Look me
Il sesso è emozione in movimento.
Mae Ovest
Raggiungere e provare l'estasi è molto difficile, ma non impossibile. Ci sono differenti modi per arrivare al piacere e uno tra questi è l'autoerotismo. Esplorare il proprio corpo, toccarsi e lasciarsi andare a un urlo liberatorio. La testa diventa più leggera, la schiena si inarca e il sesso pulsa in modo frenetico, incontrollato.
Nessuno mi ha dato più soddisfazioni della mia mano. Nessuno, neanche i due ragazzi che ho frequentato al college - anche se devo confessare, che non siamo mai andati oltre il semplice bacio -.
Dicono che l'autoerotismo non è come farsi toccare da un'altra persona o dal proprio partner, ma io non credo a questo luogo comune. Secondo me, si possono mettere sullo stesso livello.
Non mi sono mai sentita insoddisfatta a provocarmi piacere da sola. Mai.
Poi ho incontrato Jason e... Come dice quella canzone?
Que sera, sera.
Tra sospiri e occhiate piene di passione, Jason continua a osservare ogni mio gesto come ipnotizzato e incantato. Lo vedo, come si trattiene - a stento - dall'afferrarmi e portarmi nella sua tana da predatore, per cibarsi della mia tenera e dolce carne. Tuttavia il povero dottore dovrà aspettare, perché questa notte sarò io a decidere e non lui.
Le mie mani sollevano delicatamente il maglioncino, facendolo scorrere sui capezzoli già duri e vogliosi e gettandolo insieme agli altri indumenti. Per grande dispiacere di Jason, non sfilo via gli slip, perché non voglio dargli troppe soddisfazioni prima del tempo.
Non provo alcuna vergogna o imbarazzo a mostrare il mio corpo esile al suo sguardo languido e affamato. Non ho paura di aver iniziato questo gioco con lui e non mi pento di quello che sto per fare. Sarà la prima volta in cui mi lascerò andare di fronte a un uomo.
La mia mano destra scorre lentamente sull'addome, scomparendo oltre l'elastico delle mutandine, dove con le dita comincio ad accarezzare il clitoride voglioso, mentre con l'altra afferro a coppa uno dei miei seni, stimolandolo.
Guardo Jason un'ultima volta e poi abbasso le palpebre, per concentrarmi sulle sensazioni trasmesse dal mio corpo. Lascio scivolare le dita dentro e fuori dalla mia fessura, alternando con dei centri concentrici sul piccolo bocciolo rosa, mentre il mio corpo sensibile viene bombardato da scosse di piacere, che mi privano di ogni pensiero. Mi sento leggera, in estasi e in pace.
Il mio sesso diventa sempre più voglioso, quasi per pura fortuna riesco a trattere un gemito di piacere, mentre con la mano sinistra continuo a giocare con il seno, manipolando il capezzolo turgido.
Le scosse di desiderio invadono tutto il mio corpo dai seni vogliosi fino al punto ipersensibile tra le mie gambe, facendomi piegare la testa all'indietro. Sono inebriata ed estasiata da tutte queste emozioni, che quasi non mi rendo conto del basso e profondo ringhio di Jason. Non posso vedere il suo volto, ma posso immaginarlo: gli occhi neri come la pece e pieni di calore, la mascella contratta, i muscoli tesi in attesa di poter assaporare tutto.
A poco a poco la mia fessura diventa più scivolosa e bagnata, aumentando la tensione nel mio addome e facendomi stringere le cosce tra loro. Cerco di trattenere un altro gemito, mordendomi il labbro inferiore, ma invano.
Non manca molto prima che le dita mi portino a esplodere di piacere, così le lascio scorrere più adagio sulle piccole labbra e sul clitoride.
"Cazzo, donna, così mi mandi fuori di testa" dice con voce roca e profonda.
Socchiudo le palpebre solo per qualche secondo ed è sconvolgente assistere alla lenta capitolazione di un uomo.
"Posso aiutarti?" domanda.
