15. Menstruation.
Che giornata di merda.
Non ho voglia di fare nulla.
Che giornata di merda.
Mi sento come se un trattore mi fosse passato sopra, e poi un cavallo mi avesse dato un colpo di coda equina.
Che giornata di merda.
«Che giornata di merda.» dico ad alta voce, sdraiata a pancia in su sul divano. Piove, ci sono tuoni, lampi, fulmini, saette e sembra che dal cielo stiano cadendo elefanti incinti di mammut. Mammuts. Qual è il plurale di mammut? Mammutti? Forse è solo mammut.
Niall è seduto per terra, che si lima le unghie. Soffia su un dito e mi fissa. «Possiamo organizzare qualcosa tutti insieme.»
Al solo pensiero di una giornata intera con loro, mi viene il voltastomaco. «Tipo?» si intromette Harry arrivando dalla cucina con Liam. Zayn è seduto sulla poltrona, e mi fissa insistentemente.
«Zayn, tanto non te la do nemmeno oggi. Piantala di fissarmi come se fossi nuda.» commento annoiata.
Lui tossisce convulsamente. «Come?»
Liam alza gli occhi al cielo. «Potremmo andare a giocare a golf!»
«E' da rincoglioniti.» rispondo.
«Allora andiamo in spiaggia.» dice Zayn.
«La lacca ti ha ucciso il cervello? Sta diluviando.» grido quasi, incazzata. Deve essermi venuto il ciclo, sicuramente.
Malik solleva le mani in aria. «Credevo che il sesso in spiaggia sotto la pioggia fosse romantico.»
Sorrido amabilmente. «Oh, certo. Così domani mattina ci imbocchiamo a vicenda con lo sciroppo. Sempre che tu non muoia sul colpo.»
«Perché devo morire proprio io e non tu?»
«Non lo so, Malik, non farmi domande complicate!» urlo improvvisamente mettendomi seduta sul divano.
Niall mi guarda negli occhi qualche istante, poi spalanca la bocca e salta in piedi. «Oh, cazzo, ragazzi! Ha il ciclo! Ha il ciclo! Allarme, allarme, mettersi ai ripari!» incomincia a gridare scappando dal salotto.
Harry e Liam lo seguono, di corsa, gridando come degli homo sapiens sapiens che hanno appena scoperto il fuoco. Imbarazzante.
Zayn mi punta un dito contro. E' l'unico rimasto calmo. «Quindi tu volevi fare sesso con me in spiaggia, ma non sapevi come dirmi che avevi il ciclo, e hai inventato la scusa della pioggia?» sorride maliziosamente.
Sbatto più volte le palpebre, schifata. «Zayn, ma quando parli, ti senti?»
«Perché?»
«Perché dici una dose grandissima di minchiate.»
«Ma...»
Scatto in avanti. «Tu dici tantissime minchiate, non provare a contraddirmi, stronzo!»
Lui indietreggia con la poltrona, spaventato. «Sì, io dico tantissime minchiate, hai ragione. Assolutamente, hai sempre ragione.» borbotta velocemente.
Sorrido. «Bravo Pakistano. Se continui a comportati bene, ti do un bella bomba alle carote e zucchine.»
Aggrotta la fronte. «Bomba alle zucchine?»
«Sì, bomba alle zucchine, sei diventato sordo? Cos'hai contro le bombe alle zucchine? Mi stai forse dicendo che se io ti dessi una bomba alle zucchine tu non la accetteresti?»
Zayn tossisce, nascondendo un sorrisetto. «Come potrei mai? Sono le mie preferite.»
«Smettila di fare il coglione.»
Gli volto le spalle e mi avvio verso la cucina, improvvisamente affamata. Harry e Niall sono chini sul computer, e appena entro iniziano a fissarmi attentamente, spaventati. «Tutto bene?» chiede Niall.
Grugnisco. «Sì, perché non dovrebbe andare tutto bene?» alzo troppo la voce.
Niall deglutisce e Harry con fare materno gli accarezza i capelli. «Sii un po' più sensibile.» da un bacio sulla fronte al biondo, che lo guarda scocciato. «E' pur sempre un'anima innocente che non ha fatto niente di male.»
«Ma se scopo più di te, idiota.»
Rido e spalanco il frigo, facendo traballare le bottiglie. «Ho fame.» commento. Mentre sono impegnata ad esaminare ogni singola cosa presente nel frigo, un braccio mi si posa sulle spalle. La mano di Styzza sale lungo la mia faccia e mi ficca un dito nella narice. «Ehi, bellezza.»
Con il gomito lo allontano, facendolo gemere. Niall scoppia in una risata rumorosa. «Tu si che ci sai fare, amico.»
Sbuffo e chiudo il frigorifero. «Possibile che non ci sia mai un cazzo in questo frigorifero? Possibile che nessuno di voi si sia degnato di fare la spesa? Possibile che io debba andare in vacanza con quattro coglioni? Ma porca puttana, mi fate girare il cazzo!» esplodo.
