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I timpani vibrano a ritmo del cuore, il corpo si lascia guidare, non c'è più un pensiero lucido, ma solo il momento, insostituibile, che la mente cerca di imprimere a forza per non rischiare di tralasciarne neppure il più piccolo dettaglio. E Leonard riusciva a sentirlo, nel formicolio lungo la pelle, nel sudore sulla fronte, in ogni gesto affaticato e nell'amorevole sorriso di Frans. Quell'istante era semplicemente perfetto. Nessuna nota in sottofondo, gli sguardi dei presenti su di loro, la paura e l'amore, era tutto troppo intenso, al punto da far male, da spingerli a stringersi ancora di più, unendosi in un bacio e diventando un solo respiro.
Frans! *tuono verso di loro scostando a spintoni le persone davanti a me*
Liberando il corvino dal contatto, il giovane montanaro si voltò verso la voce roboante e, intrecciando la mano con quella del compagno, sostenne lo sguardo gelido del padre. Borje Bergman era come una pentola a pressione pronta a scoppiare, il suo viso era paonazzo e teneva i pugni serrati mentre il colpo secco dei suoi passi sul pavimento facevano tremare la pista da ballo e le interiora dei due ragazzi. Tutte le altre coppie si erano già allontanate e nascoste tra la gente, erano rimasti solo loro, circondati dai propri compaesani, le cui cupe occhiate, colme di paura ed, a tratti, di disgusto, non smettevano di pugnalarli nella carne con ferocia. Prima che il genitore potesse fare un altro passo avanti, Frans tentò di portare il compagno alle proprie spalle per proteggerlo, ma con scarso successo visto che questi rimase al suo fianco, tenendo la posizione, ferreo nonostante stesse tremando.
Sta lontano, Far! *faccio un passo avanti senza lasciare la mano di Leonard* Se hai intenzione di fargli ancora del male dovrai prima spezzare braccia e gambe a me!
*mi blocco e lo guardo sconvolto* Frans! Come puoi contrariare tuo padre?!? Ti metti contro l'uomo che ti ha allevato e cresciuto per difendere quel deviato!?! *alzo la voce* Non ti rendi conto di cosa ti ha fatto!? Ti sta rendendo come lui! Un mostro contro natura destinato alle fiamme dell'Inferno! Se hai ancora un po' di buon senso spostati e lasciaci risolvere il problema definitivamente! *schiocco le nocche e avanzo*
Il corvino sentì le gambe molli e, guardandosi intorno, si rese conto che ormai erano stati circondati dagli uomini del villaggio. Anche se forte come un orso, il biondo non sarebbe mai riuscito ad affrontare tutti da solo e lui, fragile e debole, non aveva forza sufficiente per aiutarlo. La sua intelligenza non serviva con persone così ignoranti ed indottrinate, nelle menti ristrette non c'è posto per la logica. Cupi pensieri ed il senso d'impotenza si fecero largo, era terribile aver messo consapevolmente in pericolo il ragazzo che amava da sempre, per un secondo Leonard pensò di lasciarne la mano e costringerlo ad allontanarsi, ma poi lo sentì accentuare la presa e ne ricordò il coming out di poco prima in mezzo alla pista da ballo. Finire ancora una volta in ospedale era il minimo pur di non doversi più nascondere e stare insieme alla luce del Sole come qualsiasi coppia di innamorati. Neppure la sua vita valeva quanto il diritto di amarsi. Invece di retrocedere, i ragazzi cominciarono a camminare fianco a fianco verso il signor Bergman il quale, sorpreso dalla loro reazione, si fermò e, con lui, il resto del gruppo. Quando furono faccia a faccia, dall'alto cadde una goccia d'acqua, poi un'altra, sempre più grandi e frequenti di secondo in secondo. La pioggerellina mutò in acquazzone e spinse la maggior parte della folla a diradarsi, poche figure erano rimaste ad osservarli, tutti uomini, immobili, in silenzio.
Non farmi scegliere tra l'affetto che provo per te e l'amore per Leonard, Far... *irrigidisco il braccio libero, pronto a scattare se prova a colpirci* Perché hai perso questa battaglia molti anni fa! Se per te è un problema continuare a voler bene a tuo figlio, solo perché non accetti che viva il resto della propria vita accanto alla persona che ama, allora non hai più diritto di essere chiamato padre!
*rilasso i pugni e tengo le braccia lungo i fianchi* Non obbligarmi a renderti uno svikari, Frans! Sai che non si può tornare indietro se lo faccio! *tremo* Troveremo una cura e poi ti permetterò di scegliere qualsiasi donna desideri! Niente più pressioni, promesso!
Non chiedermi di cambiare ciò che sono, Far... *tengo Leonard più vicino a me* Perché non posso! Questo sono io... Se non puoi accettarlo significa che non mi ami nemmeno la metà di quanto invece fa Leonard!
Basta! *tuono furioso* Mio figlio non esiste più! Da oggi sei uno svikari! Sei privato del cognome Bergman! Nessuno di noi avrà più contatti con te o questo disgustoso deviato! *mi volto verso Leonard* Hai raggiunto il tuo obiettivo! Oggi, per colpa tua, mio figlio, Frans Bergman, è morto!
Leonard aveva le iridi di Borje specchiate nelle proprie, non erano, come si aspettava, colme d'ira e sete di vendetta, ma lucide e vuote, sconfitte, seppur restassero gelide e taglienti come lame. Senza nemmeno rivolgersi un'ultima volta al figlio, l'uomo girò le spalle rapidamente e, seguito dal resto del gruppo, si allontanò verso l'altopiano. Svikari era il termine con cui la famiglia Bergman sanciva i traditori del proprio sangue, o gli indesiderati, chi vi veniva bollato non aveva possibilità di ricorso, Frans era praticamente diventato orfano.
*sospiro* - Va bene così, non ho bisogno di lui! - *mi scappa un singhiozzo* - E nemmeno della mamma! - *stringo forte Leonard ed affondo il viso sulla sua spalla*
*lo accarezzo* Frans... Ci sono io, in ogni momento, sempre e per sempre...
*sorrido tra le lacrime* Io per te e tu per me!
Così, in meno di ventiquattrore, due ragazzi avevano dato l'addio definitivo al proprio padre, abbandonato il cognome che li aveva accompagnati dalla nascita e vinto i mostri del proprio passato. Abbracciandosi, soli ormai in mezzo alla piazza, zuppi di pioggia, stremati e con il cuore a pezzi, si baciarono.
FINE TERZA PARTE
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