"No. - rispondo quasi con un filo di voce - Tu puoi solo guardare."
Chiudo di nuovo gli occhi per concentrarmi sulla crescente eccitazione del mio sesso. Lo sento pulsare, pregare di essere soddisfatto, di liberarsi e io non posso che accontentarlo. Con le dita scivolo su e giù sempre più velocemente, più freneticamente.
Sono quasi vicina all'orgasmo. Un altro gemito, un altro morso al labbro inferiore. Con il pollice e l'indice stuzzico il clitoride, mentre con l'altra mano tormento il capezzolo.
Mi sento leggera, libera da ogni restrizione e da ogni inibizione, ma soprattutto senza vergogna.
Con la mano infliggo il colpo finale al punto ipersensibile e sovreccitato, scatenando l'orgasmo più bello della mia vita. Il mio sesso si protende verso le dita in modo spasmodico e incontrollato, regalandomi sensazioni e gemiti fantastici, meravigliosi.
Continuo a stimolare il bocciolo rosa, fino a quando gli ultimi residui dell'orgasmo scompaiono, sostituendo il sollievo con il fastidio.
Lentamente estraggo la mano dalla mutandina, che scopro essere completamente bagnata dai miei umori, quando il mio sesso entra in contatto con il tessuto e nello stesso momento sollevo le palpebre per individuare il soggetto del mio interesse, Jason.
È ancora seduto al suo posto, ma il suo corpo è totalmente posseduto dal dio Eros, proprio come ho immaginato pochi minuti prima.
"Vieni qui" mi comunica con voce piena di lussuria, ma io scuoto la testa, sorridendo in tono di sfida e gli faccio segno con il dito di venire da me. Lui con un ringhio basso di frustrazione, si alza dal divano, arrivando a pochi centimetri dal mio corpo. Lo vedo, come si trattiene dal divorarmi e dall'assaggiarmi con passione.
Non passa molto tempo, prima che lui mi stringa tra le sue braccia in modo possessivo, poi piega la testa per mordermi il lobo e sussurrarmi qualcosa all'orecchio, intanto che appoggio le mani sul suo petto, per tenere a freno i suoi bollori maschili.
"Sei stata molto cattiva a non condividere il tuo piacere con me, Emily."
"Io non credo" gli dico, percependo la sua potente erezione spingere contro il mio addome.
Lo sento sorridere e con le labbra traccia una serie di baci delicati nell'incavo del collo e sulla spalla, intanto che delle scariche di piacere inziano a inondare e a incendiare di nuovo il mio corpo, ancora, sensibile per il primo orgasmo. La sua bocca peccaminosa scende sempre più giù, passando dai capezzoli - duri come diamanti - che lecca e divora con voracità, dall'addome - dove lascia qualche bacio fugace -, fino ad arrivare al mio sesso coperto da un sottile strato di cotone e fermarsi. Il mio corpo trema e freme per l'attesa, ma devo essere lucida e concentrarmi, così passo la mano tra i folti capelli di Jason e gli piego la testa all'indietro per guardarlo negli occhi o quello che ne rimane.
"Chiedimelo con gentilezza" dico con il fiato corto.
"Posso"
Lascia un bacio sul monte di Venere, provocandomi un brivido caldo.
"leccarti,"
Con l'indice e il medio scosta gli slip per infilarli tra le pieghe calde del mio sesso, sostituendo le sue morbide labbra.
"Emily?"
Sono passati pochi minuti dal primo orgasmo e sono di nuovo in preda a un'eccitazione folgorante, sciogliendomi come il cioccolato sotto il sole cocente dell'estate.
Con il corpo in fiamme, i seni pensanti, i capezzoli turgidi e il sesso palpitante guardo Jason tormentarmi con le sue abili mani da predatore, provocandomi sensazioni contrastanti, mentre sorride soddisfatto della mia reazione.
"Ti odio quando fai così" gli comunico, osservandolo dall'alto.
"Non hai risposto alla mia domanda" replica, rigirando le dita nella mia fessura, che mi mandano sull'orlo di un nuovo orgasmo.
