Red Sin
Le mie mani
aprono la cortina del tuo essere
ti vestono con altra nudità
scoprono i corpi del tuo corpo
le mie mani
inventano un altro corpo al tuo corpo.
Toccare, Octavio Paz
Prede e predatori a volte si confondo. Nessuno sa chi è l'uno e chi è l'altro. Chi insegue chi. Conducono una danza macabra che porterà inevitabilmente alla morte di uno dei due.
Ma tutto sta nel capire chi sarà più furbo o più scaltro, se la preda o il predatore, perché basta un momento di distrazione o indecisione per porre fine alla danza e vincere la lotta.
Può capitare che la preda si lasci sedurre dal predatore e lo lasci agire a suo modo, per poi trovare la via di fuga.
O forse c'è qualcosa di più perverso e istintivo. Magari alla lepre piace essere cacciata dalla volpe perché sa che troverà la pace. Una pace definitiva e schiacciante, poiché non dovrà più svegliarsi al mattino e scappare per sopravvivere, non dovrà più nascondersi, trovare un rifugio o mimetizzarsi.
Lo si vedrà nel profondo delle sue iridi. Il momento in cui si arrenderà e cesserà di combattere. Aspetterà e si lascerà azzannare il tenero collo nero, le sue pupille si spegneranno a poco a poco e il suo cuore cesserà di battere.
Oppure la volpe resterà folgorata o esterrefatta dalla sua scelta e andrà verso di lei, non per ucciderla, ma per catturarla e non lasciarla più andare. Proteggerla e amarla con devozione.
Amandola pur non conoscendo il suo passato.
Amandola pur non conoscendo i suoi peccati.
Amandola pur non conoscendo i suoi segreti.
"Voltati e alza le braccia."
Ruoto su me stessa, facendo aderire la schiena al suo petto possente. L'unica cosa che separa la mia pelle nuda dal suo corpo è il sottile strato del pullover nero che indossa.
Il mio cuore tamburella nel petto al ritmo di una lontana danza tribale, mentre i palmi delle sue mani mi esplorano con reverenza. Non posso nascondere nulla al passaggio del suo tocco. Nessun sentimento. Nessuna emozione.
Le sue dita scivolano giù per andare ad accarezzare i seni, il ventre piatto e sparire tra le pieghe del mio sesso, creando dei cerchi sul clitoride già gonfio per l'eccitazione. Con l'altra mano afferra uno dei miei seni, stuzzicando il capezzolo turgido con il pollice. Sento la tensione crescere sempre di più e accumularsi nei punti in cui Jason continua a tormentarmi.
"Voglio che urli per me, Bunny - dice con voce roca, mentre struscia la sua erezione sul mio fondoschiena - voglio sentirti gridare di piacere."
Le sue parole mi provocano delle scosse di eccitazione lungo tutto il corpo. Dai seni sempre più vogliosi fino al punto più sensibile tra le gambe.
Jason con movimenti precisi e regolari continua a stimolare il clitoride, mandando in tilt tutti i miei sensi. Ancora per poco ed esploderò in un urlo di piacevole liberazione.
Mi inarco verso di lui per avere una maggiore stimolazione e lui in tutta risposta infila le dita più in profondità per stuzzicare il mio sesso.
La tensione cresce e cresce sempre di più fino a quando il mio corpo si irrigidisce raggiungendo il climax. Esplodo travolta da un'ondata di piacere, rilasciando tutti i miei umori sulla sua mano.
Jason continua a massaggiare il mio sesso sino a che gli ultimi residui dell'orgasmo abbandonano il mio corpo. Mi accascio su di lui tremante e debole per tutte le emozioni provate - due orgasmi che mi hanno lasciato senza fiato.
"Guardami"
Con la poca energia che mi resta nell'organismo mi giro verso di lui, sollevando il viso per guardarlo negli occhi. Quello che vedo mi sconvolge completamente. Jason non sembra più un uomo ma un animale in preda a un istinto primordiale lussuria.
Con una mano mi afferra per i capelli per piegare la mia testa all'indietro ed esporre la gola alla sua bocca famelica. Jason bacia e morde il mio collo come un predatore affamato da mesi, minacciando di provocarmi un altro orgasmo.
"Non so quanto resisterò ancora lungo" confessa, soffiando sul mio collo.
A un certo punto, Jason interrompe la sua attività. Mi solleva, afferrandomi per i glutei e guardandomi negli occhi, sospinge entrambi verso il letto e con un tonfo cadiamo sul morbido materasso.
La sua bocca riprende da dove si è fermata, tracciando una scia di baci peccaminosi dal collo al solco tra i seni. Senza preavviso morde uno dei miei capezzoli e io lancio un gridolino di sorpresa . Lo sento sorridere prima di ricominciare a leccare e succhiare con maggiore vigore.