Harry si para davanti a Niall. «Ti proteggo io Niall; và e mettiti in salvo. Mi sacrificherò per il bene della comunità.» tiene gli occhi incollati a me, come se stesse progettando un piano per eliminarmi.
«No - scuote energicamente la testa Horan - io non ti abbandono amico. La affronteremo insieme. Siamo una squadra, giusto?»
«Ha il ciclo. Ne sei sicuro?» domanda Harry con fare serio.
Gli occhietti azzurri di Niall si spalancano. «Oh cazzo. Giusto. Buona fortuna, io mi metto in salvo.» gli da una pacca sulla spalla e corre via dalla cucina, saltellando.
Styzza fa un risolino rauco. «Mary.»
«Oh, finiscila! Non ti farò del male, basta che ti levi dal cazzo.»
«Dal cazzo? Dalla vagina. Certo che mi levo dalla vagina, se hai il ciclo, non voglio essere investito da un fiume rosso.»
Stringo lentamente le mani a pugno. E poi mi chiedono perché sembro sempre incazzata con tutti. Capite cosa mi tocca sopportare? Questo riccio che parla di fiumi rossi. «Styles...» sibilo.
Lui si rintana in un angolino, coprendosi con le mani. «No, ti prego, Mary.»
«Ti vogliono al telefono.» irrompe nella stanza Zayn, con faccia annoiata e facendo pendere il telefono dalla mano, quasi non avesse nemmeno voglia di tenerlo.
Voglia di viverestupralo, ti prego. Un po' di tempo fa, vedendolo così, avrei finto di chiamarmi "voglia di vivere" e mi sarei offerta per stuprarlo... Mentre adesso, la cosa è diversa.
Louis.
No, scherzavo.
Gli prendo il cellulare di mano, poco interessata. «Chi è?» mimo con le labbra.
«Louis.» sbuffa sonoramente. «E' sempre in mezzo al cazzo.»
«Modera le parole, coglione del cazzo.» commento.
Prendo il cellulare, e con un sorrisone me lo porto all'orecchio. «Pronto!»
Una risata. «Ehi. Ho appena letto il diario, pistacchietta.»
«Mi fa piacere.» lo stomaco mi si agita. Al ricordo dei pistacchi, ovviamente. Per cos'altro, se no? Pff.
Silenzio.
«Louis? Gli alieni ti hanno rapito?» lo chiamo.
«No, ci sono. Mi domandavo se ti andasse di vederci, stasera...»
«Dove, quando, a che ora, certo, a dopo.» grido e lancio il telefono per terra, correndo verso la mia stanza per prepararmi.
Ma appena entro e vedo che ore sono, cioè le nove di mattina, ritorno in cucina, scocciata. Raccolgo il telefono e lo poggio sul tavolo. Voltandomi, noto Harry, ancora addossato nell'angolo del muro, che si protegge con le mani.
Mi avvicino lentamente, per abbracciarlo. «Idiota.» borbotto con una risatina. «Sono contro la violenza sulle donne.»
«Sicura che vada tutto bene?»
Annuisco.
«No, perché ti vedo... strana.»
Annuisco.
«Sembri incazzata. Che è successo?»
Annuisco.
«Mary? E' mezz'ora che ti fissi le mani chiuse a pugno, con la mascella contratta e lo sguardo omicida. Dio, non penso tu possa uccidere proprio me, però vorrei sapere con chi ce l'hai. Ti ho chiesto di uscire, mi hai detto di "si", e adesso che siamo insieme annuisci solamente?» dice Louis con un sospiro, mettendosi nella mia visuale. «Insomma, dimmi qualcosa!»
«Non rompermi l'assorbente!» mi esce di bocca prima che possa fermarmi. Sarà la situazione...
«Assorbente?» arrossisce.
«Sì...» faccio per parlare, ma una cameriera con i capelli biondi, si presenta da noi, masticando volgarmente una chewing-gum rosa. Che sia rosa non ne sono sicura, ma le bionde masticano sempre chewing-gum rosa.
«Ragazzi, che vi porto?» sorride languidamente a Louis.
Inarco un sopracciglio, e Louis capisce che mi sto per incazzare. «Scusami, zoccoletta di sto tampax, ma io stavo parlando, e sai che interrompere le persone mentre stanno parlando è da vere maleducate? Cioè, ma chi te l'ha data l'educazione? A quanto pare a te danno solo cazzi!» grido facendola rimanere di stucco. «Ed è inutile che lo guardi così, perché lui è mio. E non te lo darebbe, perché domani mattina non si ricorderebbe nemmeno di avertelo dato. E potrebbe ridartelo anche domani sera, ma l'indomani mattina si dimenticherebbe ancora di avertelo dato!»
Louis si è preso il volto tra le mani. «Mary...»
