e si voltò verso Jules soffiandogli il fiato caldo dritto sul viso. Il moro però non si fermò, non si scostò né sussultò, completamente rapito da quel gesto che stava diventando sempre più automatico di secondo in secondo e non smise fino a quando, più di metà del secchio, non fu riempita.

* la porta del fienile viene aperta e così allontano le mani dall'animale di scatto riprendendomi dal momento di smarrimento * C-ciao Ernst ... ecco noi ...

* guardo la scena stupito dalla porta del fienile * Papà ... - Non ci credo, di nuovo il test della vacca, credevo fosse passato oltre a questo metodo - Ti stavo cercando, vieni, devo parlarti

* sorrido a Claes e mi alzo dando due pacche sulla schiena di Julien * Arrivo figliolo * guardo il ragazzo * - Se non l'ha corretto ci deve essere una ragione e non vedo l'ora di scoprirla - Ottimo lavoro falchetto * dico al giovane facendogli l'occhiolino e poi seguo mio figlio fuori *

* guardo il muso della mucca confuso * Cos'è appena successo ?

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