29. Finale alternativo - Echo
«Tra un'ora abbiamo il check-in.» mi dice Niall inginocchiandosi davanti a me e osservandomi.
Annuisco.
«Sei sicura di non voler andare a salutarlo?»
Annuisco ancora.
«Mary?»
Annuisco.
Due mani mi afferrano il volto e mi scuotono. Gli occhi azzurri di Niall mi osservano intensamente. «Smettila, cazzo!» grida.
«Smettila di fare cosa?» domando confusa.
«Smettila di fare la bambola la cui unica cosa che fa è annuire come una demente! - continua incazzato. Zayn, Harry e Liam smettono di parlare. - O reagisci e ti lasci questa storia alle spalle, compresa la sua bugia di merda o vai da lui, lo prendi a calci nei coglioni e poi lo perdoni!»
«Ha fatto la rima.» sento Liam commentare. «La sua vita ha un senso, visto? Io non so nemmeno fare le rime, dovrei ammazzarmi.»
«Oh, Liam non ricominciare!» esclama Harry.
Osservo Niall e faccio un respiro profondo. «Allora andrò avanti.»
Harry fa il verso di un pulsante. «Risposta sbagliata!»
«Hai sessanta minuti per andare da lui e rimanere lì, Mary. - mormora Niall accarezzandomi la mano. - Pensaci bene.»
Scuoto la testa. «No, Niall io...»
«Brutta cogliona, ti ho detto "pensaci bene" chiaro?»
Lo fisso, sconvolta. «Niall!»
«Lui era quello puro.» commenta Zayn.
«Ragazzi io non resisto un'ora qui a fare nulla. Sapete che se mi annoio troppo poi ho voglia di uccidermi.» commenta Liam.
Tutti sbuffiamo.
«Potete lasciarmi sola?» chiedo. I ragazzi si spostano in posti più lontani e rimango sola. Sono le due della notte e non c'è quasi nessuno.
Hello, hello?
Anybody out there?
'Cause I don't hear a sound.
Prendo il mio cellulare e compongo il numero di Louis. Esito sul tasto verde, poi lo premo, non prima di essermi accertata di aver messo il numero invisibile.
«Pronto?» risponde la sua voce dopo due squilli. «Pronto?»
Non voglio rispondergli. Voglio solo sentire la sua voce per un'ultima volta. La sua voce allegra e dolce.
«C'è nessuno?»
Sospiro e chiudo gli occhi, impendendo alle lacrime di scendere. Devo smetterla. Ho detto a Niall che sarei andata avanti, e non devo piangere. Potrei sempre inventare che piango perché penso a Jack morto con Rose sdraiata come una battona su una porta galleggiante, ma non ci crederebbe mai.
«C'è nessuno, ehi? Perché non sento niente.» la sua voce sembra dirmi che ha capito che sono io.
«Addio.» sussurro.
Sposto il telefono dall'orecchio e faccio per chiudere la chiamata, quando sento la sua voce gridare: «Aspetta, ti prego! Aspetta, dannazione, io ti amo!»
«Non posso.» sussurro con la voce rotta dal pianto.
«Ti preg...» chiudo la chiamata stroncando la sua voce.
Alone, alone.
I don't really know where the world is but I miss it now.
Mi sento sola senza di lui, come se non vedessi il mondo intorno a me.
Il cellulare squilla, e vedo il nome di Louis lampeggiare nello schermo. Chiudo la chiamata senza nemmeno rispondere. Questione di istanti e mi chiama di nuovo. Stavolta tolgo la batteria e butto la sim nel cestino vicino al posto in cui sono seduta. Mi alzo ed esco dall'aeroporto.
E' notte fonda e sta piovendo a dirotto.
Non c'è nessuno in strada, sono completamente sola. E ho voglia di gridare. Ho voglia di piangere. Ho voglia di andare da Louis e perdonarlo. Ma ho anche voglia di spegnere tutte le emozioni che provo e andarmene. Non perdonarlo mai per quello che ha fatto. Vorrei tanto essere incazzata, vorrei odiarlo e non amarlo così tanto, come se non avesse fatto niente di male.
I'm out on the edge and I'm screaming my name
like a fool at the top of my lungs.
«Ti amo.» mormoro a bassa voce, rivolta a Louis. Come una pazza, esatto.
Sometimes when I close my eyes I pretend I'm alright
but it's never enough.
Chiudo gli occhi e mi ripeto che va tutto bene. E' tutto okay, non è successo niente. Io sto bene, sopravvivrò anche a questo.
