25 Marzo 1941
«È ora! Abbiamo deciso come morirete... Ma lo scoprirete dopo...» rise il Rospo battendo sulle sbarre della cella e svegliandoli entrambi.
Amos e Leah si guardarono. Non avevano paura. Erano insieme, e nulla poteva essere peggio di non esserlo.
Il militare aprì la porta della prigione, poi prese entrambi per i polsi e li portò verso una stanza che a Leah era familiare.
C'erano degli ebrei fuori da quella stanza.
«Dentro! A fare la doccia!» sibilò un soldato che la ragazza non aveva mai visto.
Un brivido le percorse la schiena "Vogliono ucciderci nelle camere a gas! " pensò disperata. Una lacrima solitaria le percorse la guancia. Amos se ne accorse e la asciugò con il pollice. Aveva capito anche lui, e anche lui aveva paura.
«Insieme.» sussurrò il ragazzo, stringendole la mano.
«Insieme.» ripeté lei, ricambiando la stretta.

La gente iniziava a fluire dentro la camera. I due vennero sbattuti dentro per ultimi dal Rospo, che sibilò «Buon viaggio.» con un sorriso ambiguo.

Entrarono. Era un ambiente freddo, che doveva aver visto molti morti e molte persone uscirne sollevate.
"L'amore porta alla morte. Ma l'amore è vita. Senza di esso nessuno esisterebbe. Eppure per esso muoiono molte persone." rifletté Leah. Era strano come certi pensieri le venissero quando stava per morire.
Prima di entrare nella camera aveva avuto paura, più di quanta ne aveva mai avuta, perché per quanto fosse crudele, amava quel mondo.
Aveva ancora molto da fare lì, continuare la sua opera con le altre ebree, ad esempio.
"Sono certa che sapranno continuare benissimo anche senza di me." si consolò.
Prima era terrorizzata all'idea di morire, ma dopo, dopo aveva provato una calma glaciale.
"Ormai non c'è più nulla che io possa fare. Nulla. Sono insieme a lui, e tanto conta. Moriremo insieme. Saremo insieme anche dopo la morte, perché nulla può spezzare il nostro amore." aveva pensato.
Amos invece voleva salvare la sua amata, ma non sapeva come.
"Adesso verranno, apriranno la porta e diranno che era uno scherzo, che la nostra punizione sarà qualche frustata" continuava a ripetersi, nella speranza che accadesse. Sapeva che non c'era via di scampo, ma continuava a sperare.
La ragazza doveva averlo intuito, perché disse «Amos. Non c'è nulla che si possa fare; ma... Possiamo farlo insieme.»
«Sì. Insieme. Ancora una volta, ancora per sempre.»
In quel momento uscì il gas.
Amos e Leah si abbracciarono, baciandosi per l'ultima volta.
Morirono così, come avevano sempre fatto: amandosi.