23. Nothing's fine, I'm torn.
«Omalleo s'empallao pesci spada e baccalà.» grida Roxy agitando convulsamente il coltello che ha in mano per poi abbassarlo e tagliare la cipolla con un colpo secco e deciso. Gigi avanza per tutto il bancone muovendo la testa come uno struzzo e improvvisa qualche passo osceno di danza, mentre io mescolo lentamente il mio cappuccino.
«Siamo di buon umore, oggi?» domanda Gigi poggiando il gomito sul bancone e sorridendomi.
Scuoto la testa. «No.»
«Che ti è successo? Qualcosa di grave?»
«Omalleo s'empallao pesci spada e baccalà.» canta Roxy dando un altro colpo di coltello.
Sbuffo. «E' finita male con Louis.»
«In che senso? Ti ha detto tutto?» spalanca gli occhi.
Aggrotto la fronte, non capendo. «Detto tutto? Cosa doveva dirmi? Ha semplicemente strappato il diario con tutti i nostri ricordi.»
Gigi sembra spiazzato. «Quindi è finita? Davvero?»
«Sì...»
«Omalleo s'empallao pesci spada e baccalà!»
«Roxy s'empallada con questa canzone.» mi dice Gigi facendomi l'occhiolino. Poi scoppia a ridere come una foca in calore. «L'hai capita? S'empallao e s'empallada.» batte una mano sul bancone facendo spostare di qualche millimetro la scatola con le bustine di zucchero.
Lo fisso senza battere ciglio. «Era una battuta?»
Gigi torna improvvisamente serio. «Ma vedi come sei? Anche quando sei triste devi sempre trattarmi male! Mi fai sentire inutile!»
«Lo sei, in effetti.»
Gli occhi di Gigi si inumidiscono e sporge in fuori il labbro prima di scoppiare a piangere istericamente, attirando l'attenzione dei pochi clienti presenti quella mattina. Roxy smette di affettare. «Omalleo s'empallao, cosa cazzo gli hai fatto? Ti affetto le tette, ragazzina!» urla prima di piombarsi da Gigi e abbracciarlo, dandogli leggere pacche sulla schiena.
Li osservo attentamente. Non sarebbero una coppia così brutta. Stanno bene insieme. «Dovreste mettervi insieme, voi due.» dico tranquillamente.
«Te lo dico io cosa dovrei fare...» mi mostra il coltello, incazzata. «Quelle tette te le taglio a fette e le ricopro di aceto balsamico!»
Gigi la blocca, asciugandosi una lacrima e facendo un sospiro teatrale. «Lascia stare, Roxyta. Ha ragione lei. Io non servo a nulla, la mia vita è inutile, non so cantare, la mia musica fa schifo e...»
Sotto lo sguardo allibito di tutti, Roxy gli afferra il volto tra le mani e preme le sue labbra su quelle di Gigi. Lui la afferra per i fianchi, facendola inclinare all'indietro.
«Un applauso al vero amore, gente!» esclama una voce alle mie spalle e il bar scoppia in un applauso.
Seguo a ruota i clienti, battendo con foga le mani e girandomi verso la voce che ha fatto partire tutto.
Le mani si bloccano, mentre i miei occhi incontrano quelli azzurri di Louis. Lui è troppo preso a fissare Gigi e Roxy stretti l'uno all'altra per accorgersi del mio sguardo sconvolto.
Continuo a guardarlo; non stacco i miei occhi dal suo volto. I suoi capelli castani spettinati, un sorriso bellissimo stampato in faccia e gli occhi azzurri che sembrano brillare più delle altre volte.
Spero per un breve istante che abbia strappato pagine vuote, che abbia strappato solo la pagina dove racconta della sera precedente. Spero che abbia letto il diario stamattina, che abbia letto di noi. Spero che mi noti, smetta di applaudire, mi venga incontro e mi abbracci, stringendomi a se.
Invece smette semplicemente di battere le mani e si siede nello sgabello accanto al mio, senza dire nulla. Tira fuori un libro e inizia a leggerlo. Abbasso lo sguardo e stringo le mani a pugno. Ho una voglia improvvisa di lanciare tutto per aria e gridargli contro.
Perché dev'essere tutto così difficile? Perché non ho legato le mie ovaie e ho rifiutato quel Pakistano puttano?