Ma allora perché non è abbastanza? Perché per stare bene dovrei avere lui qui accanto, e sono sola, come una cogliona. Sotto la pioggia a bagnarmi come un gatto morto, mentre dico a bassa voce a Louis che lo amo.
'Cause my echo, echo
is the only voice coming back.
«Ti amo.» quasi grido.
L'unico "ti amo" che ho in risposta è l'eco lontano della mia voce. Non è quello di Louis.
Le porte si aprono alle mie spalle. «Hai deciso di andare?» una voce calda e tranquilla.
«Io...»
Zayn si piazza davanti a me, afferrandomi il volto. «Ti prego non andare. Rimani qui con me. Io non ti mentirò mai. Prometto, giuro, che non ti farò mai soffrire.»
Lo guardo negli occhi qualche istante e sorrido. «Non posso.»
E' questione di secondi e mi ritrovo a correre come una pazza, il più lontano possibile dall'aeroporto. Non sono mai stata un asso nelle corse di resistenza e di velocità, ma in questo momento sembra non contare. Corro con il cuore a mille, la pioggia che batte su di me, il fiato corto e la gola che esplode, che brucia. Svolto improvvisamente, scivolando sull'asfalto e cadendo di faccia.
Rimango immobile qualche secondo e mi metto seduta. Un bruciore al braccio mi fa notare un graffio lungo la pelle e una scheggia di vetro poggiata sopra. Con la mano tremante la sposto via e la butto il più lontano possibile.
Lentamente mi rialzo e inizio a camminare.
Riconosco la strada di casa sua e mi ci fermo. Poco lontano c'è il mare, e mi volto per osservare le onde che si infrangono contro lo scoglio di rocce. Mi ridesto e concentro i miei pensieri su Louis. Devo andare da lui. Non so perché e come mai, ma devo.
In lontananza sento un grido.
Mi giro, notando una figura in piedi sulla scogliera che grida contro il cielo. Un pazzo come me, probabilmente.
Arrivo a casa di Louis e citofono, tenendo premuto il dito sul pulsante per almeno due minuti buoni.
«Chi cazzo rompere i tefticoli a queft'ora del mattino?» sento Douglas gridare.
«Douglas, ho bisogno di Louis!» grido.
Lo vedo affacciarsi dalla finestra, ha in mano il suo pesetto, e non capisco perché. «E' in fpiaggia!»
Non lo ringrazio e non chiedo scusa. Corro verso la spiaggia e il mio sguardo si ferma verso la sagoma in piedi sullo scoglio che grida. Inizio ad avvicinarmi, con un brutto presentimento.
I'm out on the edge and I'm screaming my name
like a fool at the top of my lungs.
Sometimes when I close my eyes I pretend I'm alright
but it's never enough.
'Cause my echo, echo is the only voice coming back.
My shadow, shadow is the only friend that I have.
Mi avvicino sempre di più, sentendo meglio le sue grida. Il mio nome esce dalla sua bocca, e poi il suo. Sta gridando i nostri nomi. Improvvisamente non mi sento più una pazza.
«Louis!» stavolta grido forte, non come prima. La mia voce esce chiara anche sotto la pioggia.
Non siamo tanto lontani, infatti quando Louis si gira, spalanca gli occhi. «Mary?»
Mi raggiunge di corsa e si blocca davanti a me. «Perché stavi gridando come un pazzo?» domando col fiatone.
I suoi occhi azzurri si fissano sui miei, facendomi sentire le gambe molli e instabili. «Non lo so. Sono salito qui sopra, e ho iniziato a gridare. Ma sentivo solo l'eco della mia voce. Non so cosa sperassi. Forse di sentire la tua in risposta, e non la mia. - scambiò il mio sguardo stupito per la coincidenza per un "sei pazzo" - Lo so, è una cosa malata. Lo so.»
Scuoto la testa. «No, l'ho fatto anche io.» abbasso lo sguardo verso le sue mani che cercano le mie.
«Cosa ci fai tu qui?» chiede Louis.
Cosa ci faccio io qui? Bella domanda. «Non lo so. Dammi il tempo di pensarci.»
Lui sorride debolmente.
I don't wanna be down and
I just wanna feel alive and
get to see your face again once again.
«Non voglio buttarmi giù, stare male e soffrire. Voglio sentirmi viva e vedere il tuo volto per un'altra volta.» mormoro.
«E cosa ti fa sentire viva?»