Lo fisso sempre più eccitata, poi gli concedo la mia risposta.
"Sì, puoi leccarmi, Jason."
Lui non perde neanche un minuto e con un ringhio dal profondo del petto abbassa - o dovrei dire strappa - le mie mutandine, esponendo il mio pube ai suoi occhi famelici.
"Sei bellissima" confessa, contemplando il piccolo fiore tra le mie cosce e aspirando il profumo muschiato della mia eccitazione.
Con la mano ancora salda tra i suoi capelli scuri, spingo la sua bocca peccaminosa contro la mia fessura e comincia a esplorarmi, ad assaporarmi con vigore. La sua lingua mi stuzzica e succhia il clitoride gonfio, mentre con le mani mi stringe i fianchi con possesso, affondando il volto sempre di più tra le mie cosce.
La sua bramosia sembra non avere limiti, confini e non ne voglio fare a meno. Mi sento così leggera, estasiata e libera.
Dalla mia bocca escono gemiti e sospiri incontrollati, mentre Jason lecca e morde il mio sesso palpitante, facendomi tremare nel profondo.
A un certo punto, solleva la mia gamba sinistra per mettersela in spalla e avere un accesso migliore, in modo da stimolarmi ed eccitarmi maggiormente.
"Cazzo, Jason!" urlo, quando la punta della sua lingua traccia una linea dal bocciolo rosa alla mia entrata, spingendo su quest'ultima in modo provocatorio.
Non mi capacito delle emozioni che invadono il mio corpo in questo momento e di quello che mi provoca questo dottore.
La testa di Jason si muove dentro e fuori dalla mia fessura, provocandomi un leggero solletico con i capelli sull'addome, mentre con la giusta frizione stuzzica il mio centro pulsante.
Intanto che le sue mani mi stringono in modo esigente i glutei e la sua lingua mi stimola sempre di più, in poco tempo mi riporta sull'orlo di un nuovo, potente climax e stringendomi a lui mi lascio andare a un urlo liberatorio.
I miei gemiti riempiono e riecheggiano per tutta la stanza, sconquassandomi e distruggendo la poca sanità mentale rimasta. Mi protendo, mi aggrappo con maggiore forza a Jason per far sì che la sua bocca plachi il mio piacere incontenibile e il fuoco che brucia nelle mie vene, roteando gli occhi e tremando come un fuscello.
Quando gli ultimi residui dell'orgasmo vengono spazzati via dalla lingua avida di Jason, lascio i suoi capelli e sposto la gamba dalla sua spalla per allinearla con l'altra, guardandolo dall'alto ansante e tremante. I suoi occhi lucidi, come le sue labbra ricoperte dai miei umori, mi fissano con soddisfazione e passione, mentre le sue grandi mani mi accarezzano le cosce in modo sensuale, leggero e perverso.
"Sei sempre così deliziosa, mia piccola Bunny" confessa, mordicchiando l'interno della mia coscia a un soffio dal mio sesso.
"Tu sei sempre così affamato, Jason" replico, osservandolo dall'alto. Lui si solleva dalla sua posizione, tracciando e lasciando dei piccoli baci sul monte di Venere, sull'addome, sui seni e infine sulle mie labbra, che divora con passione a stento repressa.
"Sì, Emily. Io sono costantemente affamato e drogato dei tuoi gemiti, dei tuoi sospiri e dei tuoi orgasmi, ma anche di ogni parola, pensiero e discorso che elabora la tua mente" confessa, parlandomi con sincerità e prendendomi nel suo possente abbraccio, mentre intreccio le gambe intorno al suo busto e gli cingo le braccia al collo.
"Andiamo di sopra."
"Perché?" chiedo tra un mix di confusione e piacere, ma lui non mi risponde, stringendomi al petto e trasportandomi su per le scale in direzione della camera da letto.
Quando arriviamo a destinazione, mi posa a terra, dandomi un bacio veloce prima di aprire la porta e sospingermi all'interno.
