L'incontro
Domenica saremo insieme, cinque, sei ore, troppo poco per parlare, abbastanza per tacere, per tenerci per mano, per guardarci negli occhi.
Franz Kafka
Trascorrere del tempo in compagnia di Jason - in un contesto diverso dal solito -, mi ha permesso di conoscerlo un po' di più, soprattutto la sua profonda devozione verso i pazienti e la sua voglia di aiutarli, nonostante le enormi difficoltà. Anche se è stato difficile mantenere la calma, quando mi ha chiesto del mio passato, tutto sommato la visita al museo è stata piacevole così come il pranzo al ristorante. Ora, non resta che affrontare un'ultima faccenda importante: parlare con il detective Sanchez.
"Dove incontreremo il tuo amico?" domando, poggiando il cappotto sul divano e sollevando le maniche del maglioncino fin sopra i gomiti.
"Qui. In clinica" risponde Jason, osservandomi di sottecchi.
Annuisco per fargli capire di averlo sentito.
La felicità e la spensieratezza di questa mattina sono stati sostituiti o più che altro spazzati via in vista dell'incontro con il detective. Molte domande vorticano nella mia mente. Che cosa avrà scoperto? La verità sarà terribile oppure riusciremo a sopportarla? Quesiti e dubbi che richiedono risposte urgenti per mettere fine a questa assurda e spiacevole condizione.
Mentre Jason lavora al computer, circondato da una catasta di cartelle beige, io ne approfitto per controllare Becky e cogliere l'occasione per distrarmi un po' dalla pesante situazione. Afferro la borsa per recuperare il mio cellulare, che scopro essere sotto una miriade di altri oggetti. Mi appunto mentalmente di svuotarla e sistemarla ogni tanto. Quando finalmente lo trovo, clicco sull'app Cat in the jungle per accertare la posizione della mia gatta e il suo stato di salute, entro nel panico.
Becky non risulta più a casa, ma in un altro luogo e la tensione che ho cercato di scacciare aumenta ulteriormente. Con i palmi delle mani completamente sudati e i battiti del cuore accelerati, tento di riacquistare un po' di calma per concentrarmi sul da farsi e non lasciarmi soggiogare dalla paura. Per prima cosa seguo il percorso tracciato sull'app fino ad arrivare al nuovo puntino rosso. Allargo la mappa, per mettere in evidenza la zona in cui si trova. Una parte delle mie preoccupazioni vengono meno quando leggo il nome della città: New York.
Becky è stata portata da qualche parte a New York.
Cliccando sull'indicatore a forma di gatto, leggo la via e il quartiere. Ho un leggero sussulto. Perché mi sembrano così familiari? Continuo a fissare i due nomi evidenziati sullo schermo, cercando di scavare nei meandri più reconditi della mia mente e finalmente qualcosa si accende. Un flashback della sera prima. Una nuova zona residenziale. Un grattacielo a specchio. Un cartello stradale con inciso lo stesso nome indicato sul mio telefono. Lentamente sollevo lo sguardo dalla mappa, per riportarlo sulla persona posta a pochi centimetri da me, intenta a esaminare l'ennesimo fascicolo beige.
"Jason?"
Lui alza la testa dallo schermo, totalmente inconsapevole del mio stato d'animo.
"Sì" risponde con la sua faccia da diavolo tentatore.
"Perché Becky si trova a casa tua?" domando con voce flebile.
Lui tentenna per qualche secondo prima di darmi una risposta.
"Doveva essere una sorpresa - risponde, abbandonando il suo lavoro e concentrandosi su di me -, ma a quanto pare non ti si può nascondere nulla."
Per nulla divertita dalla nota sarcastica nelle sue parole, gli lancio un'occhiata truce incrociando le braccia al petto per enfatizzare il mio totale disappunto.
"Come hai fatto a entrare in casa mia?"
Sospira, posando le mani sui braccioli della poltrona. Si prende il suo tempo, per confessare il misfatto e soppesare le parole con cura, ma alla fine si arrende e mi dice ciò che voglio sapere.
"Charlotte. Ho chiesto aiuto a Charlotte" ammette di fronte alla mia insistenza - più che lecita.
La verità mi spiazza totalmente. Rimango di stucco davanti alla sua dichiarazione, incapace di proferire anche solo una parola dopo una scoperta così poco piacevole. La mia mano corre istintivamente verso il centro del petto, dove qualcosa di sgradevole comincia a prendere forma e a spingere con bruciante insistenza, qualcosa a cui non voglio dare ascolto. Non posso credere, che una delle mie più care amiche mi abbia tradita in questo modo.
