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Una giornata calda, anzi, torrida per il mese di settembre, questo poteva significare solo una cosa, tempesta in vista. Sistemate le ultime tegole del tetto, Frans rimise il martello nella cintura in cuoio e scese, stando attento a non mettere il piede in fallo. Non poteva correre il rischio di farsi male e restare bloccato a letto oppure sarebbero tornati i cupi pensieri dei giorni precedenti. Arrivato a terra, chiuse la scala e la riportò nel capanno degli attrezzi. Per fortuna aveva concluso i propri lavoretti in giro per il villaggio prima del solito, altrimenti non avrebbe fatto in tempo a rinforzare la casa danneggiata dalla precedente grandinata estiva. Era stato un periodaccio, se non ci fossero stati Leonard e la signora Lindgren a sostenerlo probabilmente si sarebbe rinchiuso a vita in uno sgabuzzino sotterrandosi per la vergogna. Un bozzolo che diviene inutile dopo essere stato abbandonato dalla farfalla a lungo ospitata e protetta. Così convinto che il proprio futuro dipendesse dai propri genitori, e che le loro decisioni lo avrebbero condotto alla felicità, aveva dovuto comprendere che, l'unico ad avere voce in capitolo sul suo destino, era lui stesso. Una consapevolezza molto difficile da accettare e raggiungere, ancora più di quella di poter provare dei veri sentimenti verso una persona del proprio sesso senza essere malato o deviato. Prima di chiudere le doppie finestre, Frans gettò uno sguardo verso la cima, ben oltre la nostalgica e solitaria baita sopra il pendio, e vide delle grosse nuvole bianche farsi sempre più vicine.
- Leonard si sarà portato l'ombrello, giusto? - *scendo all'ingresso e lo vedo lì* - Lo sapevo - *prendo l'ombrello sorridendo ed esco dirigendomi verso la stazione* - Almeno avrò una buona ragione per essere andato ad aspettarlo e non dovrò cercare una scusa -
Tutti nel paese si stavano attrezzando per proteggersi dall'acquazzone in arrivo, con ogni probabilità sarebbe durato fino al mattino successivo e, dopo il caldo di quell'ultimo periodo, era davvero una lieta notizia. Mentre attraversava la strada principale, il biondo ricevette qualche sporadico cenno di saluto dai propri compaesani, persino dei lievi sorrisi. Ora che vivevano a stretto contatto, e senza la minaccia incombente di attirare l'ira di Borje su chiunque avesse osato avvicinarglisi, riuscivano ad apprezzare la reciproca presenza. Circa. Dopotutto non sarebbe mai riuscito a dimenticare o tanto meno a perdonare totalmente quelle persone, non dopo che avevano estromesso Leonard e mantenuto l'omertà sulla sua aggressione fino all'ultimo. Un po' di cortesia però non era in grado di negarla, aveva il cuore tenero dopotutto, anche se, a quanto pare, non ereditato dalla propria madre. Ora che era diventato uno svikari non avrebbe più dovuto considerare i propri genitori come tali, ma non poteva evitarlo, per quanto avesse ormai accettato di essere morto per loro, e perfino dopo tutto il dolore che avevano causato, li amava comunque. Sedendosi sotto il porticato della stazione, il giovane poté godersi l'inizio dell'acquazzone, il vento scuotere le cime dei pini, le gocce farsi sempre più grosse e fitte, l'aria rinfrescargli la pelle accaldata. Fu piacevole.
*sbadiglio e fisso intensamente il punto all'orizzonte in cui spariscono i binari*
Era ormai prossimo ad addormentarsi, quando, finalmente, un fischio acuto superò lo scrosciare della tempesta e, poco dopo, il muso di un treno fu in vista. Alzandosi in piedi, Frans aprì l'ombrello e cercò di tenere d'occhio le porte in movimento, gesto che gli causò un gran fastidio, obbligandolo a distogliere lo sguardo fin quando il mezzo non si fu fermato. Ben protetto, il biondo si guardò intorno e fece qualche passo in avanti. Come al solito, solo una porta si aprì e vi uscì Leonard, sorreggendo lo zaino sopra la testa nel tentativo di proteggersi dall'acqua. Nella mano teneva un sacchetto in plastica, per niente leggero visto come lo faceva sbilanciare di lato ad ogni passo. Lo raggiunse subito e, non appena si accorse della sua presenza, l'amato gli sorrise e si andò a rifugiare tra le sue braccia.
Bentornato *prendo il sacchetto* - In effetti pesa molto... -
*rimetto lo zaino sulle spalle* Il mio salvatore *approfittando del fatto che ha entrambe le mani occupate mi sporgo e lo bacio*
*arrossisco* C-Com'è andata? Studierai all'università?
Sì *indico il sacchetto* Infatti ho preso qualcosa per festeggiare *lo bacio di nuovo* Ma ora andiamo a casa, altrimenti finiremo per inzuppare tutto.
Fianco a fianco, stretti sotto quell'unico ombrello, i due ragazzi si avviarono serenamente lungo la strada. Circumnavigarono le pozzanghere più profonde a passo svelto, le scarpe piene d'acqua piovana, così come gli orli dei pantaloni. Non era affatto il tempo ideale per una passeggiata romantica all'aperto, ma almeno erano soli. Senza il timore di catturare gli sguardi altrui, si concessero qualche bacio in più e, alla fine, quando giunsero oltre l'ingresso della baita, erano stati così eccitati da quella minima libertà che non si concessero nemmeno il tempo di scuotere un po' l'ombrello e cominciarono a spogliarsi a vicenda. Frans avrebbe voluto passare al sodo molto più rapidamente, ma Leonard gli appoggiò una mano sul petto respingendolo di quel poco necessario a fargli riottenere un minimo di coscienza.
*tento di riprendere fiato* A-Aspetta, fammi almeno appoggiare lo za...
*lo bacio di nuovo e gli sfioro i fianchi con la punta delle dita*
*fremo* P-Piano, Frans! *appoggio il palmo della mano sulle sue labbra* Su, lasciami solo un momento... Se obbedisci ti prometto che ne varrà la pena.
Fu una richiesta molto difficile da concedere, ma alla fine il biondo mollò la presa e si sedette sul divano. Era così impaziente ed imbronciato che Leonard temette di vederlo scattare da un momento all'altro, ma poi aprì il sacchetto, ne tirò fuori il contenuto e Frans cambiò espressione. Erano delle bottiglie e contenevano qualcosa che, sicuramente, il fidanzato non aveva mai provato prima. Recuperato il cavatappi, ne aprì due e poi raggiunse l'altro prendendo un primo, breve sorso.
Sono per festeggiare... *gliene passo una* Tieni, prova!
*la annuso e, anche se il naso mi formicola, ne butto giù metà*
Aspetta Frans! *lo vedo diventare paonazzo* Ops...
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