"Adesso giochiamo secondo le mie regole" mi comunica.
"Che cosa vuol dire?" domando.
"Lo scoprirai" risponde divertito.
Un brivido corre lungo la mia spina dorsale, mentre lui si dirige verso la cassettiera per prendere qualcosa. In questo momento, ho solo due possibilità: scappare a gambe levate dalla porta o scoprire quello che Jason ha in serbo per me. Per quanto vorrei, ardentemente, ascoltare la parte razionale del mio cervello, resto ferma ad aspettare il momento in cui lui mi coinvolgerà nel suo gioco perverso e senza freni.
Sfumata la mia occasione di fuggire dal folle dottore, lo vedo tornare con un oggetto nascosto nel pugno sinistro. Nel momento in cui mi raggiunge, si posiziona dietro la mia schiena in attesa di compiere la sua mossa.
"Sei pronta, Emily?"
"Sì" rispondo non tanto sicura.
In una frazione di secondo una benda nera mi oscura la vista, tagliandomi fuori dal mondo, mentre con le dita, Jason, la stringe dietro la mia testa. Privata di uno dei cinque sensi, barcollo un po' all'indietro solo per andare a sbattere contro una montagna di muscoli caldi.
"Hai paura?"
Scuoto la testa in segno di risposta, affermando la verità.
"Brava ragazza. - sussurra, baciando lo spazio tra le scapole - Ora, resta ferma e non muoverti."
Rimango nella stessa posizione in fremente attesa, mentre lo sento sfilare il maglione e sbottonare la cerniera dei pantaloni, togliendo allo stesso tempo le scarpe.
Ho detto la verità, quando ho affermato di non avere paura o timore, più che altro provo curiosità.
Jason si avvicina ancora di più, fin quasi a sfiorare il mio fondoschiena con la sua enorme erezione ancora coperta dai suoi boxer.
"Sei pronta?" domanda, mentre il suo fiato caldo brucia la mia pelle come lava incandescente, inviando brividi di piacere al mio inguine.
"Sì" rispondo.
Ottenuta la mia approvazione, la mano di Jason traccia una linea lungo la colonna vertebrale, raggiungendo lo spazio tra i glutei, dove scompare al suo interno. Con le dita inizia a stimolare la zona tra lo sfintere e l'entrata del mio sesso, strofinando avanti e indietro con il medio, mentre con l'altro braccio mi stringe nella sua presa di ferro. Lentamente il mio corpo si scioglie, ma solo in parte, perché un campanello nella mia testa mi avverte di stare attenta e in allerta.
All'improvviso la sua mano sparisce, lasciandomi insoddisfatta e frustata. Vorrei fulminarlo con gli occhi, ma non posso perché questa dannata benda ha eliminato ogni contatto visivo tra di noi, così aspetto la sua mossa successiva - che non tarda ad arrivare -.
Stretta nel suo abbraccio comicia ad accarezzare e palpare una delle mie natiche in modo primitivo e rude fino a che, come un fulmine a ciel sereno, il palmo della sua mano si abbatte sulla superficie morbida, facendomi urlare per il dolore e la sorpresa.
"Cazzo, perché l'hai fatto?" chiedo con rabbia.
Un altro schiaffo colpisce la mia natica già dolorante e pulsante per quello precedente, aumentando la mia ira e la mia agitazione, ma allo stesso tempo una leggera sensazione di bagnato si accumula tra le mie cosce, provocandomi una certa eccitazione.
"Per avermi provocato e sfidato" risponde in tono fermo e con una serie di schiaffi sul fondoschiena.
"Smettila, Jason" dico con le lacrime agli occhi dovute al dolore bruciante e crescente.
Dopo pochi secondi mi fa girare dalla sua parte e stretta nel suo abbraccio tento di colpirlo in faccia per ricambiargli il favore, ma tutto quello che ottengo sono solo un ringhio e un gemito da parte sua, dovuti ai miei movimenti contro il suo corpo e la sua erezione sempre più grossa.
"Io non ho ancora finito" confessa con voce roca e graffiante.