"Non l'avrebbe mai fatto" dico con un filo di voce.
"No, infatti" afferma, gettandomi in uno stato di confusione totale.
"Non è stato per nulla facile, convincerla della mia buona fede e rassicurarla delle mie intenzioni nei tuoi confronti" continua.
"Come l'hai convinta?"
"Con la verità. - risponde semplicemente - Una verità che tu già sai ma non vuoi ascoltare o ammettere a te stessa."
Quando conclude la frase, continuiamo a guardarci consapevoli di quella verità che aleggia tra di noi. Una verità evidente come il verde selvaggio che lampeggia nei suoi occhi, il profumo fresco della sua acqua di colonia, la sua bocca morbida e peccaminosa e molto, molto di più. Tuttavia essa è ancora troppo acerba per essere detta a voce alta e quando sarà matura, le conseguenze saranno inaspettate ed esplosive.
Quando scorgo William Sanchez, attraversare il viale della clinica in sella alla sua Harley Davidson, vengo totalmente colta alla sprovvista. Perché sembra tutto, fuorché un tipico detective da romanzo giallo. La sua moto si ferma a poca distanza da noi, sollevando una nuvoletta di polvere. Una volta sceso da essa, si avvicina a noi. È poco più basso di Jason, dalla carnagione bronzea e gli occhi color antracite. Il suo sguardo cupo si sofferma per qualche secondo su di me, prima di passare altrove.
"Possiamo fidarci?" domando perplessa a Jason, squadrando l'uomo con sguardo diffidente.
"Non lasciarti ingannare dall'aspetto, Emily. - risponde il dottore - Lo conosco da molto tempo e mi fido di lui."
Le sue parole fanno spuntare un piccolo sorriso sulle mie labbra. Come posso non lasciarmi ingannare dall'aspetto, se è stato proprio questo a farmi cadere tra le braccia del nemico? È davvero ironico, pensare quanto l'immagine di una persona possa influenzare il giudizio su di essa e Jason ne è la prova vivente. Serio, professionale e zelante nel suo lavoro e protettivo con la sua famiglia. Nessuno può immaginare che nasconde una indole possessiva e una feroce passione dietro gli abiti da dottore.
"Buongiorno, Will. - esordisce Jason, stringendo la mano dell'amico - Lei è Emily Black. La ragazza di cui ti ho accennato" aggiunge.
William si allontana di qualche passo da Jason per accostarsi a me, consentendomi in questo modo di esaminarlo più da vicino. Spalle larghe e possenti dovute forse a qualche sport, zigomi pronunciati e fronte alta, capelli neri come la pece e occhi scuri come il catrame quasi intimidatori e spietati - proprio simili a quelli di Jason -. Nulla in lui fa pensare, anche solo lontanamente, a un detective ma piuttosto a un biker, soprattutto per i vestiti che fasciano il suo corpo: un chiodo di pelle, jeans e stivali da motociclista. Non proprio il solito investigatore privato.
"Molto piacere" dice con un lieve accento colombiano.
."Anche per me" replico, stringendogli la mano e ricambiando il suo saluto.
Dopo le dovute presentazioni, Jason ci conduce in una zona un po' più appartata del parco, circondata da alcuni alberi e cespugli per discutere della figura incappucciata e dei messaggi minatori. Prendo posto su una piccola panchina di metallo, mentre il dottore e il detective rimangono in piedi. Il primo a poca distanza da me e il secondo con le spalle appoggiate a un vecchio tronco d'albero.
Jason non perde tempo con ulteriori convenevoli e rivolge all'amico la domanda, che lo attanaglia da tutto il giorno.
"Che cosa hai scoperto?" domanda al suo amico - detective.
"Come ti ho già detto la scorsa volta non ci sono tracce, né impronte sulla carta. Per questo motivo mi sono rivolto a una consulente - mia conoscente - e le ho chiesto di effettuare un'analisi grafologica. A quanto sembra, la grafia è riconducibile a quella di una donna, ma anche in questo caso non possiamo esserne certi, perché non sempre lo scritto corrisponde al sesso" conclude William.
"Una donna?" ripete Jason incredulo.
Perché la cosa non mi sorprende? Chi potrebbe mai avercela con lui, se non una donna? D'altronde è perfettamente naturale dato il suo comportamento. Tuttavia è un po' troppo forzato pensare semplicemente a una vendetta d'amore, data la brutalità degli attacchi e i biglietti minatori. Sembra tutto molto elaborato e studiato nei minimi dettagli, per pensare esclusivamente a una ripicca.
