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Era appena iniziata una magnifica giornata. Il Sole accarezzava i versanti delle montagne illuminando i boschi e le piccole case. Frans era sveglio già da un paio d'ore e, come ogni mattina, si stava lavando il visino con l'acqua fredda della fontanella. Non aveva fatto colazione, voleva iniziare presto i lavoretti in programma, certo che, anche quel pomeriggio, Leonard sarebbe venuto a trovarlo. Non voleva che si sentisse obbligato a dargli una mano. Riempito il secchio d'acqua, il biondo si diresse verso il fienile, avrebbe dovuto fare diversi giri, ma alla fine tutti gli animali avrebbero avuto acqua fresca e i propri spazi puliti. Il bambino stava per entrare quando, una voce alle sue spalle, richiamò la sua attenzione.

Frans, come mai sei già al lavoro ? *mi avvicino a lui sistemandomi le maniche della camicia* Dovresti avere ancora un'ora per dormire

*appoggio il secchio per terra* Buongiorno Far ! Oggi viene Leonard a trovarmi e quindi voglio finire presto ! *apro faticosamente le porte del fienile andando a portare l'acqua alla nostra mucca*

- Quello strano ragazzino viene qui tutti i giorni - *seguo mio figlio osservandolo mentre svolge i suoi compiti* - Rallenta il lavoro di mio figlio, lo distrae dai suoi doveri ed ora, a causa sua, Frans rinuncia anche al sonno. Devo intervenire subito, prima che lo influenzi negativamente. Potrebbe rendendolo pigro, come gli altri bambini viziati del paese - *torno verso la baita*

Leonard e sua madre arrivarono poco dopo l'ora di pranzo. Il piccolo si era precipitato lì di corsa, ormai si era abituato alla difficoltosa camminata che lo separava dalla casa del suo amico. Arrivato nel fienile, ci mise pochi secondi a trovare il coetaneo. Frans se ne stava dolcemente addormentato sulla paglia secca, il Sole gli accarezzava il viso sereno mentre le sue guance arrossate brillavano per il sudore. Non lo aveva mai visto riposare e lo trovò davvero carino. Portandoglisi accanto, il moro gli fece una carezza per poi iniziare a sistemare la merenda che, come ogni giorno, aveva accuratamente preparato solo per loro.

Nel frattempo, Gioanna Lindgren si era ritrovata seduta al tavolo della famiglia Bergman davanti a Borje. Rosalia sarebbe dovuta rimanere in ufficio fino a sera e quindi, ad accoglierla, era stato suo marito, il cupo montanaro. Erano passati diversi minuti di silenzio da che l'uomo si era limitato ad invitarla a sedersi con la richiesta di parlarle. Lei aveva acconsentito tranquillamente, ma l'altro non si era deciso ad aprire bocca limitandosi ad osservarla.

Mi scusi ... se non deve dirmi nulla io andrei a vedere cosa combinano i bambini *faccio per alzarmi, ma l'occhiata che mi lancia mi fa desistere*

Lei non è nata su queste montagne *incrocio le braccia al petto* Giusto, Gioanna ?

S-sì *mi schiarisco la voce cercando di calmarla* - Sta solo cercando di fare conversazione, non c'è motivo di essere nervosa - Io non sono nata nel villaggio, mi sono trasferita qui un paio di anni prima della nascita di Leonard. Volevo far crescere mio figlio in un ambiente più sano. Con il suo lavoro, mio marito aveva le possibilità economiche, così siamo rimasti qui. Prima era solo la nostra casa delle vacanze *ricordo con un dolce sorriso quei momenti felici pieni d'amore*

Borje Lindgren pensò che la donna avesse preso la decisione migliore
per suo figlio, nessun altro ambiente al mondo era più salubre ed adatto della montagna per crescere un uomo forte e sano. Nessuno meglio di lui poteva saperlo. Non si sentiva nemmeno di giudicarla per essere un'ex cittadina, una straniera in quei luoghi visto che, in fondo, nemmeno lui ne era originario. Se però c'era qualcosa di sbagliato in quella piccola famiglia era stato l'ingresso del tutto imprevisto negli affari della propria.

Come mai siete venuti qui anche oggi ? *domando serio*

Leonard adora Frans, non penso riuscirebbe a stare nemmeno un giorno senza venirlo a trovare per portargli la merenda *sorrido gentilmente* E, da ciò che mi racconta, anche a suo figlio fa piacere vederlo. Inoltre si può dire lo stesso  dell'amicizia nata fra sua moglie e me.

Rosalia è libera di fare tutto ciò che desidera. Se incontrarsi con lei la rende felice tanto meglio *mi appoggio allo schienale della sedia* Ma con Frans è una questione diversa, suo figlio potrebbe diventare un problema per il mio.

Come potrebbe essere diversa ? Io ero convinta che quei due fossero diventati amici *mi incupisco* Di che problemi sta parlando ?

Alzandosi in piedi, Borje la fissò dai suoi due metri d'altezza, imponente e minaccioso. A quella reazione, Gioanna ebbe il primo istinto di alzarsi a sua volta, ma per lo spavento, e correre fuori. Invece no. Nonostante sentisse gli occhi pizzicare ed un leggero tremore percorrerle il corpo, mantenne gli occhi fissi nelle iridi glaciali dell'uomo, immobile, per niente intenzionata a retrocedere.

Frans non può perdere tempo a giocare, fare merenda e scorrazzare in giro *affermo con sicurezza* Deve aiutarmi con gli animali, I rifornimenti e le manutenzioni. Io e Rosalia abbiamo concordato che, se lei desidera avere un lavoro, allora l'educazione di Frans spetta a me. Quindi sono io a decidere cosa è meglio per lui e suo figlio si sta
rivelando una distrazione dai suoi doveri !

*sbatto i palmi delle mani sul tavolo e mi alzo sconvolta sostenendo il suo sguardo* Io non voglio giudicare il suo modo di educare suo figlio, ma lei non si permetta di offendere il mio ! *alzo la voce* Sarò chiara con lei, fino a quando Leonard vorrà vedere Frans, io salirò lungo quel pendio che separa la nostra casa dalla vostra e lotterò perché possano mantenere la loro amicizia. *mi sfugge una lacrima di frustrazione lungo la guancia* E le assicuro che, se anche solo una volta, mio figlio dovesse creare dei veri problemi, farò sì che capisca il suo errore e non lo ripeta nuovamente. Ha la mia parola !

*torno a sedermi* Ero convinto che lei fosse come le altre madri senza polso del villaggio *sorrido soddisfatto* Sono felice di essermi sbagliato. Frans ha il mio permesso di frequentare suo figlio.

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