«Scusami.» qualcuno picchietta sul mio braccio. Mi giro, e riconosco subito la mano di Louis. «Potresti passarmi una bustina di zucchero?» domanda in tono gentile senza guardarmi più di due secondi in volto.
Rimango imbambolata, poi allungo la mia mano, afferro una bustina di zucchero e gliela porgo. Lui mi ringrazia con un cenno del capo e versa il contenuto sul suo cappuccino.
Lo fisso, probabilmente sembrando una stalker pazza innamorata, nella vana speranza che improvvisamente scoppi a ridere e dica: "te l'ho fatta! Certo che ho letto il diario e so che sei la mia pistacchietta".
«Pistacchietto.» mormoro.
Lui inarca un sopracciglio, continuando a leggere.
«E Pistacchietta. I pistacchi fanno crescere le tette.» continuo come una cogliona.
Louis tossisce. «Va tutto bene?» mi domanda con il tono di uno che sta parlando con una psicopatica.
Scuoto la testa, in segno di negazione. «Sono Mary.»
I suoi occhi azzurri fissano i miei, finalmente. Per un secondo mi illudo che mi abbia riconosciuta, invece fa un sorrisino. «Io Louis, piacere.» fa per tornare al suo libro.
Prendo la sua mano senza pensarci e mi alzo in piedi. «Davvero non ricordi? Non hai letto il diario?» il cuore accelera i battiti.
«Cosa dovrei ricordare? Quale diario?» leggo la confusione nella sua espressione.
Faccio un respiro profondo. «Che giorno è oggi, Louis?»
«Ieri notte era tredici giugno, quindi oggi è quattordici.» dice senza nessuna esitazione.
Allento la presa sulla sua mano, il cuore batte velocemente. «Ti ricordi di me? Sono Mary. Pistacchietta. Nulla?»
Lui apre la bocca, poi la richiude e si ferma a pensare qualche istante. Il cuore batte velocissimo nel vedere la sua indecisione. Chiudo gli occhi, incurante di apparire ancora più pazza, e prego in silenzio che ricordi tutto. Insomma, Dio un favore può farmelo ogni tanto, no?
A Nicki Minaj ha dato due tette grandi, a Miley Cyrus i capelli perfetti, a Demi Lovato la figaggine e a Conor Maynard una voce bellissima. Potrei consolarmi pensando che a Gigi non ha dato niente, visto che è cesso, non ha capelli e canta pure male. Ma non mi basta, adesso.
Apro gli occhi, incontrando i suoi ancora una volta. E capisco che non posso fare a meno di Louis, di Smemorino. «No, mi dispiace.» mi dice in tono calmo.
Mollo la presa sulla sua mano, lasciando cadere il braccio lungo il fianco.
«Mi dispiace.» sussurra.
Asciugo velocemente una stupida lacrima traditrice sfuggita al mio controllo. «Non fa niente.» lo rassicuro mettendomi la borsa in spalla.
Invece vorrei dirgli che fa tanto. Vorrei dirgli che abbiamo passato un mese insieme, che stavamo insieme, che ero io la ragazza che baciava, ero io la ragazza di cui scriveva la notte sul suo diario. Ero io la ragazza che tentava con tutte le forze di non dimenticare per colpa di uno stupido incidente.
«Ehi, tutto bene?» Louis tenta di prendermi la mano, ma io mi ritraggo.
Niente va bene, sono a pezzi.
Mi allontano velocemente da lui e mi avvio verso la porta d'uscita del bar, con le lacrime agli occhi.
«Ehm, Mary?» mi richiama la sua voce alle mie spalle.
Tiro sul col naso, voltandomi. E' in piedi, indeciso se venirmi incontro o no. Indeciso se andare incontro a una sconosciuta o farsi gli affari propri. Noto un particolare in più che mi convince del fatto che abbia strappato davvero le pagine.
Da quando aveva iniziato a scrivere il diario cambiava anche vestiti, perché segnava i giorni che passavano. Invece adesso, sapendo di trovarsi nel quattordici giugno, indossa la maglietta a righe, i jeans rossi con il risvolto e le converse ai piedi. I vestiti che ha deciso di indossare per quel giorno. Non ricorda davvero.
