"Sii felice"
Davanti allo specchio di casa Weasley, vestito di tutto punto e tirato a lucido, Remus si sentiva un po' a disagio con indosso il suo vestito da sposo.
Negli ultimi cinque minuti si era risistemato la giacca almeno una dozzina di volte.
Non riusciva a tenere ferme le mani, e difatti continuava a lisciarsi i capelli, sebbene non gli potessero diventare più lisci di come lo erano in quel momento, o come lo erano al momento prima, d'altra parte.
Ma se con una mano si aggiustava i capelli, con l'altra - che era libera - continuava a stringere e allentare il nodo del papillon bianco annodato attorno al suo collo, per poi passare, un attimo dopo, a raddrizzare il fazzoletto nel taschino, sebbene questo non si fosse mosso da dov'era stato lasciato un attimo prima, così come l'attimo prima ancora e così via.
Continuava a guardarsi allo specchio, scorgendo sempre nuovi particolari da sistemare, senza accontentarsi, senza calmarsi.
Quello sarebbe stato il giorno più bello della sua vita.
Naturalmente, se non avesse avuto il vestito stropicciato, se i suoi capelli fossero stati pettinati come Dio comanda, se il bianco quadratino di stoffa che portava all'altezza del cuore non fosse caduto, svolazzando, a terra.
Se il papillon non l'avesse strozzato avrebbe potuto avere un matrimonio felice. Forse.
«Remus, vuoi scendere? Devo mandare George a sposarsi?» gridò la signora Weasley, facendo rimbombare la sua voce per le pareti della casa.
«Remus! Scendi, non voglio ancora incastrarmi con una donna!» ribatté il figlio di Molly, lievemente allarmato. Sua madre sarebbe stata capace di questo ed altro.
Remus sentì qualcuno ridere, e capì che si trattava di Fred.
«Ti ci vedo, fratello, a sposarti con Tonks. Sareste una bella coppia!»
«Lo dici come se non fossimo uguali, caro gemello» rispose George, ora divertito, per merito della battuta del fratello.
Scoppiarono entrambi a ridere, cosa che fece guadagnare loro un urlo spazientito della madre, che li mandò fuori a preparare i tavoli per gli ospiti.
«Remus, sono seria. Ti prego di scendere.»
Il mago si guardò di nuovo allo specchio, soppesando il suo ritratto e cercando di scorgervi un qualche segno di tranquillità. Era davvero troppo nervoso, si disse. Doveva cercare di rilassarsi, di godersi quel momento. Stava per sposarsi con la donna della sua vita, dopotutto non poteva che sentirsi felice.
Il suo viso si sciolse in un sorriso che illuminò la sua immagine nello specchio. I capelli parvero andare a posto da soli, la giacca rimanere con le giuste pieghe. Le sue ansie e i suoi dubbi si dissiparono, portati via insieme alle insicurezze di poco prima.
Rinfrancato, cominciò a scendere le scale, attento a dove metteva i piedi.
«Tesoro, se non stai ferma ti taglierò via un orecchio!»
Tonks cercò di non muoversi mentre sua madre le aggiustava con giudizio le ultime ciocche di capelli fuori posto che aveva in testa.
In verità, non c'era niente che fosse davvero definibile come "fuori posto", ma la ragazza aveva insistito affinché fosse sua madre a scalarle i capelli prima del matrimonio.
Del suo matrimonio. Tonks stentava a crederci. Mi sposo, pensò.
Era una cosa che non aveva mai creduto possibile, nemmeno quando da piccola giocava con bambole di pezza di giovani principi che, con in pugno le loro bacchette magiche, salvavano bellissime principesse prese in ostaggio da Streghe e Maghi Oscuri terribili e spaventosi.
Perfino allora, per chissà quale motivo, un amore del genere le era apparso distante, come se, a differenza delle sue coetanee, non riuscisse davvero a mettersi nei panni delle giovani fanciulle che si univano in matrimonio con i loro forti e baldanzosi giovanotti. Le risultava difficile, quindi, vedersi con indosso quel meraviglioso abito color perla, lungo fin sotto le caviglie, con quello strascico voluminoso che tanto le dava fastidio.
Scarpe cristalline, trasparenti, che assomigliavano così tanto a quelle di cui racconta la fiaba di Cenerentola da rendere il collegamento percettibile a qualsiasi Babbana, pur disattenta che fosse, alimentando la sensazione già prima avvertita.
Ma non una strega, nata e cresciuta con la Magia, unico collegamento al mondo non magico suo padre, Babbano di Nascita.
Mentre la madre finiva di sistemarle i capelli, agghindando quel rosa cicca con fermagli che normalmente non sarebbero mai stati sulla testa di Tonks, quest'ultima si guardava allo specchio, chiedendosi chi fosse la ragazza che vi era riflessa.
Non era nervosa, ma nemmeno tranquilla. Aveva nello stomaco la stessa sensazione avvertita la prima volta in cui aveva sfiorato le labbra del suo amato. Una confusione totale.
