21. Ice
Avvertimenti:
- Nine!Doctor
- Spoiler fino alla seconda stagione
- Vanneggiamento notturno, va' a sapere cosa ho mangiato quella sera...
La grotta era ancora alle loro spalle.
All'improvviso non si ricordava neppure come vi erano entrati, ma l'avevano attraversata ed era successo qualcosa e...
Comunque il Dottore era ancora al suo fianco, sul ciglio di quella scogliera.
Le teneva la mano e guardava giù, dove le onde andavano a scontrarsi e a spumeggiare contro la nera roccia.
Più avanti, difficile dire se Nord, Sud, Ovest o Est, c'era una lunga spiaggia di sabbia bianca.
Rose non seppe trovare una logica ai suoi pensieri, ma aveva l'aria di un brutto posto, di un posto cattivo.
Ecco, non si sarebbe sorpresa se all'improvviso un lupo avesse ululato.
E invece niente, solo il vento e le onde.
Sembrava quasi che il Dottore non respirasse.
Ad assicurarla che fosse ancora vivo, fu il momento in cui lo sentì parlare, con lo sguardo ancora perso nel vuoto.
- E così ci siamo - sospirò, con un lieve sorriso - In barba alle rigenerazioni!
Rose avrebbe voluto chiedere cosa intendesse con rigenerazione e fargli altre mille domande, ma lui scoppiò a ridere e allora tutto sembrava perfetto.
- Mi dispiace, Rose. Mi dispiace davvero tanto
Il sorriso si era spento e allora tutto sembrava davvero tutt'altro che perfetto.
La mano del Dottore si fece sempre più fredda e quando se ne accorse anche lui, la ritirò al sicuro nella tasca della giacca di pelle.
- Il virus metterà ancora qualche momento a diventare contagioso - rise di nuovo, ma non allo stesso modo - Come dite vuoi, umani? Le ultime parole di un condannato a morte?
- Le ultime...
Il Signore del Tempo voltò lo sguardo, perché certo morire con il mare negli occhi era troppo melodrammatico perfino per lui.
Solo allora Rose si accorse che i suoi occhi erano più chiari del normale.
Erano letteralmente ghiacciati, due gemme trasparenti in un volto che non voleva tradire nessuna debolezza.
- Cosa sta succedendo? Di che virus stai parlando?
- Il virus! - rispose lui, con tono ovvio - L'epidamia, Rose. Abbiamo ristretto l'epidemia a un solo soggetto infetto! Ora Ecai 4 potrà essere nuovamente ripopolato e...
- Un solo soggetto? Dottore, non...
E lui continuava a sorridere, in barba agli occhi lucidi della terrestre davanti a lei.
Non che lo facesse apposta, naturalmente: gli era impossibile persino essere sicuro che fosse ancora con lui.
- Il Tardis ti porterà a casa, sana e salva. Mi dispiace non averti potuto far vedere ancora tanti pianeti...
- Lo farai ancora, non è vero? Dai, torniamo al Tardis, torniamo...
Quando Rose provò a toccarlo, ad afferrarlo prepotentemente e trascinarlo via, si accorse che non poteva e il solo sfiorarlo le causò un dolore immane alla mano.
Era più freddo di un semplice alieno che parla con un accento del Nord.
- Scusa, ma questa è stata la nostra ultima corsa. Ormai è tardi, ma almeno, con me, il virus sarà debellato prima che possa infettare chiunque altro. Torna al Tardis, per favore
E quella strana trasparenza degli occhi prese il sopravvento proprio sul braccio che la ragazza aveva provato ad afferrare e da lì a tutto il corpo.
Persino la giacca di pelle divenne di ghiaccio.
- Eccoci - decretò il Dottore.
Fece un passo in avanti, prima che anche le gambe si bloccassero, trasperenti come il cielo spoglio di nubi sopra di loro.
Rose si ritrovò bloccata anche lei, da qualcosa di meno reale del ghiaccio, ma più efficace, come il terrore.
- Eccoci - ripeté il Dottore, in bilico su pochi centimetri di roccia - Se dunque questo è l'ultimo momento per dirtelo... Rose Tyler, ti amo
Detto questo, con un semplice colpo della testa non ancora del tutto ghiacciata, il Dottore si sbilanciò tanto da precipitare nel vuoto.
Rose sentì il tonfo secco e terribile del suo corpo che infranse le onde, prima di svegliarsi di soprassalto, sudata e tremante come una foglia al vento.
Il buio della stanza la rincuorò: sorprendente come una paura infantile possa diventare negli anni un'amica fidata.
Era stato un sogno.
Il vento tra i capelli, le onde, la figura trasparente del Dottore.
Tutto un sogno.
Si ritrovò a sorridere, precipitando nuovamente con un soffice tonfo sul cuscino.
Tutto un sogno, non come il leggero ronfore del Dottore, nella stanza accanto.
Quello era vero, più vero di quella dichiarazione che il subconscio le aveva mostrato con così tanta ironia.
Nonostante ci sperasse continuamente, qualcosa le diceva, o meglio le sussurrava, che quello strano alieno si sarebbe lasciato sfuggire da sotto al naso ogni occasione di ripetere quelle semplici parole.
Così si disse, un momento prima che il sonno prendesse nuovamente il sopravvento, che lei non si sarebbe ridotta all'ultimo per dire davvero quello che pensava al suo pazzo che viveva in una cabina blu.
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