12 tacchetti
Era notte e Luke cercava di dormire. Ma non ci riusciva. Era sdraiato sul letto sotto le coperte, e tutto ad un tratto sentì gridare.
Quelle urla non lo infastidivano, al contrario, lo facevano sorridere. Quel sorriso che al buio non si vede, quel sorriso che solo tu sai di avere, e che solo una persona illuminata dalla luce del tuo cuore può percepire.
Luke sapeva da dove provenivano quelle urla. Erano del suo vicino. C'era la partita quella sera. E il suo vicino come ogni tifoso la seguiva. Luke tifava un'altra squadra, faceva parte di un'altra tifoseria, faceva parte di un'altra famiglia.
-GOAL!!!- sentì gridare e a quel punto sorrise dinuovo. Eppure a quelle urla mancava qualcosa. Erano sole. Rimbombavano sole.
Luke conosceva la sua vicina, la figlia più grande. Lindsay. Così si chiamava. E lei era una piccola civetta. A lei non interessava altro se non i ragazzi e se stessa, e secondo Luke la cosa doveva cambiare.
La loro era un'amicizia che era nata quando avevano tre anni, quando Lin si era trasferita nella casa di fianco alla sua. Erano stati grandi amici, finchè poi lei non crebbe. Cresceva, più cresceva più diventava superficiale.
Ora Luke si era reso conto che era arrivato il momento di cambiare. Il momento di farle provare qualcosa di nuovo, qualche emozione che poteva essere data da una cosa sola. Dal calcio.
Si addormentò con quella sicurezza.
Il giorno dopo, dopo la scuola bussò alla porta di Lin. Lo aprì il padre.
-Salve! C'è Lindsay?- chiese Luke educatamente.
-Chi mi cerca?- chiese lei sbucando dalla cucina. Intanto il padre si era allontanato.
-Vieni con me.- disse Luke.
-No.- rispose lei.
-Oh andiamo Lin! Vieni con me. Devo farti vedere una cosa.- disse Luke prendendo in spalla il suo zaino.
Lin lo guardó diffidente per un po' poi però si rilassò e disse quattro semplici parole.
-Aspettami qui. Torno subito.- e così sparì per ritornare subito dopo.
Luke gli porse la mano che lei prese ed uscirono fuori. Si incamminarono poi. Cinque minuti dopo erano al campo della piccola cittadina in cui abitavano.
-ci siamo.- disse Luke posando a terra il suo zaino. Ne estrasse una divisa rossa e due paia di scarpe di 12 tacchetti.
-Indossali e poi torna.-
Lin li prese ed entrò negli spogliatoi dove di solito si cambiavano i ragazzi che giocavano. Poi fu il turno di Luke.
Quando vide Lin rimase a bocca aperta. Era meravigliosa.
-sei stupenda.- disse, poi prese un pallone e vedendo l'espressione stranita di Lin la tranquillizzò e poi le prese la mano.
Era stupito. Credeva che Lin non si fosse fidato di lui. Credeva che non gli avrebbe rivolto più la parola. Cosa che lo avrebbe distrutto. Segretamente era innamorato follemente di lei, perchè sapeva che sotto tutti quei lustrini ci fosse ancora la ragazza che un tempo era stata la sua migliore amica.
La portò vicino l'area di rigore e le mise il pallone davanti i piedi. Le stavano perfino bene le scarpe con i 12 tacchetti, Luke le preferiva a quelle col tacco 12.
-Il pallone è il punto centrale del gioco. Lo devi calciare fino a portarlo in porta e poi fargli passare la linea bianca tra i due pali.- disse Luke
-Scemo lo so come si gioca a calcio.- disse Lin
-Credo che questo lo sappiano tutti. Ma il punto non è sapere come si gioca, il punto è amare il gioco. Il calcio è uno sport come gli altri, ma diventa speciale quando tu ne entri a fare parte o anche solo quando inizi a seguirlo. Il calcio piace a tutti, strega tutti. Ora tu giocherai a calcio.- disse Luke senza smettere di guardare Lin negli occhi.