«Non chiamarmi Mary!»
«Ma è il tuo nome!»
Particolari inutili e irrilevanti. Torno con lo sguardo alla bionda, sfidandola con un'occhiata. «Prova a ribattere, stronza, coraggio! Vediamo se le tue parole sapranno essere velenose come le mie. Ti sto sfidando, si!»
Louis si tappa la bocca con le mani, ridendo. La cameriera fa una bolla. «Tesoro, quando hai il ciclo, è meglio se ti chiudi in una camera con una camicia di forza e nastro adesivo in bocca.» commenta. Poi sorride falsamente. «Allora, che vi porto, ragazzi?»
Mi affloscio sul tavolo. «Un carattere meno di merda.»
«Due coche, per adesso, grazie.» ordina Louis. Sento la bionda allontanarsi, ma non alzo nemmeno la faccia. Ho gridato contro una cameriera, apparendo ridicola a tutti i clienti del locale, compreso Louis. E ho detto pure che Louis è mio. Peggio di così non potrebbe andare.
Una mano mi accarezza i capelli. «Ehi, va tutto bene?»
«...mpfnò.»
«Dai, capita di avere una giornata no. Non è successo niente.» mi dice con calma, rassicurandomi, mentre la sua mano continua a sfiorarmi dolcemente i capelli.
Con fatica sollevo la testa e punto i miei occhi nei suoi. «Questa è la prima del quintetto.»
«Ho scelto il giorno giusto per uscire con te.»
«Che cazzo ci posso fare io se ho...» inizio ad alterarmi, ma lui mi ferma.
«No. Non intendevo quello. Sono lieto che tu abbia le mestruazioni, perché in caso contrario, uno potrebbe arrivare alla conclusione che tu la sotto nasconda qualcosa di... molto maschile.»
Sorrido. «Ma cosa stai dicendo?»
«La verità? Non lo so nemmeno io, Mary.»
Rido. «Sul serio, mi dispiace per la scena di prima. Ho esagerato.» Non chiedermi della frase "lui è mio", non chiedermi della frase "lui è mio", non chiedermelo, ti prego.
Lui scuote la testa e vedo la sua mano avvicinarsi furtivamente alla mia, sopra il tavolo. «Non fa niente. Solo che... Mi è sembrato di sentire: "ed è inutile che lo guardi così, lui è mio." Ho sentito bene?» dal suo sguardo, so che ha sentito perfettamente e che mi sta provocando.
Ora ho due possibilità: svio il discorso gridando "c'è uno pterodattilo che sta scopando con la bionda!" oppure posso incazzarmi improvvisamente per qualcosa, con la giustificazione che ho il ciclo.
Mi punto un dito sul petto. «Io? Ma sei sicuro?»
Annuisce, sorridendo. «Potrei anche sbagliarmi, eh...»
«Sicuramente. Cioè, perché avrei mai dovuto dirlo?»
«Perché forse... c'è una minima probabilità che io ti piaccia?»
La bionda arriva con due bicchieri di coca. Sia lodato l'inventore della Coca Cola. Lo afferro improvvisamente e ne bevo un sorso abbondante, poggiandola violentemente sul tavolo.
«Di cosa stavamo parlando?» domando. «Ah, sì, di Beautiful. Non trovi che nell'ultima puntata Ridge sia stato veramente idiota? Il prosciutto negli occhi, proprio! Brooke si scopa anche il tappeto di casa, e lui continua a starci insieme! Bro, sei masochista alla massima potenza.»
Louis rimane a fissarmi qualche istante, poi scoppia a ridere, annuendo. «Hai ragione.»
«E...?»
«E cosa?»
«Non hai altro da dire, riguardo a domande... ehm...»
Scuote la testa e prende un sorso di Coca Cola. «No, so già quello che mi serviva sapere.»
Annuisco, per poi tornare con lo sguardo a lui. In che cazzo di senso? Cosa ha capito? Cielo.
Afferro l'ombrellino verde pistacchio della mia Coca Cola e lo fisso schifata. «Ma che cazzo! Quella puttana che si scopa pterodattili mi ha messo apposta l'ombrellino verde pistacchio! Poi una non si deve incazzare, vero? Eh?» mi alzo in piedi e indico la bionda. «Ti faccio licenziare, zoofila. Tu non sai chi sono!»
Louis mi ributta giù, cercando di calmarmi. «Va tutto bene, va tutto bene, fai dei respiri profondi.»
All'inizio faccio come mi dice lui; respiro profondamente, per poi smettere, incazzata più di prima. «Non sono incinta, cazzo, Louis.»
Lui sospira. «Come non detto.»
Faccio un altro respiro e tento un sorriso. «Ok, ora sto bene.» Prendo un sorso di Coca e riappoggio il bicchiere. Con un colpo di indice spingo via l'ombrellino, mormorando uno: «stronzo.»
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