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Sparkle 🌸


Baby, baby, let's get together

Honey, honey, me and you

And do the things, ah, do the things

That we like to do

Oh, do a little dance, make a little love

Get down tonight, get down tonight

Do a little dance, make a little love

Get down tonight, get down tonight

Get down tonight, Kc and the sunshine band  ( serie Hunter )


Quando mi sveglio, i raggi del sole filtrano dalla finestra, bruciandomi gli occhi. Guardo davanti a me, trovando Becky seduta sulla mia pancia a darmi il buongiorno con le sue fusa. Le gratto la testolina e le do un bacio sul musetto, poi sposto la mia palla di pelo sul divano e vado a preparare la colazione. Per fortuna è domenica e non devo lavorare - amo il mio lavoro, ma riposare fa sempre bene. 

Passo tutta la mattinata a pulire l'appartamento - è incredibile quanta polvere si formi sui mobili in poco tempo. Quando finisco ripongo tutta l'attrezzatura e vado a farmi una bella doccia. Regolo l'acqua alla temperatura giusta per non scottarmi. Nel momento in cui il getto del soffione colpisce il mio corpo, chiudo gli occhi e cerco di rilassarmi, ma Jason invade la mia mente. Lo vedo avanzare verso di me con passo sicuro - è completamente nudo. La sua mano accarezza dolcemente ogni parte del mio corpo: il collo, la schiena, i fianchi fino a raggiungere il clitoride turgido, facendomi perdere completamente la ragione.

La sua mano continua a massaggiare il centro pulsante con movimenti circolari - non resisterò ancora a lungo. La vista si offusca, il corpo si irrigidisce e poi esplodo, gridando il suo nome. L'orgasmo ha indebolito il mio corpo, così indietreggio e appoggio la schiena contro le mattonelle, poi alzo gli occhi e vedo Jason portare le dita alla bocca per succhiare i miei umori.

"Mmm, buonissima" dice soddisfatto.

Apro le palpebre e vedo i resti della mia eccitazione scivolare tra le gambe. Sono sconvolta. Sono venuta solo pensando a Jason. Esco dalla doccia e avvolgo un asciugamano intorno al corpo. Asciugo i capelli e applico la crema alla lavanda sulla pelle. 

Come può un uomo che ho incontrato solo due volte farmi questo effetto? Odio il modo in cui mi ha trattata al ballo e al lavoro, ma il mio corpo non sembra pensarla allo stesso modo. Ho paura delle reazioni che mi suscita Jason. Non devo cadere nella sua trappola. Devo combattere e resistere con tutte le mie forze. Io non sarò mai la sua Bunny.

Nel pomeriggio viene a trovarmi Sam. Oggi è particolarmente felice e mi chiedo come mai.

"Come mai sei così raggiante, Sam?" le chiedo contagiata dal suo entusiasmo.

 "Ho una grande notizia da darti! A Marzo partiremo tutte per le Hawaii!" urla di felicità.

La fisso con gli occhi spalancati. Sono anni che cerchiamo di andare sull'oasi dei sogni, ma non siamo mai riuscite a far coincidere i nostri impegni e quindi abbiamo sempre dovuto rinunciarvi. Faremo tante escursioni nella natura selvaggia dell'isola e berremo cocco a tutte le ore del giorno. Non vedo l'ora di partire.

"Come hai fatto? Sono anni che proviamo ad andarci" dico contenta.

"Segreto, allora sei felice?" mi chiede Sam.

"Felice? Potrei impazzire dalla gioia, ho già le valigie pronte!" dico con foga.

"Benissimo, allora chiamo Lucy e Charlotte così andiamo a festeggiare!" prende il telefono dalla borsa e digita prima il numero di Lucy e poi quello di Charlotte. Mentre parla, la sua chioma rossa continua a ondeggiare su e giù. Sento Charlotte gridare di entusiasmo e anche Lucy non è da meno.

"Fatto, le ragazze arriveranno alle nove, quindi abbiamo tutto il tempo di trasformati da bibliotecaria in bomba sexy!" mi dice, sogghignando.

"Non esagerare, Sam. Dove andiamo?" domando curiosa.

"Allo Sparkle naturalmente" risponde, ammiccando.

"Cosa? Non voglio andare in quel posto, Sam, lo sai che non mi piace. Lo Sparkle è un posto pericoloso. Ti ricordi cosa è successo l'anno scorso? Un ragazzo è quasi rimasto ucciso in una rissa" le dico con aria preoccupata.

"Non ti preoccupare, Emily. Quei ragazzi erano ubriachi e facevano parte di due gang rivali. È stato solo un caso isolato. Dai, andiamo a cercare un vestito nel tuo armadio della nonna."

"Hey, non insultare i miei vestiti!" le dico con una finta faccia arrabbiata.

 "Come vuoi, nonnina" ribatte.

Entrambe scoppiamo a ridere.

