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Il villaggio era stato in gran fermento l'intera giornata, ormai tutti gli abitanti avevano ultimato i preparativi per l'inizio del mercatino del mattino seguente. Per le strade, ai volti noti, se ne erano mischiati di nuovi e la cosa faceva sentire Leonard come se il paese si fosse improvvisamente aperto al resto del mondo. I primi turisti, passeggiando fra le stradine ancora in allestimento, non lo degnavano di uno sguardo e la cosa lo faceva sentire più sereno, indeboliva le occhiatacce di coloro che invece sapevano della sua omosessualità. Si era abituato a lasciare casa solo il necessario, verso sera, per non dover incrociare nessuno lungo la via, ma i vicini festeggiamenti avevano incrementato anche la vita serale e, con essa, il vociare ed il gelo intorno a lui. Il giovane era ormai in dirittura d'arrivo alla propria abitazione quando, al limitare della familiare vietta, vide un nuovo banchetto in allestimento e, al suo interno, intento ad inchiodare le ultime assi, Frans.
*il cuore mi batte più forte nel petto* - Perché si è messo proprio lì... Non è che l'ha fatto per me? - *deglutisco e procedo a testa bassa per nascondere il viso arrossato* - Aveva detto che sarebbe tornato una volta capiti i suoi veri sentimenti, che ci sia riuscito? - *quando arrivo più vicino chiudo gli occhi senza smettere di camminare* - Ti prego parlami, ti prego parlami, ti prego parlami -
*vedo avvicinarsi Leonard e mi metto ben dritto, sempre più agitato* - Eccolo... Spero che, dopo avermi ascoltato, non finirà per odiarmi - *mentre mi supera agisco d'istinto* - Ti prego, non odiarmi - *gli prendo la mano* Leonard, aspetta!
Quando sentì la grande mano dell'amato montanaro trattenerlo, Leonard finalmente ricominciò a respirare e si voltò subito verso di lui sorridendo. Quando il verde dell'uno tornò a specchiarsi nell'azzurro dell'altro, fu per entrambi come fermare il tempo e restare le uniche persone in tutto il mondo. Lo sguardo di Frans però si separò in fretta e cominciò a scorrere tra le vie, forse aveva paura di venir scoperto così vicino all'indesiderato numero uno del paese. Il giovane Lindgren, comprendendo la situazione, portò subito l'altro a nascondersi dietro il banchetto. Dopo una rapida occhiata nei dintorni lo tirò in giù e si sedettero vicini, lì dove nessuno avrebbe potuto vederli o sentirli. Quando finalmente furono appartati, per Leonard fu difficile nascondere l'ansia, ma poi vide Frans sorridere e si sentì subito rilassato.
Sono felice di vederti, Frans... *appoggio la mano sulla sua, ma la ritraggo* S-scusa, non volevo.
*riprendo subito il contatto ed intreccio le nostre dita* Anch'io sono felice. Ho scelto questo posto sperando che ci saremmo incontrati *sorrido* Hai... avuto i miei regali?
Annuendo, Leonard ripensò a tutti i mazzolini di fiori ricevuti in quel periodo attraverso la finestra. Era stato il modo di Frans di ricordargli che lo pensava e che, qualsiasi decisione avesse preso, non avrebbe mai potuto odiarlo. L'affetto che li legava andava oltre le differenze, anche quelle di orientamento sessuale, certo, l'amore poteva anche non essere corrisposto, ma niente li avrebbe mai separati. E così, mentre il Sole ormai tramontava sulla vallata, il silenzio fra loro si fece sempre più lungo, il giovane Lindgren avrebbe voluto domandare all'altro se era pronto a dargli una risposta, ma, allo stesso tempo, temeva di forzarlo e spaventarlo.
Leonard, ti amo *chiudo gli occhi, mi volto di scatto e lo bacio*
La mente del corvino si svuotò totalmente, il suo cuore perse un battito e si ritrovò a concentrarsi con insistenza sulla sensazione creata dalle labbra di Frans sulle proprie. La bocca del vero amore non era morbida e dolce come scrivono nei libri, ma salata per il sudore ed anche lievemente secca, colpa di una calda giornata trascorsa a lavorare duramente. Fu davvero breve, ma quando il biondo si tirò indietro, senza sollevare le palpebre e con le guance tutte rosse, Leonard lo vide tremare impaurito.
C-com'è stato? *sento le labbra formicolare* L-L'ho fa...fatto bene?
*mi tocco il viso* - Lacrime... - *mi sporgo in avanti* Perfetto *lo bacio a mia volta appoggiando le mani sulle sue guance*
In quel contatto così carico di bisogno, ben presto Frans cominciò a rilassarsi, il giovane Lindgren lo sentì sciogliersi tra le proprie braccia e lo strinse possessivamente. Passò le dita tra i capelli dorati dell'altro, riusciva a percepirne il fisico statuario contro il proprio, il petto era così definito, a causa del respiro agitato avrebbe potuto rompere i bottoni della camicia da un momento all'altro. Leonard passò la punta della lingua contro le labbra del biondo, il desiderio lo rendeva più imprudente, avrebbe voluto portarsi ben oltre, trasformando tutti i propri sogni in realtà. Le sue mani scivolarono lentamente dalle ciocche fino al collo del montanaro, poi lungo le spalle, il petto, i fianchi ed, infine, si infilarlo nelle tasche posteriori della salopette. Furono le campane del paese a far riprendere ad entrambi il controllo, per un secondo stettero a guardarsi e poi si separarono, increduli.
*mi copro le labbra e le stringo, ho il viso in fiamme* - P-perché il suo bacio è stato così... - *sento tirare il cavallo dei pantaloni e chiudo le gambe* L-Leonard, scusami io... *mi vengono gli occhi lucidi e inizio a tremare* H-ho sbagliato tutto.
Frans! *lo abbraccio subito* Tu eri magnifico, ma io invece... ho esagerato *gli accarezzo la schiena* Quindi non piangere, va bene? È stato il primo bacio che ho sempre sognato... *lo guardo negli occhi sorridendo*
*mi strofino via le lacrime ed appoggio la testa alla sua spalla* P-però il tuo è stato molto più... caldo *sorrido* E-ero pieno di brividi, avevo paura che qualcuno ci vedesse.
Allora non baciarmi per strada, zuccone! *rido* Okay, siamo nascosti dal banchetto, ma se mi confessi il tuo amore non puoi aspettarti che io non reagisca!
*gli accarezzo il viso* E... E ora cosa succede?
Ora voglio sapere come ti senti tu *lo bacio sulla fronte* Ma non qui... Parliamo sta notte, sotto la finestra della mia camera, solo noi due.
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