Giro la testa da una parte all'altra cercando di trovare un po' di tregua da questo piacere senza fine, ma lui è come un tornando, una tempesta.
Le sue labbra abbandonano il seno per spostarsi sul basso ventre e posare un bacio sul monte di Venere. Capendo le sue intenzione cerco di fermarlo, ma lui mi blocca i polsi lungo i fianchi, lanciando un ringhio di disapprovazione.
Con la vista annebbiata dal piacere e il fiato corto cerco di farlo ragionare per quanto possibile.
"Jason, basta ti prego" dico, supplicandolo.
I miei occhi vengono intrappolati da una oscura foresta amazzonica.
"No, tu non mi negherai ciò che è mio."
Jason solleva il suo corpo quel tanto che basta a permettergli di spalancarmi le cosce con le mani, prima di affondarvi la faccia con un ringhio di approvazione.
Con i polsi intrappolati nei suoi palmi, i miei movimenti sono pochi e limitati. L'unica cosa che posso fare è lasciarmi travolgere da un'altra ondata di piacere.
La sua lingua esperta lecca con attenta precisone il clitoride per poi scendere giù e spingere sul canale stretto. I suoi movimenti diventano sempre più frenetici, facendomi inarcare la schiena e serrare le cosce intorno alla sua testa.
Mi tortura e distrugge prendendosi ciò che vuole. Non si fermerà fino a quando la sua fame di predatore non sarà placata e soddisfatta. Lecca, succhia e divora il punto ipersensibile fra le mie gambe senza fermarsi.
È una passione oscura, letale e primordiale quella ci unisce in questo momento. Siamo io e lui in questa folle passione.
E quando la tensione raggiunge il culmine, io esplodo nella sua bocca, rilasciando i miei umori e gemendo per l'ondata di piacere.
Mentre gli ultimi spasmi dell'orgasmo attraversano il mio corpo, Jason lecca gli ultimi residui della mia linfa, per poi alzare la testa e guardarmi negli occhi.
"Sei così deliziosa" commenta.
Con i capelli scompigliati e le labbra ricoperte dal mio nettare, Jason sembra un uomo distrutto dalla passione da lui stesso provocata.
"Ti odio" sussurro.
"Lo so" risponde, sdraiandosi accanto a me.
Con la mano mi solleva il mento per posare un casto bacio sulla mia bocca, prima di intrappolarmi tra le sue braccia. La sua erezione è dura e spessa come la roccia. Spinta da un coraggio che non credevo di avere. Faccio scivolare le dita sui suoi jeans per accarezzare la sua asta e un lieve gemito gli sfugge dalla bocca.
"Emily..." sussurra.
"Sì"
"Non devi farlo se non vuoi" dice in tono serio.
"Ma io voglio farlo" affermo.
Spinta dalla mia audacia sbottono la patta dei suoi pantaloni e abbasso i boxer, liberando l'enorme erezione. Non credo di aver visto un uomo più dotato di Jason - non che io abbia molta esperienza con questo genere di cose, a eccezione di qualche film erotico visto con le mie amiche.
Avvolgo il palmo intorno alla sua asta e con il pollice accarezzo la cappella tonda e scura, prima di muovere la mano su tutta la sua lunghezza. Jason è alla mia completa mercé in questo momento.
Mi muovo lentamente dalla base sino alla punta, dove delle piccole gocce di liquido pre-eiaculatorio fanno capolino. Sembra piacergli.
"Cazzo, piccola, continua così."
Continuo ad accarezzare il suo fallo e con l'altra mano inizio a massaggiare i suoi testicoli. Jason ha il volto completamente stravolto dal piacere. I suoi occhi sono puntati nei miei, pieni di una oscura passione animalesca.
Quando sento che la sua asta diventa sempre più grossa, inizio a muovere la mano più velocemente per portarlo all'estasi. E nel momento in cui Jason raggiungere il climax con un potente ringhio, il suo corpo si irrigidisce, rilasciando tutto lo sperma sulla mia mano.
"Non credo di aver provato un emozione così forte in tutta la mia vita - afferma ancora in preda ai residui dell'orgasmo - sei stata bravissima."
Jason si alza dal letto, sfilando il maglione dalla testa e togliendo i jeans e i boxer, prima di ritornare accanto a me.
Ora ho una completa visione di tutta la sua virilità maschile. I muscoli delle braccia e del petto ben definiti, le sue cosce perfettamente modellate. Un dio della guerra in carne e ossa.
Le sue mani mi afferrano per riportarmi tra le sue braccia. Calde e protettive.
"È ora di dormire" dice, appoggiando la mia testa sulla sua spalla.
E io chiudo gli occhi, sprofondando tra le braccia di Morfeo.
Salve mie care amiche e miei cari amici :-)
Vi è piaciuto il capitolo?
Fatemelo sapere nei commenti. :3
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