Sorrise pensando alla scossa di adrenalina iniziale, al calore che l'aveva invasa quando lui aveva risposto al bacio, alle sue braccia che la stringevano, avvolgendola...
Si accorse che le punte dei suoi capelli stavano diventando di un tiepido scarlatto, e notò che le sue guance stavano cominciando a imporporarsi, mentre un altro sorriso, caldo e spontaneo, si faceva strada sulle sue labbra, al piacere di quel dolce ricordo.
Riportò il suo viso e i suoi capelli ad un colore normale - se il suo si poteva definire tale - e poi si rivolse a sua madre.
«Mamma, quando ha sposato papà eri nervosa?» domandò, incuriosita.
Per un attimo la ragazza vide lo sguardo di sua madre, Andromeda, perdersi lontano, come se anche lei stesse assaporando un ricordo, ma dal sapore intermedio tra la felicità e la tristezza.
«No, non ero nervosa. Non al matrimonio, no. Se si vuole parlare di nervosismo, o quasi di paura, si dovrebbe tornare a prima del matrimonio, quando tua padre andò a chiedere al mio di potermi sposare.»
Rabbrividì leggermente.
«Pensai che non l'avrei rivisto tornare. Fino ad allora ci eravamo visti solo in segreto, all'oscuro della mia famiglia... Che naturalmente non avrebbe mai accettato il mio matrimonio con un Sanguemarcio. Che onta, che disonore sarebbe stato per mio padre! Sua figlia che rovinava l'intera famiglia. Decise di ripudiarmi.»
Lo disse tranquillamente, con un'alzata di spalle, quasi che la storia narrata appartenesse ad un'altra persona, e non a lei stessa.
«Fu una fortuna, in realtà, perché la cosa non ebbe altra conseguenza che farmi litigare con mia sorella.»
Diceva anche questo in tutta tranquillità, ma la strega sapeva che, a differenza di poco prima, sua madre aveva davvero amato sua zia, sebbene quest'ultima non fosse da meno dei Mangiamorte che la circondavano, e perfino dello stesso Vomdemort.
«Quindi il giorno delle tue nozze non eri affatto nervosa? Nemmeno un pochino?»
«Ero preoccupata che potesse andare tutto a rotoli, magari per colpa della mia stessa famiglia, infatti non vedevo l'ora di baciare Ted» sorrise, imbarazzata. «Finalmente avremmo avuto una vita felice, solo io e lui. Be', quasi» aggiunse strizzandole l'occhio, e Tonks capì che la madre si riferiva a lei, cosa che la fece sorridere.
Poi la madre cambiò espressione.
«Cara, non vorrei che tu pensassi che non siamo felici per te. Credimi, lo siamo, ma...»
«Mamma. Se ti riferisci al fatto che Remus è un Lupo Mannaro...»
«Oh, no. No, tesoro, ci mancherebbe... È solo che tu sei la nostra unica figlia, vogliamo solo che tu stia bene, consapevole della tua scelta... E di tutto ciò che comporta. Io sono stata rinnegata dalla mia stessa famiglia, ma tu rischi di essere disprezzata dal mondo intero... E poi sei ancora giovane, davvero molto giovane... So cosa si è in grado di fare per amore, ma bisogna esserne davvero convinti. La mia... la nostra unica domanda è, ne sei davvero convinta?»
Aveva passato gli ultimi mesi a ripetersi quella stessa domanda, in ogni momento, ovunque fosse.
«Sì» rispose, senza esitazione.
Sua madre annuì. Si era aspettata quella risposta.
«Allora per noi va bene. Sii felice, angelo mio.»
La abbracciò, felice e preoccupata assieme, come lo sono tutte le madri nei confronti delle figlie.
Ma ciao, gente!
Innanzitutto, come al solito (più o meno) vi chiedo se il capitolo vi è piaciuto, e, se avete voglia di scriverlo, quali sono state, secondo voi, le parti migliori.
Bene, per chi avesse tenuto il conto non c'è bisogno di dirlo, ma per quanti di voi non l'avessero fatto, ricordo che il prossimo capitolo sarà l'ultimo.
Al momento sto pubblicando mentre sono in macchina per andare alla mia partita di pallavolo. Di sicuro di questo non frega niente a nessuno (per essere fini), perciò mi risparmierò questi inutili dettagli.
Ma ragazzi, qui c'è qualcuno di Empoli? O comunque sia, c'è qualcuno che andrà al Ludicomix 2018?
Da parte mia ho invitato Vale_Slytherin e Falsonica .
Poi ci sarà anche il mio professore di scienze (non sto scherzando), che, così ha detto, probabilmente starà tutto il tempo al padiglione della LEGO. Avrebbe dovuto esporre il suo progetto, ma non ha potuto completarlo per mancanza di fondi.
Comunque, se qualcuno volesse venire, io vado domenica insieme ad un paio di amici.
Va be', adesso vi saluto.
Moro
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