Altum vicissim
I think of you every night and day
You took my heart, and you took my pride away
I hate myself for loving you
Can't break free from the the things that you do
I wanna walk but I run back to you
That's why I hate myself for loving you
I Hate Myself for Loving You, Joan-Jett&The-Blackhearts
I vestiti che indosso sono completamente intrisi di sudore, così decido di fare una doccia. Prima di andare in bagno poso lo sguardo su Jason. Devo assolutamente parlare con lui.
"Come hai fatto a entrare? La porta era chiusa a chiave." chiedo, ancora un po' scossa.
"Ho sfondato la porta." risponde, incrociando le braccia.
"Che cosa hai fatto?" domando, sibilando.
"Ti ho sentita urlare. Che cosa dovevo fare? Aspettare? Chiamare la polizia?" dice, sedendosi sul letto.
Questo uomo è veramente incredibile!
"Quindi butti giù la porta a tutte le ragazze che senti urlare?" chiedo in modo sarcastico.
Quanto vorrei strozzarlo in questo momento, anche se in un certo senso dovrei ringraziarlo per avermi aiutato. Se non fosse stato per lui, sarei ancora intrappolata nel sogno.
"No, Emily, solo la tua." mi dice, sogghignando.
"Quanto sei idiota, Jason - dico, sorridendo - comunque pagherai, tu, tutti i danni."
Esco dalla camera da letto e vado in bagno, sbattendo la porta. Da quando ho incontrato Jason al ballo, la mia vita è diventata una roulette russa. Non c'è mai un momento di pace o tranquillità, ogni giorno succede sempre qualcosa. Prima mi rapisce e poi mi porta in un locale per divertirmi. Per non parlare dei suoi improvvisi cambiamenti d'umore e del suo carattere possessivo. Ma quello che più mi fa infuriare è il mio comportamento. Io che sono una femminista convinta e non mi fido di nessuno - a eccezione di pochi. Dopo tutte le lotte che ho dovuto affrontare, tutti gli sforzi che ho dovuto sostenere e tutte le promesse che ho fatto. Ho ceduto alle pretese di Jason e per cosa poi? Per un momento di piacere? Per un attimo fugace?
Ho tradito i miei ideali e me stessa. Sono stata una stupida. Delle lacrime di rabbia mi scendono lungo le guance, mentre stringo le mani a pugno.
Devo liberami di lui e ritornare alla mia vita. Non mi importa del suo passato, delle sue parole e non mi interessa se andrà fuori di testa. Io non ho bisogno di lui, ma solo della mia indipendenza. Mi spoglio e vado sotto il getto caldo del soffione. L'acqua riesce, solo in parte, a spazzare via lo stress delle ultime ore. Quando esco dalla doccia, mi posiziono di fronte al lavandino e osservo il mio riflesso nello specchio. Sono molto più pallida del solito e gli occhi sono rossi e gonfi. Il mio aspetto sembra quello di un vampiro.
Applico della crema alla lavanda su tutto il corpo e indosso l'accappatoio per andare ad affrontare Jason, ma quando entro nella camera da letto non lo trovo. Così mi dirigo prima in cucina, poi in salotto ed è lì che lo trovo, intento a osservare delle foto. Mi avvincino e il suo profumo di colonia mi inebria i sensi.
Nervi saldi, Emily!
"Che cosa fai, Jason?" chiedo tranquillamente.
"Stavo guardando le tue foto e questa ha colpito la mia attenzione. Che cos'è il Woman Power Club?" domanda sollevando la foto.
Cavolo, devo ricordarmi di spostare quelle foto nella mia stanza.
"Non sono affari tuoi." rispondo e cerco di strappargli la cornice, ma lui tira indietro la mano.
"Sei una femminista?"
"Assolutamente sì." rispondo in tono di sfida.
"Interessante - ripone la foto - quindi, sei una di quelle che credono nella parità tra i sessi?"
Davvero devo affrontare questo argomento con Jason?