«Questo.» prendo il suo volto tra le mie mani e poggio le mie labbra sulle sue, baciandole dolcemente fino a quando lui non circonda i miei fianchi e mi stringe più forte.
Passo una mano tra i suoi capelli bagnati e li tiro, facendo inclinare la sua testa e mordendogli il labbro.
Quando ci stacchiamo, i suoi occhi sono lucidi. «Non ci sono parole degne della cazzata enorme che ho fatto. Mi odio per l'enorme bugia. Mi odio per averti allontanata. E voglio che tu sappia che lo rifarei altre mille volte questo sbaglio, se mi darebbe la sicurezza di conoscere una persona come te.»
«Louis devo pensarc...»
Mi tappa la bocca. «Non devi pensare a niente. Perché lo sai che se ti fermi un secondo a pensarci, arriverai alla conclusione che la mia bugia è stata troppo, e che è imperdonabile. Rispondi. Un si o un no secco. - mi accarezza il volto. - Puoi perdonarmi?»
Cinque anni dopo.
«Pronto? Fa fa fa fi fi fi fi - Douglas picchietta con la mano sul microfono posto al centro del palchetto in spiaggia - Mi fentite? Fuffufufufufufu pronto...»
Roxy si alza in piedi. «Douglas ti affetto il pisello, smettila!»
Gigi la fa sedere lanciandomi uno sguardo divertito che ricambio scuotendo la testa.
Douglas ridacchia nervosamente e si sistema meglio il cravattino. Si schiarisce la gola e afferra il microfono saldamente. «Siamo qui perché il mio fratellino ha finalmente messo la testa a posto ed è cresciuto... - si blocca e tutti gli invitati mormorano. - Scusate, ho dimenticato il pesetto! Papà, lancialo!» Si rende contro troppo tardi, idiota com'è. «No, scherzavo, non lanc... Aia» grida.
Il padre di Douglas e Louis sale sul palco, mentre tutti ridacchiano, e fa rialzare suo figlio, mettendogli il microfono in mano e sussurrandogli qualcosa all'orecchio. Ci fa un cenno di saluto e torna a sedersi.
Il braccio di Louis mi circonda le spalle e mi volto per sorridergli.
«Siamo qui perché quei due ragazzi - ci indica - hanno deciso di passare il resto della loro vita insieme, come si sono promessi in Chiesa davanti a Dio e anche al prete veramente... E anche davanti a noi invitati. E pure davanti al crocefisso. - Louis afferra un ferma tovagliolo e glielo lancia, facendo scoppiare a ridere tutti. - Volevo solo augurare loro tanta felicità. Ne hanno passate tantissime insieme. Da tette rotte, a pistacchi, a perdite di memoria, a travestimenti e litigi. Ma ora sono qui, e sapete perché? Perché non esistono scuse: se ami una persona, la perdoni. Il rancore porta solitudine e tristezza. Siamo persone migliori se sappiamo perdonare. Chi sa perdonare ha già tutto quello che gli serve, perché non rimarrà mai solo. E loro due ne sono la prova. Lei l'ha perdonato, e adesso sono qui. Perché l'amore va oltre tutto. L'amore quello vero. Quindi, voi presenti, se non lo siete ancora: innamoratevi. Innamoratevi di qualcuno e amatelo, amatelo da morire. Dategli tutto l'amore che avete e fate in modo che lui faccia lo stesso. Sbagliate, commettete errori, litigate, allontanatevi, pentitevi e fate il possibile per rimediare. Se è l'amore vero di cui parlo io, tornerà indietro. - fa una pausa e molla il suo pesetto per afferrare il bicchiere di champagne. - Perciò, gente, sollevate i vostri bicchieri e questo tredici giugno festeggiamo gli sposi!»
Solleviamo tutti i bicchieri in alto. Louis, però, poggia il suo e mi toglie il mio di mano. «Lou ma che...»
«Devo fare un'altra cosa prima.» mormora sollevandomi il viso dal mento e lasciandomi un bacio a fior di labbra.
Sorridiamo, poggiando le nostre fronti l'una contro l'altra.
FINE.
Ragazze ciao a tutte.
Si la scrittrice ha deciso di postare un finale alternativo e quindi sta a voi decidere quale scegliere. Personalmente io scelgo questo perché è troppo drammatico.
Con questo vi annuncio che la storia è ufficialmente chiusa, finita.
Fatemi sapere cosa ne pensate e quale finale avete scelto.
Bacioniiiii
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