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Are you ready?


Look at what you've done

Stand still, falling away from me

When it takes so long

Fire's out, what do you want to be?

Now I'm holding on

Myself was never enough for me

Gotta be so strong

There's a power in what you do

Now every other day I'll be watching you

The outside, Calvin Harris feat  Ellie Goulding


Il mattino seguente, mi sveglio di nuovo nuda e tra le braccia di Jason.

Questa cosa, ormai, sta diventando un'abitudine.

Con movimenti silenziosi mi giro dalla sua parte, il suo volto sembra disteso e rilassato, quasi felice. Alzo una mano e la passo fra i suoi capelli, ripensando a quello che mi ha fatto la scorsa notte. Il solo ricordo mi provoca delle scosse di piacere, che si diramano lungo tutto il mio sistema nervoso, fino a raggiungere il centro pulsante tra le mie gambe. Lentamente sposto le dita sulla sua guancia ricoperta da un filo di barba e con il pollice sfioro le sue morbide labbra.

Il mio tocco deve averlo destato da un sonno profondo, perché i suoi bulbi oculari iniziano a muoversi freneticamente sotto le palpebre, che poco dopo si aprono rivelando una oscura, profonda e selvaggia foresta amazzonica.

"Buongiorno, Bunny." dice con fare assonnato.

"Buongiorno" rispondo, staccando la mano dalla sua guancia.

"Se ti piacciono tanto le mie labbra, puoi baciarle." dice sorridendo.

Che sbruffone!

"Assolutamente no!" ribatto indignata.

"Peccato" risponde, alzandosi dal letto e vestendosi.

Il suo distacco mi provoca un senso di abbandono e smarrimento, come se avessi perso una parte del mio essere. Ma si può perdere qualcosa, che non si è mai voluto? Forse restare troppo tempo da sola, ha innescato nel mio corpo un meccanismo di ricerca di affetto o amore.

Amore? Che cavolo sto pensando?

Io non ho bisogno di nessuno e soprattutto di un uomo possessivo come Jason. Sono sopravvissuta fino a ora, grazie alla mia tenacia e forza d'animo, quindi posso andare avanti con la mia vita senza dipendere da qualcuno. 

"Jason" pronuncio il suo nome con tutta la calma possibile "voglio tornare a casa mia."

"No" risponde secco.

Emily stai tranquilla e fai un respiro profondo, prova a ragionare con lui e a costruire un discorso sensato. 

In fondo è un psichiatra, no?

"Perché?" domando pacata.

"Sei diventata la mia ossessione" risponde con naturalezza "non ti lascerò mai andare, Emily."

Il mio respiro accelera e le mie mani stringono il piumone, quasi a volerlo disintegrare. A quanto pare il dialogo non è stata una buona scelta, quindi non mi rimane che il piano B - la fuga.

"Io vado a casa." dico risoluta.

Scendo dal letto e indosso i vestiti.

Non resterò con lui un minuto di più!

"Dove credi di andare?" chiede con rabbia.

Ignoro lui e la sua domanda, dirigendomi verso la porta per uscire definitivamente da questa gabbia e da questa assurda follia. La libertà è a un passo da me, ma ogni mia speranza si frange come le onde del mare contro gli scogli, quando lui sbatte la porta e la chiude a chiave.

"È questo il comportamento che assumi con i tuoi pazienti?" domando sibilando tra i denti.

Il mio petto si alza e si abbassa sempre più velocemente in preda alla rabbia e alla frustrazione. 

"Tu non sei una mia paziente, Emily, e quindi non mi comporterò come un dottore con te." dice infilando la chiave nella tasca dei jeans "se tu dovessi scomparire, io portrei perdere completamente la ragione e sprofondare in uno stato di pazzia totale, lo capisci?" 

Per un momento le sue parole mi fanno vacillare e pensare di poter...

No! È fuori discussione!

Se assecondassi le sue parole, perderei tutto quello per cui ho lottato in questi anni: la mia indipendenza, la mia libertà, il mio io. Entrerei in un circolo vizioso di dipendenza e sottomissione, e con il passare del tempo diventerei un guscio vuoto senza sentimenti capace solo di obbedire, come è successo a mia madre.

La sua relazione con mio padre iniziò come la classica storia d'amore; era l'uomo perfetto - rose, regali e cioccolatini. Quando le fece la proposta, lei non ebbe alcuna esitazione e accettò di sposarlo, poi la realtà le ricadde addosso come un macigno e il suo sogno si infranse.

Accadde tutto la prima notte di nozze. Lei era così felice di donare quella parte di sé alla persona che amava e attese con gioia quel momento, ma quello che trovò non era un uomo bensì un mostro della peggior specie. Un incubo fatto di carne e ossa.

Non ebbe la forza di raccontarmi delle violenze, che quella notte subì da parte di mio padre -ricordo ancora le lacrime versate da mia madre mentre sfogava tutto il suo dolore.

Un anno dopo la loro unione nacqui io e la situazione peggiorò ulteriormente.

Rievocare queste vecchie ferite non fa che rafforzare la mia decisione di lasciare Jason. Non mi importa dell'attrazione fisica che provo per lui - tutto questo è sbagliato.

Mi posiziono sotto al suo mento e lo fisso con freddezza.

"Apri la porta e dammi la chiave della macchina." dico con fermezza.

"Emily..." mi ammonisce.

"Jason dammi quella dannata chiave e fammi uscire di qui." sibillo.

"No" ribatte.

Queste parole sono la goccia che fa traboccare il vaso. Come una furia mi avvento su di lui, tirandogli una serie di pugni sul petto, ma senza riuscirlo a spostare neanche di un centimetro e senza ottenere una reazione da parte sua. Poco dopo mi fermo per riprendere fiato e riposarmi. 

"Ti sei sfogata?" chiede con tono serio.

"Vai al diavolo!" urlo.

Ho le nocche doloranti per i tanti pugni che ho sferrato e la ferita alla testa torna a pulsare con prepotenza. 

Non posso accettare di arrendermi!

"Voglio uscire da qui, razza di psicopatico!" grido, ma mi pento subito delle mie parole quando vedo il volto di Jason cambiare espressione. Le sue narici si dilatano e le sue pupille si riducono a due fessure - è infuriato.

La mia schiena viene percorsa da un brivido di paura.

"Come mi hai chiamato?" domanda con rabbia.

"Io non vol... volevo." spiego.

Il mio coraggio si spegne un poco. Sono consapevole di essere in minoranza per forza fisica e di avere poche possibilità di fuga da questa stanza, ma non posso lasciare che lui prenda il controllo della mia vita per sempre. Devo assolutamente uscire di qui, costi quel che costi.

"Allora?"

"Non volevo dirti quelle parole, ma Jason prova a capirmi. Tu mi hai praticamente rapita dallo Sparkle e portata qui. Mi dispiace per tutto quello che hai dovuto passare quando eri piccolo, però io non posso sostituire quel vuoto che tu hai nel cuore. Io non sono la persona adatta." sospiro.

"Non è vero, Emily, perché tu hai fatto molto di più che riempire un vuoto. Mi hai dato la speranza." dice con enfasi.

Devo dire che la giornata è cominciata molto bene.


SPAZIO AUTRICE:

Spero vi sia piaciuto questo capitolo 😀😀😀

Fatemi sapere che cosa ne pensate nei commenti ❤️


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