"Non si tratta solo della parità tra generi, Jason, ma di una lotta per la rivendicazione dei diritti sia a livello familiare che lavorativo. Tantissime donne hanno dato la loro vita per ottenere l'indipendenza dagli uomini. Certe volte mi meraviglio quando, in televisione, sento notizie come "Aboliamo la legge sull'aborto" e penso a quante battaglie sono state fatte per ottenere quel diritto. Per non parlare della discriminazione delle donne a livello lavorativo. Lo sai che noi percepiamo molto meno rispetto a voi?. Ma quello che più mi fa arrabbiare, sono le reazioni delle persone di fronte agli atti di femminicidio. Quando riducono tutto a una semplice frase "È stata lei a provocarlo". Gente ignorante e senza cervello!" pronuncio l'ultima frase con tutto il fiato che ho in corpo.
Jason mi fissa sbalordito e quasi senza parole.
"Quindi, Jason, quando parli di femminismo, non ridurre tutto a poche parole." dico in tono acido.
Lascio Jason ai suoi pensieri e vado in cucina. Prendo un pentolino dalla credenza e lo posiziono sul fornello, riempiendolo di latte e polvere di cacao. Ho bisogno di una bella ricarica prima di affrontare di nuovo Jason. Faccio girare lentamente il cucchiaio nel liquido fino a creare un vortice e quando si forma una leggera patina sulla superficie, spengo il fuoco e verso la cioccolata nella mia tazza preferita, quella con la scritta "Lady boss" - un simpatico souvenir di un viaggio che avevo fatto a Chicago qualche anno fa. Stringo, tra le mani, la tazza per riscaldarmi e poi la porto alla bocca per bere. Il sapore della cioccolata è forte e a tratti piccante, come vuole la ricetta Maya. Il liquido scende, lentamente, lungo la gola fino a riscaldarmi il petto, per poi scomparire nello stomaco. Fantastica.
"Non dovresti bere la cioccolata in quel modo." Dice una voce alle mie spalle, facendomi sobbalzare. I suoi scrutano il mio corpo, quasi a volermi divorare. Mi raggiunge in poche falcate e circonda la mia vita con le braccia.
"Smettila, Jason. - dico, staccandomi da lui e posando la tazza nel lavandino - dobbiamo parlare."
"Di cosa?" domanda perplesso.
"Della nostra situazione - rispondo sfinita - non possiamo andare avanti così, Jason."
La sua mascella si contrae alle mie parole e le pupille si riducono a due fessure, poi piega entrambe le mani sul mio volto. I suoi palmi sono così morbidi e caldi, che quasi mi fanno cambiare idea su quello che devo fare.
"Come ti ho già detto molte volte, Emily, non ti lascerò mai andare."
Alle sue parole riprendo il controllo e sposto le sue mani.
"Io rivoglio la mia vita, la mia indipendenza, Jason. Io non sono il tipo di ragazza, che si lascia sottomettere da un uomo e ancora non riesco a capacitarmi della mia debolezza nei tuoi confronti. Lo ammetto provo una forte attrazione verso di te. Mi piace quando mi tocchi e mi baci, Jason. Ma non permetterò mai, che la mia debolezza prenda il sopravvento sulla mia vita. Io non sarò mai una donna sottomessa a un uomo."
Jason ascolta le mie parole con molta attenzione e concentrazione. Forse ha capito ciò che voglio dire e andrà via.
"Io non voglio lasciarti andare. Non riesci a capire che cosa sei per me? Che cosa provo per te? Come ti ho già detto una volta, Emily, tu mi dai qualcosa per cui vivere." sospira e si passa una mano tra i capelli.
"Come puoi dire di provare qualcosa per me? Tu non mi conosci veramente. Sai perché mi sono unita a quel gruppo di femministe e perché non mi fido di nessuno? - domando, sbattendo le mani sul suo petto - perché vivo da sola?"
Jason mi ferma, afferrandomi per i polsi e stringendomi tra le sue braccia.
"Parla con me e io ti ascolterò, Emily." dice con un tono dolce.
Devo fidarmi? Ascoltarlo? Forse dovrei farlo...
"Va bene, Jason. Parlerò con te. Ti dirò di come mio padre ha distrutto la mia vita."
Nuovo emozionante capitolo 🙈
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