«Buongiorno» disse Remus.
«Buongiorno» risposero tutti, chi salutando, chi alzando il capo soltanto, chi continuando a fare qualunque cosa stesse facendo, che si trattasse di leggere un giornale o di pianificare le prossime missioni dell'Ordine.

Tonks lo accolse con un sorriso.
«Dormito bene?» gli chiese, non appena lui le si fu seduto accanto.
«Molto bene. Portare qui Harry mi ha tolto una grossa preoccupazione»
«A me ha fatto piacere conoscerlo» disse Tonks, spalmando il burro sul suo toast.

Remus prese una fetta biscottata, un coltello e del burro.

«Non si è ancora svegliato?»
«Né lui, né gli altri ragazzi. Le ragazze sì, però» aggiunse, additando Hermione e Ginny che conversavano a poca distanza da loro, allo stesso tavolo.
«Sembra che siano più mattiniere dei ragazzi» osservò Remus.
«Oltre che più intelligenti» rispose Tonks.
Remus la guardò con un sopracciglio inarcato.
«E questa allusione cosa dovrebbe stare a significare?»
«Oh, niente. Forse che le ragazze sono più intelligenti dei ragazzi?»
«Oh, sì, sicuro» fece Remus, sarcastico.
«Oh, maledizione!» imprecò, un attimo dopo «Con questa ho già spezzato tre fette biscottate!»

Tonks alzò gli occhi al cielo, prese un'altra fetta biscottata e ci spalmò il burro sopra, usando il palmo della mano come appoggio per non spezzarla.

Sollevò un sopracciglio.
«Forse non siamo più intelligenti, cosa di cui dubito, ma di sicuro siamo più furbe» lanciò uno sguardo alle fette spezzate di Remus «Il che aiuta, mi sembra.»

Remus sbuffò. Tonks gli lanciò uno sguardo di sfida, ma fece cadere per terra il coltello.

Remus scoppiò a ridere, ma la ragazza lo zittì ficcandogli la fetta con il burro in bocca. Lui la mangiò ed esclamò:
«Buonissima!» e questa volta fu il turno di Tonks di scoppiare a ridere, cosa che le fece diventare i capelli gialli.

In tutto questo, un Sirius appena entrato in cucina osservava la scena con uno sguardo che sembrava dire: "Ma davvero?"

Prese una sedia e con passo deciso andò a mettersi tra i due.

«Fate spazio, marmocchi.»
«Chi sarebbero i marmocchi?» fece Tonks, guardandolo con le sopracciglia inarcate.

Remus, che stava finendo di mangiare la sua colazione, fece un verso strano, indicando Tonks prima, e alzando il pugno con il pollice alzato dopo: "Sì! Sì! Ha ragione!"

«Vi comportate come due bambini, ecco perché» rispose quello, allargando il suo spazio nel tavolo e allontanando ancora di più Remus e Tonks.
«Stavamo solo scherzando. Ovvio che in una colazione seria non farei mai una cosa simile» disse Tonks, dopo uno sbuffo.
«Non mi riferivo a quello.»
Remus inghiottì ciò che restava della sua colazione.
«Devi sempre essere così enigmatico?»
«Certo. Fa parte del mio ruolo di guastafeste.»
Remus e Tonks si scambiarono uno sguardo esasperato.

Dopo qualche minuto che i tre passarono a parlare, nella stanza entrò Silente.

Si avvicinò a loro.

«Buongiorno.»
«Buongiorno, professore» risposero tutti e tre.
L'anziano Preside sorrise, poi si rivolse direttamente a Remus.
«Posso parlarti, Remus?»
«Certo» rispose lui.
«Bene, ti ringrazio. Ci vediamo tra poco nel mio studio, va bene?»
Remus annuì.
Silente se ne andò.

«Chissà cosa vuole dirti...» fece Tonks, pensierosa.
«Temo di saperlo» disse Remus, chiudendo gli occhi, un'espressione quasi sofferente sul viso.

Sirius gli diede un pacca sulla spalla.
Tonks fece per chiedere qualcos'altro, ma Sirius scosse la testa.
Non è il caso di fare domande.

«Sembra che tu debba andare, Lunastorta.»
Remus si costrinse a sorridere.
«Sì. Vado. Salutatemi Harry se quando scende non sono ancora tornato»
Si alzò e si avviò verso il salotto.

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Quindi direi di scoprire chi di voi riesce a dare il 100º!
Si dia inizio alla gara!
Grazie a tutti.
Moro