Quando la sua bocca si schianta sulla mia in modo possessivo, bramoso e smanioso, gli mordo il labbro inferiore con rabbia per ferirlo, ma lui riprende subito il controllo, schiudendo le mie labbra e intrecciando le nostre lingue in una danza senza freni. Il suo sapore di menta e whisky si confonde e fonde con il mio, mandandomi in visibilio, mentre con le mani esploriamo i nostri corpi e ci aggrappiamo per ottenere sempre di più. La mia rabbia per il suo gesto spietato e avventato è quasi del tutto sparita - quasi -, così per ricambiare la sua gentilezza, lascio scivolare le dita tra di noi tracciando ogni muscolo del petto e dell'addome, sino a raggiungere il suo sesso duro come la roccia - ancora coperto dal tessuto -, che afferro e stimolo, strappandogli un gemito selvaggio.
La sua bocca si stacca dalla mia, ma non gli concedo il tempo necessario per parlare, perché con le mani abbasso l'elastico dei suoi boxer, facendo fuoriuscire il suo fallo eccitato, che avvolgo nel mio palmo per accarezzarlo. Scorro tutta la sua asta dalla punta gonfia all'osso pelivico in modo sfacciato, suscitando reazioni sconnesse in tutto il suo essere.
"Hai voluto vendicarti, mia piccola Bunny ?" domanda, allineando le nostre fronti e sospirando di piacere.
Non gli rispondo, ma continuo a stimolarlo con maggiore vigore, mentre con l'altra mano afferro le sue palle per massaggiarle con un misto di delicatezza e forza.
"Sei fantastica, Emily. Davvero...Ah...Brava"
Passo il pollice sulla punta più e più volte, fino a quando delle piccole goccioline di eccitazione bagnano il mio polpastrello, intanto che il suo cazzo diventa sempre più grosso. Proseguo a stimolare il suo piacere per portarlo a raggiungere il climax, lasciando scivolare la mia mano su tutta la sua lunghezza e finalmente il suo corpo s'irrigidisce per rilasciare e liberare tutto il suo sperma nel mio palmo.
Il suo ringhio selvaggio e i suoi gemiti riecheggiano per tutta la camera, fino a che i suoi spasmi non si tranquillizzano.
"Sei così aggressiva, Emily. - afferma, sentendolo sfilarsi i boxer e sollevandomi per i glutei - Vuoi giocare ancora un po' con me?"
"Sì" rispondo, strusciando la mia fessura sulla sua asta per farlo impazzire.
Tenendomi stretta nella sua morsa inizia a camminare e i miei capezzoli turgidi sfregano contro il suo petto a ogni movimento, finché mi adagia sulle lenzuola morbide e fresche.
"Non muoverti" ordina.
Distesa supina sul letto, aspetto con trepidante eccitazione e un po' di tensione. Jason annuncia il suo ritorno con un casto bacio sulle labbra e due dita attraversano le mie pieghe calde, inarcando il mio bacino verso il suo tocco.
"Sei pronta, mia dolce Emily?"
Annuisco e subito dopo lui prende il mio braccio destro per legarlo a una colonnina delle testiera con un nastro, poi si sposta dall'altra parte del letto per ripetere la stessa operazione con l'altro arto. Cerco di tirare e strattonare le mie catene di stoffa per liberami, ma invano perché i nodi sono fatti così bene da impedire ogni mio movimento nella parte superiore. Sono bloccata, bendata e un lieve cenno di paura si insinua nella mia mente come nel mio corpo, accrescendo il battito del mio cuore e il mio bisogno di aria.
"Non agitarti, Emily. Non voglio farti del male" bisbiglia, baciandomi con passione primitiva e attenuando un poco il mio tumulto interiore.
Un misto di sensazioni ed emozioni contorte prendono il controllo del mio corpo, sono spaesata e sicura, decisa e spaventata, eccitata e terrorizzata dai modi di Jason, ma di una cosa sono certa: ne voglio sempre di più.