«Mary!» grida qualcun altro nel locale. Roxy è seria, per la prima volta da quando la conosco. Il coltello poggiato sul bancone. «Lascia perdere. Non ne vale la pena.»
Non ne vale la pena? «Troppo tardi.» dico. Ormai sono innamorata di Louis, come può non valerne la pena?
Quando rientro a casa, i ragazzi si stanno preparando per andare in spiaggia, compreso Zayn. Li sento ridere e scherzare nella cucina, così decido di non farmi notare troppo e tento di sgattaiolare velocemente in camera mia.
«Ehi Mary, vieni in spiaggia con noi?» si sporge improvvisamente Liam dalla cucina. Quando incrocia i miei occhi rossi e il mio volto bagnato, ammutolisce.
Niall mi viene incontro con due strisce di crema solare sulla guancia. «Mary...» inizia. «Che succede?» esclama tornando serio.
«Louis. Ha strappato le pagine di diario. Non ricorda più niente. Io...» balbetto coprendomi il volto per non farmi vedere piangere.
Due braccia mi avvolgono. «Andate in spiaggia, ci penso io a lei.» è Zayn.
Tento di liberarmi, perché se è successo tutto questo è solo colpa sua. «Lasciami stare, non voglio nemmeno vederti, stronzo. Ti odio!» grido.
Lui mi spinge delicatamente verso la mia stanza, facendomi entrare dentro e chiudendo la porta alle sue spalle.
Do un calcio alla sedia della scrivania, rovesciandola a terra. «Cos'altro vuoi, adesso? Non ti è bastato scoparmi e rovinare tutto quello che avevo con Louis? E' tutta colpa tua, cazzo! Ti odio!» lo aggredisco.
Zayn aspetta qualche istante. «Non ti ho costretta. Per fare sesso ci vogliono due persone, ci vuole l'approvazione di due persone, non solo di una. Tu eri d'accordo, Mary.»
Mi siedo sul letto, prendendomi la testa tra le mani e lasciando cadere in avanti i capelli. «Lo so, ma se tu non mi avessi fatto tutti quei discorsi, io non ci sarei venuta...»
Il letto cigola, e sento il calore del corpo di Zayn accanto al mio. «Non è colpa tua e tanto meno mia. Errare è umano, lo dice anche Hannah Montana con "nobody's perfect".»
Gli lancio un'occhiata. Che cazzo? Stiamo parlando di cose serie e lui se ne esce con Hannah Montana? «Hannah Montana?»
Sbuffa, alzando gli occhi al cielo. «Tu volevi venire a letto con me. Ti piacevo da più tempo. L'hai fatto e adesso hai capito che per me provavi solo attrazione fisica, ma...»
«Ma cosa?» indago guardandolo negli occhi.
Le sue iridi color cioccolato si fermano sulle mie. «Ma potresti lasciar perdere Louis. Ormai non ricorda più niente di te. Ha strappato quelle pagine, Mary. Potresti raccontargli tu tutto, ma quante probabilità ci sono che ti crederà? Davvero poche, mi dispiace dirtelo. Dimenticati di lui; ci sono io. Nel gruppo sono quello che conosci meno, forse perché avendo una cotta per me, non hai mai avuto il coraggio di parlarmi di tutto come fai con Styzza, Niall e Liam. Non sono solo il Pakistano sexy che ispira sesso, credimi. Ho molto altro da mostrarti, soprattutto adesso che mi sono reso conto che mi piaci.»
Spalanco la bocca, incredula. «Io ti piaccio?» mormoro.
Annuisce. «Sì. Negli ultimi giorni non facevo che pensare a quanto fosse fortunato Louis. Ero geloso da morire. E non nego che sono contento adesso che è finita con lui. Contento perché senza lui in mezzo, posso mostrarti il vero Zayn.» afferra la mia mano, stringendola debolmente e lasciandoci un bacio leggero.
Sbatto più volte le palpebre, sempre più sconvolta da quello che sta succedendo. La sua mano mi solleva il volto, prendendolo per il mento. Le labbra di Zayn si posano dolcemente sulle mie, in un semplice bacio a stampo.
«Pensaci, per favore, Mary.» mi chiede.
«Ci penserò.» mi ritrovo a rispondere.
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