Era strano poter uscire tranquillamente per le strade torinesi, potersi fermare a fare foto con i tifosi scambiandoci qualche parole, poter andare in un bar a bere qualcosa senza che mille persone lo giudicassero; strano si, ma non piacevole. A Simone sarebbe piaciuto tornare a doversi nascondere dalla gente, sarebbe rimasto in casa per diverse settimane senza poter uscire un'altra volta e avrebbe accettato le occhiatacce della gente stupida perché tornare a fare, subire quelle cose intimava il ritorno del suo chico, intimava averlo accanto di nuovo e poterci fare ancora l'amore fino all'alba.
A distanza di giorni il suo cuore ancora non ne voleva sapere di lasciare andare i loro ricordi come il cervello aveva fatto, il suo cuore continuava a battere ancora per lui nonostante le bugie e i tradimenti che aveva e stava subendo, perché si, in fondo lo amava ancora e sempre di più.
Controllò per la millesima volta lo schermo del suo telefono per notare la stessa notifica di Twitter che vi alleggiava da giorni:

Ogni volta era un colpo la cuore, sentiva il sangue uscire dalla ferita aperta che lui gli aveva lasciato e faceva male, male da morire; la prima volta che vide quelle parole il suo primo istinto fu quello di piangere e rinchiudersi di nuovo in se stesso e ci aveva provato ma la squadra gli era stata accanto e non lo aveva abbandonato nemmeno per 5 secondi, anche i nuovi come gotzë e isco, grande amico di Alvaro per altro, avevano fatto in modo che sorridesse sempre, riuscendoci anche, a volte.
Dopo però era arrivata quell'irrefrenabile rabbia che spesso lo aveva portato a compiere azioni che andavano contro se stesso e i suoi principi e non aveva fatto niente per controllarla, al contrario dei suoi amici che gli avevano impedito di prendere un aereo per andare a Madrid a 'fargli il culo' come aveva affermato.
Tutto ciò però non aveva nulla a che vedere con il dolore che quella ferita aperta gli provocava ogni volta che vedeva i loro ricordi scorrergli davanti, niente aveva a vedere con quello.