I FANTASMI DEL PASSATO
SEMPRE PER L'HORROR CONTEST DI Akane.
Mi piombò nella mente un ricordo di quando avevo sette anni e stavo osservando l'altalena, che faceva su e giù. I ragazzini che ci stavano sopra non potevano essere normali. Per prima cosa avevano dei vestiti molto vecchi, quasi ottocenteschi. In secondo luogo, sembravano trasparenti. Terzo, sembravo l'unica capace di vederli. Mi chiesi subito: io, Amanda Garnet, cosa ho che non va?
Difatti mi erano capitate molte volte, stranezze del genere. Ad esempio, quando da piccola ero riuscita a far incollare i cucchiai sul soffitto. O ancora, quando ero riuscita a mettermi in contatto con un uomo, lo zio Dan facendogli avere un messaggio sulla lavagna che teneva all'ossificio. O anche quando, a poche settimane di vita, mi ero messa in contatto con i miei genitori, facendogli sapere un fatto che non era ancora accaduto. Ma mai mi era capitato di vedere, io e soltanto io, dei bambini trasparenti e vestiti con realistici abiti ottocenteschi.
Questo mi venne in mente quando, una me di quindici anni tornò da scuola e si trovò davanti il fantasma di Jacob Smith, il Corvo, un tizio che ha cercato di uccidermi, completamente nudo, sdraiato sul divano. I miei genitori erano a lavoro, quindi c'era solo una cosa che forse sarei stata capace di fare: contattare zio Dan.
(Hey zio Dan! Aiutami!!!)
Nessuno rispose. Forse Daniel era ad una riunione dell'Alcolisti Anonimi. Oppure sarà ancora all'ossificio a fare il suo lavoro. Fatto sta che non mi rispose, e questo mi costò molto caro.
Jacob Smith mi squadrò dalla testa ai piedi, con un sorrisetto appena accennato sulle labbra.
《Oh, piccola Amy, come va?》
Prima che Corvo potesse alzarsi e venire verso di me, uscii e chiusi la porta. Sentivo lo strisciare delle unghie di Corvo sulla porta chiusa, poi mi girai con le spalle contro il portone e respirai di solievo: se ne era andato. Un respiro che non mi durò a lungo, visto che li fuori c'era il fantasma di Andie, Il Serpente, un'altra tizia che aveva cercato di uccidermi, chiamata così per via del suo tatuaggio a forma di serpente a sonagli, con le zanne fin troppo visibili, raccapricciante coi suoi denti gialli, il viso pallido e un sorriso da maniaco.
《Hai sonno piccolina?》
《Sta lontana da me!》urlai con voce quasi ferma tirando un calcio al fantasma, che era stranamente solido. Poi capii, anche se troppo tardi, che quelli non erano semplici fantasmi. Erano i fantasmi che avevano tormentato la mia infanzia, per questo erano solidi.
Corsi via, verso la casa di Julia Rabe, la mia migliore amica. Ma mi ritrovai in un vicolo cieco. E dietro di me c'era Rose, Cappello a Cilindro. Deglutii indietreggiando, aspettandomi che si avvicinasse, camminando piano pronta a scattare quando sarebbe stato necessario.
《Oh Amy, non serve scappare》 bisbigliò Rose.
Ed eccola li, la Donna col Cappello che mi veniva incontro.
E sapevo che era la fine. Non potevo scappare da lei.
(Zio Dan, ma dove sei?!) provai inutilmente a chiamare. La telepatia non funzionò neanche questa volta. Dan non rispose, ma in compenso Rose scoprì le zanne e così fecero i fantasmi dietro di lei. Tutto il Nodo era venuto a vedere la morte di Amy Garnet.
Corsi verso destra, ma mi bloccò Steve, le zanne scoperte.
Ero circondata, chiusa in quel vicolo cieco. Poi il buio.
Risvegliata da spari e rumori, mi alzai. Non avrei mai dovuto commettere un simile errore.
Rose si scaraventò su di me, e gridai, il più forte possibile, che non era molto. Gridai perché Rose mi stava spellando lentamente con un coltello, iniziando dalla pancia e salendo. Poi arrivò alla gola, e li fece un profondo taglio.
《Addio, Amy》. Rose pronunciò quelle parole con molta enfasi, poi affondò il coltello nel mio cuore.
Tum
Tum
Tum
E poi non si sentì più nulla.
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