Dopo quasi due ore di ricerca intensiva, Samantha trova l'abito che, secondo lei, è più adatto per una serata in discoteca. Si tratta di un vestito rosso corto senza spalline, che le ragazze mi hanno regalato al mio ultimo compleanno. La mia amica abbina al vestito delle scarpe nere con i tacchi. Dato che siamo a Dicembre e non voglio ammalarmi, prendo un cappotto dall'armadio per riparare il mio corpo dal freddo pungente.

Alle nove arrivano Lucy e Charlotte con indosso le loro mise da discoteca: jeans e top per la prima e un abito blu corto con un intreccio sul petto per la seconda. Saliamo tutte sulla mia auto e ci dirigiamo allo Sparkle . Quando arriviamo a destinazione, troviamo una fila lunghissima di ragazze e ragazzi in attesa, vicino all'ingresso della discoteca. Dopo quasi mezz'ora riusciamo a entrare, l'ambiente è quasi completamente buio a eccezione delle luci stroboscopiche. Giovani di quasi tutte le età ballano in mezzo alla pista. Il rumore della musica è quasi assordante e l'aria è soffocante.

 "Buttiamoci nella mischia, ragazze!" urla Lucy.

Charlotte e Samantha, prese dall'euforia e dalla musica, annuiscono all'unisono. 

"Ragazze, credo di voler tornare a casa, è troppo" dico con aria preoccupata.

"No, Emily, adesso vai al centro e fai ondeggiare quei fianchi" dice Lucy. 

Quando tento di replicare, le mie amiche sono già scomparse in mezzo alla massa di corpi in movimento al centro della discoteca. Sospiro, dirigendomi verso l'angolo bar e sedendomi su uno degli sgabelli in pelle rossa.

"Vuoi qualcosa, bella mora?" chiede il barman.

Mi giro sullo sgabello e fissandolo negli occhi con tutta la calma possibile, cerco di non mandarlo a quel paese. 

"No, grazie. Sono a posto così" rispondo a denti stretti.

"Scusa, dolcezza, non volevo farti arrabbiare" dice, alzando le mani e poi va via per passare alla prossima cliente.

Che imbecille! 

Irritata per il comportamento senza freni delle mie amiche, a cui si è aggiunto quello del barman, lascio vagare lo sguardo intorno a me. Migliaia di corpi saltano e ballano al ritmo della musica. A un certo punto, scorgo una figura familiare tra la folla. Non riesco a vederlo bene in volto, così tento di avvicinarmi per essere sicura. Indossa una giacca scura sopra una camicia bianca e gemelli. Quando sono a pochi centimetri da lui, una luce illumina la sua faccia. È Jason. 

"Ciao, Bunny" mi saluta malizioso.

Il mio corpo si riscalda e i capezzoli si induriscono al suono della sua voce. 

"Che cosa fai qui? Mi stai seguendo?" 

Le sue braccia avvolgono la mia vita, facendomi disorientare per qualche secondo, ma subito riacquisto il controllo.

"No, sono qui con degli amici. Sono sorpreso, non pensavo fossi un tipo da discoteca" dice, stringendomi ancora di più. 

"Non lo sono" ribatto.

"Non importa. Sai, ho pensato a te tutto il giorno" confessa, sfregando la sua barba incolta sul mio collo e mandando tutte le mie terminazioni nervose in tilt. Quanto lo detesto.

"Vieni con me" sussurra vicino al mio orecchio. Lo seguo verso la sala vip, dove una biondina alta e magra lo saluta, lasciandolo passare. Le luci soffuse e i divanetti chiodati in pelle rasenti il muro creano un atmosfera intima e riservata.

"Fai uscire tutti, Patricia" ordina alla ragazza.

Quando non c'è più nessuno all'interno della stanza, mi fa sedere accanto a lui su uno dei divanetti.

"Apri le gambe, Bunny" dice con voce roca. Le sue pupille sono ridotte a due fessure e quando sposto lo sguardo sui suoi pantaloni, vedo un enorme rigonfiamento. 

"Scordatelo" dico di getto.

Lui non si scompone di fronte al mio diniego, ma anzi lo prende come una sfida ad avvicinarsi ancora di più. Siamo così vicini che il suo respiro caldo sfiora la mia pelle, inviando delle scosse di piacere in tutto il mio corpo. Le nostre labbra come attratte da una forza magnetica invisibile si scontrano, unendosi in un bacio, mentre la sua mano scivola sotto al mio vestito, scostando le mutandine. Con il pollice e l'indice comincia a massaggiare il clitoride, proprio come nel mio sogno.

"Vieni sulla mia mano, Bunny" sussurra al mio orecchio.

La sua voce seducente, mi fa sciogliere. Non resisterò a lungo. Continua a stimolare con la mano il mio nucleo pulsante fino a quando diventa scivoloso. Appoggio un ginocchio sul divanetto e poso entrambe le mani sulle sue spalle per far scivolare la mano ancora più in profondità.

