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21. It's too late.










Spalanco immediatamente gli occhi, osservando Zayn darsi da fare e stringermi.
Con la mano gli do un pugno sulla schiena, facendolo allontanare di scatto. «Che succede?» chiede.
«Succede che mi stai baciando!» esclamo.
«Lo sapevo già.» mormora prima di avventarsi ancora sulle mie labbra.
Alzo gli occhi al cielo e lo spingo via di nuovo. «Che succede?» domanda seccato.
«Succede che io non ti voglio baciare!»
«Lo sapevo già. – fa una smorfia – Anzi, veramente no. Tu vuoi baciarmi.»
Faccio un verso di scherno. «Ma per favore, non dire cazzate. Io sto con Louis!»
«Sì, stai con lui, ma io ti piaccio di più a livello fisico – si indica – e posso concederti di avere il mio corpo, ogni volta che vuoi.» dice sorridendo maliziosamente.
Prima che possa riavvicinarsi, indietreggio, andando a sbattere contro la porta. «Tu sei fuori di testa!» grido. «Sei diventato un puttano, per caso?»
«No. Semplicemente io ti voglio in tutti i sensi. Ma tu sei innamorata di Louis, vero? Però ti piace il mio corpo. Quindi perché non fare uno scambio equo?»
Scambio equo? Questo si è sparato cinque canne contemporaneamente e dopo si è aspirato una cartina di marijuana. «Zayn, ma ti rendi conto delle cazzate che stai dicendo?»
Ci guardiamo negli occhi e lui si avvicina a me, poggiando una mano sulla mia spalla e lasciando scivolare leggermente la manica dell'accappatoio. «Tu lo vuoi, ma il pensiero di Louis ti blocca. Dimenticati di lui per qualche ora e fai che ci sia solo io.» sussurra. «Tu mi vuoi, io ti voglio. O sbaglio? E' da qualche tempo che tu hai una cotta per me, o sbaglio ancora? Adesso che ce l'ho anche io, anzi, adesso che vado pazzo per te, tu mi rifiuti così?»
Scuoto la testa, evitando i suoi occhi marroni. «Devo uscire con lui, tra mezz'ora, Zayn. Io...» senza rendermene conto, gli afferro il volto tra le mani e lo bacio, lasciandolo stupito qualche secondo. Poi sorride, infilando una mano tra i miei capelli e ricambiando.
Non so perché lo sto facendo. So solo che ho sempre avuto una cotta folle per Zayn, dal giorno in cui Niall me lo presentò, a scuola. Avevamo diciassette anni e lui era così terribilmente dolce e carino. Mi piaceva la sua timidezza e riservatezza. Crescendo è diventato più sicuro di se, più forte e ha messo da parte il suo carattere debole. Lo ha nascosto agli altri ed è diventato il... dio del sesso.
Accarezzo i suoi capelli neri, spettinandoli, e la sua mano arriva al laccio dell'accappatoio, quando sento le note di "born this way" provenire dall'altra stanza. Improvvisamente lo mando via ed esco dal bagno, correndo in camera e afferrando il cellulare. Sullo schermo leggo "Louis".
Premo il tasto di risposta e porto il telefono all'orecchio. «E-ehi.» saluto passandomi una mano tra i capelli, con il cuore a mille.
«Pistacchietta...Va tutto bene?» domanda rendendosi conto del mio tono di voce.
Sospiro. Ho baciato allegramente Zayn, ovvio che va tutto bene. «Sì.»
Silenzio. «Ok. Volevo confermare. Ci vediamo tra mezz'ora?»
«Sì.» mi maledico mentalmente per aver risposto ancora una volta a monosillabi.
«Sicura di stare bene? Se vuoi il tuo pistacchietto può venire da te per farti da dottor-pistacchio.» scherza.
Non riesco nemmeno a rispondergli. Se venisse qui... Oh, Dio. «No!»
Immagino la sua espressione in questo momento, così cerco di rimediare. «No! Voglio la nostra, ehm, cena. Sto benissimo, ci vediamo tra mezz'...» una mano afferra il cellulare. Mi giro, trovando Zayn che con un sorriso beffardo chiude la telefonata.
«Ridammi il telefono, Malik.» dico con voce gelida. «Nessuno ti ha dato il permesso di chiudere la telefonata!» sento la rabbia salire. La rabbia verso me stessa, che ho ceduto come una cogliona.
Lui scuote la testa e mi lascia un bacio sulle labbra, facendole schioccare. «So che sei arrabbiata con te stessa, ma era ora che capissi che tu vuoi me e non Louis. Con lui non avrai futuro. Cosa accadrà fra vent'anni? Per ricordarsi tutto quello che ha vissuto, dovrà leggere centinaia e centinaia di pagine di diario. Con me non ci sarà questo problema, Mary.»
Mi sollevo leggermente in punta di piedi per arrivare al suo orecchio. «Dammi il cellulare ed esci da questa stanza.»
Zayn mi sorride, sfiorando la spalla nuda. «No.»
«Va bene.» mi ritrovo a dire prima di venire spinta sul letto. Zayn si posiziona sopra di me, ricominciando a baciarmi.
Ogni tanto il mio occhi cade sul cellulare, posato sulla scrivania. Ma poi torno a Zayn, torno ai suoi baci e al suo corpo terribilmente perfetto. Ogni tanto sento il cellulare vibrare sul ripiano, e allora lo fisso. Vedo lo schermo lampeggiare, segno che qualcuno mi sta chiamando. Ma ignoro quel qualcuno, e torno a Zayn.
«Allora, hai deciso? Vai da Louis o rimani con me?» sussurra al mio orecchio Zayn, mordendolo dolcemente.
Il cellulare vibra fastidiosamente. Malik si mette in piedi e lo afferra. Deglutisco. «C-con te...» sussurro flebilmente.
Sorride, soddisfatto, e toglie la batteria, poggiando il tutto sul ripiano in legno e si riavvicina a me, lentamente.

