two.
Eleanora sapeva sempre quello che faceva, e sapeva benissimo quello che stava facendo in quel momento.
L'intero viaggio per i giardini era stato silenzioso tra le due ragazze. Juliette era in uno stato di panico - quasi stava rimpiangendo ciò che aveva incasinato non solo con la sua amica ma anche con il suo datore di lavoro. La principessa, però, aveva pensieri e idee euforiche; aveva già elaborato il suo piano. Era ingenua, ma non per questo Nora aveva un desidero di morte. La sua curiosità le era stata ereditata dal padre.
"Santo cielo, sei qui!" Anche nel suo stato selvaggio di metà giornata, Nora fu in grado di sentire la voce di sua madre da tutto il resto. Juliette stava in silenzio dietro di lei, mentre la ragazza bionda si avvicinò elegantemente alla madre, prendendola per il braccio. Accanto alla regina una dama dai capelli color fragola era presente: Genevieve. Aveva lo stesso grado di Juliette, soltanto che aveva un livello più elevato nel castello come dama di compagnia della regina.
La principessa fece un sorriso tirato nella direzione di sua madre, "Eccomi." Sua madre le restituì lo stesso sguardo, tuttavia, Nora era troppo intelligente per non notare la doppia facciata. Dietro di lei Genevieve era rigida, braccia incrociate e un volto di pietra con sguardo di odio.
Lei non piaceva molto a Nora.
"Sei in ritardo per il montaggio." Voleva essere delicata, Nora pensò, roteando gli occhi per i pensieri sarcastici alle parole di sua madre.
"Sì, "Genevieve aggiunse, facendo un passo fino a stare accanto alla regina, "E ora che voi due avete deciso di trascorrere il vostro tempo prezioso altrove, dobbiamo lavorare più duramente per questo."
Fin da quando era una bambina, la principessa aveva una sensazione che lei fosse la complice di sua madre. Genevieve era già abbastanza cattiva da sola, ma da quanto tempo la regina e lei lavoravano insieme? Nora temeva che la dominazione del mondo sarebbe diventato vero.
La principessa si schiarì la gola come una fanciulla, "Naturalmente. Le mie scuse più sincere. Sono vostra fino al tramonto." La ragazza inclinò la testa verso Juliette, dandole uno sguardo di avvertimento prima di sparire nelle sale affollate indicate dalla madre.
Il giorno passò come era previsto precedentemente. Nora era paziente mentre urlava dentro di sè quando la sarta di vecchia età pensava a cucire. La ragazza cercava di rimanere ferma per amore di sua madre che la guardava intensamente dall'altra parte della stanza, anche quando l'ago accidentalmente la punse. Se c'era una cosa certa da dire a riguardo della regina Victoria era il suo accanimento per le apparenze, tutto doveva essere niente di meno che perfetto.
Con il trascorrere del tempo il sole tramontò dietro le nuvole, Nora fu sollevata a sentire parole di esaurimento da parte della sarta, ed era ancora più sollevata quando la madre respinse la donna.
"Buonanotte allora, Madre." La ragazza non perse tempo a correre verso l'altra estremità del castello; percorrendo le molte scale dei corridoi prima di chiudere la porta della sua stanza.
L'oscurità copriva il cielo notturno in una coperta inquietante, il castello era caduto in un ronzio del tutto in contrasto delle ore piene di caos di prima. La regina si addormentò pacificamente all'interno della sua struttura ignara della figlia che stava girando l'angolo del piano inferiore con cautela, i suoi occhi cristallini analizzarono le guardie che si trovavano allo stesso piano.
Eleanora tirò il cappuccio del mantello blu scuro sopra la sua testa, proteggendo i capelli candeggina che brillavano alla luce. I suoi passi erano delicati quando raggiunse le sale della classe operaia, ognuna era separata da una parete sottile. Era lì che dormiva Juliette con un vestito che copriva il suo corpo nel suo lettino. Nora visualizzò le altre donne le quali sembravano essere perse attraverso il loro subconscio prima di entrare nel settore di Juliette.
Mise delicatamente le mani sulle spalle della sua amica, scuotendola. "Juliette." Urlò in un sussurro sommesso, provando un senso di sollievo quando gli occhi della ragazza si aprirono quasi subito. Juliette lanciò alla ragazza uno sguardo stanco, ma Nora sorrise semplicemente: "È l'ora."
***
"Albert non dovrebbe dare alcun problema durante il viaggio. I suoi unici requisiti sono quelli di trasportavi verso le isole occidentali e uguale per il ritorno. Sono sicuro che andrà tutto per il verso giusto."
Leo, l'anziano era a conoscenza del piano di Nora, e sollevò una mano per aiutare la principessa a sistemarsi dentro la barca di legno.
"Mi scusi, ma le isole? Ci sono più isole là?" La principessa e l'uomo si scambiarono uno sguardo alla domanda frenetica di Juliette, la fanciulla si strinse l'abbigliamento prima di sedersi sulla barca.