Ansimo contro la sua giacca.

"Sì così, piccola, non ti fermare." 

I miei fianchi aumentano il ritmo. Sono quasi a vicina all'orgasmo. Chiudo gli occhi, rovescio la testa all'indietro e il mio sesso esplode, mandandomi in estasi. Un liquido caldo cola sulla mano di Jason. Stremata, crollo accanto a lui.

"Sei bellissima, Bunny - dice, portando le dita alla bocca e succhiando i miei umori - e dolcissima." 

Che cosa ho fatto? Ho ceduto alle richieste di quest'uomo, di questo folle dottore. Come ho potuto farlo? Ho tradito me stessa, i miei principi e cosa ancora più grave, mi sono mostrata debole. Nella mia testa si formano migliaia di pensieri. Non posso negare di essere attratta da lui e dalle emozioni che mi suscita. Il mio corpo si accende alle sue carezze, alle sue parole, ma la femminista che è in me, non può accettare i suoi modi autoritari, così prendo una decisione. Sono ancora un po' tremolante quando mi alzo in piedi.

"Devo andare, Jason" dico risoluta.

I suoi occhi si rabbuiano.

"No, tu resti qui con me" dice con voce ferma.

"Io non sono e non sarò mai il tuo giocattolo sessuale, Jason. Devi fartene una ragione. Quello che ho fatto in ufficio e questa sera non accadrà mai più. Addio."

Giro i tacchi ed esco dalla sala vip. Cerco di farmi strada tra la folla per uscire dallo Sparkle e andare nel parcheggio. Sono quasi vicino all'uscita, quando una mano mi afferra da dietro. 

"Tu non vuoi proprio capire, Bunny. Tu sei mia. Mia." 

Solleva il mio corpo da terra e mi mette in spalla. 

"Mettimi giù, subito!" urlo con rabbia.

  Ciaf 

"Ma come osi, razza di pervertito!" grido prendendolo a pugni sulla schiena.

 Ciaf 

"Se continui così, ti darò tante di quelle sculacciate che non potrai sederti per una settimana, chiaro?" dice con tono minaccioso.

 "Vai al diavolo, Jason. Sei solo un maiale!" rispondo sibilando.

"Va bene, l'hai voluto tu, Emily."

Con passo veloce e sicuro, mi riporta nella sala vip, ma questa volta, invece di farmi sedere accanto a lui, mi fa sdraiare sulle sue ginocchia con il fondoschiena rivolto verso di lui. 

"Hai proprio un bel sedere, Emily. Tondo e sodo." 

"Se solo osi farlo, giuro che ti ammazzo, Jason!" urlo, cercando di alzarmi.

Lui non risponde e in compenso inizia a sculacciarmi. Una, due, tre, quattro volte. Il palmo della sua mano mi colpisce sempre nello stesso punto - se dovessi guardare il mio fondoschiena in questo momento, lo troverei rosso come un lampone. Lo odio per quello che mi sta facendo. Poi i colpi si interrompono e la sua mano inizia ad accarezzare, delicatamente, prima un fianco e poi l'altro, fino a scomparire tra le mie cosce e a quel punto che mi rendo conto di una cosa. Sono bagnata fradicia. 

"Sei proprio carina così, Emily" dice, dandomi uno schiaffetto sul sedere.

"Ti odio, Jason" dico con voce flebile.

"No, Emily. La tua testa mi odia, il tuo corpo no" mormora.

Quando usciamo nel parcheggio, dato che il soprabito è rimasto nella discoteca e il vestito non copre quasi nulla, iniziò ad avere freddo. Sento tutte le articolazioni intorpidirsi e il corpo congelare. Se non entro subito in macchina, potrei morire di assideramento. A un certo punto Jason si ferma per cercare qualcosa nella tasca del suo cappotto. Potrei scappare, ma con tutte le membra  con la sensibilità ridotta a zero, non andrei molto lontano. Alzo gli occhi per guardarlo e noto che ha un'aria preoccupata. 

"Stai tremando, Bunny, e hai le labbra viola" toglie il cappotto e lo mette sulle mie spalle. 

"Dove sono le chiavi?" domanda.

"Sono rimaste nel soprabito"

La mia voce è appena udibile, ma Jason sembra aver capito. Poco dopo torna con l'indumento e saliamo in macchina.

"Devo avvertire le mie amiche" dico, cercando di riscaldarmi le mani sfregandole tra loro.

"Non ce n'è bisogno, Benjamin le riaccompagnerà a casa." 

"Ma come sei gentile - dico sarcastica - Noi dove andiamo?"

"A casa mia."


Ciao cara lettrice e caro lettore!!! :-) 

Fammi sapere nei commenti il tuo pensiero. 

Alla prossima!!!

^^

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