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Una serata noiosa, più di quanto Frans aveva temuto. C'era cibo, musica, chiacchiere tra amici, ma lui non era in grado di apprezzare nulla di tutto ciò. Avendo trascorso molti anni lontano dalla gente del paese e dai suoi coetanei, rintanato nella baita come un appestato, non conosceva nessuno, se non gli uomini che si erano recati nel loro fienile per discutere con suo padre di chissà che razza di macchinazione. Poi si aggiungeva alla lista di problemi il fatto che la voce del suo pestaggio con quei tre ragazzi si fosse diffusa, quindi nessuno aveva il coraggio di avvicinarglisi. Certo, tutti lo approcciavano con il medesimo rispetto riservato al genitore, ma nulla di più. Il caratteraccio di Far però era la causa di maggior disagio, non solo gli stava attaccato al collo come un mastino, attendendo al suo fianco che la sua accompagnatrice arrivasse, ma incuteva ancora più paura nel prossimo, essendo ben più seccato e furibondo di quanto lo fosse lui.
- Davvero la serata perfetta - *annoiato mi volto verso la ferrovia* - Chissà se sono ancora in tempo per l'ultimo treno... -
Adesso basta! *batto un pungo contro la panchina su cui siamo seduti* Frans, vieni! Se la tua futura sposa si fa attendere allora sarai tu ad andare a prenderla a casa!
Trascinato dal padre, il biondo sentì che non sarebbe riuscito a mantenere la calma come chiesto dalla signora Lindgren, il desiderio di fuggire era troppo forte, ma poi arrivarono all'abitazione della ragazza e, senza volere, finì per scoppiare a ridere. Era la scena più divertente che avesse mai visto. La sua "futura sposa", se ne stava aggrappata al patio davanti casa mentre, gli uomini della sua famiglia, tentavano inutilmente di staccarla ricevendo in cambio morsi e calci. Ad un tratto, proprio nel momento in cui arrivarono lui e suo padre, la presa della giovane vacillò e, tutto il gruppetto, finì in una pozza di acqua e fango causata dal rapido acquazzone che era caduto sino a pochi minuti prima, purtroppo non abbastanza forte da far cancellare la serata. Mentre Frans cercava inutilmente di sopprimere le risate, Far si fece avanti lasciandolo indietro per recuperare la calma e capire cosa fosse successo. Fu allora che il biondo intravide un'occasione e, tra gli strepiti del genitore, si allontanò in silenzio diretto alla stazione. Arrivato in un lampo, il giovane Bergman si rese subito conto di un problema non indifferente, non aveva mai preso un treno in vita propria e non aveva idea di cosa fare. Alla biglietteria non c'era nessuno, così, semplicemente, si mise seduto ed aspettò godendosi il silenzio ed i suoni del bosco, lontano dal trambusto della sagra.
*gli picchietto sulla spalla* Mi... Mi scusi!
Frans si mise subito in piedi sobbalzando e, voltandosi, vide davanti a sé una ragazza piuttosto giovane, avvolta in una lunga giacca. La sola luce presente nella stazione non gli dava la possibilità di scorgerne bene i lineamenti, ma non era sicuramente del posto, dopotutto gli aveva rivolto la parola. Tutti lì lo conoscevano sin dall'infanzia e le sue coetanee sapevano di non poterglisi avvicinare senza il permesso di suo padre. L'anonimato lo fece sentire un po' più tranquillo. Ridendo della sua reazione, la sconosciuta si strinse maggiormente nel cappotto e fece un paio di passi indietro.
Scusami, non volevo spaventarti *sorrido* Sai per caso se l'ultimo treno è già passato o sono ancora in tempo?
N-Non mi sono spaventato! *mi schiarisco la voce* È solo che mi hai colto di sorpresa, tutto qui... *guardo avanti ed indietro lungo i binari* Comunque dovresti essere in tempo, non penso che il treno per... Aspetta! *gli appoggio le mani sulle spalle* Tu sai come si prende in treno! Come si fa ad arrivare alla città?!
*comincio a spaventarmi* Ehi! *mi scosto* Non è questo il modo di trattare le persone! Sei stupido o cosa?
Ripresa la calma, Frans arrossì dispiaciuto ed indietreggiò, ringraziando la bassa illuminazione della stazione, fondamentale per nascondere la sua faccia rossa d'imbarazzo. Non voleva spaventare l'altra, ma non era abituato ad avere a che fare con gli esterni, essere gentile e delicato con Leonard sembrava facile, poteva essere espansivo e naturale quanto desiderava. Al villaggio era normale utilizzare un tono colloquiale e Far gli aveva sempre spiegato quanto un uomo dovesse essere ferreo e deciso, ma in effetti lui non era simile agli abitanti della città, quindi si calmò ed aggiustò i propri modi.
Non sono stupido, è solo che... *sospiro* Leonard, il ragazzo che amo, è andato in città ed io voglio andare da lui, ma non so come fare *stringo i pugni* Non ho mai lasciato il villaggio prima e so già che mio padre mi ucciderà se scappo, ma non mi importa, voglio andare da Leonard! Puoi aiutarmi?
*lo guardo stupita* Sei il ragazzo più strano che io abbia mai incontrato... *faccio un passo avanti* Va bene, ti voglio dare una mano. Visto che la biglietteria è chiusa dovrai comprare i biglietti a bordo, hai dei soldi con te?
*scuoto la testa* - No, nemmeno uno... - *mi rattristo* - Sarà meglio tornare alla sagra prima che... -
Di colpo vennero investiti dalla luce intensa di una torcia e, uno degli uomini del villaggio, comparve nel buio. Richiamando l'attenzione alle proprie spalle, al nuovo arrivato seguirono altre persone, alla guida dei quali c'era Borje Bergman. Posando lo sguardo in quello di suo padre, Frans sentì i sudori freddi lungo la schiena mentre questi si faceva sempre più vicino. Non sembrava affatto contento della sua fuga improvvisata. Prima che il genitore potesse alzare la voce però la ragazza della stazione, ricordando le parole del biondo, si frappose tra loro ed, appoggiandosi a Frans, fece un ampio sorriso.
Frans *tuono* Che cosa...
Salve! *gli stringo la mano* Non sa quanto sono grata a suo figlio! Un grosso tasso mi aveva bloccata su questa panchina e lui, sentendo le mie grida, è venuto a soccorrermi! *sorrido* Sono Margaret, piacere! Spero sarà d'accordo se, come ringraziamento per l'aiuto, io e suo figlio balleremo insieme!
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