Nora scosse la testa, "Juli è un po' drammatica, si vede. Grazie, Leo." Juliette diede alla sua amica uno sguardo duro, ma rimase senza scelte quando l'uomo che si poteva identificare Albert cominciò a remare.
Indietro nella nebbia, Leo impostò la sua stessa mano sopra il suo cuore. Gli uomini alle banchine dicevano di avere origini da un gruppo di pirati. Loro non avevano pietà, non gli importavano chi passava per le isole. Ed era loro la scelta di decidere il proprio destino, pensavano.
Ma a Leo piaceva la principessa, e anche se non aveva scelta se non quella di lasciarla andare, pregò per la sua sicurezza.
"Sei destinata a ottenere tutto, ma non quando la luce sparisce oltre la notte." Albert parlò solo dopo aver raggiunto la riva dell'isola ormai delineata. Non c'era altro che foresta oscura. Le ragazze si scambiarono un occhiata prima di afferrare le lanterne offerte dall'uomo anziano, il quale non si preoccupò di aiutarle a scendere dalla barca.
Nora fu la prima a toccare la sabbia con i suoi piedi: Juliette gemette prima di sollevare il suo abito e scendere.
"Saremo qui quando avrete finito, ma non aspetteremo fino all'alba. Torneremo in anticipo." Eleanora ringraziò l'uomo, offrendogli tre monete d'oro dalla propria tasca come segno di riconoscenza, ma quest'ultimo rifiutò, "Non voglio nessuna carità."
La principessa girò sui suoi tacchi, trovandosi di fronte al baratro nero con un sorriso. Chiuse gli occhi per un attimo, giusto il tempo di respirare l'aria salata prima di rivolgersi a Juliette, che sembrava pietrificata. "Beh, cerchiamo di muoverci!" Applaudì, camminando per la spiaggia.
"Nora!" Juliette chiamò, ansimando per tenere il passo della ragazza bionda non credendo che fosse andata così.
La principessa, ovviamente, scoppiò a ridere, la fanciulla si allontanò nella profondità del verde. "Nora!" Sbuffò ancora una volta, afferrando la spalla della ragazza.
"Cosa?!" La principessa gridò indietro, turbata dalla interruzione della sua amica.
"Non devi correre via in quel modo. Dobbiamo stare insieme, e- e non andare troppo lontano!"
La principessa mise le proprie mani sul suo petto, guardando Juliette pateticamente. "Cosa? Juli ha paura?" la prese in giro, mettendo il broncio alla fanciulla.
Juliette alzò gli occhi al cielo: "Oh, non essere così immatura-"
"Hai paura!" E tutto avvenne così velocemente per Juliette, quando la ragazza prese a correre ancora una volta, troppo veloce per fare in modo che lei riuscisse a tenere il passo.
Nora rise per tutta la foresta, ammirando il bellissimo scenario intorno a lei, tenendo la stretta lanterna per osservare le piante colorate. I suoi capelli lunghi erano arricciati dietro di lei, la sensazione del percorso di ghiaia sotto i suoi piedi alleviò qualsiasi stress della sua giornata, settimana, vita. Questo era il tipo di corsa che voleva che suo padre sentisse. In quel momento, poteva ricordare i giorni dove si svegliava presto - molto prima che il sole sorgesse e molto prima che la regina si alzasse dal letto. Il re a quel punto avrebbe portato la figlia elettrizzata ai giardini per nutrire i pettirossi e gli uccellini blu ogni mattina con briciole di pane lasciate dalla cena prima. Ma un giorno gli uccelli smisero di arrivare. È quello stesso giorno, il re non si era più svegliato.
L'aveva lasciata. E il pensiero triste portò ad Eleanora di bloccarsi, voltandosi per rendersi conto che Juliette non era nelle vicinanze.
"Juliette?" Chiamò, alzandosi in punta di piedi per guardare oltre i rami bassi. Panico, una sensazione che non sentiva la principessa molto spesso, e provò a richiamarla. Nessuna risposta.
La ragazza iniziò a camminare rapidamente da dove era venuta. Beh, da dove pensava di essere venuta, ma rapidamente si accorse di sbagliare quando del metallo divenne una cosa prevalente nella sua vista.
Si fermò di colpo, ispezionando l'oggetto prima di oltrepassarli. Cancelli. Guardò in alto - oltrepassando le barre alte di metallo, le viti e gli alberi sembravano non avere una fine, era senza parole per la struttura davanti a lei. Il deterioramento del castello si innalzava nel cielo scuro, era appena visibile ad occhio nudo se non c'era luce.
L'altro castello, Nora pensò tra sé. Era davvero qui.
La ragazza si guardò indietro ancora una volta per cercare di intravedere la sua amica. Lei stava probabilmente bene, giusto? L'interesse della principessa era troppo forte per pensare se Juliette avesse scelto di seguirla oppure no. Ma proprio come la principessa si rivolse a guardare la sua gloriosa scoperta ancora una volta, una fitta dolorosa attraversò la sua testa.
E poi tutto divenne nero.
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Amo troppo questa storia, stop
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