"Sì, ma non possiamo esserne sicuri. Tuttavia se dovesse trattarsi, realmente, di una donna, mi verrebbe da pensare a una delle tue ex amanti, ma anche a una delle tue pazienti o solamente a una sconosciuta" suppone l'amico.
"Perché aspettare tutto questo tempo? Se avessero voluto colpirmi, avrebbero potuto farlo molto tempo fa" sostiene Jason, portandosi le mani tra i capelli già scompigliati dallo stress.
William si discosta dall'albero per andare incontro all'amico e posandogli una mano sulla spalla, lo guarda con uno sguardo fermo e risoluto.
"Tu non devi preoccuparti, Jason. Prometto, che riusciremo a trovare chi ti sta prendendo di mira. Nessuno farà del male alla tua famiglia" afferma l'amico.
I due si scambiano uno sguardo d'intesa in cui si cela tutto la loro profonda e lunga amicizia, ma anche il rispetto l'uno per l'altro. Sembrano due fratelli non di sangue, ma legati da un saldo e sincero legame consolidato nel tempo.
"Devono passare sul mio cadavere, se solo ci provano" replica in tono duro, Jason.
"Bene"
Il detective soddisfatto della reazione dell'amico, si allontana nuovamente per riprende la conversazione da dove è stata interrotta.
"Quando ci siamo sentiti al telefono, mi hai detto che lo sconosciuto o la sconosciuta vi ha mandato un nuovo messaggio. Posso vederlo?" domanda il detective.
"Diciamo che non si è limitato solo a questo" dico, intervenendo nel discorso.
William posa i suoi cupi occhi su di me, prima di rivolgere di nuovo l'attenzione a Jason, che senza perdere tempo estrae dalla tasca del camice il suo cellulare e dopo qualche minuto lo porge all'amico.
"Ben mi ha inviato la foto del testo del biglietto e qualche foto di quello che resta del mio cottage di Creek Point. Credo che la scrittura sia sempre la stessa."
Will analizza la foto del biglietto in modo scrupoloso per poi rivolgersi di nuovo all'amico.
"Mettiamo il caso di voler escludere l'ipotesi di una ex amante...Hai mai avuto problemi con i tuoi pazienti?"
"Sì - risponde Jason -, ma sono sempre riuscito a ragionare con loro e ad aiutarli anche in quel caso."
"Sei stato minacciato di morte?" insiste Will.
"No"
A quest'ultima domanda, Jason non risponde in tono sicuro, ma con una vena di incertezza e Will gli lancia un'occhiata scettica, ma senza approfondire ulteriormente la questione.
"Sei assolutamente certo?"
"Sì. - replica il dottore, riprendendosi dal suo momento di insicurezza. - Non ho ricevuto nessuna minaccia" precisa.
"Va bene, ma farò comunque qualche ricerca sul background dei tuoi pazienti. Giusto per non lasciare nulla al caso."
Parliamo per qualche minuto ancora con Will, prima di congedarci da lui. Non posso dire di essere entusiasta di questo incontro, che ha dato origine a più dubbi che soluzioni. Da una parte la scoperta del sesso del creatore del biglietto, una donna e dall'altra il comportamento evasivo di Jason sui rapporti con i suoi pazienti. Le domande continuano ad assillarmi per tutto il tragitto, che percorriamo dalla clinica all'appartamento di Jason. Nemmeno le fusa e il miagolio - rassicurante di Becky riescono a calmare il tumulto in corso.
"Perché non hai detto la verità al tuo amico?" chiedo a Jason, posizionandomi a poca distanza da lui.
I suoi occhi lampeggiano di una luce buia e oscura, come estraniati dalla realtà. C'è qualcosa che nasconde e non vuole rivelare. Neanche alle persone più fidate.
"Puoi parlare con me, se c'è qualcosa che ti turba" dico con esitazione.
"Va tutto bene, Emily. Non c'è nulla di cui preoccuparsi"
Le sue parole sono rassicuranti, ma l'espressione che si cela dietro i due smeraldi dell'Amazzonia trasmette tutt'altro. Il presagio di una minaccia in arrivo. Una tempesta pericolosa da cui proteggersi.
Ciao cara lettrice e caro lettore!!!
Se ti è piaciuto il nuovo capitolo, fammelo sapere nei commenti!!!
Alla prossima con una nuova avventura di Emily e Jason!!!
:-) :3 :D
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