Quando apro gli occhi, mi ritrovo stretta al petto caldo e scolpito di Zayn. Le sue braccia mi avvolgono, protettive, e lui dorme teneramente, con la testa poggiata sulla mia. Con la mano accarezzo il profilo del suo braccio e sfioro il braccialetto in oro che ha, con l'iniziale del nonno, morto. Accarezzo le dita affusolate e sfilo l'anello che porta all'anulare. Lo osservo: è una semplice fedina in argento con inciso un nome. Lo avvicino al mio occhio e il cuore smette di battere qualche secondo quando vedo cosa c'è scritto. Mary.
Lentamente lo infilo nella mia mano.
Ma poi mi rendo conto di cosa è successo e inizio a sentirmi male. La testa mi gira e gli occhi pungono. Sfilo l'anello e lo metto in mano a Zayn, chiudendola a pugno. Sciolgo l'abbraccio e mi metto seduta sul letto, infilando una maglietta e dei pantaloncini.
Mi giro verso Zayn, che sta dormendo, senza vestiti, sul mio letto. E prima c'ero anche io lì, senza vestiti, sdraiata accanto a lui.
Porto entrambe le mani alla mia bocca. Che cazzo ho fatto? Sono andata a letto con Zayn. Ho tradito Louis. Ho permesso che Zayn spegnesse il mio cellulare. Gli ho permesso di rovinare tutto quello che io e Louis avevamo costruito in quasi un mese. Ho fatto la stronza. Ho preteso l'amore di Louis e il corpo di Zayn.
Scuoto la testa, chinandomi leggermente in avanti e lasciando una lacrima cadere sul mio volto. Che cazzo ho fatto? Perché devo sempre rovinare tutto? Maledizione a me e alle mie stupide ovaie che esplodono ogni volta che si ritrovano davanti a Zayn Jawaad Malik.
Con uno scatto afferro il cellulare ed esco dalla stanza. Fuori è buio, quindi è notte. Nella casa regna il silenzio, segno che o i ragazzi non ci sono oppure stanno dormendo. Esco in giardino e mi siedo sul dondolo, sotto le stelle, sentendo i grilli cantare.
Grilli del cazzo. Ci mancavano solo loro. Probabilmente stanno dicendo "sei una puttana! Puttana!".
«Piano con gli insulti e fatevi i cazzi vostri!» grido da sola.
Accendo il telefono e appena si avvia, trovo venti chiamate perse e cinque messaggi.
Ignoro le chiamate, che so di essere da parte di Louis e leggo i messaggi dal meno recente al più recente.