-E ora tu credi che io voglia davvero giocare a calcio?- chiese lei ridendo.
-Non lo saprai mai se non provi!- disse Luke correndo verso la porta.
-Vediamo che sai fare!- gridò Luke così Lin lo guardò da lontano.
Luke credeva davvero che lei avrebbe iniziato a calciare il pallone? Non lo avrebbe mai fatto, eppure Luke lo faceva sembrare così bello. Lo faceva sembrare una cosa senza il quale non potresti vivere.
A quel punto Lin decise: avrebbe provato.
Così iniziò a calciare il pallone arrivando fino all'area di rigore, davanti la porta c'era Luke ad aspettarla con i guantoni alle mani.
-Avanti tira!!- gli disse Luke e Lin calciò.
Luke però la parò. Lin andò allora a riprendersi il pallone e calciò ancora. Ancora, ancora e ancora.
Lin era ritornata quella di un tempo. Quella che Luke conosceva, quella che era follemente innamorata di Luke. Quella di cui Luke era innamorata.
Lin tirò un'ultima volta il pallone in porta. Segnò e saltò dalla felicità precipitandosi tra le braccia di Luke. Lo guardò negli occhi e affondò in quegli abissi non uscendone più.
-Grazie.- disse lei
-per cosa?- chiese lui sorridendo come non mai.
-Per avermi fatto innamorare del calcio. Per avermici fatto provare. Per farmi arrivare a questo: all'essere tra le braccia della persona che amo sotto la porta di un campo da calcio.- disse lei e poi si abbandonò alle braccia di lui, rimanendoci inccollata senza più lasciarle.
-Che ne dici di una partita?- chiese Luke.
-E con quali giocatori?- chiese lei.
-Bhe chi ti dice che tu sia l'unica che io ho chiamato per venire qui?- chiese lui.
Ad un tratto Lin si volto verso il cancello del campo e vide entrare otto ragazzi tutto vestiti in maglia e pantaloncini con scarpe dodici tacchetti.
-Bhe iniziamo?- chiese un ragazzo. Si chiamava Chris ed era il migliore amico di Luke.
-Certo. Lei è in squadra con me!- disse Luke agli altri.
Iniziarono una partita. 5 contro 5. Luke era in attacco, affiancato da Lin.
Luke corse in attacco, Lin lo seguiva, area di rigore, passaggio di Luke a Lin, e Lin tira!!! GOAL!!!
Lin corse tra le braccia di Luke e lo baciò dinuovo davanti a tutti gli amici di Luke.
Intanto si sentivano i cori. Uno gridava:-Luke!- e gli altri -Evans!-
C'erano poi sugli spalti un gruppo di ragazze che si erano messe a guardare la partita. Entrarono in campo di avvicinarono e loro gridarono il nome di Lin.
Una gridava: -Lindsay!- e le altre -Struck!-
La partita finì in quel modo: Luke e Lin che mostravano al mondo il loro amore e i loro amici che gli facevano in cori. Perchè nella partita della loro vita avevano segnato il goal della vittoria.
-Visto? Non servono i tacchi per essere belle. Sei bellissima quanto un goal al 90º.- disse Luke a Lin.
Lin gli sorrise.
-Meglio 12 tacchetti che i tacchi 12- disse di rimando lei.
Tempo dopo Luke si ritrovò dinuvo nel suo letto cercando di dormire, ma rimaneva sveglio ascoltando le urla del vicino ad ogni goal segnato. Ma quella volta le sue urla non erano sole, erano accompagnate da quelle di Lin.
Così Luke si addormentò con il sorriso pensando che adesso, anche lei aveva capito quanto bello è stare in una tifoseria, che alla fine si rivelerà solo come una grande famiglia.
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