La sua lingua abbandona la mia bocca, facendomi boccheggiare in cerca di aria, mentre le sue mani accarezzano la mia coscia, il mio polpaccio sinistro con movimenti circolari e sensuali, prima di circondare la mia caviglia e incatenarla con un nastro a un lato del letto e rifare lo stesso con l'altra. I miei arti sono completamente immobilizzati e ogni movimento è fuori discussione, a eccezione del bacino che posso ancora alzare e abbassare.
"Sei molto carina" approva, sedendosi sul materasso che profonda sotto il suo peso.
"Sei un sadico" dico con fuorore.
"A volte - ribatte senza negare la verità -, però il tuo corpo sembra apprezzare i miei modi, dato che sei completamente bagnata."
Il palmo della sua mano struscia contro la mia entrata, provando quanto io sia vergognosamente fradicia ed eccitata, prima di schiaffeggiarla con un colpo deciso e farmi risvegliare dal mio stato di trance.
"Ti odio" dico con un rantolo.
"Lo so - ride con gusto -, ma adesso rilassati."
La sua mano abbandona il mio sesso per recuperare qualcosa ai suoi piedi - dato che lo sento muoversi senza alzarsi dal materasso -, forse un altro strumento od oggetto per tormentarmi.
Che cosa avrà escogitato questa volta?
La risposta non si fa attendere molto, perché qualcosa di gelido e solido comicia a torturare il mio capezzolo destro con movimenti circolari e insistenti, rendendolo duro come un diamante è inviando dei brividi al mio sesso.
"È freddo" farfuglio, ma lui mi zittisce.
Con l'elemento estraneo, Jason riprende il cammino scendendo dal mio seno e dirigendosi verso il mio ombelico, dove sosta qualche secondo poi scivola sempre più giù a raggiungere il bocciolo ultrasensibile e fermarsi.
"Ti piace, Emily? - domanda, creando dei cerchi concentrici sul mio clitoride con l'oggetto freddo, ma l'unico rumore che esce dalla mia bocca è solo un rantolo, un sospiro di piacere - Rispondimi oppure smetto."
"Sì...Ah...Mi piace" rispondo sconfitta e in preda alla lussuria.
"Brava ragazza"
I suoi gesti diventano sempre più frenetici e insistenti, stimolando il mio bocciolo e facendomi inarcare il bacino verso il suo tocco, ma lui calma il mio tumulto posando una mano sul mio addome per riportarmi alla mia posizione iniziale. Il calore nel mio sesso cresce a ogni minuto che passa e implora di essere liberato.
"Ti prego, Jason" sussurro, mentre un gemito sfugge dalla mia bocca.
"Hai bisogno di venire, Emily?" chiede con voce roca.
"Sì"
L'elemento sconosciuto abbandona subito il mio clitoride, gettandomi nella frustrazione, ma prontamente viene sostituito dalla mole di Jason, che nel frattempo si è posizionato tra le mie gambe aperte. La sua faccia affonda tra le mie cosce e con la lingua comincia a leccare, stimolare e succhiare il mio clitoride sempre più velocemente.
Il mio bacino spinge verso la sua bocca peccaminosa e seducente per ottenere la liberazione tanto agoniata, mentre con le mani mi aggrappo alle corde per essere pronta all'uragano travolgente e infinito. Con un potentissimo urlo primordiale, mi lascio travolgere dalle ondate dell'orgasmo, mentre Jason continua a torturarmi e leccarmi, assaporando e gustando tutto il mio piacere. Ripulito il mio sesso dai miei umori, mi libera dai legacci e dalla benda, esponendo tutte le mie emozioni ai suoi occhi soddisfatti.
Dopo aver riposto gli oggetti, Jason si stende nel letto con me, abbracciandomi e accarezzandomi. E così ci addormentiamo l'uno tra le braccia dell'altro.
Ciao cara lettrice e caro lettore ;-)
Se ti è piaciuto il capitolo, fammelo sapere nei commenti!!!
Alla prossima con una nuova avventura di Jason ed Emily!!!
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