Pistacchietta, dove sei?
E' mezz'ora che aspetto.
Sono al ristorante (:

Pistacchietta, è successo qualcosa?
Rispondimi, mi sto preoccupando.

Mary, seriamente, se non volevi uscire, perché non me l'hai detto quando ti ho chiamato, invece che farmi rimanere qui, seduto al tavolo, con il cameriere che aspetta di prendere le ordinazioni?

Mi hanno detto "signore, deve ordinare, altrimenti è costretto ad andarsene".
Sono andato via.
Ti ho aspettata più di un'ora, e il locale era pieno.
Mi hai dato davvero buca?


L'ultimo risale a venti minuti fa.
Non voglio pensare che tu mi abbia dato buca.
Ma quale altra spiegazione posso darmi?
Rimango una mezzora davanti al locale.
Ti aspetto.
Per favore, vieni.



Gli occhi mi bruciano in una maniera impressionante, e mi ritrovo a piangere silenziosamente leggendo gli ultimi due messaggi. "Per favore, vieni."
Come ho potuto essere così stronza? Louis mi ha dato il suo cuore, lui mi ha dato amore. Mi ha fatta sentire per la prima volta bene. Zayn mi ha semplicemente dato il suo corpo. E io, come una stupida cogliona ho ceduto.
Guardo l'ora. Ho ancora dieci minuti per raggiungerlo e chiarire tutto. Ammesso che si possa chiarire una cosa del genere. Entro in casa come una furia. Non mi preoccupo di svegliare Zayn. Spalanco la porta e mi infilo le scarpe. Non mi trucco nemmeno e lego i capelli in una treccia disordinata di lato.
«Mmh, dove vai?» sussurra Zayn con voce roca e pacifica.
Mi volto per guardarlo un solo istante e lui vede il mio sguardo ferito. «Da Louis. Tu faresti meglio ad andare nella tua stanza.»
Esco senza aspettare risposta e mi infilo il cellulare in tasca, prendendo le chiavi di casa. Cinque minuti, ancora. Faccio un respiro profondo e chiuso il cancello alle mie spalle inizio a correre come una matta per le strade Hawaiiane.
Sono le undici di notte, ma c'è ancora tanta gente.
Tanta gente in mezzo al cazzo. «Permesso! Permesso, cazzo! Levati dalla minchia!» grido spingendo con poca delicatezza le persone.
Un Pakistano ricambia la spinta. «Se tu spingere me, io spacare botilia e amazare tua familia!»
«Sì, e se c'è tempo prendere dall'acquario pesciolino e cuocerlo in pentolino. Ma levati dal cazzo.» dico continuando a farmi spazio tra la gente.
Sembrano tutti così allegri.
Così allegri che non fanno altro se non irritarmi.
Da lontano vedo l'insegna del ristorante. Il più costoso della città. E Louis aveva ordinato per noi. Evito quel pensiero e corro sempre più veloce. Eccolo lì.
Indossa una maglietta a righe, e tiene in mano una giacca nera. I jeans scuri con il risvolto e le supra ai piedi. Non mi nota, e io rimango a fissarlo, con le lacrime che minacciano di scendere ancora.
Come posso presentarmi davanti a lui, dopo aver fatto sesso con Zayn? Come posso parlargli? So già che se inventassi una scusa, lui mi perdonerebbe. E io non riuscirei mai a perdonare me stessa, poi.
Lou cammina avanti e indietro, passandosi una mano tra i capelli e spettinandoli. Scuote la testa e mormora qualcosa a bassa voce. Fissa lo schermo del cellulare. Si guarda intorno, non mi vede e mi volta le spalle, incamminandosi lentamente.
Faccio qualche passo avanti e lo chiamo. «Louis!» grido più che posso. La musica esplode alle mie spalle, e la gente inizia a gridare e cantare.
Louis si volta. Mi vede. Fa cenno di "no". «E' troppo tardi, Mary.» dice.
Non faccio niente. Non rispondo. Non gli impedisco di andarsene. Guardo la sua maglietta a righe allontanarsi sempre di più dalla mia vista.
Presa da uno scatto d'ira, lancio il mio cellulare a terra, con tutta la forza che ho in corpo.

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